big tangenti eni

CONSIP, TANGENTI ENI, MANCA SOLO MAFIA CAPITALE (O C’E’?) – COSI’ UN GRUPPO DI MAGISTRATI “AGGIUSTAVA” LE SENTENZE PER GLI AMICI, IN CAMBIO DI MIGNOTTE E VACANZE ESOTICHE – COINVOLTI PURE FUNZIONARI DEL MINISTERO ECONOMIA E L’EX CAPO DELL’UFFICIO LEGALE DEL CANE A SEI ZAMPE 

 

Fiorenza Sarzanini per il Corriere della Sera

 

CONSIP CARABINIERI

Un giudice del Consiglio di Stato, un magistrato della Corte dei conti, un pubblico ministero di Siracusa, un ufficiale della Finanza, un alto funzionario del ministero dell' Economia: nella «rete» tessuta dall' avvocato Piero Amara e dall' imprenditore Fabrizio Centofanti c' erano le giuste pedine per avere informazioni riservate sulle indagini in corso e soprattutto per «aggiustare» i processi.

 

Personaggi di alto livello che sarebbero stati messi a «libro paga» per garantirsi decisioni favorevoli nel settore amministrativo e così avere la certezza di aggiudicarsi gli appalti pubblici, primi fra tutti quelli di Consip. Ma anche per «spiare» le inchieste, in particolare quella sulle tangenti dell' Eni avviata a Milano.

 

claudio descalzi

Amara e Centofanti sono stati arrestati su richiesta delle procure di Roma e Messina. Ai domiciliari ci sono altre 13 persone, compreso Enzo Bigotti, l' imprenditore amico di Denis Verdini e già finito nel fascicolo Consip proprio per aver ottenuto commesse milionarie.

 

Per Riccardo Virgilio, presidente di sezione del Consiglio di Stato, i magistrati coordinati dall' aggiunto Paolo Ielo avevano chiesto l' arresto. Nell' ordinanza si spiega che «la misura non è necessaria perché è ormai in pensione», ma nei suoi confronti rimane l' accusa gravissima di aver «pilotato» ben 18 tra sentenze, ordinanze e decreti in modo da favorire le società di Amara e del suo socio Giuseppe Calafiore (sfuggito alla cattura visto che due giorni fa è partito per Dubai). Virgilio avrebbe anche annullato una decisione del Tar che escludeva un' azienda di Bigotti dalla gara per le «Buone scuole».

 

EZIO BIGOTTI

L' appalto rientrava, secondo l' accusa, nella spartizione dei lavori assegnati da Consip decisa a tavolino tra le imprese partecipanti. In cambio il giudice avrebbe ottenuto il trasferimento di 750 mila euro che aveva depositato su un conto svizzero «in un veicolo societario maltese, la Investment Eleven limited messa a disposizione da Amara». E secondo il gip «l' operazione ha rappresentato un' utilità concreta per Virgilio assicurandogli, da un lato, di non dover dichiarare al fisco italiano la somma di denaro detenuta in Svizzera e, dall' altro, di essere garantito nell' investimento effettuato».

 

verdini-870811

Massimo Mantovani, dirigente dell' Eni ed ex responsabile dell' ufficio legale, è stato perquisito ieri perché «avrebbe agito con Amara per organizzare presunte manovre di depistaggio al fine di condizionare le inchieste milanesi Eni-Nigeria ed Eni-Algeria». La Finanza è entrata anche a casa e nell' ufficio di Emanuele Barone Ricciardelli, funzionario del ministero dell' Economia.

 

 

In una intercettazione del 3 agosto scorso parla con Bigotti e lo avvisa «di segnalazioni della Guardia di finanza per turbativa d' asta nella gara Consip», e soprattutto «di accertamenti con le Procure». Le indagini del Nucleo Tributario di Roma sono effettivamente in pieno svolgimento e il dirigente promette di attivarsi. Scrive il giudice: «Nella stessa giornata Barone Ricciardelli inoltrava alla procura di Roma, tramite mail certificata, una richiesta formale per conoscere l' esistenza di iscrizioni a carico di Bigotti nel registro degli indagati».

 

Riccardo Virgilio con Mattarella

Accertamenti in corso pure sulla ristrutturazione di una casa che Luigi Della Volpe ha affittato a partire dal 2014 ad una società di Centofanti che a sua volta lo ha subaffittato ad Amara. Della Volpe sarebbe un ufficiale della Guardia di finanza ora ai servizi segreti, e il sospetto degli inquirenti è che il contratto sia stato utilizzato per l' emissione di false fatture.

 

È lungo l' elenco degli indagati e comprende altri giudici «a disposizione». Uno è Nicola Russo, amico di Centofanti, che lavorava al Consiglio di Stato con Virgilio. Nel 2016 era componente della Commissione tributaria di Roma e avrebbe favorito l' imprenditore Stefano Ricucci in cambio di pranzi, viaggi e i favori di alcune ragazze. Cinque anni fa fu invece accusato di sfruttamento della prostituzione minorile. Il suo difensore è Amara.

Umberto Croppi

 

Verifiche sono state disposte sul consigliere Raffaele De Lipsis e sul giudice contabile Luigi Caruso, entrambi «avvisati» da Amara nel 2016 di essere «sotto intercettazione». Violazioni fiscali sono state invece contestate a Umberto Croppi, assessore alla Cultura quando sindaco di Roma era Gianni Alemanno.

 

Croppi è presidente del Cda di Cosmec, azienda che fa capo a Centofanti. Secondo l' accusa avrebbe «evaso le imposte sui redditi e l' Iva per un totale di quasi 43 mila euro con fatture per operazioni inesistenti».

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