LA CONTA DEI GIUDA - SILVIO JESUS SI È FATTO DARE I TABULATI DEL VOTO E HA FATTO LE SOMME DEI MIRACOLATI A CUI HA DATO POLTRONE E PREBENDE PER ANNI: “ANTONIONE? LO AVEVO FATTO COORDINATORE. LA DESTRO? LE AVEVO FATTO FARE IL SINDACO. GAVA? LO AVEVO RACCOMANDATO A GALAN. SARDELLI? HO BLOCCATO RICORSI CONTRO DI LUI” - SILVIO NON PUÒ ACCETTARE DI ESSERE FINITO COME UN PRODI QUALUNQUE, APPESO AL VOTO DI UNO SCILIPOTI. E ORA HA LA SINDROME DI GHEDDAFI…

Gian Antonio Stella per il "Corriere della Sera"

Le zucche che «come la fata Smemorina» lui aveva «trasformato in prìncipi», alla fine, si sono ribellate. «Traditori», ha scritto sul foglio che aveva davanti. Era terreo. Come se il cerone sul viso si fosse impastato con la sorpresa, lo sgomento, la collera. Come avevano osato? I nomi! Fuori i nomi! E con Roberto Maroni e Laura Ravetto e Michela Vittoria Brambilla e Ignazio La Russa che gli si affollavano intorno, stava lì a guardare i tabulati mettendo a fuoco uno ad uno chi lo aveva «tradito».

Ripassando la magnanimità che da buon monarca riteneva di aver avuto. Roberto Antonione: «E pensare che lo avevo fatto coordinatore del partito...». Giustina Destro: «E io che le avevo fatto fare il sindaco di Padova...». Fabio Gava: «E dire che l'avevo raccomandato io a Galan come assessore regionale...». Luciano Sardelli: «Ma come! Dopo che avevo detto ai nostri della giunta per le elezioni di tenere in ammollo il ricorso di un avversario che poteva dimostrare di essere stato eletto lui...».

L'ha sempre avuta, il Cavaliere, la fissa del «tradimento». Dell'ingratitudine. Dal giorno in cui Umberto gli tolse la fiducia nel 1994: «Mia madre, mio figlio, mia figlia e mia moglie hanno votato per Bossi e compagnia bella ed ora, con questi voti, sfiduciano il governo che ho l'onore di presiedere. Bossi è un Giuda, un ladro di voti, un ricettatore, truffatore, traditore, speculatore. Ha una doppia, tripla, quadrupla personalità».

Ogni volta che qualcuno lo lasciava, tornava a battere lì: «Del resto capitò anche a Gesù di essere tradito...». Al che il verde Maurizio Pieroni gli rispose un giorno dettando un comunicato: «Nella sua infinita modestia, Berlusconi ha voluto paragonarsi, rispetto alle scelte dei parlamentari Udr, a Gesù tradito da Giuda. Ciò non gli è concesso: c'è un limite, infatti, anche alla sottostima».

Un paio di anni fa, nel pieno del tormentone su Gianfranco Fini, il suo Giornale ci fece un titolone: «La banda dei miracolati / Ecco gli ingrati della politica». Tra gli infilzati c'era di tutto, da Carlo Taormina a Paolo Guzzanti, da Ugo La Malfa a Marco Follini, da Ferdinando Adornato a Michele Vietti. In seconda pagina c'era una «Fenomenologia del miracolato poi azzannatore in tre semplici mosse:

fase 1) giurare eterna fedeltà al Miracolante, riconoscendolo come unico Nume democratico, così da accaparrarsi per grazia ricevuta poltrone e nomine altrimenti irraggiungibili.

Fase 2: una volta miracolati, manifestare segni di insofferenza e malessere in coincidenza di eventuali presunti cicli calanti del Miracolante o di favori chiesti ma non soddisfatti, segnali prima lievi, poi sempre più ossessivi e perturbanti qualora il suddetto appaia in seria difficoltà o prossimo al disarcionamento (sottoregola elementare: iniziare un petting spinto con l'opposizione riconoscendola come Garante della democrazia).

Fase 3: mollare il Miracolante riconoscendolo come unico vero pericolo per la democrazia rimanendo in attesa di eventuale disarcionamento e di nuove prebende dall'altra parte politica».

Chi, se non un traditore e pronto a mordere la mano che lo ha nutrito, potrebbe mandare a monte i progetti del «migliore in assoluto, senza tema di smentita, di tutti i capi di governo della storia d'Italia»? Solo il tradimento, anche nelle fiction, può abbattere l'eroe. È questo il punto: dopo avere ripetuto per mesi e mesi la cantilena che la sua era una maggioranza «coesa» (153 citazioni nell'archivio Ansa nell'ultimo anno) il Cavaliere non può accettare di essere smentito.

Ormai, per lui, era una sfida personale. Che ricalcava una vecchia barzelletta napoletana personalizzata e raccontata in tivù a Mara Venier: «Bertinotti incontra D'Alema e gli dice che Berlusconi è morto. "E come è morto?" "Sai, è andata a fuoco la sede di Forza Italia". "Come è successo?" "Sai, un compagno passava di là e ha buttato un cerino. Un altro ha buttato della benzina e insomma è bruciato tutto". "Povero Berlusconi, carbonizzato!"

"Nooo, era all'ultimo piano... Si è buttato". "Sfracellato?" "Nooo, c'erano i pompieri con quei teloni elastici americani. È caduto giù proprio nel mezzo, è rimbalzato su su su ed è ricaduto, non so se hai presente l'ambasciata turca, sull'asta della bandiera". "Mamma mia! Che brutta morte: infilzato?" "Nooo! È rimbalzato sull'asta e su su su e poi giù giù giù sulle linee dell'alta tensione...". "Mamma mia! Fulminato!". "Nooo! È andato ancora su su su e poi giù giù giù... Insomma, l'abbiamo dovuto abbattere"».

No, non era così che se ne voleva andare, l'uomo che per quasi un ventennio ha dominato, bene o male, la politica italiana compiacendosi di avere via via battuto, prima o dopo, tutti gli avversari. Non così.

Non da perdente. Non con i leader europei che si scambiano sorrisetti e che lo bacchettano dicendogli cosa fare. Non con la Confindustria e i mercati che osano sfiduciare lui, «un tycoon che ha creato dal nulla un gruppo da six billion dollars». Non dopo l'ostensione di uno striscione con scritto «Berlusconi's Miracle» appeso al palazzo del governo dell'Aquila ancora in macerie come non fossero passati ormai quasi tre anni dal terremoto.

Non senza neppure un applauso beffardo della sinistra, che ieri lo ha visto affondare quasi incredula e perfino un po' spaventata dal senso improvviso del vuoto. Non dopo essere rimasto appeso per mesi, come «un qualsiasi Prodi», al voto di uno Scilipoti. Non senza la possibilità di avere la sua nuova rivincita.

E forse questo è ciò che il Cavaliere in queste ore amare, in cui secondo Alfredo Mantovano «ha in testa l'incubo della fine di Gheddafi», sta cercando di preparare. La rivincita. La dimostrazione che lui è più forte anche di questi rovesci, anche della crisi, anche dello scorrere inesorabile degli anni. L'ha già detto, ai suoi, mille volte: «Se fra voi ci fosse un Croce, un De Gasperi, un Salvemini me ne andrei anche, ma non li vedo. Non vedo neanche un Van Basten in panchina...».

Certo, c'è Angelino... Ma se le elezioni fossero subito, domani mattina o al più tardi fra un paio di mesi, come potrebbe lanciare nella mischia Angelino se il Migliore è sempre convinto di essere lui?

 

BERLUSCONI TIENE LA MANO DI BOSSI jpegBERLUSCONI FA LA CONTA DEI TRADITORI jpegBERLUSCONI FA LA CONTA DEI TRADITORI jpegBERLUSCONI FA LA CONTA DEI TRADITORI jpegBERLUSCONI FA LA CONTA DEI TRADITORI jpegantonione robertoFabio GavaGIUSTINA DESTRO gheddafi muammar 01 lap

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini difesa riarmo europeo

DAGOREPORT - SALVATE IL SOLDATO SALVINI! DA QUI ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, SARANNO GIORNI DA INCUBO PER IL PIÙ TRUMPUTINIANO DEL BELPAESE - I DELIRI DEL “BIMBOMINKIA” (COPYRIGHT FAZZOLARI) SU UE, NATO, UCRAINA SONO UN OSTACOLO PER IL RIPOSIZIONAMENTO DELLA DUCETTA VERSO L'EURO-CENTRISMO VON DER LEYEN-MERZ, DESTINAZIONE PPE – AL VERTICE DELL’AJA, LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” HA INIZIATO INTANTO A SPUTTANARLO AGLI OCCHI DI TRUMP: SALVINI È COSÌ TRUMPIANO CHE È CONTRARIO AL RIARMO E PROFONDAMENTE OSTILE AI DAZI... - MA SE DA AJA E BRUXELLES, SI SCENDE POI A ROMA, LA MUSICA CAMBIA. CON UNA LEGA SPACCATA TRA GOVERNATORI E VANNACCI, SALVINI E' UN'ANATRA ZOPPA. MA UN ANIMALE FERITO È UN ANIMALE PERICOLOSO, CAPACE DI GETTARE ALLE ORTICHE IL SUO GOVERNATORE ZAIA E TENERE STRETTO A SE' PER ALTRI DUE ANNI IL POTERE IN LOMBARDIA - IL BIG BANG TRA I DUELLANTI È RINVIATO ALL’ESITO DELLE REGIONALI (E CALENDA SI SCALDA PER SALIRE SUL CARRO DELLA FIAMMA...)

malago meloni abodi fazzolari carraro

DAGOREPORT - CHE LA CULTURA POLITICA DEI FRATELLINI D’ITALIA SIA RIMASTA AL SALTO NEL “CERCHIO DI FUOCO” DEL SABATO FASCISTA, È STATO LAMPANTE NELLA VICENDA DEL CONI - QUANDO, ALLA VIGILIA DELL’ELEZIONE DEL SUO CANDIDATO LUCIANO BUONFIGLIO ALLA PRESIDENZA DEL CONI, QUEL DEMOCRISTIANO IN MODALITÀ GIANNI LETTA DI GIOVANNINO MALAGÒ SI È FATTO INTERVISTARE DA “LA STAMPA” ANNUNCIANDO DI ESSERE UN “PATRIOTA” CHE “FA IL TIFO PER IL GOVERNO MELONI”, HA INVIATO AI MUSCOLARI CAMERATI DISDEGNOSI DELLE REGOLE DELLA POLITICA (DIALOGO, TRATTATIVA, COMPROMESSO) IL SEGUENTE MESSAGGIO: ORMAI È TARDI PER FAZZOLARI DI INCAZZARSI CON ABODI; DA TEMPO VI HO DETTO CHE AVETE SBAGLIATO CAVALLO QUANDO AVEVATE A DISPOSIZIONE UNO CHE È “PATRIOTA” E “TIFA MELONI”, CHE HA ALLE SPALLE IL SANTO PATRONO DEGLI INTRIGHI E COMBINE, ALIAS GIANNI LETTA, E DOPO DODICI ANNI ALLA GUIDA DEL CONI CONOSCE LA ROMANELLA POLITICA COME LA SUA FERRARI…(SALUTAME 'A SORETA!)

FARE SESSO A 40 GRADI (ALL’OMBRA): COSA SUCCEDE AL NOSTRO CUORE? - IL SALVA-VITA DEL PROF. COSIMO COMITO: “IN CONDIZIONI NORMALI E CON LA GIUSTA TEMPERATURA, UN RAPPORTO SESSUALE EQUIVALE A FARE 2-3 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. LO STESSO RAPPORTO IN UN AMBIENTE CALDO-AFOSO, LO SFORZO EQUIVALE A FARE 4-5 PIANI DI SCALE A PASSO SVELTO. IN TAL CASO, GLI UOMINI CHE HANNO PIÙ DI 50 ANNI COME FANNO SCIENTIFICAMENTE AD ESCLUDERE LA POSSIBILITÀ DI AVERE UN INFARTO O UN ICTUS AL POSTO DELL’ORGASMO? (ATTENZIONE ALL’”AIUTINO”)…”

elly schlein giorgia meloni giuseppe conte matteo salvini elezioni

DAGOREPORT - COME FAR FUORI IL NEMICO PIÙ INTIMO E VIVERE FELICI? È LA DOMANDA CHE TORMENTA DA UN PEZZO GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI APPENA SI APPALESA LA SILHOUETTE SOVRAPPESO DI MATTEO SALVINI - RIPOSTO IN CANTINA IL PREMIERATO, BRUCIATO IL VOTO ANTICIPATO, CHE FARE? ALLE MENINGI DEI FAZZOLARI E DEI LA RUSSA È SPUNTATA LA RIFORMA ELETTORALE CHE NON SOLO PENALIZZEREBBE LA LEGA A FAVORE DI FRATELLI D'ITALIA MA TOGLIEREBBE DI MEZZO LE CHANCE DI VITTORIA DI UN’OPPOSIZIONE MIRACOLATA IN “CAMPO LARGO” - E QUI ARRIVA IL BELLO: COME FAR INGOIARE A PD-ELLY IL ROSPO DI UNA LEGGE ELETTORALE CHE LI PENALIZZA? C'EST FACILE! SE QUEEN GIORGIA VUOLE ASFALTARE SALVINI, ANCHE LA DUCETTA DEL NAZARENO SOGNA DI TOGLIERSI TRA I PIEDI QUELLA QUOTIDIANA ROTTURA DI COJONI DI GIUSEPPE CONTE…

riarmo armi pedro sanchez elly schlein giorgia meloni giuseppe conte donald trump

DAGOREPORT - AVVISO AI NAVIGANTI! DUE SVALVOLATI SI AGGIRANO PER L’EUROPA: PEDRO SANCHEZ E ELLY SCHLEIN – CON LA NATO MORENTE (TRUMP SOSTIENE CHE L'ARTICOLO 5, CARDINE DELL'ALLEANZA, SI DEBBA "INTERPRETARE"), I DUE SINISTRATI DEL PSE, CHE INSIEME AL PPE SOSTENGONO LA MAGGIORANZA URSULA, MINACCIANO DI STACCARE LA SPINA DICENDO "NO" AL RIARMO UE: UN "NO" CHE SAREBBE UN REGALONE ALLA GIORGIA DEI DUE MONDI CHE NON VEDE L'ORA DI DIVENTARE LA STAMPELLA DEL PPE (DOVE E' ATTESA A BRACCIA APERTE: AL VERTICE DELL'AJA HA SEDOTTO A COLPI DI SMORFIE TRUMP SUI DAZI AL 10% ALL'UE) - LA MOLLA DI TANTO TAFAZZISMO GEOPOLITICO DI ''FALCE & MART-TELLY'' È IDEOLOGICA, TROVANDOSI STRETTA TRA L'INCUDINE DEI RIFORMISTI PD E IL MARTELLO A CINQUESTELLE DI CONTE, CHE L'HA SCAVALCATA A SINISTRA A SUON DI MANIFESTAZIONI, SLOGAN E PROCLAMI "ARCOBALENO", SORPASSANDO PERFINO AVS - E TRA I DUE LITIGANTI, LA DUCETTA SE LA GODE... 

elly e alessandro onorato, goffredo bettini e dario franceschini, matteo renzi , ernesto maria ruffini schlein giuseppe conte

DAGOREPORT - ‘’AAA CERCASI UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE’’. IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027, ANCHE LA DUCETTA DEL NAZARENO, ELLY SCHLEIN, HA CAPITO CHE NON BASTA UN’ALLEANZA CON CONTE E FRATOIANNI PER RIMANDARE NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO IL GOVERNO MELONI. PER SPERARE DI VINCERE, OCCORRE DAR VITA A UN NUOVO ULIVO PRODIANO CAPACE DI FEDERARE LE VARIE ANIME DEI CENTROSINISTRATI, AL PARI DELLA DESTRA DOVE SI SFANCULANO DA MANE A SERA MA ALLA FINE IL COLLANTE DEL POTERE È PIÙ FORTE DELLA LORO EGOLATRIA – IL PRIMO A METTERSI IN MOTO È STATO MATTEO RENZI CHE, DA ABILISSIMO MANOVRATORE QUAL È, SI È TRASFORMATO IN UN ARIETE MEDIATICO DELL’OPPOSIZIONE – ALLA DISPERATA RICERCA DEL CENTRO PERDUTO, DOPO SALA E RUFFINI, OGGI SCENDE IN CAMPO ALESSANDRO ONORATO, ASSESSORE AL TURISMO DEL CAMPIDOGLIO, CHE MIRA A FEDERARE UNA RETE RIFORMISTA FORMATA DALLE PRINCIPALI REALTÀ CIVICHE DI CENTROSINISTRA PRESENTI IN ITALIA PER TOGLIERE L'ESKIMO A "FALCE E MART-ELLY''...