conte berlusconi letta

CONTE, I CONTI NON TORNANO – LO SPAURACCHIO DEI NUMERI AL SENATO FA PERDERE IL SONNO A “GIUSEPPI”: MERCOLEDÌ, QUANDO SI VOTERÀ LA NADEF, SERVONO 161 VOTI E LA MAGGIORANZA NON SA SE È IN GRADO DI GARANTIRLA – IN SONNO VIENE IN SOCCORSO BERLUSCONI, MA UNA COSA È IL SINGOLO VOTO SUL MES, UN'ALTRA È SE I SENATORI DI FORZA ITALIA DIVENTASSERO UNA STAMPELLA PERMANENTE. SIGNIFICHEREBBE L’ENTRATA NEL GOVERNO DEI FORZISTI CON TANTO DI PSICODRAMMA GRILLINO CHE FAREBBE TRABALLARE CONTE – E I 5 STELLE STOPPANO LE ESPLUSIONI: “PRESENTATEVI TUTTI IN AULA”

Ilario Lombardo per "La Stampa"

 

Conte

E si torna sempre lì, ai numeri in Senato. Che ci sono, che non ci sono. Questa volta però il terrore della maggioranza è difficile da dissimulare. In pieno Covid, tra contagiati e chi è finito in quarantena fiduciaria, il gruppo che sostiene il governo potrebbe non reggere all'appuntamento cruciale previsto per mercoledì, quando si voterà la Nadef, la Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza che anticipa la manovra. Il coronavirus costringerà a casa, in malattia, tre senatori del M5s - si tratta di Francesco Mollame, Marco Croatti, Cristiano Anastasi -, e due del Gruppo misto, contati tra i favorevoli alla Nadef.

 

silvio berlusconi

A questi cinque si aggiungono almeno altri cinque esponenti di maggioranza in isolamento. Assenze che potrebbero rivelarsi fatali. Perché questa volta serviranno tutte le forze disponibili in Aula. La Nota prevede 23 miliardi di deficit in più rispetto al tendenziale, e, secondo la legge che ha introdotto il pareggio di bilancio in Costituzione la relazione, per approvare lo scostamento c'è bisogno della maggioranza assoluta. Calcolata su 315 teste a Palazzo Madama più sei senatori a vita. Non ci sono assenze giustificate che tengano né si potrà far ricorso al trucchetto, ampiamente abusato, di considerare in missione il senatore che non è in grado di presentarsi in Aula.

 

GIUSEPPE CONTE IN SENATO

Servono 161 voti. Puliti. E al momento i parlamentari non sanno se saranno in grado di garantirli. Il messaggio è stato recapitato dal ministro dei rapporti con il Parlamento Federico D'Incà a Palazzo Chigi, dove stanno facendo gli scongiuri e dove le parole Forza Italia e Silvio Berlusconi sono tornate a essere pronunciate con una certa ansia. Per evitare il soccorso azzurro, anche i sottosegretari di Pd e M5S si sono fiondati sui cellulari, chiamando uno a uno i senatori, per assicurarsi la loro presenza.

 

senatori leghisti danno del pinocchio a conte

Non tutti hanno risposto. Preoccupa soprattutto la sponda pentastellata. I grillini stanno facendo i conti con la propria pulsione autodistruttiva, in bilico tra la voglia di espulsione dei garanti e l'aspirazione individuale di alcuni a levare le tende il prima possibile. A sfilare il gomitolo di recriminazioni si ritrova un po' di tutto: questioni di soldi, la frustrazione di un Parlamento esautorato a colpi di fiducie e decreti che il Covid ha moltiplicato, i primi abbozzi di correntismo delle tipiche faide grilline. Il capogruppo dei 5 Stelle a Palazzo Madama Gianluca Perilli è disperato.

 

INCONTRO M5S PD - FRANCESCO D'UVA GIANLUCA PERILLI FRANCESCO SILVESTRI STEFANO PATUANELLI ANDREA MARCUCCI PAOLA DE MICHELI ANDREA MARTELLA GRAZIANO DEL RIO

E d'accordo con il collega della Camera e con il ministro D'Incà ha suggerito di frenare le espulsioni in programma. Si parla di tre senatori ormai con un piede fuori dal Movimento. L'addio di Marinella Pacifico è dato per scontato. Da mesi non restituisce più parte dello stipendio né versa il contributo alla piattaforma Rousseau di Davide Casaleggio.

 

ALESSANDRO DI BATTISTAMarinella Pacifico

Ha votato no al referendum e ha dichiarato di essere contrari allo stato di emergenza dichiarato dal presidente Giuseppe Conte. E adesso dice che forse voterà contro la Nadef, esaltata dalle posizioni di Alessandro Di Battista: «Sono contraria all'alleanza con il Pd». Insomma, sta facendo di tutto per farsi cacciare. A rigore di codice grillino, anche gli altri che hanno fatto campagna per il No o sono in ritardo con i pagamenti dovrebbero finire espulsi. Ma forse non è il momento migliore per eseguire la sentenza.

 

Alessandro Trocino per il “Corriere della Sera”

 

FEDERICO D'INCA' GIUSEPPE CONTE

Ai piani alti del Senato lo dicono apertamente: «Speriamo che Forza Italia si metta una mano sulla coscienza e ci aiuti». La questione è piuttosto semplice, ma non per questo meno delicata. Si va verso una sessione di voto sulla Nadef, la nota di aggiornamento al Def, il documento di economia e finanza. E il rischio di soccombere viene attentamente valutato in queste ore, anche perché è richiesta una maggioranza qualificata, la metà dei componenti più uno.

 

ROBERTO GUALTIERI GIUSEPPE CONTE

Il Covid, con i senatori positivi e impossibilitati al voto, non facilita i numeri. Anche per questo due giorni fa c'è stata una riunione d'emergenza nel gruppo dei 5 Stelle, presente il ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà. Le commissioni Bilancio delle due Camere terranno un veloce ciclo di audizioni, partendo lunedì alle 9 con Bankitalia e Upb e martedì alle 8.30 con il ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri.

 

roberto gualtieri

Nel pomeriggio di mercoledì il testo è atteso in aula a Palazzo Madama e a Montecitorio, con il doppio voto sulle risoluzioni sulla nota di aggiornamento al Def e sulla richiesta di scostamento dagli obiettivi di deficit. A preoccupare, naturalmente, è soprattutto il Senato, dove il bicameralismo non troppo perfetto mette in difficoltà la maggioranza. A complicare la questione ci sono i tre senatori 5 Stelle che sono risultati positivi al Covid. Alla Camera, grazie a un accordo che ha visto favorevole anche Forza Italia, si è rimediato considerando i deputati positivi in missione. Riuscendo così a rimediare all'impasse causata da due mancanze di numero legale.

 

alessandro di battista

Al Senato l'escamotage non può essere usato. Anche per questo, i probiviri del Movimento avrebbero fermato la macchina delle espulsioni. Si vocifera di tre parlamentari che stanno per essere accompagnati alla porta, in omaggio alla tradizione 5 Stelle che vede il dissenso trasformato in espulsioni. Una di questa è la senatrice Marinella Pacifico. Parlamentare da tempo in rotta con il Movimento. Due i capi di imputazione a suo carico: non aver votato la fiducia sullo stato d'emergenza e non rendicontare da ben 15 mesi.

 

grillo fico di maio di battista

Nonostante, come dice un collega, «stia cercando di farsi buttare fuori in tutti i modi», resta ben salda alla sua poltrona. Ma forse questa dilazione della condanna servirà a poco. Perché il suo voto, come dice lei stessa, non è affatto sicuro: «Io non ho ancora deciso cosa fare sul Nadef. Non so cosa e se voterò». La senatrice, contraria ai vaccini obbligatori e ostile al Pd, è su posizioni vicine a quelle di Alessandro Di Battista: «Non l'ho sentito, ma condivido quello che dice. Ci sono troppe criticità nel Movimento. È grave che si voglia prorogare lo stato di emergenza. E ora si chiede soccorso a Forza Italia: un altro abbraccio mortale».

 

GIORGIO TRIZZINO

 Dopo quello con la «morte nera», come lo definisce Di Battista? «Esatto. Era meglio stare da soli. E non sono d'accordo neanche sull'alleanza alle amministrative». Intanto, cominciano a vedersi le prime crepe nel Movimento anche sul Mes, finora respinto sdegnosamente dai vertici. Alcuni parlamentari starebbero ragionando su una possibile raccolta firme a sostegno di un documento a favore. Perché, come dice il parlamentare siciliano Giorgio Trizzino, «la casa brucia e i soldi servono subito».

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