grillo casaleggio di maio di battista

“CONTE? HA FATTO LO SHOW E SE NE È ANDATO SENZA ASCOLTARE” - TRA I GRILLINI È SCATTATA LA FAIDA, CON BEPPEMAO CONTRO CASALEGGIO - LE CHAT INTERNE RIBOLLONO CON I MESSAGGI MINACCIOSI DEI RIBELLI GUIDATI DA DI BATTISTA - LA PIATTAFORMA ROUSSEAU NEGLI ANNI HA PERSO MIGLIAIA DI ISCRITTI, QUELLI RIMASTI SONO OBBEDIENTI SOLDATINI E SI ACCODERANNO A QUELLO CHE VOGLIONO I BIG “POLTRONARI”

MARIO DRAGHI BY CARLI

1 - CAOS NEL M5S PER IL VOTO SU ROUSSEAU GRILLO CONTRO CASALEGGIO E CRIMI

Emanuele Buzzi per il "Corriere della Sera"

 

È metà pomeriggio quando il Movimento annuncia il voto su Rousseau per il governo Draghi, una consultazione della base che si terrà a cavallo tra domani e giovedì e che subito scatena però «l' inferno» tra i big. La decisione era nell' aria da giorni. I vertici tutti concordi.

 

GRILLO CRIMI DRAGHI

C'era stata anche una telefonata tra Beppe Grillo e Davide Casaleggio venerdì scorso - occasione in cui il garante ha invitato l' imprenditore al summit M5S precedente la consultazione con Mario Draghi - per ribadire la necessità di un passaggio tra la base. Per due motivi: inglobare con il voto l'eventuale dissenso interno e mantenere il rituale della consultazione come per i due governi Conte.

beppe grillo davide casaleggio giuseppe conte 2

 

Un annuncio scontato, che però ha creato fuoco e fiamme tra i vertici. Nelle ore successive c' è stato un giro vorticoso di telefonate (e di accuse) che ha visto protagonisti Vito Crimi, Casaleggio, Grillo, ma anche esponenti di primo piano come Luigi Di Maio. C' è chi anche parla di un intervento del presidente della Camera Roberto Fico.

 

luigi di maio vito crimi 1

A surriscaldare gli animi, anzitutto la tempistica del post: fino all' ora di pranzo i vertici pentastellati assicuravano che prima di un eventuale voto avrebbero atteso la sintesi proposta da Draghi. Poi, l' accelerazione improvvisa: c' è chi punta il dito contro il reggente, chi invece contro il presidente di Rousseau.

 

DAVIDE CASALEGGIO ALESSANDRO DI BATTISTA

Grillo prende le distanze dal post (e da Casaleggio e Crimi). «Puoi anche indebolirti nelle consultazioni anticipando i tempi», dice una fonte. Si teme anche che il post sia stato letto dai principali protagonisti di questa fase politica come una mancanza di galateo istituzionale.

 

Non è solo la tempistica a provocare irritazione: nel post si usa la parola «quesiti» al plurale, una soluzione che Grillo non vuole adottare. Nel braccio di ferro e nel giro di telefonate delle ore successive si arriva a placare gli animi e a una mediazione: probabilmente ci sarà una domanda sola, come indicato dal garante.

 

MARY DRAGHI POPPINS

Lui, Grillo, rimane fortemente al centro della scena del Movimento: i Cinque Stelle aspettano il suo endorsement al nuovo esecutivo (anche se girano rumors improbabili su un cambio di linea).

 

Molto probabilmente sarà ancora a Roma per «l' atto finale» di questa fase politica, a tenere ancora le redini dei pentastellati. Dopo il post esplodono le chat interne e arrivano dall' ala ribelle le prime dichiarazioni di voto (tutti «no») su un appoggio a Draghi.

 

Giorgio Trizzino va contro la consultazione su Rousseau. «Parla a nome suo», scrivono subito i senatori. «Perché non se ne va subito al Pd senza "decantazione"? », puntualizzano. Ma il focus è anche qui legato ai tempi. «Se ci fosse bisogno di un altro giro di consultazioni cosa chiediamo su Rousseau? Se Draghi è bello?».

GIORGIO TRIZZINO

 

C' è chi pretende che «il quesito sia condiviso e rispettoso delle varie ragioni» e chi ironizza sulla domanda da sottoporre agli attivisti: «Vuoi tu preservare le conquiste del M5S e farlo incidere con altre fantasmagoriche riforme storiche?». Dalla prossima settimana sarà impossibile».

 

Anche gli attivisti insorgono nelle chat locali. «Uno ci scrive che siamo "poltronari", quest' altro dice che siamo attaccati ai soldi e che dobbiamo tornare all' opposizione o dimetterci», racconta un deputato all' Adnkronos . I senatori dell' ala ribella si organizzano e lanciano per oggi un V-Day telematico su Zoom per spiegare le «ragioni del no a Draghi».

VOTO SU GOVERNO DRAGHI SU ROUSSEAU

 

A infervorare gli animi nelle ultime ore è stata anche la presenza di Giuseppe Conte all' assemblea dei parlamentari. Due i motivi di contestazione. Anzitutto, il fatto che la partecipazione del premier dimissionario (concordata con Vito Crimi e nota ai big e ai direttivi di Camera e Senato) non sia stata condivisa se non all' ultimo momento con gli eletti. In chat si parla di «ingerenza nella riunione dei parlamentari di Conte (non per colpa sua)».

 

rousseau il sistema operativo

Ma c' è anche chi si lamenta proprio del premier: «Ha fatto lo show e se ne è andato senza ascoltare». E in questo frangente a dir poco caotico su Rousseau oggi ci sarà la prima votazione (difficile che si raggiunga il quorum) per modificare lo statuto. L' inizio di una nuova fase alle porte, con i candidati all' organo collegiale in rampa di lancio. Qualcuno si domanda se tra loro ci sia anche Giuseppe Conte.

 

2 - SUL GOVERNO IL M5S SI AFFIDA A ROUSSEAU TENSIONE GRILLO-CASALEGGIO SUI QUESITI

Matteo Pucciarelli per "la Repubblica"

 

GOFFREDO BETTINI GIUSEPPE CONTE

«Non avessimo offerto l' opportunità di votare l' accordo allora sì che il M5s andava in frantumi», confida un membro dello scorso governo. Così da domani alle 13 fino a giovedì alla stessa ora gli attivisti del Movimento potranno votare sì o no all' entrata nell' esecutivo guidato da Mario Draghi.

 

Non era una scelta scontata, in diversi erano contrari, ma alla fine ha prevalso il richiamo a uno dei fondamentali dei 5 Stelle, cioè la democrazia diretta.

 

draghi rousseau

Ma questo non ha impedito nuove tensioni: a chi spetta infatti formulare i quesiti cui gli iscritti dovranno rispondere? La forma conta e non poco nell' orientare la scelta. Il tentativo di Davide Casaleggio di scrivere personalmente i quesiti è stato stoppato da Beppe Grillo che vuole occuparsi della questione, a cominciare dal numero delle domande per i militanti (alla fine potrebbe anche essere una sola).

 

Oggi il reggente Vito Crimi e i capigruppo di Camera e Senato saranno ricevuti da Draghi per il secondo giro di consultazioni, usciranno fuori i termini del possibile accordo (una coalizione con chi, quanti ministeri, quali punti programmatici) e saranno quelli la base del quesito su Rousseau.

DRAGHETTI IN PIAZZA

 

Ma la scelta di dare la parola alla base è anche un modo - si racconta nel dietro le quinte - per alzare il prezzo nella trattativa con il primo ministro in pectore . Se vorrà contare sull' appoggio della prima forza parlamentare dovrà venirgli incontro.

 

Di certo la mossa ha fatto sbollire un po' la temperatura, specie al Senato. I contrari e gli indecisi sono stati accontentati, e se il voto darà il via libera potranno comunque salvarsi la faccia - dal loro punto di vista - dicendo che ha vinto il processo democratico.

 

grillo di battista

I contrari all' accordo si faranno sentire sui social e con gli incontri con i vecchi meetup, anche Alessandro Di Battista ha promesso di impegnarsi per il no. Stasera su Rai 3 andrà in onda una sua intervista a Cartabianca dove dirà che «a Beppe Grillo sarò sempre riconoscente ma questo non vuole dire essere sempre d' accordo».

Grillo Di Maio Di Battista

 

Per Crimi invece «affidarsi al pregiudizio, alla presunzione di conoscere la verità o addirittura il futuro, è il peggior modo di servire la nostra comunità». Come andrà a finire? «Rousseau ha perso migliaia di iscritti, questo mi fa pensare che siano rimasti i più fidelizzati, che quindi si accoderanno al volere dei big, quasi tutti per il sì», ragiona la senatrice Bianca Laura Granato. Nei prossimi giorni nella Capitale è atteso di nuovo Grillo, la presenza del garante fa ben capire la delicatezza del passaggio, e poi forse farà sentire la sua voce per convincere gli attivisti ad accettare.

LUIGI DI MAIO ROUSSEAU BY TERRE IMPERVIE

 

Tra l' altro oggi e domani sempre su Rousseau si vota anche la modifica dello Statuto che rimuove la figura del capo politico per istituire un direttivo di cinque persone. «Qualora non fosse approvata la modifica statutaria, sarà invece indetta la votazione del nuovo capo politico 5s», è specificato sul "Blog delle Stelle".

Sarebbe una piccola restaurazione.

Ultimi Dagoreport

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - C’ERA UNA VOLTA LA LEGA DI SALVINI - GETTATO ALLE ORTICHE CIÒ CHE RESTAVA DEI TEMI PIÙ IDENTITARI DEL CARROCCIO, DECISO A RIFONDARLO NEL PARTITO NAZIONALE DELLA DESTRA, SENZA ACCORGERSI CHE LO SPAZIO ERA GIÀ OCCUPATO DALLE FALANGI DELLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, HA PERSO IL LUME DELLA RAGIONE: UNA FURIA ICONOCLASTA DI NAZIONALISMO, SOVRANISMO, IMPREGNATA DI RAZZISMO, XENOFOBIA, MASCHILISMO E VIOLENZA VERBALE - SECONDO I CALCOLI DEI SONDAGGISTI OGGI QUASI LA METÀ DEI CONSENSI DELLA LEGA (8,8%) APPARTIENE AI CAMERATI DEL GENERALISSIMO VANNACCI CHE MICA SI ACCONTENTA DI ESSERE NOMINATO VICESEGRETARIO DEL CARROCCIO: CONSAPEVOLE CHE L’ELETTORATO DI ESTREMA DESTRA, AL SURROGATO, PREFERISCE L’ORIGINALE, SI È TRASFORMATO NEL VERO AVVERSARIO ALLA LEADERSHIP DEL CAPITONE, GIÀ CAPITANO - OGGI SALVINI, STRETTO TRA L’INCUDINE DELL'EX GENERALE DELLA FOLGORE E IL MARTELLO DI MELONI, È UN ANIMALE FERITO, QUINDI PERICOLOSISSIMO, CAPACE DI TUTTO, ANCHE DI GETTARE IL BAMBINO CON L'ACQUA SPORCA...

giorgia meloni nicola fratoianni giuseppe conte elly schlein matteo ricci

DAGOREPORT – BUONE NOTIZIE! IL PRIMO SONDAGGIO SULLO STATO DI SALUTE DEI PARTITI, EFFETTUATO DOPO LA SETTIMANA DI FERRAGOSTO, REGISTRA UN CALO DI 6 PUNTI PER FRATELLI D'ITALIA RISPETTO ALLE EUROPEE 2024 (IL PARTITO DELLA MELONI, DAL 29% PASSEREBBE AL 23) - A PESARE È LA SITUAZIONE ECONOMICA DEL PAESE, DALLA PRODUTTIVITÀ CALANTE DELLE IMPRESE A UN POTERE D’ACQUISTO AZZERATO DAI SALARI DA FAME - IL TEST DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, CHE CHIAMA ALLE URNE 17 MILIONI DI CITTADINI,   POTREBBE DIVENTARE UN SEGNALE D'ALLARME, SE NON LA PRIMA SCONFITTA DELL’ARMATA BRANCAMELONI - A PARTIRE DALLE PERDITA DELLE MARCHE: IL GOVERNATORE RICANDIDATO DI FDI, FRANCESCO ACQUAROLI, È SOTTO DI DUE PUNTI RISPETTO AL CANDIDATO DEL CAMPOLARGO, IL PIDDINO MATTEO RICCI - LA POSSIBILITÀ DI UN 4-1 PER IL CENTROSINISTRA ALLE REGIONALI, MESSO INSIEME ALLA PERDITA DI CONSENSI ALL'INTERNO DELL'ELETTORATO DI FDI, MANDEREBBE IN ORBITA GLI OTOLITI DELLA DUCETTA. NEL CONTEMPO, DAREBBE UN GROSSO SUSSULTO AI PARTITI DI OPPOSIZIONE, SPINGENDOLI AD ALLEARSI PER LE POLITICHE 2027. E MAGARI FRA DUE ANNI LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" SARÀ RICORDATA SOLO COME UN INCUBO...

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - GENERALI, MEDIOBANCA, MPS, BPM: NESSUN GOVERNO HA MAI AVUTO UN POTERE SIMILE SUL SISTEMA FINANZIARIO ITALIANO - MA LA VITTORIA DI OGGI DEI CALTA-MELONI PUÒ DIVENTARE LA SCONFITTA DI DOMANI: “SENZA UN AZIONARIATO DI CONTROLLO STABILE IN GENERALI, NON BASTERÀ LA SBILENCA CONQUISTA DI MEDIOBANCA PER METTERE AL SICURO LA GESTIONE DEL RICCO RISPARMIO ITALIANO (800 MLD) CHE TUTTI VORREBBERO RAZZIARE” - L’ULTIMA, DISPERATA, SPERANZA DI NAGEL GIACE TRA I FALDONI DELLA PROCURA DI MILANO PER L'INCHIESTA SULLA TORBIDA VENDITA DEL 15% DI MPS DA PARTE DEL MEF A CALTA-MILLERI-BPM – UNA SGRADITA SORPRESA POTREBBE ARRIVARE DAGLI 8 EREDI DEL VECCHIO - PIAZZA AFFARI? SI È FATTA GLI AFFARI SUOI: METTERSI CONTRO PALAZZO CHIGI PUÒ NUOCERE ALLA SALUTE DI UNICREDIT, BENETTON, MEDIOLANUM, FERRERO, LUCCHINI, UNIPOL, ENTI PREVIDENZIALI, ETC. – L’ERRORE DI NAGEL E GLI ''ORRORI'' DI DONNET: DA NATIXIS AL NO ALLO SCAMBIO DELLA QUOTA MEDIOBANCA CON BANCA GENERALI…

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...