conte merkel salvini visegrad

IL CONTE DIMEZZATO – IL PREMIER GONGOLA DOPO CHE LA MERKEL HA CESTINATO LA BOZZA DEL VERTICE UE SUI MIGRANTI, MA NESSUNA DELLE RICHIESTE AVANZATE DALL’ITALIA SARÀ INSERITA IN UN TESTO. ANZI, NON CI SARÀ NESSUN TESTO DOPO IL SUMMIT DI BRUXELLES – IL VERTICE SARÀ BOICOTTATO DAI PAESI DEL GRUPPO VISEGRAD, GLI “AMICI” DI MATTEO SALVINI, CHE PERÒ PERSEGUONO UNA LINEA DANNOSA PER L’ITALIA

Laura Cesaretti per "il Giornale"

 

giuseppe conte angela merkel

«Nessuno può pensare di prescindere dalle nostre posizioni». Dopo 24 ore di ansia, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte può annunciare un risultato: la bozza di conclusioni del vertice informale di Bruxelles sull' emergenza migranti è stata cestinata.

 

«Ho appena ricevuto una telefonata dalla Cancelliera Angela Merkel, preoccupata della possibilità che io potessi non partecipare al pre-vertice di domenica», dice il premier, «Le ho confermato che per me sarebbe stato inaccettabile partecipare a questo vertice con un testo già preconfezionato. La Cancelliera ha chiarito che c' è stato un 'misunderstanding': la bozza di testo diffusa ieri verrà accantonata».

 

MATTEO SALVINI

Quella bozza era stata ritenuta dal governo uno schiaffo in faccia all' Italia». Salvini aveva subito preso la palla al balzo per dire che allora l' Italia avrebbe disertato il summit, ma dietro le quinte il lavorio diplomatico di Palazzo Chigi e ministero degli Esteri era continuato.

 

La telefonata della Merkel, per assicurarsi la partecipazione italiana e accantonare il testo inviso a Roma è un primo risultato. Ma il contesto resta assai complicato, e vede l' Italia isolata. I paesi del gruppo Visegrad, che piacciono a Salvini ma perseguono una linea dannosissima per l' Italia, annunciano che boicotteranno un vertice «inaccettabile».

 

gruppo visegrad

La Merkel è oggetto di un furibondo pressing interno da parte della Csu, che vuol sbarrare le frontiere. E l' attacco di Macron alla «lebbra» del populismo (anche italiano) fa impennare le tensioni: un' intesa, ieri sera, sembrava un miraggio.

 

Dunque la «vittoria» di Conte, più di immagine che di sostanza, rischia di essere una vittoria di Pirro. Nessuna delle richieste avanzate dall' Italia (apertura dei porti di altri paesi alle navi che salvano migranti, distribuzione per quote dei rifugiati, finanziamenti e agevolazioni dei rimpatri forzati) è stata accolta e inserita in un testo. Semplicemente, domenica non ci sarà un testo conclusivo, come spiega lo stesso Conte: «L' incontro non si concluderà con un testo scritto».

enzo moavero milanesi

 

L' ex titolare delle Politiche europee Sandro Gozi, Pd, attacca: «C' è poco da vantarsi se il vertice si concluderà senza un testo scritto, ossia senza alcun accordo che tuteli i nostri interessi».

 

Ma è una vittoria di immagine che serviva come il pane al premier Conte, per riequilibrare lo straripante protagonismo di Matteo Salvini e dimostrare che la linea del dialogo con i partner storici europei, perseguita da Palazzo Chigi in trangolazione con la Farnesina di Moavero Milanesi e con l' imprimatur del Quirinale, paga più delle minacciose rodomontate filo-Visegrad leghiste.

viktor orban

 

E infatti alla cima di salvataggio lanciata dalla Merkel si aggrappano subito i Cinque Stelle, sballottati dai flutti di una maggioranza a trazione salviniana e ansiosi di rivendicare finalmente un risultato: «Conte dimostra che il suo atteggiamento ci permette di ottenere più rispetto in Europa», esulta Luigi Di Maio. «Grazie a Conte la bozza è stata accantonata», gli fa eco un altro ministro grillino, Fraccaro. «La credibilità e l' autorevolezza di Conte fanno tornare l' Italia protagonista nel mondo», si sbilanciano lirici i capigruppo M5s in una nota.

gruppo visegrad 1

 

Il premier, in verità, sa bene che la strada è ancora tutta in salita, che la Ue è spaccata e un accordo sui «movimenti secondari» verso altri paesi dei migranti registrati in Italia è lontanissimo. Ma si dice «determinato ad andare fino in fondo nella battaglia».

GIUSEPPE CONTE E ANGELA MERKELsebastian kurz viktor orban

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?