giuseppe conte tria 2019

LO SENTI IL BOOM? - CONTE: ''IL 2019 SARÀ BELLISSIMO'', MA PER I TECNICI E PURE PER I LEGHISTI NEL GOVERNO QUEST'ANNO IL PIL FARÀ UN ''BOTTO NEGATIVO'' - TRA IL RALLENTAMENTO EUROPEO, IL CALO DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALE E LA RIDUZIONE DEI CONTRATTI A TERMINE PER IL DECRETO DIGNITÀ, GLI ALLEATI DEI GRILLINI VEDONO NERISSIMO

1. L'INSOFFERENZA DEI TECNICI (PER LA CONFUSIONE)

Estratto dall'articolo di Francesco Verderami per il ''Corriere della Sera''

 

(…)

 

conte di maio salvini

Dura la vita dei tecnici in un esecutivo che sta sovvertendo le leggi della fisica, siccome la logica del caos disorienta chi si muove con competenza. Perciò prevale il desiderio di fare gli scatoloni. Non si sa se questo sia ancora lo stato d' animo anche di Tria, che i grillini avrebbero già voluto impacchettare, ma che - dopo una fase difficile - si è messo a difendere il solco della maggioranza gialloverde: «Guardare con pessimismo al futuro è una forma di sabotaggio», ha detto ieri il titolare di via XX Settembre.

 

giuseppe conte giovanni tria

Eppure i dati dicono che l' Italia è in recessione e che il peggio debba ancora arrivare. Lo sostengono pubblicamente i più importanti istituti nazionali e internazionali, e lo spiegano sottovoce anche autorevoli esponenti leghisti del governo, che avevano azzeccato il meno 0,2% di Pil già a dicembre e che oggi pronosticano «un botto negativo» per il 2019: «Il combinato tra calo di produzione industriale e riduzione dei contratti a termine - causata dal decreto dignità - porteranno a un peggioramento della situazione». «Bisognava puntare sugli investimenti», ripeteva negli ultimi tempi Savona. Dalla prossima settimana (forse) non sarà più un suo problema.

 

 

 

2. SPREAD SU PRODUZIONE GIÙ CONTE: «IL 2019 SARÀ BELLISSIMO»

Antonio Signorini per ''il Giornale''

 

di maio salvini

Alla fine la risposta dei mercati alla recessione italiana è arrivata. In una giornata tutto sommato positiva per i mercati europei l' indice Ftse Mib ha chiuso a meno 0,78%.

Principalmente una risposta allo spread. Il differenziale tra i rendimenti dei Btp Italiani e dei Bund tedeschi è tornato a gonfiarsi dopo giorni di relativa calma. Una brusca impennata dopo una apertura tranquilla e poi la chiusura vicina ai massimi a quota 256 punti base, 13 in più rispetto al finale di giovedì. In rialzo anche il rendimento del decennale italiano che si attesta sul 2,73% contro il 2,59% della precedente chiusura.

 

I mercati, spiegava ieri un analista hanno valutato i dati macro dell' Italia e hanno previsto nuove turbolenze tra il governo di Roma e le istituzioni europee, quando i nodi verranno al pettine.

La principale incognita, dopo la stima preliminare del Pil della quarto trimestre 2018 a -0,2 è la crescita dell' anno in corso.

 

Per il premier Giuseppe Conte «ci sono tutte le premesse per un bellissimo 2019 e per gli anni a venire, l' Italia ha un programma di ripresa incredibile». Il ministro dell' Economia Giovanni Tria ha fatto capire che l' ottimismo è un obbligo per un governo con un debito pubblico delle dimensioni dell' Italia.

LUIGI DI MAIO GIOVANNI TRIA GIUSEPPE CONTE

 

«Guardare con pessimismo al futuro non è una forma di realismo ma di sabotaggio. Il che non significa non essere realisti. Ci sono tutte le condizioni di una ripresa dell' economia italiana», ha spiegato al consolato italiano a New York.

Tria dice di non vedere rischi di recessione.

 

Meno ottimista Confindustria. Per il capo economista del centro studi di viale dell' Astronomia pensare che la crescita sarà dell' 1%, come ha scritto il governo nella legge di Bilancio, è «un atto eroico». Anche se il Pil risalisse dal secondo trimestre, «è alta la probabilità di una crescita annua poco sopra lo zero». Colpa di investimenti e consumi al palo.

 

Clima negativo per le imprese confermato dall' indice Markit, basato sugli ordinativi del manifatturiero. Nell' Eurozona a gennaio è sceso a 50,5 dal 51,4 di dicembre. Va male anche la Germania, ma l' Italia resta il fanalino di coda con il 47,8. Per il quarto mese consecutivo l' Italia si è collocata sotto la soglia di 50 che separa la crescita dalla contrazione. In altre parole, la recessione tecnica registrata a fine 2018 (si dice tecnica perché determinata solo dal calo del Pil per due trimestri, senza considerare altri indicatori come l' occupazione) potrebbe non essere un episodio isolato.

 

Il governo assicura che la situazione dei conti pubblici è sotto controllo. Non serve una manovra. «L' obiettivo di deficit concordato con l' Europa riguarda il deficit strutturale, e quindi non viene toccato dall' andamento dell' economia», ha spiegato Tria.

MOSCOVICI E DOMBROVSKIS BOCCIANO LA MANOVRA ITALIANA

Da Bruxelles arrivano segnali poco rassicuranti. Il vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis ha dato la colpa della recessione italiana alla «incertezza delle politiche economiche sulla fiducia delle imprese e sulle condizioni finanziarie sta diventando rapidamente visibile».

 

Sulla risposta immediata da dare alla frenata dell' economia c' è quasi unanimità. Il centro Studi Confindustria e i sindacati chiedono di puntare sugli investimenti. Il governo è d' accordo e insiste sullo sblocca cantieri. «Vedo la situazione in via di stabilizzazione, vedo la crescita legata ai nostri programmi di spesa, la capacità di sbloccare gli investimenti pubblici, sbloccando i cantieri e attivandone di nuovi», ha spiegato Tria. Investimenti pubblici, insomma. In attesa che torni la fiducia che serve agli investimenti privati.

Ultimi Dagoreport

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA") 

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....