luigi di maio giuseppe conte

CONTE SOTTOMESSO A DI MAIO – IL GOVERNO BALLA, LUIGINO A MUSO DURO: "DECIDEREMO NOI COME E SE DOVRÀ PASSARE LA RIFORMA DEL FONDO SALVA STATI". ORA IL PREMIER NON ESCLUDE UN RINVIO – IL RISCHIO DI UN INCIDENTE AL SENATO E LA PREOCCUPAZIONE DEL PD NEL GIORNO IN CUI GUALTIERI È ATTESO ALL'EUROGRUPPO - LA LEGA RESTA ALLA FINESTRA: "IL FONDO SALVA-STATI SARÀ LA LORO TAV"

Giovanni Lamberti per agi.it

 

conte di maio

Il premier Giuseppe Conte e Luigi Di Maio si sono sentiti diverse volte per evitare quel corto circuito emerso durante la discussione sul Fondo Salva Stati. Il capo politico M5s è per un rinvio del Mes senza se e senza ma. "Così non lo approviamo", la tesi. Il ministro degli Esteri e il presidente del Consiglio, secondo quanto si apprende, hanno convenuto su una linea che comprenda anche la strada del possibile rinvio. Del resto la mano tesa per aiutare il governo italiano a non dividersi dovrebbe arrivare oggi dall'Eurogruppo che dovrebbe confermare la disponibilità da parte dei partner europei a fare una concessione formale sul calendario.

roberto gualtieri giuseppe conte luigi di maio

Le "diverse sensibilità" preoccupano il Pd

I nodi però non sono affatto sciolti e Conte anche nei giorni scorsi non ha nascosto le sue perplessità, ribadendo la logica del 'pacchetto complessivo'. Si cercherà una mediazione con l'Europa. Oggi sarà Gualtieri, che nei giorni scorsi ha parlato anche con molti esponenti M5s, a ribadire la linea della necessità di venire incontro alle richieste italiane. Tuttavia la tensione nella maggioranza e nel governo non accenna a diminuire. Il Pd, pur sottolineando le criticità sull'unione bancaria e sulla mancanza di necessarie garanzie per il nostro Paese, non intende prestare il fianco ad uno scontro che - questo il 'refrain' - rischia di diventare strumentale. E così assiste con preoccupazione a quelle che il premier definisce "diverse sensibilità".

 

giuseppe conte luigi di maio

Il premier intende portare avanti una mediazione e non alimentare polemiche interne, da qui i contatti con Di Maio. "Qualcuno - ha spiegato al suo arrivo a Londra per il vertice Nato - ha sintetizzato che io ieri parlassi a nuora perché intendesse suocera, di una contrapposizione tra me e Di Maio. Una lettura che non condivido affatto, perché non corrisponde alla verità". Conte mantiene i toni bassi ("Non batto i pugni sul tavolo, non sono abituato a farlo, sono determinato a difendere gli interessi dell'Italia", afferma) ma muovendosi sul filo dell'equilibrio considera necessario trovare un percorso comune nella maggioranza. Anche perché - ha ribadito pure - sarà il Parlamento ad esprimersi.

Il rischio di un incidente al Senato

La prima data cerchiata in rosso è quella dell'11 dicembre quando il presidente del Consiglio, svolgerà nell'Aula del Senato "le comunicazioni del governo in vista del Consiglio europeo del 12 e 13 dicembre". Si lavorerà nei prossimi giorni ad una risoluzione di maggioranza. I Cinque stelle già stanno preparando alcuni punti e chiederanno agli alleati di accoglierli. Prima si punta ad ascoltare cosa dirà il governatore di Bankitalia Ignazio Visco che verrà ascoltato in Commissione politiche comunitarie. Nel Movimento in ogni caso la linea critica nei confronti del meccanismo di stabilità europeo è prevalente.

luigi di maio giuseppe conte

Tuttavia in molti non condividono la strategia del "fare tutto da soli": "Dobbiamo - spiega una fonte pentastellata - trovare necessariamente un'intesa con le altre forze che sostengono il governo, altrimenti si crea un problema serio". Il rischio è che al Senato si arrivi ad un incidente tale da mettere in crisi il governo. In ogni caso i vertici M5s non intendono arretrare su una posizione condivisa anche da Di Battista: "Così il Mes non conviene all'Italia".

 

Di Maio ha spiegato che con il Fondo salva Stati l'Italia "rischia di finire sotto ricatto" e che serve "tempo per fare delle modifiche". Ed ha rivendicato soprattutto il ruolo di ago della bilancia: "Decideremo noi come e se dovrà passare questa riforma del Mes, che è una cosa seria e su cui gli italiani debbono essere informati accuratamente". "Per noi 'ago bilancia' sono interessi degli italiani non quelli di partito", la risposta del Pd con Martella, sottosegretario alla presidenza del Consiglio.

Il gioco del cerino sulle urne

giuseppe conte luigi di maio

La Lega intanto resta alla finestra. "Il Mes sarà la loro Tav", ha confidato Salvini ai fedelissimi. Per il partito di via Bellerio potrebbero essere proprio i Cinque stelle a provocare l'incidente parlamentare. Intanto si sarebbero intensificati i contatti - qualcuno sostiene portati avanti direttamente dal 'Capitano' - tra la Lega ed alcuni 'dissidenti' del Movimento 5 stelle al Senato. "Siamo al gioco del cerino", dicono gli 'ex lumbard'. Alludendo al fatto che per il Pd è Renzi a volere il voto anticipato, mentre Italia viva al premier Conte ha portato avanti una tesi opposta, ovvero che sarebbero i dem a spingere sulle urne.

 

In ogni caso fino al 26 gennaio, giorno in cui si saprà chi vincerà in Emilia Romagna, la convinzione pure nella Lega è che non succederà nulla. E nel frattempo domani la maggioranza - è previsto un incontro alle 20 - potrebbe accelerare sulla legge elettorale. Il termine per arrivare ad un'intesa prima di Natale ma le posizioni restano ancora distanti. "Noi - dice un 'big' della Lega - siamo per qualsiasi legge elettorale a patto che si vada al voto al piu' presto...". 

 

 

 

LA PARCELLA DI GUIDO ALPA E GIUSEPPE CONTE

CONTE

Marco Galluzzo per corriere.it

 

«Di Maio dice che come Movimento 5 stelle è l’ago della bilancia, io dico che è giusto, sottoscrivo».

Ma decidono loro se si sottoscrive o meno il Mes.

«Io credo che la loro volontà sarà assolutamente rispettata, ma anche quella delle altre forze politiche. Per andare avanti serve l’accordo tra tutte le forze che sostengono il governo. Lavoriamo in un percorso che è collettivo e le riforme che adotteremo saranno sempre nell’interesse dei cittadini».

 

M5S chiede una cosa precisa: rinviare il Mes.

«Noi ci stiamo muovendo in una logica di pacchetto, abbiamo fatto un vertice di maggioranza su questo. Pacchetto significa che il progetto comprende unione bancaria e monetaria: è giusto che l’Italia si esprima solo quando avrà una valutazione complessiva su dove si sta andando, io ancora non ho firmato nulla, tantomeno una cambiale in bianco. Già domani si entrerà nel vivo sul dossier dell’unione bancaria, io non ho nessuna intenzione di firmare in bianco. Ci sono tante varianti in una logica di pacchetto, anche dal punto di vista procedurale e ci sono tanti modi di affermare questo metodo».

conte di maio

 

La terza via europea che può salvare l’Italia sul Mes

Giuseppe Conte non lo dice ma in una saletta dell’ambasciata italiana a Londra, alla vigilia del vertice Nato, affiora anche l’idea che l’Italia possa chiedere che le riforme dell’Unione, non solo il Mes, entrino in vigore contestualmente, anche alla garanzia dei depositi e al bilancio europeo. «Sul Mes ho ricostruito quello che è accaduto, e sino a quando non si appone una firma ci sono sempre margini per migliorare un Trattato, non mi interessa se gli altri Paesi considerano chiuso l’accordo».

 

 

 

prospetto di fattura guido alpa giuseppe conte

Rischiamo di fare una figuraccia.

«Nemmeno per sogno, ci sono 19 Paesi che stanno scrivendo una riforma, c’è una sintesi nazionale da fare e poi una europea. Se tu mi porti sull’unione bancaria un progetto che all’Italia non piace io non firmo il Mes, e non è un ricatto, questa è logica di pacchetto, mettere in discussione tutto. State sicuri che non ci faremo fregare».

 

Insomma non esclude un rinvio sul Mes?

«No, non lo escludo. Abbiamo evitato già tante insidie, io non ho abbracciato in Parlamento fideisticamente il Mes. Però bisogna dire che esiste già. Bisogna evitare la fanfara propagandistica che fa salire lo spread, l’Italia ha un debito sostenibile e il Mes si attiva su base volontaria. Ci siamo battuti perché la valutazione del debito non fosse automatica».

 

Complessivamente la riforma è utile all’Italia?

«Abbiamo evitato dei peggioramenti, gli aiuti vengono dati direttamente alle banche e non allo Stato, senza influenza sul debito».

 

Il veto dell’Italia è dunque possibile?

giuseppe conte

«Io credo si stia facendo confusione, il veto in primo luogo lo può mettere il Parlamento».

 

Di Maio e il Movimento la accusano di essere troppo spostato sul Pd.

«Mi sembra una domanda che non sta in piedi, non sono vicino a nessuno, sono un capo di governo che sta portando un programma di 29 punti, ho un rapporto più facile, per ragioni storiche, con il Movimento, ma non si può fare una comparazione. Il Pd lo sto conoscendo ora, è una stupidaggine dire che sul Mes sono più vicino al Pd, il Pd è arrivato adesso. Gualtieri su un percorso di 100 chilometri sta compiendo l’ultimo miglio».

giuseppe conte roberto gualtieri mes

 

Altra divergenza nel governo è sulla prescrizione.

«Stiamo già lavorando a un compromesso. La prescrizione col primo grado di giudizio è una soluzione assolutamente sostenibile, ma sicuramente va corredata con misure di garanzia che assicurino la ragionevole durata del processo».

 

Manca un mese all’entrata in vigore della riforma.

giuseppe conte al senato

«C’è almeno un arco di un paio di anni per far entrare in vigore misure che garantiscono una ragionevole durata del processo perché noi vogliamo un’assoluzione o una condanna. Troveremo sicuramente una soluzione sostenibile a tutela di un giusto processo».

 

Le Iene la attaccano dicendo di avere documenti inediti.

matteo salvini roberto calderoli

«Ho chiarito tutto, anche con loro, c’è solo un progetto di parcella e non una parcella, ed è del 2009 il concorso è del 2002. Non vedo come il concorso possa essere inficiato».

 

Oggi il vertice della Nato.

«Nonostante le polemiche io vedo ancora un futuro strategico per la Nato».

claudio borghi e i deputati leghisti contro conte sul mes

 

Ultimi Dagoreport

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…