FUOCHERELLO DI SPERANZA PER IL BANANA - LA CORTE DI STRASBURGO HA RICONOSCIUTO L’AMMISSIBILITÀ DI UNO DEI RICORSI CONTRO LA CONDANNA PER FRODE FISCALE CHE CAUSÒ LA DECADENZA DA SENATORE - GHEDINI: “SE VENISSE ACCOLTO, LA CONDANNA CADREBBE”

1 - CORTE EUROPEA, SPIRAGLIO PER BERLUSCONI

Carmelo Lopapa per “la Repubblica”

 

È lo spiraglio nel quale ha sperato per mesi. Adesso dalla Corte di Strasburgo arriva un primo segnale che rinfranca Silvio Berlusconi. Se da giorni il leader di Forza Italia ripete che si riprende il partito e torna alla guida del centrodestra è perché un paio di settimane fa dalla Corte europea dei diritti dell’uomo hanno notificato l’ammissibilità di uno dei ricorsi contro la condanna definitiva a quattro anni per frode fiscale per il caso Mediaset.

Berlusconi e Ghedini Berlusconi e Ghedini

 

«Entusiasmo? Diciamo che inizia a essere ottimista», racconta in queste ore chi sta vicino all’ex Cavaliere, che anche ieri ha trascorso le sue quattro ore settimanali nell’istituto di Cesano Boscone (prima di raggiungere Milanello e rilassarsi un paio d’ore con la sua squadra). È uno degli storici legali, Piero Longo, a confermare la notizia del primo disco verde al ricorso presentato dalla difesa per «violazione delle regole del giusto processo » (gli altri erano stati respinti). Si tratta solo di una prima valutazione di carattere formale, il dibattimento dovrebbe tenersi entro fine anno.

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L’obiettivo adesso è recuperare la piena agibilità politica, con annessa possibilità di candidarsi. Lui ci crede e per questo ha già messo la testa in quella che si preannuncia come la rifondazione del partito. Con la nomina di nuovi e sconosciuti responsabili dei dipartimenti e il (quasi) azzeramento dell’attuale struttura di comando. Una segreteria allargata, soprattutto giovane, «alla Renzi» per usare i termini che lo stesso Berlusconi coi fedelissimi. La selezione è già partita. Raffaele Fitto, partecipando ieri alla rassegna Atreju14, ribadisce tutte le sue perplessità sull’opposizione morbida e avverte: «Mi auguro che all’interno del partito ci siano regole che possano selezionare in modo adeguato la classe dirigente».

 

BERLUSCONI SALUTA NELL ULTIMO COMIZIO DA SENATOREBERLUSCONI SALUTA NELL ULTIMO COMIZIO DA SENATORE

Berlusconi avrebbe voluto portare con sé allo stadio stasera Matteo Salvini (milanista), dopo aver detto che riprenderà con lui le cene di Arcore del lunedì, care a Bossi. C’è la partita sui giudici di Csm e Consulta da risolvere, oltre alle alleanze per le regionali. Il capo leghista declina l’invito, «non posso, la vedrò in tv» e confessa che «le cene del lunedì», così pure per le cene. «Ma se vuole confronto sui contenuti, noi ci siamo» taglia corto.

 

Ma è sui conti del partito che Forza Italia trema. Il tesoriere Maria Rosaria Rossi ha «tagliato» i costi di una parte della sede nazionale di San Lorenzo in Lucina a Roma (960 mila euro l’anno). Dal primo ottobre dovranno rinunciare ai 300 metri quadrati del terzo piano di Palazzo Fiano occupati finora dall’amministrazione, una trentina di dipendenti traslocherà al primo coi vertici del partito.

 

2 - GHEDINI: SE VENISSE ACCOLTO QUELLA CONDANNA CADREBBE IL PD: NON POTRÀ ANNULLARLA

Virginia Piccolillo per il “Corriere della Sera”

 

BERLUSCONI SALUTA NELL ULTIMO COMIZIO DA SENATOREBERLUSCONI SALUTA NELL ULTIMO COMIZIO DA SENATORE

«Non solo la non applicabilità della legge Severino, ma soprattutto la caducazione automatica della sentenza sui diritti televisivi». Eccola la speranza del «grande slam» giuridico sul quale nutre molte speranze Silvio Berlusconi. Lo auspica il suo storico difensore e stratega, Niccolò Ghedini: «C’è stata molta confusione. Ma i ricorsi presentati al Tribunale dei diritti dell’uomo e accolti per la trattazione dalla Corte di Strasburgo sono due diversi.

 

berlusconi senato zero berlusconi senato zero

Uno è contro la legge Severino sulla incandidabilità applicata retroattivamente. Ma l’altro ancora più importante è sulle molteplici violazioni al principio del “giusto processo” che si sono verificate nel dibattimento Mediatrade: qualora venisse accolto nel merito sarebbe motivo automatico della revisione del processo e quindi farebbe cadere quella sentenza di condanna». 


È la migliore delle ipotesi per Berlusconi. Oltre a riavere il titolo di Cavaliere, sarebbe di nuovo, a tutto diritto, senatore e possibile candidato premier. Un futuro legato però all’accoglimento dei due ricorsi. La doppia «buona notizia» ricevuta, per ora, riguarda il fatto che le due denunce di violazione non sono state respinte. «A differenza di quanto è stato scritto – spiega Ghedini – è stata respinta solo la richiesta di anticipa zione della trattazione del ricorso contro la legge Severino. Ma non è caduto». 


Ora bisognerà attendere la discussione di fronte alla Corte di Strasburgo. Quando? «Se avessimo ricevuto comunicazione della fissazione delle date per le due udienze sarebbe stata la seconda buona notizia» sorride Ghedini. Ipotesi sui tempi non ne fa, ma spera che possa svolgersi «nel giro di qualche mese». 

BERLUSCONI AL SENATO CON GLI OCCHIALIBERLUSCONI AL SENATO CON GLI OCCHIALI


La presidente pd della Commissione giustizia alla Camera, Donatella Ferranti, da ex magistrato spegne speranze troppo baldanzose: «Per ora la Corte di Strasburgo ha solo considerato non irricevibile il ricorso. Ora bisognerà aspettare cosa deciderà nel merito. Ma qualsiasi decisione non potrà annullare il processo che si è già celebrato». Ma non ci dovrà essere una revisione automatica della sentenza?

 

«No, la pronuncia della Corte europea ti permette di fare istanza di revisione della sentenza. È uno dei casi ammessi a seguito della pronuncia dalla Corte costituzionale del 2011. Ma ci deve essere comunque un giudizio di ammissibilità della Corte di appello. Si riapre il processo magari per sanare quelle violazioni dei diritti fondamentali. Ma riaprire non vuol dire di per sé assolvere. Certo politicamente Berlusconi potrebbe voler porre il problema». 

SILVIO BERLUSCONI NEL GIORNO DELLA DECADENZA SILVIO BERLUSCONI NEL GIORNO DELLA DECADENZA


Il primo dei due ricorsi a essere trattato a Strasburgo sarà quello sulla legge Severino depositato con il numero 58428/13. Si basa sulla ipotesi della «natura penale delle disposizioni in materia di incandidabilità e decadenza». E lamenta la violazione dell’articolo 7 della legge sui diritti dell’uomo, perché, «avvenuta a seguito di condanna per fatti commessi anteriormente alla sua entrata in vigore, quindi contraria al divieto di retroattività delle sanzioni penali» e «lede il principio di legalità, e di sufficiente predeterminazione e proporzionalità delle sanzioni penali». E, sempre secondo il ricorso, viola il «diritto a libere elezioni» e «il divieto di discriminazione». 

SILVIO BERLUSCONI NEL GIORNO DELLA DECADENZA SILVIO BERLUSCONI NEL GIORNO DELLA DECADENZA


Ma è quello sulla sentenza Mediaset, protocollato con il numero 8683/14 il ricorso il cui esito è più atteso. In esso si legge che il ricorrente è «il noto e stimato imprenditore, fondatore nonchè azionista di maggioranza Mediaset, eletto alla Camera nel ‘94, confermato nelle successive quattro legislature, ricoprendo per ben 4 volte l’incarico di presidente del Consiglio dei ministri». Lamentando la violazione dell’articolo 47, comma 5 del regolamento di procedura della Corte il ricorso enumera presunte lesioni di principi del «giusto processo»: dall’equo contraddittorio fra le parti, al diritto dell’imputato a essere presente alle udienze e non essere processato per fatti già contestati. Tutte osservazioni che saranno ora al vaglio della Corte. 
 

 

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