ISTITUTO NAZIONALE PREVIDENZA SINDACALISTI - COSÌ L'INPS È DIVENTATO L'ENTE PIÙ AMBITO DA POLITICI TROMBATI (DI OGNI COLORE) E MANAGER VICINISSIMI ALLA CISL DI BONANNI

Sergio Rizzo per ‘Il Corriere della Sera'

E adesso? C'è solo da sperare che il caso di Antonio Mastrapasqua sia servito di lezione. Perché dopo le dimissioni del controverso presidente dell'Inps è necessario non ripetere gli stessi errori. Il presidente del Consiglio Enrico Letta ha annunciato cambiamenti radicali nella governance del più grande istituto previdenziale italiano. Ma certo la prima cosa da fare, se si vuol dare seriamente seguito a quel proposito, è spezzare quell'abbraccio fra la politica e il sindacato che da troppi anni soffoca l'Inps.

Stiamo parlando di un ente con 30 mila dipendenti cui sono legate 40,7 milioni di vite: il 68 per cento della popolazione italiana. Versano contributi all'Inps 23,4 milioni di lavoratori, pari all'82 per cento di tutti gli occupati. E ogni mese 16 milioni di pensionati incassano l'assegno, grande o piccolo che sia. Nel 2012 l'istituto ha pagato pensioni per 261,3 miliardi, una cifra pari al 15,9 per cento del Prodotto interno lordo.

Inevitabile ricordare che i denari gestiti dall'Inps non sono di nessuno, ma dei lavoratori. Così non si può dimenticare che l'istituto ha un ruolo decisivo per assicurare la tenuta sociale del Paese, visto che si occupa dei più deboli: poveri, invalidi, cassintegrati. Ogni anno oltre 4,4 milioni di persone ricevono dall'Inps sussidi che consentono loro di sopravvivere.

Sarebbe sufficiente questo per far comprendere quale responsabilità ricade sulle spalle di chi deve scegliere il suo presidente. E perché chi si trova al timone di una cosa del genere non può avere altri dieci incarichi, ma nemmeno essere prigioniero di un partito, di un protettore politico, oppure di un sindacato. Come invece purtroppo è avvenuto finora. Si potrebbero poi aggiungere altri dettagli che rendono ancora più lampante la delicatezza della materia.

Per esempio il fatto che l'Inps abbia la più grande banca dati del Paese, costruita quando era direttore generale Gianni Billia. Un inestimabile patrimonio di informazioni: tanto fondamentale anche per la caccia all'evasione quanto appetitoso per le imprese del settore informatico, considerando che ogni anno la spesa dell'istituto di previdenza si aggira intorno ai 250 milioni di euro.

Senza dire dell'enorme patrimonio immobiliare, prima dimagrito con le cartolarizzazioni, quindi rimpolpato con l'assorbimento dell'Inpdap: e si sa quanto potere, ma anche quante tentazioni, possa offrire in Italia una cosa del genere. Le cronache di Affittopoli raccontano di legioni di politici e sindacalisti beneficiati dai mattoni degli enti previdenziali.

Se la presenza dei sindacalisti all'interno dell'Inps ha una sua logica, legata al fatto che l'istituto gestisce i soldi dei lavoratori e dunque è giusto che questi esercitino il controllo attraverso i propri rappresentanti, è anche vero che negli anni abbiamo assistito a non poche degenerazioni. Dal ruolo di controllore a quello di gestore il passo è stato breve. E ancora più breve quello che ha portato il sindacato a cogestire l'Inps a braccetto con la politica. In quale grande azienda i massimi dirigenti sono iscritti a una organizzazione sindacale, o ne sono addirittura espressione?

L'attuale direttore generale dell'Inps Mauro Nori, appassionato di rugby e rugbista, ha fatto tutta la carriera all'interno dell'istituto. Ma non è un mistero che la sua nomina sia stata fortemente sostenuta dalla Cisl. Né è un mistero che lo stesso sindacato appoggiasse il suo predecessore Vittorio Crecco. Prontamente ricambiato, secondo quanto raccontò Bianca Stancanelli nel 2008 su «Panorama» a proposito dei molti profumati incarichi assegnati dall'ex direttore generale: fra i quali due, speciali, a un potente sindacalista cislino. Cose del tipo: «Consolidamento della contrattazione collettiva e delle relazioni sindacali»...

Allora c'era già il Civ, ossia il Consiglio di indirizzo e vigilanza: esito di una riforma voluta anni prima nel tentativo di restituire al sindacato il suo ruolo di controllore, distaccandolo dalla gestione. Ma senza successo. Perché se in precedenza i sindacalisti potevano anche arrivare alla guida dell'ente, come accadde con il segretario confederale della Cgil Giacinto Militello, che poi dall'Inps approdò all'Antitrust, la loro influenza non sarebbe stata affatto ridimensionata. Come si è presto potuto appurare. In più, dopo aver creato una specie di cimitero degli elefanti con ben 22 poltrone, tante ne ha il Civ, si spianò del tutto la strada alla politica.

La prova è nell'ultimo consiglio di amministrazione presieduto da Mastrapasqua, prima che tutti i poteri venissero accentrati nella sua persona. C'erano un ex consigliere regionale della Campania di Alleanza nazionale, Antonio Cantalamessa, e il suo collega di partito Paolo Crescimbeni, coordinatore di An in Umbria che si era presentato senza fortuna alle elezioni, successivamente messo alla presidenza dell'Inail.

C'erano l'ex sindaco di Monza Roberto Colombo, di Forza Italia, e il futuro parlamentare dell'Udc Nedo Lorenzo Poli. C'era Gian Piero Scanu, che da consigliere dell'Inps ne sarebbe diventato dirigente preparandosi al grande salto in Parlamento con il centrosinistra. E c'era un dentista: Fabrizio Santin, area Forza Italia, indicato dal governo come «esperto». Lo stesso Mastrapasqua, abbiamo raccontato ieri, aveva solidissimi legami con la politica.

Dopo quello che si è visto crediamo sia essenziale cambiare rotta. Affermando un principio secondo cui chi ha in mano l'Inps non solo deve rispondere a requisiti di indiscutibile competenza e di estrema onestà. Ma soprattutto essere indipendente: lontano dai partiti ed estraneo alle logiche sindacali. Il governo Letta saprà cogliere la sfida? Staremo a vedere.

Per ora non possiamo che registrare le voci che vogliono in pista l'ex ministro Tiziano Treu, già senatore del Partito democratico e attuale componente del Cnel, storicamente ritenuto vicino alla Cisl. Esperto di lavoro e previdenza nonché autore di alcune fra le più incisive riforme in materia, oggi è consigliere di Intesa San Paolo formazione, controllata dall'omonimo gruppo bancario, nonché presidente della Fondazione Adecco per le pari opportunità: emanazione del gruppo imprenditoriale svizzero Adecco specializzato nelle risorse umane.

 

INPS ISTITUTO NAZIONALE DI PREVIDENZA SOCIALE jpegINPSANTONIO MASTRAPASQUA CON LA MOGLIE MARIA GIOVANNA BASILE PAOLO NORI letta Enrico Letta MAURO NORI INPS plt43 tiziano treu

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO