aldo moro

COSI’ PARLO’ ALDO MORO – VITTORIO FELTRI E IL SAGGIO CHE ANALIZZA LE 400 LETTERE INVIATE DAL LEADER DC DURANTE I 55 GIORNI DI PRIGIONIA - MENTRE STA PER ARRIVARE LA SUA ULTIMA ORA, MORO SCRIVE ALLA "CARA NORETTA", LA MOGLIE: “CURA CHE IL GAS SIA CHIUSO LA SERA”. COSSIGA NON SI PERDONÒ MAI DI AVER CONSIDERATO LE RICHIESTE DI MORO PER LA PROPRIA LIBERAZIONE FRUTTO DI COSTRIZIONE. E SI SPUTIVA DEL PERCHE' LA FAMIGLIA INCOLPASSE LUI E ANDREOTTI E NON BERLINGUER...

Vittorio Feltri per "Libero quotidiano"

 

aldo moro

È sorprendente il ritratto di Aldo Moro proposto da Evi Crotti e Alberto Magni nel loro saggio Così parlò Aldo Moro.

 

Un calvario dignitoso (Editoriale Delfino, 110 pagine fitte di inediti ritagli, 17). Per due ragioni. Una attiene alla scienza grafologica di cui i due autori sono le cime non solo in Italia: essi hanno letto davvero tutte le 400 lettere spedite dallo statista democristiano durante i suoi 55 giorni di prigionia, molte delle quali - scoperte nel covo delle Brigate rosse di via Monte Nevoso a Milano negli anni 90 - sono rimaste sconosciute o trascurate.

 

Ed ecco, grazie al loro lavoro di anni, le parole scritte sulla carta passano da due dimensioni a tre, acquistano colore, tremano di affetto e di ribellione, di fede e di dolore. Che cosa emerge da questa osservazione della grafia e dalla sua evoluzione durante la prigionia? Crotti e Magni rispondono senza alcun dubbio: «La grandezza d' animo di Moro». Egli era pienamente se stesso.

 

ritrovamento corpo aldo moro

E non è vero che gli importasse solo della propria sorte. Questo si intuisce dalla forma delle lettere, dalla distanza tra i lemmi, dalla chiarezza o oscurità di certi segni. Passano i giorni, e insieme a una immensa stanchezza, in Moro si fa largo «una integrità interiore spirituale che non lo ha mai lasciato».

 

La seconda ragione va al di là della grafia e delle analisi che la riguardano. Crotti e Magni mi hanno costretto a leggere le frasi chiavi delle lettere sia ai politici sia ai familiari riprodotti dall' originale. E i contenuti lì espressi direttamente in bella copia non hanno assolutamente mai alcunché di meschino. Egli davvero vuole aver preservata la vita non per vigliaccheria ma per preservare lo Stato dalla complicità con un delitto e per la sua famiglia. Si preoccupa del nipotino Luca, è turbato dalle difficoltà dei figli. Mentre sta per arrivare la sua ultima ora, di cui era pienamente consapevole, scrive alla "cara Noretta", la moglie: «Cura che il gas sia chiuso la sera».

 

Scrivono Evi e Alberto, coppia nella scienza e nella vita: «L' analisi della scrittura mette a nudo soprattutto l' umanità di Aldo Moro. L' uomo che non può e che non vuole fare l' eroe; non ci sono infatti segni grafici che dimostrino efficienza e forza nel controbattere Moro può essere definito l' antieroe per eccellenza». Non era nella sua natura gonfiare il petto. Non era una questione di temperamento, e tantomeno di cedimento servile ai carnefici, ma di visione della vita.

 

aldo moro brigate rosse

Francesco Cossiga non si perdonò mai di aver considerato le richieste di Moro per la propria liberazione frutto di costrizione. In realtà Moro - secondo Cossiga - era stato coerente con le sue convinzioni di cattolico che rifiuta il valore assoluto dello Stato rispetto alla vita dei singoli e alla famiglia. Per questo Moro aveva trattato con i palestinesi per preservare gli italiani dalle stragi e i nostri soldati in Libano da attentati. Per questo non capiva perché nel suo caso non si agisse allo stesso modo.

 

Cossiga aveva un' altra idea. Anche negli ultimi anni, distrutto interiormente per aver straziato un amico, ammetteva di aver condannato a morte Moro, ma anche di aver fatto il suo dovere da uomo delle istituzioni e da cattolico liberale, che privilegia l' integrità e la dignità dello Stato sugli interessi particolari. Semmai si stupiva perché la famiglia Moro abbia considerato lui e Andreotti gli assassini del loro marito e padre assolvendo invece Berlinguer e i comunisti che - per ragioni loro sì di famiglia: i brigatisti erano di famiglia - posero veti a qualunque forma di trattativa.

 

francesco cossiga e aldo moro

Non ho nessuna intenzione di aggiungermi alla vasta schiera di chi sa tutto sulla fine di Moro. Si è conclusa nel 2018 un' altra inchiesta parlamentare durata altri cinque anni sui misteri di quei fatti del 1978. Tuttora si cerca di capire quanto abbia pesato la volontà di Mosca attraverso i servizi segreti cecoslovacchi e della Germania Est (la risposta è sì, hanno allungato la loro mano rossa sull' Italia).

 

GLI UOMINI DI SCORTA DI ALDO MORO

Restano divergenti i giudizi sull' agguato di via Fani, con l' assassinio della scorta, se cioè la ricostruzione con i suoi uomini tempestati di proiettili e lui prelevato dall' auto corrisponda alla realtà dei fatti (pare sia impossibile che Moro sotto quella gragnola di colpi e raffiche sia rimasto indenne: che sia stato rapito prima?). Su tutto questo nulla so. Ora però so di queste lettere più in profondità, conosco meglio il valore di chi ha guidato il Paese in anni difficili e c' era chi voleva fosse processato in piazza, prima ancora che ci pensassero le Br.

IL CADAVERE DI ALDO MORO NELLA RENAULT 4 ROSSA

 

Scrivono gli autori: «Pur con l' angoscia della certezza di essere condannato a morte, Aldo Moro non perde mai la lucidità e persino alla propria tragicità riesce a dare un tocco di umanità: da nessuno trova aiuto, ma nella fede e negli affetti più stretti (moglie, figli e nipote) trae la forza per superare le paure e le angosce del funesto momento».

 

vittorio feltri

A proposito di Evi Crotti. Nel libro ricorda come fui io, da direttore dell' Europeo, a commissionarle dopo la scoperta del malloppo di lettere la prima analisi grafologica. Ho imparato da lei che studiare la scrittura vale più come una Tac nel campo impalpabile della psiche. Ora so che ci aiuta a comprendere le lezioni della storia con meno pregiudizi.

aldo moroaldo moroALDO MORO 8mostra fotografica su aldo moro (8)ALDO MOROL AGGUATO DI VIA FANI DELLE BRIGATE ROSSE PER RAPIRE ALDO MOROaldo moro con la figlia maria fidaaldo moro ALDO MORO CARTOLINA POSTALEALDO MORO 12aldo moro repubblicaALDO MORO 11ENRICO BERLINGUER ALDO MORO 1ENRICO BERLINGUER ALDO MOROAGGUATO DI VIA FANI - UNO DEGLI AGENTI DI SCORTA DI ALDO MOROaldo moroaldo moroFrancesco Cossiga in via Caetani, davanti alla R4 con il cadavere di Aldo Moro

Ultimi Dagoreport

francesca albanese carlotta vagnoli valeria fonte

DAGOREPORT - COS’HANNO IN COMUNE L’INDECENTE ASSALTO DEI PRO-PAL ALLA REDAZIONE DELLA “STAMPA” E IL "FEMMINISMO" BY CARLOTTA VAGNOLI E VALERIA FONTE? MOLTISSIMO: LA VIOLENZA, L’IDEOLOGIA TOSSICA, L’ACCONDISCENDENZA DI UNA CERTA STAMPA E DI QUEL MONDO EDITORIAL-GIORNALISTICO CHE HA TOLLERATO E SOSTENUTO, CON IMBARAZZANTE CONFORMISMO, QUALUNQUE NEFANDEZZA - E' UNA SVEGLIA PER CHI HA ALLISCIATO E POMPATO ACRITICAMENTE LA GALASSIA MOVIMENTISTA, CONVINTO CHE FOSSE LA PARTE GIUSTA DELLA STORIA - NON ERA NECESSARIO ARRIVARE ALL’IRRUZIONE DEI PRO-PAL E ALL’INCHIESTA DELLA PROCURA DI MONZA SU VAGNOLI-FONTE, PER CAPIRE QUANTA VIOLENZA SI NASCONDESSE DIETRO CERTI “ATTIVISTI” E I LORO METODI...

caltagirone milleri donnet nagel lovaglio giorgetti generali

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEI “FURBETTI DEL CONCERTINO”? IL PRIMARIO OBIETTIVO DI ESPUGNARE IL “FORZIERE D’ITALIA”, ASSICURAZIONI GENERALI, ATTRAVERSO L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA, SI ALLONTANA SEMPRE PIÙ - L’ISCRIZIONE NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI DI LOVAGLIO, CALTAGIRONE E MILLERI HA INTERROTTO LA TRATTATIVA CHE ERA IN CORSO PER CONVINCERE L’AD DI GENERALI, PHILIPPE DONNET, IL CUI MANDATO SCADE FRA DUE ANNI, A RASSEGNARE LE DIMISSIONI. E L’IPOTESI CHE POSSANO IN CDA SFIDUCIARLO SEMBRA APPARIRE LONTANISSIMA - NEL MIRINO GIUDIZIARIO È FINITO ANCHE IL RUOLO DETERMINANTE DELLE CASSE DI PREVIDENZA, ENPAM (MEDICI), ENASARCO (AGENTI DI COMMERCIO), FORENSE (AVVOCATI), PER LEGGE VIGILATE DAL GOVERNO - ANCHE SE I “CONCERTI OCCULTATI” NON SONO CERTO UNA NOVITÀ PER IL MERCATO, LA SCALATA MEDIOBANCA COLPISCE IN QUANTO È LA PRIMA VOLTA CHE, A SUPPORTO DI PRIVATI, C’È DI MEZZO IL SOSTEGNO DELL'ARMATA BRACAMELONI CHE DOVREBBE OCCUPARSI DELL’INTERESSE PUBBLICO ANZICHÉ RIBALTARE I POTERI DELLA FINANZA ITALIANA...

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...