TRAGEDIA GRECA – E SE VAROUFAKIS IL FICO FOSSE SOLO UN GRAN BLUFF? – I SUOI COLLEGHI EUROPEI LO GUARDANO CON SEMPRE MAGGIOR FASTIDIO – GLI VENGONO IMPUTATATE TROPPE CHIACCHIERE E ZERO RIFORME

Stefano Lepri per “La Stampa

 

Giocatore d’azzardo, viveur, personaggio da «Pulp Fiction» nell’immagine che ne hanno dato i media, «decente economista di second’ordine» in una sua furba autodefinizione, Yanis Varoufakis pare soprattutto un esteta. Riassumere negli ormai tre mesi del suo show il contrasto tra la Grecia e il resto dell’area euro è facile, ma ingannevole. Al punto morto di queste ore ci saremmo arrivati lo stesso, ma in modo più grigio e banale.

 

VAROUFAKIS STIGLITZVAROUFAKIS STIGLITZ

Le brillanti conferenze del professor Varoufakis a cui gli altri ministri dell’Eurogruppo si sono stufati di assistere non nascondono più che ad Atene siede un governo irresoluto. ?Non sa né patteggiare concrete riforme con l’Europa né sfidare il mondo in nome della coerenza con gli ideali. Varoufakis, all’apparenza, poteva essere perfino la persona giusta per il dialogo, nonostante l’aspetto da «buttafuori di night club» che vide in lui la stampa britannica il giorno della sua prima visita a Downing Street.?

 

«Decente economista»?Conosce bene l’economia di oggi, a differenza di gran parte dei suoi colleghi di governo ancora dottrinari marxisti uso Novecento. E quando a Cernobbio fu visto a cena con Giulio Tremonti e con il teorico della «decrescita felice» Serge Latouche, un maligno commentò che tra le rispettive dottrine sulla crisi quelle del greco (esposte nel libro «Il minotauro globale») parevano le meno strampalate.?Anche l’ultimo articolo che l’esuberante ministro ha consegnato ai media due giorni fa si esprime in un linguaggio ragionevole, senza bizze di ideologia.

 

CHECCO ZALONE VAROUFAKISCHECCO ZALONE VAROUFAKIS

Va bene d’accordo con il sondaggio di opinione appena sfornato, secondo cui il 73% dei greci vuole il compromesso con l’Europa.?La perdita degli alleati?Lui, a differenza di quasi tutti dentro Syriza, il partito ora maggioritario, sa che la Grecia non può illudersi di tornare alla cuccagna dei suoi primi anni dentro l’euro, 2002-2007, «bella vita, sole, mare, far tardi la notte, eppure il tasso di crescita annuo del prodotto lordo più alto in Europa» (parole sue). Eppure, no.

 

Già nei primi giorni, il suo teorizzare sul debito dell’Italia, «insostenibile anch’esso», gli aveva fatto perdere la simpatia del governo forse meglio disposto, il nostro. Poi, nelle riunioni dell’Eurogruppo Varoufakis ha dato l’impressione più di un consulente part-time del governo di Atene che del ministro dell’Economia in persona; mentre ormai di tempo per impratichirsi ne ha avuto a sufficienza.?

danae stratou  e yanis varoufakisdanae stratou e yanis varoufakis

 

Così si torna a porsi domande sul personaggio, nel tentativo di capire perché il suo ingegno non si sia mai misurato fino in fondo con le politiche realisticamente adottabili. Si è supposto che la «teoria dei giochi» da tempo feconda di buone intuizioni sia per gli economisti sia per gli studiosi di scienza politica sia per gli scienziati, lo spingesse a giocarsi tutto. Ha mirato al massimo, probabilmente un default della Grecia restando nell’euro, senza rendersi conto che gli equilibri attuali nell’area dell’euro non sono tanto fragili da spingere gli altri Paesi deboli, Italia in testa, a firmare un condono così generoso (40 miliardi è il credito a cui dovremmo rinunciare).?

 

Può darsi che anche come persona sia uno che vuole tutto. Però se si vuole ottenere la simpatia della sinistra intellettuale europea o americana, meglio non comparire in giaccone di pelle a cavallo di una moto di grossa cilindrata in piazza Kolonaki (il quartiere bene di Atene). Altrimenti viene il sospetto che «quei locali dove i ricchi pagano anche 180 euro per una bottiglia di whisky» (altre parole sue) non li conosca soltanto per sentito dire.

danae stratos e yanis varoufakisdanae stratos e yanis varoufakis

 

E la terrazza fiorita con vista sull’Acropoli da Sud – forse la migliore – si può anche averla, ma meglio non esibirla. ?In difesa a colpi di tweet ?Ieri Varoufakis ha contrattaccato twittando la vignetta di un omino che grida «aumentate il salario minimo» mentre un tizio issato su una montagna di soldi lo accusa di avidità. È propaganda, non all’altezza delle uscite precedenti. Il contrasto su salari e lavoro è la parte meno entusiasmante del negoziato tra Grecia e istituzioni europee; non è tuttavia la principale.

 

danae moglie di varoufakisdanae moglie di varoufakis

Si è parlato sì di pensioni, perché la previdenza greca è ancora lontana dall’equilibrio. Se non si vogliono tagliare ancora le pensioni, occorre aumentare le tasse: per esempio imponendo alle isole, che grazie al turismo perlopiù se la passano meglio del resto della Grecia, di pagare l’aliquota Iva normale piuttosto che una dimezzata.?Si è parlato insomma di come tenere in piedi il bilancio di un Paese che negli ultimi mesi è peggiorato al punto da richiedere nuovi interventi di risanamento anche nel caso l’Europa decida di essere generosa al massimo. Su questo, Varoufakis non ha voluto o potuto mai entrare nel dettaglio, sporcandosi le mani. E allora forse all’elegante (ma anche qui il giudizio è controverso) esteta si dovranno sostituire i politici di mestiere.

danae  stratou  e yanis varoufakisdanae stratou e yanis varoufakis

 

varoufakis e moglie su paris matchvaroufakis e moglie su paris matchvaroufakis suona il piano su paris matchvaroufakis suona il piano su paris match

 

Ultimi Dagoreport

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…