TRAGEDIA GRECA: LO SCAMICIATO VAROUFAKIS NON HA CONVINTO SUPER-MARIO – LA BCE NON PUÒ FINANZIARE SINGOLI STATI SENZA VIOLARE I TRATTATI – TUTTA LA PARTITA ORA SI GIOCA ALL’EUROGRUPPO

Danilo Taino per il “Corriere della Sera”

 

VAROUFAKISVAROUFAKIS

La questione greca sta iniziando a prendere contorni più chiari. Dietro a una retorica forte, il governo di Atene è ora alla ricerca di un compromesso con l’eurozona: i cambiamenti più radicali li farà a casa, dove ha un mandato popolare. Anche l’incontro di ieri tra il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis e Mario Draghi, a Francoforte, è stato condotto sul piano delle cose possibili: non dichiarazioni di principio pro o contro una ristrutturazione del debito ellenico. 
 

La situazione rimane comunque critica: a tarda sera la Banca centrale europea ha tolto alle banche greche la possibilità di utilizzare i titoli di Stato di Atene nonostante abbiano un rating di «junk bond», ma ha anche assicurato che gli istituti potranno continuare a finanziarsi per altre vie presso le banche centrali.

 

VAROUFAKIS1VAROUFAKIS1

«La sospensione è in linea con le regole dell’Eurosistema perché al momento non è possibile presumere una conclusione positiva della valutazione del programma» scrive la Bce. Che poi aggiunge: «La sospensione non ha effetto sullo status di controparte delle istituzioni finanziarie greche». Draghi ha chiarito al ministro greco la posizione della Banca centrale europea: non sarà essa a risolvere i problemi di Atene, perché non può; ma non farà nemmeno nulla contro, perché non vuole.

 

Oggi, Varoufakis incontrerà a Berlino anche il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble, uno dei politici europei più decisi nell’escludere la rinegoziazione del debito greco. Potrebbe risultarne un colloquio importante, forse distensivo: il ministro greco si è fatto precedere da un’intervista al settimanale «Die Zeit» nella quale riconosce il ruolo centrale della Germania (vorrebbe un Piano Merkel simile al Piano Marshall); promette riforme, ma contro il cartello di ricchi greci che non pagano le tasse e alimentano «nepotismo e corruzione»; assicura che non firmerà «mai, mai, mai» un bilancio in rosso (interessi sul debito a parte). Detto questo, la situazione rimane complicata. 
 

VAROUFAKIS TERMINATOR VAROUFAKIS TERMINATOR

Nell’incontro di ieri, Draghi ha sottolineato a Varoufakis i limiti operativi della Bce e — secondo una fonte della banca citata dall’agenzia «Reuters» — ha invitato il governo di Atene a impegnarsi «costruttivamente e velocemente con l’Eurogruppo per assicurare la continuazione della stabilità finanziaria», cioè a misurarsi con i ministri delle Finanze e dunque con i governi europei. Due i punti chiave del colloquio. Il primo riguarda la proposta fatta circolare dai greci di scambiare i loro titoli di Stato posseduti dalla Bce con titoli «perpetui», cioè sempre emessi dalla Grecia, che pagano gli interessi ma non vanno mai a scadenza. Una soluzione che la Bce non può prendere in considerazione: si tratterebbe del «finanziamento monetario» di un Paese dell’eurozona, così come lo sarebbe un allungamento delle scadenze del debito ellenico e i trattati lo vietano. 
 

VAROUFAKIS SCAMICIATO E SENZA CRAVATTA VA A INCONTRARE OSBORNE A DOWNING STREETVAROUFAKIS SCAMICIATO E SENZA CRAVATTA VA A INCONTRARE OSBORNE A DOWNING STREET

Una soluzione a questo problema di cui si parla a Francoforte — ma non è dato sapere se sia stata discussa da Draghi e Varoufakis — sarebbe un intervento dell’Esm, il Meccanismo di stabilità europeo creato dai governi per intervenire nelle situazioni di crisi. I partner dell’eurozona potrebbero decidere di fare comprare all’Esm i circa 27 miliardi di titoli di Stato greci in mano alla Bce: a quel punto, potrebbero farne quello che credono. Improbabile, ma comunque un’ipotesi da discutere semmai nell’Eurogruppo, che sulla vicenda greca terrà una riunione straordinaria l’11 febbraio. 
 

MERKEL E DRAGHI MERKEL E DRAGHI

Il secondo punto del colloquio avrebbe riguardato i dieci miliardi di buoni del Tesoro (a breve scadenza) che Atene vorrebbe emettere per dotarsi di un finanziamento ponte per i mesi successivi a quando il vecchio programma di aiuti finirà, con febbraio: dal momento che il nuovo governo non lo vuole prolungare, la Grecia non riceverà più denaro dai creditori e quindi rischia di essere insolvente di fronte ad alcune scadenze. Anche su questo aspetto, Draghi avrebbe chiarito a Varoufakis che non può fare nulla.

 

DRAGHI MERKELDRAGHI MERKEL

Ovviamente, il governo di Atene può emettere i titoli, con il fine di farli comprare alle banche elleniche che poi li userebbero come collaterale per ricevere finanziamenti dalla Bce. Il problema è che i titoli greci hanno un rating troppo basso (junk bond) e per accettarli la banca centrale deve avere una dispensa speciale (waiver). Ma la dispensa, eliminata ieri, viene accordata come parte degli accordi di salvataggio di Atene, proprio quegli accordi che il governo greco dice che rifiuterà dalla fine del mese. Altra materia da discutere nell’Eurogruppo, insomma. Perché — ieri lo si è visto bene a Francoforte — la soluzione è politica, tutta politica. 

 

Ultimi Dagoreport

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…

tajani urso vattani peronaci azzoni antonio adolfo mario marco alessandro

DAGOREPORT - MAI SUCCESSO CHE LA LISTA DEI NUOVI AMBASCIATORI, SCODELLATA DA TAJANI, VENISSE SOSPESA PER L’OPPOSIZIONE DI UN MINISTRO (URSO) IRATO PERCHÉ IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO È FINITO A NAIROBI ANZICHÉ A BUCAREST - DAL CDM SONO USCITI SOLO GLI AMBASCIATORI STRETTAMENTE URGENTI. ALLA NATO SBARCA AZZONI, MENTRE PERONACI VOLA A WASHINGTON. E’ LA PRIMA VOLTA CHE LA PIÙ IMPORTANTE SEDE DIPLOMATICA VIENE OCCUPATA DA UN MINISTRO PLENIPOTENZIARIO ANZICHÉ DA UN AMBASCIATORE DI GRADO (FRA DUE ANNI È GIA’ PRONTO IL FIDO CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI LADY GIORGIA, FABRIZIO SAGGIO) – IL MALDESTRO MARIO VATTANI IN GIAPPONE, ANCHE SE ERA WASHINGTON LA SCELTA IDEALE DELLA FIAMMA MAGICA (MATTARELLA AVREBBE SBARRATO IL PASSO) – LA LISTA DI TUTTI GLI AMBASCIATORI SOSPESI….

giorgia meloni antonio tajani matteo salvini giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - A SINISTRA SI LITIGA MA A DESTRA VOLANO GLI STRACCI! - LA MAGGIORANZA SI SPACCA SU ROTTAMAZIONE E TAGLIO ALL'IRPEF - GIORGIA MELONI DAVANTI AI COMMERCIALISTI PARLA DI SFORBICIATA AL CUNEO E LODA MAURIZIO LEO, "DIMENTICANDOSI" DI GIORGETTI. CHE ALZA I TACCHI E SE NE VA SENZA PARLARE - LA LEGA PRETENDE UN'ALTRA ROTTAMAZIONE, FORZA ITALIA E FDI CHIEDONO PRIMA DI TAGLIARE LE TASSE AL CETO MEDIO - PECCATO CHE I SOLDI PER ENTRAMBI I PROVVEDIMENTI, NON CI SIANO - LA LISTA DEGLI SCAZZI SI ALLUNGA: RISIKO BANCARIO, CITTADINANZA, POLITICA ESTERA, FISCO E TERZO MANDATO - VANNACCI METTE NEL MIRINO I GOVERNATORI LEGHISTI ZAIA E FEDRIGA CON UNA SPARATA, A TREVISO, CONTRO IL TERZO MANDATO: IL GENERALE, NOMINATO VICESEGRETARIO DA SALVINI, È LA MINA CHE PUÒ FAR SALTARE IN ARIA LA FRAGILE TREGUA NEL CARROCCIO (E DUNQUE NEL CENTRODESTRA)

ignazio la russa giorgia meloin zaia fedriga salvini fontana

DAGOREPORT - MEGLIO UN VENETO OGGI O UNA LOMBARDIA DOMANI? È IL DILEMMA SPECULARE DI GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI – L’APERTURA SUL TERZO MANDATO DEL NASUTO DONZELLI È UN RAMOSCELLO D’ULIVO LANCIATO VERSO IL CARROCCIO (ANCHE PER DESTABILIZZARE IL CAMPO LARGO IN CAMPANIA) - MA ALLA PROPOSTA S’È SUBITO OPPOSTO IL GENERALE VANNACCI – L’EX TRUCE DEL PAPEETE, CHE HA CAPITO DI NON POTER GOVERNARE TUTTO IL NORD CON L'8%, È DISPOSTO A CEDERE IL PIRELLONE A FRATELLI D'ITALIA (SI VOTA TRA TRE ANNI), MA LA SORA GIORGIA RIFLETTE: SOTTO LA MADUNINA COMANDA LA RUSSA, E SAREBBE DIFFICILE SCALZARE LA SUA PERVASIVA RETE DI RELAZIONI – I MALIGNI MORMORANO: VANNACCI AGISCE COME GUASTATORE PER CONTO DI SALVINI, PER SABOTARE IL TERZO MANDATO, O PARLA PER SE'?