IL ROSSO E IL NERO - CASTRO E OBAMA APRONO LE RELAZIONI TRA CUBA E I DETESTATI “YANQUI”. E L’ISOLA SI RIEMPIE DI TURISTI CHE VOGLIONO GODERSELA PRIMA CHE DIVENTI UN’ALTRA “MCDONALD’S REPUBLIC” (TRANQUILLI: CI VORRÀ PARECCHIO)

1. E ADESSO SULL’ISOLA TUTTI IN ATTESA DELL’«INVASIONE» DEI DETESTATI YANQUI

Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera

 

playa paraiso beach, cayo largo, cubaplaya paraiso beach, cayo largo, cuba

«Siamo venuti a vedere Cuba prima che diventi un’altra McDonald’s Republic». Te lo dicono in tanti: canadesi, tedeschi, italiani, quasi irritati dall’imminente normalizzazione Usa-Cuba che toglie all’isola della rivoluzione un po’ del suo sapore di frutto proibito. Altra musica per i cubani: la rivoluzione ha portato dignità e orgoglio, ma non benessere.

 

CRISTIANO MALGIOGLIO A CUBACRISTIANO MALGIOGLIO A CUBA

L’industrializzazione è fallita ed il castrismo, che aveva pressoché abolito il turismo e considerava sigari e rum poco più che vizi tollerati (l’alcolismo era controrivoluzionario, ma il rum piaceva molto ai dirigenti sovietici che svernavano sulle spiagge cubane, mentre le immagini di Fidel Castro e del Che con un Cohiba tra le labbra fanno comunque parte dell’iconografia del regime), da tempo ha cambiato rotta: ora è proprio il turismo la principale industria dell’isola. Un terzo viene dal Canada, un terzo da Russia ed Europa, il resto dall’America Latina.

andres serrano cubaandres serrano cuba

 

Adesso tutti aspettano l’invasione dei tanto detestati Yanqui. Che sono già qui ma in piccolo numero. Il primo allentamento delle restrizioni deciso alla fine del 2014 autorizza 12 categorie di viaggio: per motivi culturali, giornalistici, per scambi commerciali, scienza, salute, programmi umanitari, progetti relativi all’istruzione e altro ancora. Ma non per il turismo che ricade sotto il bando deciso alcuni decenni fa dal congresso: misure che Obama non è in grado di sopprimere.

 

steve mccurry   foto cuba 8steve mccurry foto cuba 8

Ma con l’interpretazione un po’ elastica di queste categorie, chi lo desidera fortemente un modo per arrivare a Cuba lo trova. Una vacanza difficile per chi è abituato ai servizi di standard Americano del Costa Rica o di tante isole caraibiche che si trova all’improvviso di fronte la diffusa povertà, i vincoli dello statalismo comunista e il funzionamento a dir poco approssimativo dell’aeroporto dell’Avana. Ma anche un affascinante viaggio nel tempo per un occidentale arrivato dalla terra del wifi ubiquo, della gente che gira in strada con le cuffie e gli occhi fissi sull’iPhone: si torna a New York o Chicago orgogliosi per essere sopravvissuti alla crisi d’astinenza da giga byte.

 

obama raul castro ban ki moonobama raul castro ban ki moon

E ci si porta dietro il ricordo di un luogo senza Internet e con pochissimi cellulari dove tutto è difficile, ma la gente guarda ancora in faccia e dialoga ovunque: per strada, nei parchi, alla fermata dell’autobus. Il frutto proibito continua ad essere tale. Negli Stati Uniti è tutt’ora vietato importare alcolici come l’Havana Club, così come tutti i sigari cubani. Che restano però un mito.

 

steve mccurry   foto cuba 3steve mccurry foto cuba 3

Si narra che nel 1961, John Kennedy, il giorno prima di decretare l’embargo che dura tutt’ora, mandò un suo emissario a Cuba a fare incetta di sigari. Il Congresso non ha alcuna intenzione di cancellare quell’embargo, ma con il gelo gli americani che rientrano dall’Avana potranno portare con sé prodotti cubani per un valore di 800 dollari. Per fumo ed alcool, però, non si possono superare i 100 dollari: un’apertura col contagocce che lascia il mito quasi intatto.

 

 

2. GLI YANKEE E IL “CORTILE DI CASA” SVOLTA DOPO DUE SECOLI DA PADRONI

Federico Rampini per “la Repubblica

 

obama e raul castroobama e raul castro

Barack Obama la definisce «una svolta nella storia delle Americhe». Dice: «Sono finiti i tempi in cui la nostra politica in questo emisfero supponeva che gli Stati Uniti potessero interferire con impunità». Raul Castro gli rende omaggio: «È un uomo onesto. Non è responsabile per le cose accadute prima del suo tempo». In questo scambio è racchiuso l’evento culmine di Panama: il primo incontro da più di 50 anni fra i presidenti di due Stati che la Guerra fredda aveva contrapposto. «Invece di isolare Cuba avevamo finito coll’isolare noi stessi», ammette con sincerità disarmante Ben Rhodes, consigliere strategico di Obama.

steve mccurry   foto cuba 24steve mccurry foto cuba 24

 

«Le cose» a cui allude Raul Castro, hanno segnato la memoria di intere generazioni, e non solo in America Latina. Il golpe del generale Pinochet che depose il presidente Salvador Allende in Cile nel 1973, con l’appoggio della Cia, rimane una tragedia che segnò l’immagine degli Stati Uniti. Mentre Richard Nixon arretrava in Vietnam, poteva spadroneggiare impunemente nel “cortile di casa sua”, l’America latina.

obama e raul castro si stringono la manoobama e raul castro si stringono la mano

 

L’assalto al Palazzo della Moneda di Santiago accese l’indignazione mondiale contro l’imperialismo yankee. In Italia ebbe perfino conseguenze interne: il segretario del Pci Enrico Berlinguer lanciò il suo “compromesso storico” partendo dall’analisi del golpe cileno: un’avvisaglia dei rischi che poteva correre chi si metteva contro gli Stati Uniti. Poi vennero le prepotenze di Ronald Reagan. L’invasione di Grenada nel 1983. Poi lo scandalo Iran-Contras, la fornitura di armi alle milizie di destra in Nicaragua, a partire dal 1985, nella guerriglia contro il governo sandinista.

 

Ma le radici storiche dell’ingerenza sono ben più antiche. “Cortile di casa”, per Washington l’America Latina lo diventa quasi due secoli fa. È nel 1823 che il presidente James Monroe comincia a definire quella che poi sarà chiamata la sua Dottrina. Nella prima formulazione è impregnata di ideali anti-colonialisti. In quegli anni diverse nazioni latino-americane stanno conquistando l’indipendenza. Gli Stati Uniti, ancora freschi della liberazione dal giogo britannico, vogliono impedire che il subcontinente diventi terreno di guerre tra imperi europei.

john kerry e il cubano bruno rodriguezjohn kerry e il cubano bruno rodriguez

 

C’è il rischio che i territori perduti da spagnoli o portoghesi finiscano agli inglesi. Giù le mani dall’America Latina, dice Monroe agli europei: chiunque intervenga militarmente in quest’area, sarà come se aggredisca gli Stati Uniti. Sul finire dell’Ottocento, col crescere della potenza economica e degli appetiti commerciali degli Usa, la Dottrina Monroe viene “ampliata” fino a distorcerla. Dopo una campagna guerrafondaia dei giornali di Joseph Pulitzer e William Hearst, il presidente William McKinley nel 1898 si lancia nella guerra contro la Spagna; la vince, ma anziché garantire l’indipendenza di Cuba trasforma l’isola in un protettorato. Suo viceministro della Marina militare è Ted Roosevelt, che diventerà il primo “presidente imperiale” degli Stati Uniti. Sotto Ted Roosevelt l’interventismo nell’emisfero Sud e nei Caraibi diventerà quasi di routine.

 

Dopo i discorsi sulla riconciliazione ecco la prima azione tra obama raul castro e dilma rousseff Dopo i discorsi sulla riconciliazione ecco la prima azione tra obama raul castro e dilma rousseff

Nel primo Novecento si susseguono una decina di operazioni armate o vere e proprie guerre condotte da Amministrazioni Usa. Le Dottrine Monroe e Roosevelt saranno aggiornate e rafforzate nella logica della guerra fredda: fino a sfiorare il conflitto nucleare con l’Urss per l’invio di missili sovietici a Cuba (1962). Dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta del nostro secolo, per l’America Latina vale qualcosa di simile alla “sovranità limitata” che Mosca applica ai suoi satelliti nell’Europa dell’est (e all’Afghanistan). Gli americani hanno metodi più “soft”, raramente usano le proprie forze armate, più spesso appoggiano dittatori locali purché anti-comunisti.

 

Nicolas Maduro Nicolas Maduro

La memoria di quei tempi è ancora viva a Sud del Rio Grande, impressa nelle biografie personali. Dilma Rousseff, presidente del Brasile, da giovane fu incarcerata e torturata sotto un regime militare che aveva all’origine il beneplacito Usa. Non a caso lo scandalo del Datagate con le rivelazioni di Edward Snowden ha suscitato le reazioni più accese proprio in Brasile, quando si seppe che la National Security Agency intercettava il telefonino della Rousseff. Né stupisce che l’intera associazione degli Stati latinoamericani abbia protestato compatta, quando il jet presidenziale di Evo Morales (Bolivia) nel luglio 2013 fu bloccato all’aeroporto di Vienna su richiesta degli americani che sospettavano ci fosse Snowden a bordo.

 

cristina kirchner 4cristina kirchner 4

Le ferite accumulate in questi due secoli, l’incontro Obama-Castro sta cominciando a sanarle solo ora. La destra repubblicana accusa Obama di essere «il presidente che chiede sempre scusa», denuncia un segno di debolezza. In realtà furono i suoi predecessori ad alimentare il sentimento anti- yankee, che fu l’alibi per tanti dittatori di sinistra, rapaci o incapaci. Il contraltare delle ingerenze da Washington era questo: bastava essere anti-Usa per captare simpatie e solidarietà. L’America di Obama dopo aver voltato pagina può avere più influenza di prima. Il contesto l’aiuta: il Venezuela è stremato dalla crisi economica e anche il Brasile perde colpi.

 

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni times musk sunak edi rama

COME AL SOLITO, I GIORNALISTI ITALIANI SI FERMANO AI TITOLI: L’ARTICOLONE DEL “TIMES” SUI LEADER INTERNAZIONALI “TUTTI PAZZI PER LA MELONI” NON È PROPRIO UNA CAREZZA SUL FACCINO DELLA SORA GIORGIA, COME CI VOGLIONO FAR CREDERE “CORRIERE”, “LIBERO” E GLI ALTRI MEGAFONI DELLA FIAMMA MAGICA. ANZI, È PIENO DI FRECCIATONE ALLA THATCHER DE’ NOANTRI, TIPO “L’UMILTÀ BEN PREPARATA” DI FRONTE AL PREMIER ALBANESE EDI RAMA. O LA CHIOSA SULL’INCONTRO CON JD VANCE: “IL FLIRT DELLA 48ENNE ERA SOLO NATURALMENTE SIMPATICO O SI È RESA CONTO CHE RIDENDO DELLE BATTUTE DEGLI UOMINI DI POTERE OTTERRÀ L'ACCORDO COMMERCIALE CHE DESIDERA?” – RICORDA I “THREESOME” E IL PACCO DI GIAMBRUNO, SMONTA LE ORIGINI PROLETARIE DELLA DUCETTA E CHIUDE CITANDO BERLUSCONI: “È UNA PERSONA CON CUI NON SI PUÒ ANDARE D'ACCORDO”. VI SEMBRANO COMPLIMENTI?

giampaolo rossi giorgia meloni silvia calandrelli felice ventura matteo salvini gianfranco zinzilli giancarlo giorgetti

C'È UN NUOVO CAPITOLO NELL'ETERNO SCAZZO MELONI-SALVINI E RIGUARDA LA RAI - NEL CDA DI DOMANI FELICE VENTURA, DIRETTORE DELLE RISORSE UMANE, SARÀ NOMINATO PRESIDENTE DI RAI PUBBLICITÀ - SULLA POLTRONA DELLA CASSAFORTE DEL SERVIZIO PUBBLICO SI È CONSUMATO L'ENNESIMO SCAZZO: L'AD, GIAMPAOLO ROSSI, VOLEVA ISSARE SILVIA CALANDRELLI (NONOSTANTE LA VICINANZA AL PD), OSTEGGIATA PERÒ DALLA LEGA CHE VOLEVA GIANFRANCO ZANZILLI - IL MINISTRO GIORGETTI HA CONVOCATO ROSSI AL MEF (AZIONISTA DELLA RAI) PER IMPORRE IL NOME, MA QUELLO, DI FRONTE AL DIKTAT, HA OPPOSTO UN "ME NE FREGO". E ALLA FINE È STATO TIRATO FUORI DAL CILINDRO IL NOME DI VENTURA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - LE MANOVRE DA "DOTTOR STRANAMORE" DI ELLY SCHLEIN: SFANGARLA AI REFERENDUM, VINCERE IN AUTUNNO IN TUTTE E 6 LE REGIONI CHE ANDRANNO AL VOTO, QUINDI ANDARE AL CONGRESSO ANTICIPATO DEL PD A GENNAIO 2026 PER POI FARSI INCORONARE LEADER DEL CENTROSINISTRA ALLE POLITICHE DEL 2027 (CONTE PERMETTENDO) – A FAVORE DI ELLY GIOCA IL FATTO CHE LA MINORANZA DEM E' FRANTUMATA CON BONACCINI E LO RUSSO TRATTATI DA TRADITORI DELLA CAUSA DEI RIFORMISTI E PICIERNO E GORI GIUDICATI TROPPO EX RENZIANI – NEL CENTRODESTRA GIRA GIÀ LA BATTUTA: “LUNGA VITA AD ELLY SCHLEIN”, CHE RESTA PER "LA STATISTA DELLA GARBATELLA" LA SUA MIGLIORE POLIZZA PER FARSI ALTRI 5 ANNI A PALAZZO CHIGI...

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...

giuliano amato

AMOR CH’A NULLO AMATO – IL RITRATTONE BY PIROSO DEL DOTTOR SOTTILE: “UN TIPO COERENTE E TUTTO D’UN PEZZO, UN HOMBRE VERTICAL? O UN SUPER-VISSUTO ALLA VASCO ROSSI, ABILE A PASSARE INDENNE TRA LE TURBOLENZE DELLA PRIMA REPUBBLICA, UOMO-OMBRA DI CRAXI, MA ANCHE DELLA SECONDA?” – ALCUNI PASSAGGI STORICI DA PRECISARE: AMATO NON SI CANDIDÒ NEL 2001 A CAUSA DI ALCUNI SONDAGGI-PATACCA SVENTOLATIGLI DA VELTRONI, CHE DAVANO RUTELLI IN VANTAGGIO SU BERLUSCONI – A FERMARE LA CORSA AL QUIRINALE DEL 1999 FU MASSIMO D’ALEMA, CHE LO SCARICÒ PER IL “NEUTRO” CIAMPI  - IL MANCATO VIAGGIO AD HAMMAMET E IL RAPPORTO CON GIANNI DE GENNARO...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...