hacker guerra cina usa

CYBER WARS! – GLI STATI UNITI E GLI ALLEATI CONDANNANO LA CINA PER L’ATTACCO HACKER CONTRO MICROSOFT. MA PER ORA NON CI SONO SANZIONI: LO SCOPO POLITICO PER ORA ERA FAR VEDERE AL REGIME DI XI JINPING CHE HA CONTRO UN FRONTE UNITO E COMPATTO – DA PECHINO RISPEDISCONO AL MITTENTE LE ACCUSE “INFONDATE E IRRESPONSABILI”: “WASHINGTON È IL CAMPIONE MONDIALE DEGLI ATTACCHI INFORMATICI DANNOSI”

1 - CINA A USA, IRRESPONSABILI ACCUSE SU ATTACCHI A MICROSOFT

usa vs cina

(ANSA) - PECHINO, 20 LUG - La Cina ha rispedito al mittente le accuse dell'amministrazione Biden, dell'Europa e degli alleati Usa sui massicci attacchi contro i server di Microsoft, definendole "infondate" e "irresponsabili". Nella prima risposta ufficiale, Pechino ha mobilitato le ambasciate in Australia e Nuova Zelanda. In due note separate, la missione diplomatica a Wellington ha parlato di accuse "totalmente infondate e irresponsabili" e frutto di "diffamazione dolosa", mentre quella a Canberra ha accusato l'Australia di "fare il pappagallo" della retorica americana, descrivendo Washington come "il campione mondiale degli attacchi informatici dannosi".

attacco hacker microsoft

 

L'amministrazione del presidente americano Joe Biden, l'Ue e diversi alleati, inclusa la Nato, hanno accusato la Cina di essere complice, se non il mandante, della promozione di un "ecosistema criminale di hacker a contratto che svolgono sia attività con la sponsorizzazione dello Stato sia crimini informatici per il proprio guadagno finanziario", mantenendo un atteggiamento 'irresponsabile, distruttivo e destabilizzante" per la sicurezza.

 

anthony blinken

Nello specifico, i fatti contestati sono le violazioni dello scorso inverno, da gennaio a marzo, a carico di Microsoft Exchange, la piattaforma di posta elettronica del colosso di Redmond utilizzata dalle aziende di tutto il mondo, con il furto di dati relativi a migliaia di Pmi in tutto il mondo.

 

 Attacchi a cui sono seguiti ricatti verso di molte delle imprese bersaglio, costrette a pagare un riscatto scongiurare il criptaggio dei loro stessi dati e la conseguente paralisi dei propri sistemi informatici. "Data la natura virtuale del cyberspazio, è necessario disporre di prove chiare quando si indaga e si identificano incidenti legati al cyber", ha affermato l'ambasciata cinese in Nuova Zelanda.

cina hacker

 

2 - L'ACCUSA DEGLI USA "PECHINO SPONSORIZZA GLI ATTACCHI HACKER"

Paolo Mastrolilli per "la Stampa"

 

La Cina è come la Russia, se non peggio, sul fronte degli attacchi digitali. Sta qui il senso dell'accusa lanciata ieri dagli Stati Uniti, insieme a Unione Europea, Nato, i Paesi anglosassoni dei «Five Eyes», Giappone, nella speranza di spingere Pechino a cambiare atteggiamento.

joe biden

 

Per ora non ci sono sanzioni, perché lo scopo politico era proprio presentare un fronte unito contro la Repubblica Popolare, ma non è escluso che arrivino nel prossimo futuro, mentre qualche incriminazione è già scattata. Tutto nasce dall'attacco lanciato nel marzo scorso contro il software del sistema di posta elettronica Microsoft Exchange Server, che al principio aveva colpito almeno 30.000 clienti.

 

HACKER RUSSI

L'azienda fondata da Bill Gates aveva identificato il responsabile nel gruppo di spionaggio cibernetico Hafnium, collegato con l'apparato statale cinese. La Casa Bianca ora è arrivata alla conclusione che di questo si era trattato, e il segretario di Stato Antony Blinken ha dettagliato così l'accusa contro il Ministry of State Security di Pechino: «Ha promosso un ecosistema di hacker criminali a contratto, che conducono attività sponsorizzate dallo Stato e crimini cibernetici per il loro guadagno finanziario.

Bill Gates

 

Questi hacker a contratto costano ai governi e alle imprese miliardi di dollari in proprietà intellettuale rubata, pagamenti di riscatti, e sforzi di mitigazione per la sicurezza digitale, mentre l'MSS li tiene a libro paga».

 

Quindi gli Stati Uniti hanno sfruttato questo episodio per denunciare l'intero sistema cinese delle operazioni cyber, e infatti ieri la National Security Agency, la Cybersecurity and Infrastructure Security Agency, l'Fbi, e la Cisa hanno pubblicato un rapporto che dettaglia oltre 50 tattiche impiegate dalla Repubblica popolare per lanciare i suoi attacchi.

 

Così hanno convinto tutti i principali alleati a seguirli, e alla condanna si sono uniti Unione Europea, Nato, Giappone, Australia, Canada, Gran Bretagna e Nuova Zelanda. Al momento non sono state imposte sanzioni, come era accaduto con la Russia per il caso SolarWinds ad aprile, proprio perché Washington voleva presentare un fronte compatto a Pechino e non poteva rischiare di incrinarlo con la defezione di qualche alleato contrario alle misure punitive.

 

attacco hacker microsoft

Non è escluso però che arrivino in un secondo momento, se la Repubblica popolare non dimostrerà di aver recepito il messaggio e cambiato linea. Nel frattempo però gli Usa hanno incriminato quattro cittadini cinesi, fra cui tre agenti dell'intelligence, accusati di un'altra campagna di spionaggio digitale condotta fra il 2011 e il 2018 contro aziende private, università e strutture pubbliche, allo scopo di rubare segreti sull'Ebola e la ricerca scientifica in altri campi. Biden ieri ha spiegato che le indagini non sono ancora finite, e altri provvedimenti potrebbero seguire.

 

Le differenze con la Russia sono che SolarWinds era stata un'operazione dei servizi di Mosca, mentre gli ultimi ransomware sono stati lanciati da hacker privati a scopo di riscatto. Il Cremlino ha la responsabilità di evitare simili operazioni dal suo territorio, ma non le avrebbe ordinate o gestite. Pechino invece aveva assunto gli hacker criminali a contratto per colpire Microsoft, e quindi avrebbe una colpa diretta. Di sicuro c'è che il cyberspace è uno dei fronti su cui si combatte la sfida geopolitica epocale tra Usa, Cina e Russia, e gli americani hanno deciso di reagire.

Ultimi Dagoreport

friedrich merz donald trump starmer macron meloni von der leyen jd vance

DAGOREPORT - L’INCONTRO DI GIORGIA MELONI CON VANCE E VON DER LEYEN È STATO SOLO ''ACCIDENTALE'': È STATO POSSIBILE IN VIRTU' DELL’INSEDIAMENTO DI PAPA LEONE XIV (NON È STATA LA DUCETTA A CONVOCARE I LEADER, BENSI' SANTA ROMANA CHIESA) – LA "COMPASSIONE" DI TRUMP, CHE HA COINVOLTO LAST MINUTE "COSETTA" MELONI NELLA CHIAMATA CON MACRON, STARMER E MERZ – LE FAKE NEWS DI PALAZZO CHIGI PROPALATE DALLA STAMPA E MEDIA DI DESTRA COL SUPPORTO DEL “CORRIERE DELLA SERA”:  ALL’ORIZZONTE NON C’È MAI STATO ALCUN INVIO DI TRUPPE EUROPEE AL FIANCO DI KIEV CONTRO MOSCA. SOLO DOPO LA FIRMA DI UNA TREGUA, GRAN BRETAGNA E FRANCIA SONO A FAVORE DI UN INVIO DI TRUPPE, MA UNICAMENTE AL FINE DELLA SALVAGUARDIA DEI CONFINI UCRAINI, E COL FONDAMENTALE SUPPORTO INTELLIGENCE DELLA CIA - ALTRA MINCHIATA DELLA PROPAGANDA ALLA FIAMMA: NON E' MAI ESISTITA LA VOLONTÀ DI ESCLUDERE L’ITALIA DAL GRUPPO DEI ''VOLENTEROSI''. È LA "GIORGIA DEI DUE MONDI" STESSA A ESSERSI CHIAMATA FUORI, IN PREDA ALL'AMBIZIONE SBAGLIATA DI DIVENTARE LA "PONTIERA'' TRA STATI UNITI ED EUROPA, E PER EVITARE GUAI IN CASA CON IL SUO NEMICO PIU' INTIMO, MATTEO SALVINI...

giuliano amato

AMOR CH’A NULLO AMATO – IL RITRATTONE BY PIROSO DEL DOTTOR SOTTILE: “UN TIPO COERENTE E TUTTO D’UN PEZZO, UN HOMBRE VERTICAL? O UN SUPER-VISSUTO ALLA VASCO ROSSI, ABILE A PASSARE INDENNE TRA LE TURBOLENZE DELLA PRIMA REPUBBLICA, UOMO-OMBRA DI CRAXI, MA ANCHE DELLA SECONDA?” – ALCUNI PASSAGGI STORICI DA PRECISARE: AMATO NON SI CANDIDÒ NEL 2001 A CAUSA DI ALCUNI SONDAGGI-PATACCA SVENTOLATIGLI DA VELTRONI, CHE DAVANO RUTELLI IN VANTAGGIO SU BERLUSCONI – A FERMARE LA CORSA AL QUIRINALE DEL 1999 FU MASSIMO D’ALEMA, CHE LO SCARICÒ PER IL “NEUTRO” CIAMPI  - IL MANCATO VIAGGIO AD HAMMAMET E IL RAPPORTO CON GIANNI DE GENNARO...

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…