renzi dito puntato

D’ALEMA L’HA PREDETTO: IL GOVERNO RENZI CADRÀ PER MANO DELLA MAGISTRATURA - E ORA NEL PD C’È CHI SENTE ODORE DI SCOSSONI GIUDIZIARI - FELTRI: “RENZI È MORTO, POLITICAMENTE, S'INTENDE"

1 - MATTEO È MORTO FISSATE I FUNERALI (POLITICI, EH...)

Vittorio Feltri per “il Giornale”

 

RENZI  dalemaRENZI dalema

Quelli che la sanno lunga dicono che Matteo Renzi sia cattivissimo, cinico e vendicativo. A me più che altro sembra morto, politicamente, s'intende. Bisogna soltanto comunicargli la data del funerale. A esequie avvenute, qualcuno provvederà a stabilire il da farsi, che non si profila una passeggiata. Che peccato, un premier tanto giovane e vigoroso, pieno di idee sbagliate e di energie sprecate, se ne sta andando già nel numero dei più inutili e dispersivi governanti, cioè capaci di presentarsi bene, di illudere le folle con promesse mirabolanti, ma, alla prova dei fatti, inabili a concludere alcunché.

 

DALEMA E RENZI DALEMA E RENZI

Diciamo queste cose con molta tristezza nel cuore: tuttavia, la realtà è talmente cruda da meritare una narrazione priva di ipocrisie e di eufemismi. L'Italia, nonostante lo scellerato ottimismo sbandierato dal presidentino, continua a essere una ciofeca, identica a quella maldestramente condotta da Mario Monti e da Enrico Letta, per rimanere all'ultimo periodo delle tribolazioni patrie. I dati macroeconomici sono oggi più disastrosi rispetto agli anni scorsi; è sufficiente leggerli per capire che ha ragione Renzi: il Paese effettivamente è ripartito, peccato che abbia innestato la retromarcia.

 

RENZI PASSA DA FONZIE AI BAFFI MA SEMBRA POIROT NON DALEMA RENZI PASSA DA FONZIE AI BAFFI MA SEMBRA POIROT NON DALEMA

Esso è riuscito a progredire soltanto nel degrado: Roma docet. E altre città hanno imparato la lezione e l'hanno seguita alla lettera. In barba al Jobs act, la disoccupazione, lungi dall'essere calata, si è impennata (inclusa quella giovanile, aggravata dal fatto che i ragazzi hanno voglia di incassare lo stipendio e non di lavorare). Il Pil è stabilmente basso. Il debito pubblico è a livelli di record mondiale. Se i padroni dello spread (i banchieri spericolati e complici dei finanzieri vicini alle cancellerie) decidessero di sbarazzarsi dell'enfant prodige fiorentino, darebbero un po' di gas alle loro speculazioni e addio bambinone. Già visto.

 

RENZI HOUSE OF CARDSRENZI HOUSE OF CARDS

Volando rasoterra, entriamo nella casa matta del Partito democratico e scorgiamo soltanto macerie: difficile trovare due democrat che vadano d'accordo, benché tutti si dicano renziani. Monta il desiderio generale di una resa dei conti. La vecchia guardia osserva le operazioni di macelleria ghignando nella speranza (certezza) che la fine sia imminente. Chi è stato spodestato è pronto a restituire le botte ricevute, con gli interessi, naturalmente. Si annusa l'acre odore del sangue.

RENZI FORTE DEI MARMIRENZI FORTE DEI MARMI

 

Ma Renzi non si dà per vinto, è persuaso di avere in pugno la situazione, confondendola con una ventina di mosche. Povero figlio. Ogni volta che lascia Palazzo Chigi per recarsi in un Paese straniero, in aereo annota gli appunti di un discorso che sarà la fotocopia di quello precedente. A chiunque incontri rivolge sempre le stesse parole da paraculo. La conferma ce l'ha fornita alcuni giorni fa in Giappone.

 

Ha detto che il modello nipponico è il migliore, va adottato anche in Italia. La stessa frase l'ha spesa conversando con qualunque capo di Stato e di governo che abbia incontrato. Egli ha annunciato di apprezzare anche le formule greche. La peggior figura che possa rimediare un premier è quella di rendersi ridicolo.

 

RENZI ORFINI BILIARDINORENZI ORFINI BILIARDINO

Renzi l'ha rimediata spesso, inchiodato dalle riprese televisive che hanno documentato la sua goffaggine. A questo punto, se si considera ciò che Alessandro Sallusti ha scritto ieri sul Giornale, non rimane che ribadire il concetto espresso in apertura di questo articolo: auguriamo a don Matteo una dolce morte (politica, sottolineiamo ancora). Libera nos a malo.

 

2 - D’ALEMA AVVISA RENZI

Tommaso Montesano per “Libero Quotidiano”

 

renzi  conferenza  ambasciatorirenzi conferenza ambasciatori

Ci risiamo. Massimo D’Alema è tornato a vaticinare. Come ai bei tempi. Quelli dell’estate 2009, per intenderci. Quando l’ex premier si lasciò andare a una previsione sul governo guidato da Silvio Berlusconi: «Nella vicenda italiana potranno avvenire delle scosse. L’opposizione sia pronta». Di lì a poco, l’ex premier fu investito dalle rivelazioni sul caso della escort pugliese Patrizia D’Addario, che diedero il via alla fase declinante dell’esecutivo. Adesso D’Alema, che non ha mai nascosto la sua avversione per Matteo Renzi, ci riprova.

 

renzi con i  pesenti all italcementirenzi con i pesenti all italcementi

Come riportato dal Foglio, l’ex premier «da qualche tempo sostiene che il governo non cadrà per uno sgambetto del Parlamento, per un giochino delle minoranze, per un complotto delle opposizioni, ma cadrà per mano giudiziaria». Un ragionamento che D’Alema ha fatto più volte in privato e che sarebbe arrivato anche alle orecchie di Andrea Orlando, ministro della Giustizia. Ma soprattutto, il messaggio di D’Alema non è passato inosservato a Renato Brunetta.

 

Al punto che il capogruppo di Forza Italia a Montecitorio ha fatto mettere a verbale, sul suo Mattinale, una ricostruzione sulle ultime mosse del premier in tema di giustizia. A partire dalla libertà di coscienza concessa dal Pd ai suoi senatori nel voto sulla richiesta di arresto nei confronti di Antonio Azzollini (Ncd). «E se Renzi temesse una controffensiva dei magistrati?», ipotizza il bollettino forzista.

renzi festa unitarenzi festa unita

 

«Forse il presidente del consiglio badava a tutelare se stesso dopo i tanti segnali di ostilità che di recente gli sono giunti dai pubblici ministeri». Il Mattinale butta giù una lista dei fronti giudiziari dai quali potrebbe arrivare qualche grattacapo per il leader di Palazzo Chigi: «Il Vietnam giudiziario è alle viste, investendo le Coop del Golfo di Napoli (il caso della Cpl Concordia, ndr), l’affare Monte dei Paschi, quello della Banca dell’Etruria, oltre che il tfr dello stesso Renzi impiegato nella ditta paterna, ma con contributi veri dello Stato».

 

LUPI RENZILUPI RENZI

Negli atti dell’inchiesta napoletana alcune intercettazioni riguarderebbero lo stesso Renzi e Luca Lotti, sottosegretario di Palazzo Chigi, mentre parlano al telefono con il generale della Guardia di Finanza Michele Adinolfi. In realtà, a preoccupare di più Palazzo Chigi potrebbe essere quanto sta emergendo dagli interrogatori di Luca Odevaine, l’ex componente del tavolo del ministero dell’Interno sull’accoglienza.

 

MATTEO RENZI A BERSAGLIO MOBILE MATTEO RENZI A BERSAGLIO MOBILE

Odevaine, arrestato a dicembre nell’ambito della prima tranche di Mafia Capitale, starebbe collaborando con i magistrati di Roma e Catania sul Centro d’accoglienza per richiedenti asilo (Cara) di Mineo. La struttura più grande d’Europa per i migranti il cui appalto, del valore di 100 milioni di euro, è finito nel mirino delle toghe, che hanno iscritto nel registro degli indagati, oltre a Odevaine, altre cinque persone tra cui Giuseppe Castiglione, il sottosegretario all’Agricoltura, uomo forte di Ncd in Sicilia.

 

MATTEO RENZI A BERSAGLIO MOBILE MATTEO RENZI A BERSAGLIO MOBILE

Lo scorso 31 marzo Salvatore Buzzi, il patron della Cooperativa 29 Giugno ritenuto il vertice finanziario di Mafia Capitale, in una dichiarazione spontanea ai magistrati aveva confidato: «Su Mineo casca il governo... Io potrei, cioè, se possiamo spegnere il registratore glielo dico». Frasi bollate come «inutili», in attesa di riscontri, dai magistrati. Fatto sta che adesso alle parole di Buzzi si uniscono le rivelazioni di Odevaine, i cui contenuti messi a verbale sono stati secretati. Un filone alimentato anche dalle dichiarazioni dello stesso Buzzi. Pure il fondatore della Coop 29 Giugno sta rispondendo ai pm: cinque interrogatori in carcere, due a giugno e tre a fine luglio. Davanti agli inquirenti, Buzzi avrebbe definito «famelici» i politici romani. A partire da quelli del Pd: «Mai pagato così tanto prima d’ora».

 

renzi con il koalarenzi con il koala

 

matteo renzi leopoldamatteo renzi leopolda

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”