giorgia meloni francesco starace dario scannapieco elisabetta belloni ruffini alessandro rivera giancarlo giorgetti

PRONTI AL GRAN BALLO DELLE NOMINE? DA QUI A MARZO CI SONO 67 POLTRONE IN SCADENZA: ECCO TUTTI I NOMI IN PISTA – LA NUOVA FARNESINA DI TAJANI - TRA RIVERA E MAZZOTTA, NE RESTERA' SOLO UNO (IL COLLE PRO RIVERA) - CSM: LA MELONI NON VUOLE POLITICI, CARTABIA SICURA - RUFFINI E DAL VERME CONFERMATI, MINENNA OUT (ARRIVA ALESSE) - ROCCO SABELLI TORNA A SPORT E SALUTE? – SALVINI "LICENZIA" STARACE, ENEL A DONNARUMMA, IL PREZZEMOLINO FLAVIO CATTANEO, ELISABETTA BELLONI VERSO LA PRESIDENZA DI ENI (AL DIS ZAFARANA, PISANI ALL'AISI), MARIANI AL POSTO DI PROFUMO, CARTA RESTA - IN BARBA A SALVINI, LA REGOLA DELLA DUCETTA È CAMBIARE SOLO CHI È IN SCADENZA. SCANNAPIECO E FERRARIS RINGRAZIANO...

DAGOREPORT

GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI

Il gran ballo delle nomine è appena cominciato e ha già rotto i coglioni visto che si concluderà, con i fuochi d’artificio, soltanto a marzo, quando andranno in scadenza le 67 poltrone delle aziende partecipate: Eni, Enel, Leonardo, Poste, e chi più ne ha, più ne metta. E da qui a marzo, ogni giorno è un ballo di San Vito.

 

Prima di incasellare la giusta chiappa su una precisa poltrona, va predisposto lo schema generale: caselle da riempire, incrociate l’una con l’altra, come in un grande Tetris. C'è  una folla di auto-candidati, tanti nomi da bruciare, molti già bruciati. Tra alti papaveri e grandi ambizioni, manager di lungo corso e vecchi arnesi, facce nuove e facce di bronzo, ecco il "cosa bolle in pentola" in arrivo dal Palazzo impiattato da Dagospia.

 

ENTRATE, DEMANIO, DOGANE

ernesto maria ruffini foto di bacco (4)

Intanto, come scrivono Carmelo Caruso e Simone Canettieri sul “Foglio”, arrivano i primi cambi di stagione: “Si tratta di Agenzie delle Entrate, Demanio, Dogane. Secondo fonti del Foglio si va verso due grandi conferme. La più importante è la conferma di Ernesto Maria Ruffini a direttore delle Agenzie delle Entrate, apprezzato dal Quirinale e trasversalmente anche dal centrosinistra.

 

ALESSANDRA DAL VERME

L’altra grande conferma sarebbe quella di Alessandra Dal Verme come direttrice del Demanio, un passato alla Ragioneria dello stato” e “cognata dell’ex premier, Paolo Gentiloni”. “Salta invece un simbolo del M5s e amico personale di Beppe Grillo. Si tratta di Marcello Minenna, direttore dell’Agenzia delle Dogane.

 

Al suo posto non dovrebbe andare Benedetto Mineo, mister Prezzi, dirigente del Mise. Al posto di Minenna dovrebbe essere indicato Roberto Alesse, già presidente della Commissione di Garanzia dell’Attuazione della Legge sullo sciopero".

ettore francesco sequi foto di bacco (4)

 

FARNESINA

Al Palazzone del Ministero degli Esteri molte cose stanno per cambiare: il segretario generale, Ettore Francesco Sequi, è vicino alla pensione, ma non disdegnerebbe di riciclarsi alla presidenza di una grande partecipata.

 

Al suo posto, il ministro Antonio Tajani, con antichi e solidi rapporti con la Spagna, vorrebbe piazzare l’attuale ambasciatore italiano a Madrid, Riccardo Guariglia.

RICCARDO GUARIGLIA

 

Il favorito, fino a poco tempo fa, sembrava essere Armando Varricchio, ex ambasciatore a Washington e Berlino, ma considerato troppo vicino a Enrico Letta e Matteo Renzi, che ne hanno favorito la carriera. Tajani avrebbe già in mente anche il nuovo capo di gabinetto: Francesco Genuardi, attualmente ambasciatore italiano in Belgio.

 

RIVERA

FRANCESCO GENUARDI

Sul destino del direttore generale del Tesoro sarà il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, a decidere. Ma la voce del “Don Abbondio” della Lega non sarà l’unica in capitolo. Sul movimento di pedine al MEF, infatti, c’è lo sguardo vigile e attento del Quirinale, che gradirebbe quantomeno continuità. Quando si maneggiano i conti dello Stato bisogna essere prudenti.

 

Dal lato maggioranza, l'intensità della guerriglia avviata tempo fa dai meloniani si è affievolita molto.

 

ALESSANDRO RIVERA

Lo stesso Crosetto ha prima estratto il machete e poi offerto cioccolatini agli alti papaveri del MEF, con un’intervista ad Avvenire, ieri, in cui ha lodato proprio Rivera e il ragioniere dello Stato, Biagio Mazzotta (“rappresentano il meglio della dirigenza pubblica italiana”). Ma nonostante il repentino cambio di rotta, ne resterà soltanto uno: o Rivera o Mazzotta.

BIAGIO MAZZOTTA - RAGIONIERE GENERALE DELLO STATO

 

Stando agli ultimi rumors, qualche chance in più di restare sembra avercela Rivera, che gode di ampia considerazione al Colle. Del resto, sia il Dg del Tesoro che Mattarella sono filo-francesi: Rivera era molto vicino a Mustier, tant’è che propose alla presidenza della Borsa di Milano, in barba ai conflitti e ai soffritti di interessi, la fidanzata dell’ex ad Unicredit, Claudia Parzani.

 

Inoltre ha appoggiato strenuamente il fondo Certares, e quindi la cordata di cui faceva parte Air France, sulla privatizzazione di ITA (e sappiamo com’è andata: alla fine la compagnia di bandiera se la compreranno i tedeschi di Lufthansa per due palanche, con il beneplacito di Giorgetti).

 

GUIDO CROSETTO MACHETE MEME

CSM

Come ben riportato da Giacomo Amadori sulla “Verità” di oggi, il PD deve far felice Mattarella, e per questo porterà al Consiglio Superiore della Magistratura l’ex ministro della giustizia, Marta Cartabia.

 

Che diventi lei la vicepresidente dell’organo di autogoverno dei giudici o meno, si vedrà: l’importante è piazzarla a Palazzo dei Marescialli.

 

Giuseppe Conte spinge il suo Ettore Licheri, Giorgia Meloni ha tre posti ma non vuole politici: l’ordine di scuderia è “nessun parlamentari, attuale o passato, ma solo esterni”. La Lega invece vorrebbe destinare il suo slot a tale Francesco Urraro, ex senatore del Movimento 5 stelle, folgorato sulla via di Pontida nel 2019.

 

marta cartabia sergio mattarella

PARTECIPATE

Qui le cose si fanno interessanti: il ministro delle infrastrutture, Matteo Salvini, ha già dato praticamente il foglio di via a Francesco Starace, aprendo la partita della successione in Enel. Il “Capitone” ha detto che “Tim e Enel hanno bisogno di un grande piano di medio-lungo periodo, cosa che evidentemente è mancata nell'ultimo periodo”. Come a dire: preparate le valigie.

 

francesco starace foto di bacco (1)

Fiutata l'occasione di accomodarsi in poltrona, ha subito avanzato la sua candidatura il sempreverde Flavio Cattaneo, con un’intervista rilasciata (ça va sans dire) al Messaggero del suo amico Caltagirone (che lo propose anche nella lista per Generali).

 

“Mr. Ferilli” gode dell’appoggio di Ignazio La Russa e Silvio Berlusconi, e nell’ultimo periodo è attivissimo. Peccato (per lui) che Giorgia Meloni gli preferisca Stefano Donnarumma, ad di Terna.

 

flavio cattaneo sabrina ferilli foto di bacco (1)

Se così fosse, per la società che si occupa delle reti di trasmissione dell’energia elettrica, in pole ci sarebbe Giuseppe Lasco, condirettore generale di Poste. Sempre a Poste, l’ad Matteo Del Fante si guarda intorno e sogna Cassa depositi e prestiti, ma la poltrona di Dario Scannapieco dovrebbe essere piuttosto solida, visto che non è in scadenza (da contratto, rimane fino al 31 dicembre 2023).

 

STEFANO DONNARUMMA

Giorgia Meloni infatti non vuole mandare via i manager che non sono in scadenza. Lo stesso ragionamento vale per l’ad di Ferrovie, Luigi Ferraris. Ma se Del Fante dovesse riuscire ad accasarsi altrove, c’è sempre pronto il prezzemolino Cattaneo, che presidia il cortile della partecipata "specializzata" in lettere, cartoline e raccomandate che si è trasformata nella prima banca italiana.

MATTEO DEL FANTE

 

A Leonardo, invece, il favorito per prendere il posto di Alessandro Profumo, ormai mollato perfino da Gentiloni, è Lorenzo Mariani, amministratore delegato di Mbda, grande amico di Simone Guerrini, consigliere di Sergio Mattarella con un passato a Finmeccanica. E si sa, il Colle ha sempre un occhio di riguardo sull’azienda della Difesa, specie in un momento in cui c’è la guerra alle porte dell’Europa.

 

LORENZO MARIANI MBDA

Per la posizione di ad dell’ex Finmeccanica era circolata anche l’ipotesi - molto farlocca - dell’ex ministro Cingolani, che è tornato a Leonardo dopo l’esperienza alla transizione ecologica, ma ha già preparato gli scatoloni per accasarsi altrove.

 

Sulla poltrona di presidente dovrebbe continuare la sua esperienza Luciano Carta.

 

"Nostra Signora Italia", Elisabetta Belloni, dopo la catastrofica corsa per il Quirinale, è invece la favorita per la presidenza dell’Eni. Il suo incarico al Dis, la struttura che coordina i servizi segreti, verrebbe preso da Giuseppe Zafarana, comandante generale della Guardia di Finanza con mandato in scadenza.

 

elisabetta belloni foto di bacco (2)

Al vertice delle Fiamme Gialle, al posto di Zafarana, potrebbe arrivare un nome pescato da questo lotto: il suo vice, Andrea De Gennaro, fratello del mitologico Gianni, Fabrizio Cuneo, comandante interregionale per l’Italia centro-settentrionale, Ignazio Gibilaro, comandante del Comando Aeronavale centrale, Fabrizio Carrarini, comandante del comando interregionale  dell'Italia nord occidentale e Umberto Sirico, comandante dei reparti speciali.

 

Zafarana

Per quanto riguarda l’Aisi, i servizi interni, si pensa a una transizione morbida: al posto di Mario Parente dovrebbe andare Vittorio Pisani, attuale vicedirettore, caro a Salvini.

 

SPORT E SALUTE

Vito Cozzoli sta recuperando posizioni nel lavoro in tandem con il ministro Andrea Abodi, ma il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti vorrebbe riportare alla guida della società il fido Rocco Sabelli, che fu silurato dal grillino Spadafora a favore di Cozzoli.

 

INFRATEL

vito cozzoli foto mezzelani gmt (c)1633

A Infratel, società pubblica che opera all’interno del Ministero dello Sviluppo Economico, e a cui arriveranno fior di miliardi dal Pnrr per la fibra ottica, dovrebbe avere la valigia pronta l’attuale ad Marco Bellezza.

 

Ps. Tutti i nomi che stanno circolando per gli incarichi che contano appartengono tutti a uomini. Se si esclude Elisabetta Belloni, infatti, non c’è nessuna quota rosa. Che farà la prima premier donna d’Italia? Giorgia Meloni si darà da fare per cercare signore e signorine all’altezza del ruolo o ricorrerà ai soliti, vecchi, cari uomini?

Marco Bellezzaandrea de gennaro guardia di finanzavito cozzoli foto di bacco

lorenzo mariani Leonardo

 

Ignazio Gibilaro fabrizio cuneo

GIANCARLO GIORGETTI ROCCO SABELLIgenerale umberto siricovittorio pisani

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....