
DAGOREPORT – PER PRENDERE PER IL CULO L’EUROPA, DAVVERO BASTA UN NERBORUTO LIBICO? – SADDAM HAFTAR, CHE APPENA UN MESE FA SI AGGIRAVA IN ITALIA ACCOLTO CON LE TROMBETTE DA TRE MINISTRI (PIANTEDOSI, TAJANI E CROSETTO), SAPEVA BENISSIMO CHE BRUXELLES NON POTEVA DARE LEGITTIMITÀ ALLE TESTE DI LEGNO DEL ‘’GOVERNO DI TOBRUK’’, E L’INCONTRO CON I RAPPRESENTATI UE SAREBBE SUBITO FINITO NEL CESTINO, E NEL PIÙ COMPLETO SILENZIO MEDIATICO. E NO! QUI CI VUOLE IL PUBBLICO "FATTACCIO" DI RISPEDIRLI A CASA COME "PERSONE NON GRATE". E ZAC! PIANTEDOSI E COMPAGNI SONO CADUTI NEL TRAPPOLONE DI HAFTAR – COME MAI L'INTELLIGENCE ITALIANA, CHE HA RAPPORTI STRETTISSIMI SIA CON I RAS DELLA TRIPOLITANIA CHE CON I RAS DELLA CIRENAICA, NON HA FIUTATO IL TRAPPOLONE? EPPURE, IL 22 LUGLIO DEL 2022, NONOSTANTE HAFTAR FOSSE INSEGUITO DA UN MANDATO DI CATTURA INTERPOL, CI PENSÒ IL GOVERNO DRAGHI A SOTTRARLO DALL'ARRESTO, IMBARCANDOLO A CAPODICHINO - STESSA STORIA, POI, CON ALMASRI, "ESFILTRATO" CON TANTO DI VOLO DI STATO - COME MAI QUESTA VOLTA NON HA FUNZIONATO L'ITALICO PIEDE IN DUE STAFFE? AH, SAPERLO...
SADDAM HAFTAR CON MATTEO PIANTEDOSI
DAGOREPORT
Non si era mai visto un ministro italiano respinto alla frontiera come un clandestino qualunque.
L’indecorosa scenetta avvenuta ieri a Bengasi (il ministro Piantedosi con i suoi colleghi di Grecia e Malta, insieme al commissario europeo Magnus Brunner rispediti a casa dagli uomini di Haftar) lascia, oltre a una figuraccia epocale, molte perplessità tra diplomatici e 007 su come sia stata preparata la visita della delegazione europea, guidata dall’ambasciatore dell’Ue in Libia, Nicola Orlando.
MATTEO PIANTEDOSI CON MUSTAFA TRABELSI A TRIPOLI
A creare le maggiori perplessità è soprattutto il consolidato rapporto tra il governo italiano, in particolare il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi e Saddam Haftar, figlio dell'ottantenne generale Khalifa e vera guida politica della Cirenaica.
Il figlio del baffuto militare, venti giorni fa, è stato accolto con tutti gli onori in Italia, dove ha incontrato il capo del Viminale, il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, il capo di stato maggiore della Difesa, Luciano Portolano e il ministro Guido Crosetto.
Possibile che, durante i numerosi faccia a faccia, non sia stato affrontato il tema della organizzazione del viaggio di ieri?
GIOVANNI CARAVELLI - FOTO LAPRESSE
Le diplomazie e i servizi di intelligence non si erano adoperati per far filare liscio il viaggio di Brunner e dei tre ministri?
Possibile che l’ambasciatore dell’Ue in Libia, Nicola Orlando, prima della partenza, non abbia chiarito ben bene con gli Haftar i termini protocollari dell'incontro, essendo il governo di Tobruk, che controlla la Cirenaica, non riconosciuto dall'Onu e dall'Unione Europea?
Njeem Osama Almasri Hoabish torna a tripoli
Non era mai accaduto in precedenza che Haftar andasse a ricevere una delegazione all’aeroporto di Bengasi. Il Ras libico, forte del sostegno della Russia, è sempre rimasto comodo nel suo compound.
La prassi vuole che a mostrarsi nelle foto opportunity siano le istituzioni formalmente investite dal parlamento fantasma di Tobruk, che in Cirenaica conta meno di niente. Ci si stringe la meno e poi si raggiunge Haftar.
Khalifa Haftar matteo piantedosi a bengasi
L’ambasciatore Orlando ha creduto di poter aggirare una procedura rodata e un protocollo collaudato? Oppure, in barba agli accordi diplomatici, Haftar ha archittetato un bel trappolone per sputtanare i tre ministri europei più commissario all'immigrazione?
Quello che è certo è che i rappresentati dei paesi dell'Ue più interessati dal flusso migratorio proveniente dal Nord Africa non si sarebbero mai imbarcati per la Libia se avessero sapuo che ad accoglierli all'aeroporto internazionale di Benina ci sarebbe stato il premier della Cirenaica, Osama Saad Hammad, scortato dai ministri degli Esteri e dell'Interno di Bengasi.
Su "La Stampa", Ilario Lombardo puntualizza: “Anche Bruxelles ha le sue regole.
E queste prevedono che un membro del governo europeo non possa sedersi a discutere amabilmente di fronte a rappresentanti di un governo non riconosciuto.
È quello che stava per avvenire a Bengasi: il vero motivo di questo incidente che ha trasformato tre ministri e un commissario europeo in «persone indesiderate»".
E' chiaro che Haftar non è un pirla: sapeva benissimo che Bruxelles non poteva dare legittimità alle teste di legno del governo di Tobruk, una ''cerimonia ufficiale'' era impossibile e tutto sarebbe finito nel cestino, e nel più completo silenzio mediatico.
SADDAM HAFTAR CON LUCIANO PORTOLANO
giorgia meloni a tripoli con Abdulhamid DBEIBAH
E no! qui ci vuole il pubblico "fattaccio" di rispedirli a casa come "persone non grate". E zac!, per motivi a noi ignoti (pressione di Putin?), Piantedosi e compagni sono finiti nel trappolone di Haftar.
''È una prova di forza: viene certamente vissuta come tale, dagli ospiti europei. Un dispetto, confesseranno poi, uno sgarbo accuratamente macchinato”, scrive "La Stampa".
A questo punto sorge un'altra domanda sul ruolo dell'intelligence italiana capitanata dal generale Gianni Caravelli. Per gestire gli sbarchi dei migranti in partenza dalla Libia, l'Aise ha avuto ed ha rapporti strettissimi sia con i padroni della Tripolitania che con i ras della Cirenaica.
Tant'è che il 22 luglio del 2022, nonostante fosse inseguito da un mandato di cattura Interpol, emesso dell’autorità giudiziaria spagnola, Saddam Haftar con quattro guardie del corpo, atterrò con un jet privato a Genova, presentando alle autorità doganali documenti falsi.
All'epoca ci pensò il governo Draghi, attraverso l'autorità delegata ai servizi Gabrielli, a sistemare la faccenda Haftar sottraendolo dall'arresto.
Gli 007 dell'Aise organizzarono la sua “esfiltrazione” imbarcandolo all'aeroporto di Capodichino su un volo per Tobruk, il successivo 2 agosto.
Dopo un colpo al cerchio, non può mancare uno alla botte: sono sempre gli 007 dell'Aise che riportarono con un volo di Stato a casa Almasri, il torturatore della Tripolitania filo-turca, da sempre in guerra con la Cirenaica filo-russa.
Come mai questa volta non ha funzionato l'italico piede in due staffe? Perché l'intelligence de' noantri non è venuta a conoscenza del trappolone da bieca propaganda di Haftar? Oppure, come si sussurra alla Farnesina, non corrono buoni rapporti tra l'ambasciatore Nicola Orlando e l'Aise di Caravelli?
Eppure, appena un mese fa Saddam Haftar si aggirava tranquillo in Italia, sotto lo sguardo vigile degli agenti dell'Aise, accolto con le trombette da tre ministri: Piantedosi, Tajani e Crosetto (si veda l'articolo a seguire).
C’è un'altra ipotesi: che Putin volesse a tutti i costi sabotare il dialogo per la gestione dei migranti tra Europa e Haftar, proprio per continuare a mettere sotto pressione l’Unione attraverso il controllo dei flussi e delle partenze, su cui la brigata Wagner esercita un forte controllo sia in Libia che nei paesi dell’Africa sub-sahariana.
CONTINUA “ROMANZO VIMINALE”, OVVERO LA STORIA DEI RAPPORTI TRA IL GOVERNO ITALIANO E I PEGGIORI CRIMINALI DELLE MILIZIE LIBICHE
Da https://mediterranearescue.org del 12 giugno 2025
Ieri Saddam Haftar, accusato di crimini di guerra e contro l’umanità come Almasri, è stato ricevuto con tutti gli onori dal suo “amico” Matteo Piantedosi
soldati di pattuglia a tripoli libia
Noi che andiamo per mare, conosciamo bene il figlio del generale Khalifa Haftar, boss di Bengazi e grande alleato di Putin in Libia. Saddam Haftar, che si prepara alla successione al comando, è a capo della famigerata brigata “Tarek Ben Zayed”, dotata tra le altre cose di un supply vessel denominato allo stesso modo, con il quale la milizia del figlio d’arte, opera catture di profughi in mare, e li deporta nei lager della Cirenaica.
Saddam Haftar gestisce in particolare il lager di Sidi Faraij, situato a est di Bengazi, dove torture e omicidi dei detenuti sono all’ordine del giorno. Un dettagliato rapporto di Amnesty International del 2022, descrive le attività del giovane Haftar come un “carosello degli orrori”.
INCONTRO AL VIMINALE TRA SADDAM HAFTAR E MATTEO PIANTEDOSI
Anche la giustizia statunitense lo cerca dal maggio di quest’anno: è accusato di rapimenti, omicidi, deportazioni di massa anche nei confronti di cittadini libici. Saddam Haftar è segnalato dalle Nazioni Unite, come uno dei più influenti trafficanti libici. Grandi quantità di argento e dollari sono nei caveau della Banca Centrale Libica, proventi di vendita di armi e petrolio, riscatti, traffico di esseri umani.
Ancora una volta dunque, uno dei più grandi “trafficanti del globo terracqueo", è blandito e osannato dal governo di Giorgia Meloni. Ma non solo. Haftar, come Almasri, gode di “protezione” in Italia. Il 22 luglio del 2022, Saddam Haftar con quattro guardie del corpo, è’ atterrato con un jet privato a Genova.
Avevano documenti falsi. Nonostante fosse inseguito da un mandato di cattura Interpol, emesso dell’autorità giudiziaria spagnola, i nostri servizi segreti hanno organizzato la sua “esfiltrazione” da Capodichino il successivo 2 agosto, per sottrarlo alla cattura.
Non è un caso che Genova sia stata una tappa di Saddam, come lo fu per Almasri: i contatti tra i capi mafia libici e la criminalità organizzata nostrana, avverrebbero spesso proprio nella città ligure, usando la copertura dello stadio.
La milizia di Haftar ha collaborato molto con il gruppo Wagner russo, in particolare per la sua espansione dalla Cirenaica alla Tripolitania. Vari rapporti della segreteria di Stato americana, segnalano questa circostanza.
Oggi, a 34 anni e con il padre uomo forte della Cirenaica che ha raggiunto gli 80, si sta preparando il passaggio dinastico di consegne. I clan, come quello Trebelsi, potente ministro degli interni, si stanno riorganizzando.
In una Libia sempre più in preda allo strapotere criminale delle milizie, con una influenza turca e russa sempre più marcata nel definire gli equilibri interni di potere, l’Italia, nonostante i milioni di euro profusi a favore dei criminali in chiave anti migranti, sembra contare sempre meno.
E da fonti informate sappiamo che anche l’Eni, che pensa al partenariato strategico con la Noc, la compagnia petrolifera di Stato, vive con un certo “fastidio” l’ossessione tutta politica del governo italiano per i migranti, che necessita di rapporti borderline con questi criminali.
KISS ME LIBIA - MEME BY EMILIANO CARLI - IL GIORNALONE - LA STAMPA
Mentre il Ministro degli Interni italiano, senza alcuna vergogna, si produce in selfie e strette di mano con uno dei peggiori criminali del Mediterraneo, ribadiamo che la comunità internazionale è chiamata a modificare il suo approccio alla Libia, dando priorità ai diritti umani rispetto a miopi interessi politici. Migliaia di persone che vivono alla mercé delle milizie TBZ rischiano di essere rapite, uccise, torturate o scomparse.
La Libia, altro che stabilizzata, è consegnata nelle mani di questi capi mafia, da governi senza scrupoli che pur di ottenere il “blocco degli sbarchi” da poter rivendere nella campagna elettorale permanente, sono disposti a sacrificare i principi e i valori di rispetto dei diritti e della dignità umana. Le mani che ha stretto Piantedosi, sono sporche di sangue innocente.
BONELLI: "PIANTEDOSI HA ACCOLTO SADDAM HAFTAR, RICERCATO PER RAPIMENTI, OMICIDI E DEPORTAZIONI. È VERGOGNOSO"
abdul hamid mohammed dbeibeh con giorgia meloni
Da https://lespresso.it/c/politica/2025/6/12/bonelli-contro-piantedosi-incontro-libico-saddam-haftar/54940 del 12 giugno 2025
Il deputato Avs accusa il governo di legittimare, per fini politici ed elettorali, i miliziani della Cirenaica, implicati in gravi violazioni dei diritti umani
Mercoledì 11 giugno, il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha ricevuto in un incontro ufficiale il generale Saddam Haftar, figlio minore di Khalifa Haftar e figura di spicco delle milizie libiche in Cirenaica. L'uomo è ricercato dalla giustizia americana per rapimenti, omicidi e deportazioni.
a tripoli manifestazioni contro il premier Dbeibah
Amnesty International ha documentato violenze sistematiche nel centro di detenzione di Sidi Faraij, da lui gestito, descritto come un vero e proprio "catalogo degli orrori". Anche le Nazioni Unite lo indicano tra i principali trafficanti libici, con affari legati al traffico di esseri umani, armi e petrolio.
Angelo Bonelli, co-portavoce di Alleanza verdi e sinistra, ha definito l’episodio "vergognoso e offensivo per l’Italia, la sua Costituzione e ogni principio di giustizia e umanità".
Non si tratterebbe di un caso isolato: nel 2022, sotto il governo Draghi, Haftar era già atterrato a Genova con documenti falsi. Anziché essere arrestato, sarebbe stato protetto e fatto uscire dal Paese con l’aiuto dei servizi segreti italiani. "Un fatto gravissimo", commenta Bonelli, "che getta ombre inquietanti sulle relazioni tra criminalità libica e complicità istituzionali italiane".
giorgia meloni abdul hamid mohammed dbeibeh
L’esponente di Avs ha citato il precedente di Almasri, anch’egli ricercato e transitato da Genova. “Una città diventata ormai crocevia di affari sporchi tra mafie libiche e reti criminali italiane”. "La premier Meloni", conclude, "si conferma campione di ipocrisia. I trafficanti di migranti sono i benvenuti in Italia, accolti come capi di Stato".