DAL “GRANDE FRATELLO” DI OBAMA CI SALVANO GLI HACKER: NEGLI USA, GLI INFORMATICI SONO AL LAVORO PER TROVARE CONTROMISURE

Vittorio Sabadin per "la Stampa"

Nico Sell è una di quelle ragazze che fino a qualche mese fa sarebbe sembrata paranoica, disposta persino a girare con un foglio di alluminio intorno alla testa per evitare che si potessero leggere i suoi pensieri. Quando esce, indossa sempre grandi occhiali da sole per non essere identificata se qualcuno la fotografa, e non è iscritta a Facebook, né cerca follower su Twitter. Ha invece creato negli Usa Wickr, un'applicazione che consente di comunicare in modo abbastanza sicuro. Ma non si fa illusioni: sa che ogni telefonata fatta e ogni mail inviata può essere intercettata.

Quando parlava di queste cose con gli amici, Nico veniva presa in giro per le sue ossessioni. Ma ora che le rivelazioni sulla Nsa hanno mostrato quanto sia abituale e facile violare la privacy della gente, tutti le telefonano per dirle: «Avevi ragione».

Secondo una ricerca del Pew Institute, il 37% delle persone è ancora convinto che sia possibile mantenere l'anonimato online, ma ogni vero esperto sa che non è vero. Nelle città ci sono ormai telecamere di sicurezza ovunque, quasi ogni oggetto contiene una tag Rfid (consente l'identificazione a radio frequenza), e ogni nostro movimento finisce in qualche database.

Negli Stati Uniti, dopo lo scandalo della Nsa, gli hacker sono al lavoro per adottare contromisure, ma non è facile. Per riuscire a vivere una vita offline, fuori dalla portata dei radar di chi ci spia, occorrono anni di attenta preparazione. E bisogna anche fare i conti con la distruzione delle relazioni sociali, a meno che anche gli amici e i parenti siano disposti a loro volta ad abbandonare la vita digitale per la vecchia, anonima esistenza analogica.

Prima di cominciare, bisogna scoprire dove si nasconde il nemico, cosa tutt'altro che semplice, visto che spesso assume le sembianze più innocue. Un esperto, noto online come Puking Monkey, ha fatto alcuni esperimenti con il proprio telepass, scoprendo che a New York non viene usato solo per pagare il pedaggio, ma anche per monitorare il traffico in tempo reale.

Sparsi per la città, ci sono centinaia di rilevatori, che Monkey ha scoperto modificando il proprio apparecchio perché emettesse un muggito ogni volta che veniva rilevato. Davanti a Macy's e a un sacco di altri punti di Manhattan, il telepass ha muggito. Avvolgerlo nella carta di alluminio quando non serve a entrare in autostrada è un buon sistema per neutralizzare i controlli.

Ma non è solo questo il modo di sapere dove si trova la tua auto: il navigatore lo sa sempre, e persino gli pneumatici contengono una tag Rfid, piazzata dalle case produttrici in caso di richiamo dovuto a difetti, che può essere rilevata a 6 metri di distanza. Monkey ha provato a distruggerla con ripetuti flash di una macchina fotografica, cosa che pare funzioni. La cosa migliore, comunque, è guidare una vecchia auto: non ha il navigatore e ha targhe molto meno riflettenti di quelle moderne, che vengono lette all'ingresso delle zone a traffico limitato.

Anche quando facciamo la spesa al supermercato riveliamo senza saperlo molte cose di noi stessi. La carta di fedeltà, che consente di avere sconti allettanti, sa chi siamo, dove abitiamo, quanti anni abbiamo e che cosa compriamo. Secondo Nico Sell, un supermercato è in grado di sapere se una donna è incinta prima che lei lo dica ai familiari, e probabilmente è vero.

Il rimedio è rinunciare agli sconti e pagare sempre in contanti, o con carte anonime prepagate. Da evitare, per le stesse ragioni, anche le carte di credito e, poiché non si sa mai a che distanza operino i lettori di tag, qualcuno consiglia di munirsi di portafogli a prova di radio frequenze.

Con gli amici le cose sono ancora più complesse. Bisogna rinunciare a Facebook, Twitter, LinkedIn, Instagram e a tutti i social network. A parte le cose che si rivelano agli altri, sono le foto che si postano ad essere le più pericolose per la propria privacy e per quella delle persone che ci circondano.

Esistono algoritmi per il riconoscimento facciale e altri che identificano il luogo nel quale l'immagine è stata scattata. Le e-mail e le telefonate possono venire facilmente intercettate e bisogna sempre fare attenzione a quello che si scrive e si dice. Cancellare mail e sms non serve a niente, possono sempre essere recuperati.

In casa si compiono azioni apparentemente innocue, come accendere la luce, che dicono a qualcuno che siamo arrivati e a che ora, e che rivelano persino quanta gente c'è e se stiamo preparando la cena. Nei vestiti e nelle magliette dell'armadio ci sono tag Rfid e c'è chi, per distruggerle, ha cominciato a mettere le t-shirt nel forno a micro-onde. Il nemico si nasconde anche nelle telecamere che ci sono negli smartphone, nei tablet o nei computer: non siamo i soli a poterle azionare. Nico Sell ricopre gli obiettivi con nastro isolante, e lo toglie quando li deve usare. Ma si dice che persino all'interno di alcuni modelli di apparecchi tv ci siano telecamere che riprendono gli spettatori sul divano.

Non finire nel database della Nsa è insomma molto complicato, e può sembrare l'equivalente della vita che facevano gli eremiti nel medioevo. Tornare agli inviti a cena inviati per posta e agli album di fotografie stampate è forse impossibile. Ma quando si usano le moderne tecnologie di comunicazione, bisogna essere ben consapevoli che ben poco di quello che ci diciamo o scriviamo resterà fra di noi.

 

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