DAI BOCCHINI ALLA BOCCONI - DALL’UNIVERISTÀ MILANESE ARRIVANO TANTI SUPERMARIO BROS E PERSINO EX STUDENTI, PRONTI A SOSTENERE LO SFORZO DEL NUOVO PREMIER IN PECTORE - QUANTI COMMENTATORI PRONTI A TESSERNE LE LODI SULLA GRANDE STAMPA USCITI DALL’UNIVERSITÀ DEI SAPIENTONI: DA GIAVAZZI AD ALESINA, DA TITO BOERI A ZINGALES - E CHISSÀ CHE PER QUALCUNO DI LORO NON SI APRANO LE PORTE DI QUALCHE MINISTERO…

Marcello Zacché per "il Giornale"

La battuta, apparsa al momento infelice, si è rivelata facile premonizione: era l'8 ottobre scorso quando Bruno Pavesi, consigliere delegato dell'Università Bocconi, nella cena di gala per premiare Fabrizio Saccomanni come «Alunno dell'anno», si è alzato in piedi per il discorso di chiusura. E rivolgendosi al tavolo «reale», dove sedeva il presidente dell'ateneo, Mario Monti, ha concluso dichiarando che la Bocconi avrebbe potuto tranquillamente «esprimere tra i presenti in sala un nuovo premier e molti ministri».

Ad ascoltare c'erano gli ex bocconiani Alessandro Profumo, ex numero di Unicredit, Claudio Costamagna, ex plenipotenziario in Italia per Goldman Sachs, Enrico Cucchiani, gran capo di Allianz, lo stesso direttore generale di Bankitalia Saccomanni e altri top manager, da Vodafone a Sky a Intesa Sanpaolo. La realtà è che dall'Università Commerciale Luigi Bocconi di Milano è uscito un bel pezzo della classe dirigente di questo Paese. Nonché la maggior parte degli economisti italiani che si sono fatti largo all'estero, a partire dalle più prestigiose università Usa.

E tra questi ci sono i commentatori delle prime pagine dei quattro maggiori quotidiani nazionali: Corriere della Sera, Repubblica, Stampa e Sole 24 Ore. Per questo il governo Monti «rischia» di godere di buona stampa prima ancora di nascere: è un fatto che i grandi opinion maker economici, che i direttori delle testate citate collocano di norma in prima pagina e nelle parti più nobili e impegnative di queste, o hanno una cattedra nell'ateneo di Monti, o l'hanno avuta, o sono stati suoi allievi.

Sul Corrierone - edito dalla Rcs al cui vertice, come presidente, siede un altro professore bocconiano quale Piergaetano Marchetti, che conosce Monti da più di 30 anni e con il quale ha anche tenuto corsi in tandem- è facile trovare nell'articolo di fondo la firma di Francesco Giavazzi, ordinario nel dipartimento Economia e titolare di tre insegnamenti. Giavazzi, tra l'altro, ha da poco lanciato, proprio dalle pagine del Corriere , le «10 proposte» di interventi concreti per salvare l'Italia, in coppia con Alberto Alesina, firma che invece si trova sul Sole 24 Ore.

Lo stesso Alesina, che insegna nel tempio di Harvard, è considerato un allievo di Monti, essendosi formato all'istituto di Economia Politica della Bocconi negli anni in cui il premier in pectore ne era il direttore, dopo essersi laureato nel 1981 al «Des»,il corso di laurea in Discipline Economiche e Sociali riconosciuta come la culla dei «Monti boys». Dal Des degli anni Ottanta è uscito anche un altro economista e commentatore della prima pagina del Sole, mai tenero con Berlusconi: è il quotatissimo Luigi Zingales, cattedra alla University of Chicago, che tiene anche una rubrica sull' Espresso del gruppo De Benedetti.

Due anni prima di lui si era laureato allo stesso corso quinquennale Francesco Daveri, firma emergente del Corriere. Sempre al Des, negli anni d'oro, teneva le prime lezioni Guido Tabellini, prima di andare a Stanford e prima di tornare alla Bocconi di cui da tre anni e mezzo è rettore. Tabellini, possibile ministro dell'Economia, è con Alesina uno dei papabili nobel italiani per l'economia e scrive sul Sole . Così come Donato Masciandaro, altro allievo di Monti ed ex Des, docente tra l'altro di politica monetaria e temi regolatori, tra i massimi conoscitori delle dinamiche bancarie nazionali.

Un corso di macroeconomia al Des lo teneva un altro mostro sacro dell'economia politica quale Franco Bruni, tuttora professore ordinario in via Sarfatti, i cui commenti sempre lucidi si possono trovare sulle colonne della Stampa. Si torna ancora sul quotidiano di Confindustria per trovare Roberto Perotti, laurea Bocconi nel '87, oggi docente di politica monetaria nell'ateneo presieduto da Monti e guidato da Tabellini, nonché redattore della Voce.info .

Nel think tank considerato vicino ai democratici (dove troviamo anche Daveri e Giavazzi), lavora pure Tito Boeri, fustigatore della politica economica del governo Berlusconi dalle colonne di Repubblica e che insegna alla Bocconi Economia del lavoro.

 

Mario Monti TITO BOERI alberto alesinaLUIGI ZINGALES FRANCESCO GIAVAZZI ALESSANDRO PROFUMO

Ultimi Dagoreport

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…