DALLA DRACMA AL DRAMMA - SAMARAS HA FALLITO, OGGI CI PROVA IL “VENDOLA DI ATENE” TSIPRAS A RACCATTARE UN GOVERNO “DE SINISTRA” PER RINEGOZIARE GLI ACCORDI CON L’EUROPA - MA PER IL “FINANCIAL TIMES” SI RISCHIA DI TORNARE ALLE URNE IL 17 GIUGNO: “IN 2 MESI BISOGNA ADOTTARE 77 RIFORME STRUTTURALI, È IMPOSSIBILE” - SE ATENE SFANCULA BRUXELLES, IL CRAC È INEVITABILE. SAREBBE UN BEL REGALO DI BENVENUTO PER HOLLANDE E LE BANCHE FRANCESI GONFIE DI TITOLI ELLENICI…

1 - GRECIA: OGGI PRESIDENTE CONFERISCE MANDATO A TSIPRAS

(ANSA) - Oggi alle 14:00 locali (le 13:00 in Italia) il leader di Syriza, Alexis Tsipras, sarà ricevuto dal Presidente della Repubblica ellenica Karolos Papoulias che gli conferirà l'incarico di formare il nuovo governo dopo i risultati delle elezioni di domenica scorsa. Tsipras, secondo quanto ha detto alla Tv privata Skai il parlamentare del partito Giannis Dragasakis, incontrerà i leader di tutti i partiti - salvo Chrisi Avgì (Alba Dorata, filo-nazista) - compresi quelli dei partiti che non sono entrati in Parlamento e le forze sociali del Paese. Ad essi Tsipras presenterà un programma in tre punti: formazione di un governo delle forze di sinistra, rifiuto del Memorandum e un piano per la ricostruzione del Paese.


2 - GRECIA/ FT: PROBABILE RITORNO ALLE URNE IL PROSSIMO 17 GIUGNO - FONTE GOVERNO: PAESE PARALIZZATO, A RISCHIO RIFORME

TMNews) - Se la Grecia non riuscirà a dare vita a un governo di coalizione nei prossimi giorni, il Paese potrebbe tornare alle urne il prossimo 17 giugno. E' quanto scrive oggi il Financial Times. "Stiamo andando verso un secondo voto il mese prossimo in una situazione fortemente polarizzata", ha detto una fonte del governo, indicando come probabile la data del 17 giugno.

Lo stallo politico seguito al voto di domenica non consentirà nel frattempo di portare avanti le riforme previste dal piano di austerità concordato con i creditori internazionali, in cambio di nuovi aiuti finanziari. "Possono essere adottate solo misure non politiche", ha detto la fonte, riconoscendo che sarà difficile adottare le 77 riforme strutturali previste entro la fine di giugno. Il Paese rischia così di non essere in grado, già il prossimo mese, di pagare pensioni e stipendi e di rispettare il suo impegno per il pagamento del debito.


3 - GRECIA CAOS DOPO LE URNE IL GOVERNO È IMPOSSIBILE
Ettore Livini per "la Repubblica"

La strada per dare un nuovo governo alla Grecia è sempre più in salita. Antonis Samaras, il leader di Nea Demokratia cui era stato affidato l´incarico per un esecutivo di unità nazionale, ha già rassegnato il suo mandato nelle mani del presidente della Repubblica Karol Papoulias. «Non ci sono le condizioni», ha ammesso. E questo dopo che il voto di domenica ha terremotato il quadro politico di Atene eleggendo un Parlamento ad alto rischio di ingovernabilità.

La situazione a questo punto è sempre più ingarbugliata. Papoulias affiderà oggi un nuovo mandato ad Alexis Tsipras, 38enne leader di Syriza. «Vogliamo un´alleanza tra i partiti di sinistra contro il rigore, gli accordi con la Ue sono una tragedia per i greci», ha detto il numero uno della formazione che ha trionfato nelle urne quadruplicando i voti e superando i socialisti del Pasok.

Peccato in Parlamento non ci siano i numero per uno schieramento di questo tipo. In caso di una nuova fumata nera, Evangelis Venizelos, segretario del Passok, avrebbe a disposizione un ultimo tentativo. Dopodiché Papoulias potrebbe giocare la carta disperata di un governo del presidente o, molto più probabilmente, arrendersi all´evidenza e convocare nuove elezioni già a giugno. L´incertezza è destinata così a durare tenendo sotto scacco i mercati e con il fiato sospeso la Ue. L´euro, dopo i risultati del voto greco, è scivolato ieri sotto quota 1,3 dollari prima di recuperare un po´ di terreno in chiusura mentre la Borsa ha perso oltre il 6%.

Le speranze di Samaras di riuscire a mettere assieme i cocci di una maggioranza presentabile per tenere la Grecia nell´euro sono andati in fumo ieri in meno di sei ore. Il leader di Nd è riuscito a incassare solo un mezzo sì da Venizelos con cui ha già sostenuto l´esecutivo tecnico di Loukas Papademos. Ma i due partiti storici hanno solo 149 seggi su 300 e la caccia ad altri voti tra gli euroscettici - malgrado la disponibilità di Nea Demokratia a rinegoziare il memorandum con Bruxelles - non ha dato risultato.

Samaras è stato costretto ad alzare bandiera bianca quando dopo il "no", scontato, di Tsipras, si è visto sbattere la porta in faccia anche da Sinistra democratica, forte di 33 seggi e data da molti come possibile ruota di scorta in vista dell´eventuale governo di unità nazionale: «Non cambiamo la nostra posizione - ha detto il suo leader Fotis Kouvelis - . Vogliamo la Grecia nell´euro ma dopo aver rinegoziato il nostro debito».

La geometria delle alleanze variabili nel nuovo Parlamento non dà a questo punto molto margine per altre soluzioni. La sinistra ellenica, malgrado gli appelli all´unità di Tsipras non solo è divisa (i comunisti del Kke hanno sempre escluso intese con Syriza) ma soprattutto ha meno di 100 seggi. E con ogni probabilità, più che a un governo oggi, punta a forgiare nuove alleanze in vista di elezioni bis a giugno che le garantiscano il ruolo di primo partito. Difficile ma non impossibile: del 18% dei voti dispersi su partiti minori che non sono riusciti a superare lo sbarramento del 3%, molti venivano da elettori di sinistra.

Il tempo però non è una variabile indipendente. Atene sopravvive grazie agli aiuti internazionali. E a giugno dovrebbe incassare una nuova tranche da 30 miliardi per far funzionare la macchina dello stato e pagare gli stipendi. Cosa faranno l´Europa e il Fondo monetario se per allora non ci sarà ancora un governo in carica? La domanda fa già venire i brividi ai mercati.

La Grecia ha cancellato nelle urne 40 anni di storia della sua politica affondando Pasok e Nd («chi avrebbe affidato il suo destino alle persone che ti hanno portato sull´orlo del baratro», scherza Vassilis Primikiris del comitato centrale di Syriza) ma non è riuscita ancora a decifrare il suo futuro. La Borsa di Atene, termometro sensibilissimo dei destini del paese, ha perso ieri quasi il 7%. Il rischio è che Bruxelles e Washington decidano di abbandonare la Grecia al suo destino e alla dracma per provare a difendere Spagna, Portogallo e Italia. E in questo caso potrebbe materializarsi sulle rive dell´Egeo lo spettro di un crac finanziario dal sapore sudamericano.

 

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