renzi de benedetti berlusconi

1. DE BENEDETTI IN CAMPO: “DA QUANDO BERLUSCONI NON È PIÙ PRESENTE COME LO ERA UN TEMPO LA SINISTRA È RIMASTA LETTERALMENTE SENZA IDEALI. PER MOLTI È STATA UNA DISFATTA: CHE COSA SIAMO NOI SENZA B.? COSA INTERPRETIAMO? E COME FACCIAMO A STARE INSIEME?’’ 2. ‘’LA POLITICA TRADIZIONALE È MORTA, ESISTE UN NUOVO E INCREDIBILE LINGUAGGIO FIGLIO DI UN’EPOCA DI GRANDI TRASFORMAZIONI TECNOLOGICHE. PENSO AI SOCIAL NETWORK. NON SOLO’’

Claudio Cerasa per “il Foglio”

 

CARLO DE BENEDETTI E MATTEO RENZI A DOGLIANI DA CHI CARLO DE BENEDETTI E MATTEO RENZI A DOGLIANI DA CHI

“Più osservo i cambiamenti della storia recente e più mi rendo conto che spesso si ragiona sulla trasformazione del nostro mondo senza cogliere un punto cruciale. Negli ultimi anni la metamorfosi radicale che vi è stata nel rapporto tra individuo e tecnologia ha portato a una rivoluzione culturale invisibile eppure evidente. E questa trasformazione ha fatto sì che, nella dicotomia tra ideale e interesse, oggi è l’interesse a trainare tanto la società quanto la politica.

 

Chi non mette a fuoco questo concetto fa fatica a capire come sta cambiando il mondo. E non mi stupisce che le forze politiche che si trovano in maggiore difficoltà sono oggi quelle aggrappate a una vecchia e generica idea di sinistra: forze che per troppo tempo si sono preoccupate non della trasformazione del mondo moderno bensì dell’utopistico trasferimento di un ideale all’interno della società”.

 

MATTEO RENZI E CARLO DE BENEDETTI A LA REPUBBLICA DELLE IDEE A firenze MATTEO RENZI E CARLO DE BENEDETTI A LA REPUBBLICA DELLE IDEE A firenze

Carlo De Benedetti, imprenditore ed editore del Gruppo Espresso, accetta di conversare con il Foglio per provare a decifrare uno dei temi chiave di questa nuova fase politica, non solo italiana. Il filo sottile che separa il concetto di destra da quello di sinistra. La trasformazione del rapporto tra partiti ed elettori. La ragione per cui, in Italia e oltre, chi fa politica deve accettare il fatto che per conquistare voti – e in seguito governare – bisogna partire da due punti fermi che, come li chiama De Benedetti, sono l’effetto azzeramento e l’effetto social.

 

SILVIO BERLUSCONI CARLO DE BENEDETTISILVIO BERLUSCONI CARLO DE BENEDETTI

“Lo dico senza voler dare un giudizio di valore ma soltanto per inquadrare questo fenomeno. Quando dico che la politica che pensa troppo agli ideali e poco agli interessi dei cittadini è una politica perdente non voglio dire che la politica deve essere senza ideali. Voglio dire che la politica deve capire che gli elettori oggi si sentono rappresentati solo da chi riesce a interessarsi al singolo individuo, alla sua vita. E viceversa gli elettori si sentono molto lontani da chi invece si fa guidare da un’ideologia per rappresentare la società. Chi usa il linguaggio religioso della politica, utilizzando vecchi ideali come se fossero dei testi sacri e inviolabili, oggi deve rendersi conto che l’evangelismo politico tradizionale è morto, anche perché esiste un nuovo e incredibile linguaggio figlio di un’epoca di grandi trasformazioni tecnologiche. Penso ai social network ma naturalmente non solo a quelli.

berlu de benedetti big berlu de benedetti big

 

Spesso capita che ciò che oggi si condivide è letteralmente ciò che vale la pena di essere condiviso, anche sulla rete. E una battaglia o un tema che non è condivisibile è un tema che di solito non ha un grande impatto nella vita delle persone. Questo perché la tecnologia ha portato ciascuno di noi a occuparsi e a prestare più attenzione a cose concrete legate a temi che toccano direttamente le nostre vite più che le nostre coscienze.

Ezio Mauro Carlo De Benedetti Ezio Mauro Carlo De Benedetti

 

I temi etici ci appassionano perché riguardano la nostra esistenza, non i nostri ideali. La quotidianità del funzionamento della nostra città ci interessa non perché nelle nostre teste vi è un disegno preciso di come dovrebbe funzionare una metropolitana ma semplicemente perché se una metropolitana non funziona è un problema di vita quotidiana.

 

Negli Stati Uniti, paese a bassa intensità ideologica, il fenomeno va avanti da molto tempo, è maturato con diversi anni di anticipo rispetto all’Europa e una delle ragioni per cui possono emergere figure alla Trump ha uno stretto legame proprio con questa novità. Mi spiego meglio: non si tratta soltanto di parlare alla pancia delle persone, come è costume e consuetudine degli alfieri dell’anti politica, ma si tratta di intercettare un linguaggio nuovo che personalmente, per stare al caso Trump, trovo orrendo ma che ha un suo bacino e che non è di destra o di sinistra ma riflette semplicemente una specifica contemporaneità”.

MERKEL TSIPRAS MYKONOSMERKEL TSIPRAS MYKONOS

 

Chiediamo a De Benedetti la ragione per cui il suo ragionamento sembra maturare più da una riflessione sulla sinistra che sulla destra e l’ingegnere dice che bisogna partire da qui per capire quello che sta succedendo non solo in Italia ma anche nel resto d’Europa. “Storicamente la sinistra si è sempre vantata di avere un set di valori preciso, al contrario della destra che quel set di valori non lo ha mai rivendicato. E in una società dove gli ideali contano meno di un tempo per le ragioni che abbiamo descritto si capisce che una sinistra ideologica non può più far presa sugli elettori. Pensate al caso Tsipras.

TSIPRAS LEGGE IL MANIFESTOTSIPRAS LEGGE IL MANIFESTO

 

Non so come andranno le elezioni di domenica prossima, ma pensiamo bene a questo concetto: intorno a cosa Tsipras oggi può aggregare i suoi possibili elettori? Fino a qualche tempo il modello Tsipras funzionava perché era una declinazione del contro. Era contro Merkel. Era contro l’austerity. Era contro un modo preciso di interpretare l’Europa. Contro lo strangolamento dei tedeschi nei confronti della Grecia. E per fare questo, classico tratto della sinistra ideologica, Tsipras motivava il suo popolo facendo leva sul passato. Ricordate la richiesta dei danni di guerra alla Germania?

 

Oggi quell’impostazione, con Tsipras costretto a fare i conti con il contesto di governo, dove contano gli interessi dei cittadini e non gli ideali, non può funzionare. E lo stesso Tsipras non farà fatica a capire che i suoi punti di forza sono friabili. E che per questo i suoi avversari, rappresentando più gli interessi degli individui che antiche ideologie, hanno chance per potersi affermare”.

DI MAIO FICO GRILLO 1DI MAIO FICO GRILLO 1

 

Se dice politica del contro, ingegnere, non possiamo che pensare anche a come la sinistra, in Italia, ha costruito la sua identità negli ultimi anni contro un altro ideale: Berlusconi. “Non bisogna essere degli scienziati della politica per capire che da quando Berlusconi non è più presente come lo era un tempo la sinistra è rimasta letteralmente senza ideali. Per molti è stata una disfatta: che cosa siamo noi senza Berlusconi? E soprattutto: cosa interpretiamo?

 

E come facciamo ad aggregarci e a stare insieme senza il grande aggregatore? Questo è un problema che riguarda la politica, e non chi fa informazione, e io rivendico con orgoglio di essere alla guida di un gruppo editoriale coerente che ha avuto il merito storico di opporsi con serietà e decisione a Berlusconi e a un ideale negativo come il berlusconismo. Ma una politica che vuole intercettare la modernità deve rendersi conto che trincerarsi nel passato significa disinteressarsi del presente. E quando si rincorrono ideali che non ci sono più, è evidente che si fa fatica anche a rincorrere un elettore”.

MASSIMO D ALEMA E SILVIO BERLUSCONIMASSIMO D ALEMA E SILVIO BERLUSCONI

 

Renzi però non si può dire che rientri nella categoria della sinistra costruita attorno all’ideale del Berlusconi no grazie. “Renzi è figlio della modernità ed è espressione delle novità che le ho descritto. Non è né destra né sinistra, a mio modo di vedere, è un politico nuovo che non so se avrà successo ma che ha interpretato meglio di chiunque altro questo tratto del presente: concentrarsi più sugli interessi delle persone che sui loro ideali.

 

RENZI ALLO STADIO CON ANDREA DELLA VALLERENZI ALLO STADIO CON ANDREA DELLA VALLE

E lo ha fatto, Renzi, anche attraverso nuove forme di aggregazione direi per certi versi totalmente blasfeme per la sinistra. Partiamo sempre da Berlusconi. Si è reso conto di quello che ha fatto? Mentre alcuni suoi predecessori, penso per esempio a D’Alema, hanno provato a collaborare con Berlusconi descrivendolo sempre con un carattere demoniaco, Renzi ha fatto una cosa completamente diversa: ha trattato Berlusconi come se fosse un politico qualsiasi, facendoci accordi non in quanto Berlusconi, come si faceva un tempo, ma in quanto capo di un partito i cui voti sarebbero potuti tornare utili al Pd. Punto.

 

Praticamente, Renzi ha demitizzato Berlusconi, sapendo perfettamente che oggi gli elettori pensano, come spiegavo prima, più alle proprie vite che all’ideale Berlusconi. Vi faccio un altro esempio”.

 

“Ricordate - continua Carlo De Benedetti - quando Renzi, a Rimini, ha messo sullo stesso piano berlusconismo e anti berlusconismo? Ovviamente non posso condividere quell’affermazione, e capisco chi la considera giustamente scandalosa, ma per come è fatto il nostro paese è comprensibile che chi non legge i giornali e ha un modo diverso di informarsi veda quell’affermazione in modo del tutto innocente. E’ l’Italia che cambia, ed è anche la stessa Italia in cui è maturato Grillo e che non fa più differenze tra destra e sinistra. Si può amare o non amare ma comunque bisogna farci i conti”.

RENZI DALEMA TOTTIRENZI DALEMA TOTTI

 

Verrebbe da dire che non a caso l’Europa di oggi è un’Europa in cui le sinistre ideologiche fanno fatica ad affermarsi e a governare laddove ne hanno la possibilità. “Da un certo punto di vista è così, anche se starei attento a definire di destra leader come Cameron e Merkel. Merkel è uno strano personaggio, è la migliore interprete dei fumi delle birrerie tedesche più che dei pensieri della destra, e per lei la migliore definizione per inquadrarla è quella che un giorno mi ha offerto il mio amico Frank Steinmeier: la Merkel è imbattibile perché ha intuito. Perfetta. In Inghilterra, invece, mi sembra il ragionamento è ancora più diverso. Le direi: che differenza c’è tra Cameron e Blair? Davvero possiamo considerare Blair di sinistra o Cameron di destra? Le dico di più: a differenza di Blair, Cameron ha mostrato una maggiore indipendenza rispetto agli Stati Uniti e una spiccata autonomia.

 

renzi berlusconirenzi berlusconi

Mi chiedo: essere indipendenti dall’America è di destra o di sinistra? Badi bene – conclude Cdb – non sono discorsi astratti ma sono conseguenze naturali di una nuova fase della globalizzazione in cui riuscire a interpretare la modernità significa inserirsi nella società secondo i trend della stessa società. Significa rendere flessibile la tua intelligenza rispetto al mondo che cambia. Significa capire che il mondo cambia così velocemente che la qualità del tuo cervello deve essere l’adattabilità al cambiamento. E’ la ragione che si trova alle basi dello scollamento tra elettori e partiti è la stessa che banalmente si trova alle basi dello scollamento tra cittadini ed Europa”. In che senso?

RENZI BERLUSCONIRENZI BERLUSCONI

 

“Anche qui siamo di fronte a un rischio clamoroso di disintegrazione. E siamo di fronte a questo rischio perché l’Europa è stata costruita attorno a un ideale che oggi non ha un riflesso diretto negli interessi degli individui. L’Europa unita è stata concepita da Spinelli e Adenauer e quell’ideale aveva una corrispondenza con gli interessi degli europei nella misura in cui l’Europa offriva qualcosa di preciso al singolo individuo. Nel caso specifico l’interesse, tra gli altri, era quello della libera circolazione, l’idea di andare fieri da un paese all’altro senza passaporto.

matteo renzi e berlusconi 0aa87941matteo renzi e berlusconi 0aa87941

 

Oggi le frontiere, da opportunità, vengono spesso osservate come una fonte di pericolo. E se non si troverà un modo per far coincidere nuovamente l’ideale dell’Europa con quello dei suoi cittadini questo schema non può reggere ancora a lungo. E’ un concetto generale che riguarda tutto. Europa. Sinistra. Politica. Governi.

 

BERLUSCONI VS RENZI BY GIANNELLIBERLUSCONI VS RENZI BY GIANNELLI

Oggi siamo in una società di interesse in cui gli elettori ascoltano il politico se il politico fa il suo interesse e non se rispetta i suoi ideali. E’ una rivoluzione copernicana. E se non si intercetta questa rivoluzione e non la si capisce e non la si comprende si rischia di rimanere, culturalmente e politicamente, a un’epoca che semplicemente oggi non esiste più, e che nessuno, naturalmente, si sognerebbe di condividere neppure in un social network”.

 

Ultimi Dagoreport

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…

silvia toffanin francesca fialdini giorgia cardinaletti tommaso zorzi alessandro giuli pietro tatafiore barbara castorina

A LUME DI CANDELA - TOMMASINO ZORZI NON SARÀ OPINIONISTA AL “GRANDE FRATELLO”: NONOSTANTE LE SPINTE DI CASCHETTO, IL SUO NOME È STATO BOCCIATO – CI MANCAVA IL MINISTRO GIULI-VO IN VERSIONE OFFICIANTE: HA CELEBRATO IL MATRIMONIO DEL SUO CAPO UFFICIO STAMPA, PIERO TATAFIORE, CON BARBARA CASTORINA, TITOLARE DELL'AGENZIA VISVERBI CHE HA ASSISTITO IN PASSATO PROFESSIONALMENTE GIULI (AVRÀ RIFILATO UN ALTRO PIPPOZZO SUL “PENSIERO SOLARE”?) - BIANCA BERLINGUER E ILARIA D'AMICO (CHE LASCIA CASCHETTO) NELL'AGENZIA DI PRESTA - GIORGIA CARDINALETTI AL POSTO DI FRANCESCA FIALDINI - DOPO LA CHIUSURA DI TANGO, COSTAMAGNA OSPITE SU RETE 4 (NEL PROGRAMMA DOVE LAVORA IL SUO COMPAGNO) - LUI È UN POLITICO DI PRIMO PIANO, LEI È UNA BELLA GIORNALISTA. I DUE SONO STATI AMANTI E LUI HA FAVORITO LA SUA ASCESA. DURANTE UNA RECENTE INTERVISTA HANNO FATTO FINTA DI NON CONOSCERSI DANDOSI DEL LEI. DI CHI STIAMO PARLANDO?

luca zaia matteo salvini francesco acquaroli conte bonelli schlein fratoianni matteo ricci

DAGOREPORT - DALLA RIFORMA ELETTORALE AL RIMPASTO DI GOVERNO, IL FUTURO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È APPESO COME UN CACIOCAVALLO AL SUO PRIMO TEST CRUCIALE: LE REGIONALI – SCATENEREBBE UNO SCONQUASSO NELLA LITIGIOSA COALIZIONE DI GOVERNO SE FRATELLI D'ITALIA DOVESSE PERDERE LE MARCHE, DOVE LA RICONFERMA DEL MELONIANO ACQUAROLI E' INCERTA - A QUEL PUNTO, A NOVEMBRE, LA MELONA VORRÀ ASSOLUTAMENTE IMPORRE UN CANDIDATO ALLA FIAMMA NEL VENETO LEGHISTA - LA DUCETTA HA BEN RAGIONE DI PRETENDERLO: MALGRADO IL SUO 28-29%, ATTUALMENTE FDI GOVERNA SOLO IN TRE REGIONI: MARCHE, ABRUZZO E LAZIO - PER FARCELA, LA DUCETTA DOVRA' CONVINCERE LUCA ZAIA AD APPOGGIARE, COL 40% DI CONSENSI DI CUI GODE LA SUA LISTA, IL SUO CANDIDATO ALLA PRESIDENZA - NEL CASO IN CUI IL "DOGE" NON ACCETTI LA PROPOSTA, A QUEL PUNTO, GIÀ TAGLIATO FUORI DA SALVINI, LE AMBIZIONI DI ZAIA DI RICOPRIRE UN DOMANI LA PRESIDENZA DELL'ENI O MAGARI LA CARICA DI MINISTRO DOVRA' RIPORLE NEL CASSETTO DEI SOGNI...

stefano belingardi clusoni belen rodriguez

DAGOREPORT - LA ''FARFALLINA'' DI BELEN È TORNATA A BATTERE. DOPO UN’ESTATE TURBOLENTA DI SCAZZI E POLEMICHE, PER LA "SCIO-GIRL" ARGENTINA È ARRIVATO UN NUOVO E AITANTE  BELLIMBUSTO - LUI È STEFANO BELINGARDI CLUSONI, ARCHITETTO MILANESE CHE, CON IL SUO STUDIO "BE.ST", NEGLI ULTIMI ANNI HA RIDISEGNATO LO SKYLINE DELLA CITTÀ MENEGHINA - GALEOTTO UN LOCALE IN SARDEGNA, DOVE I DUE SONO STATI PIZZICATI A BACIARSI CON PASSIONE, INCURANTI DEGLI SGUARDI INDISCRETI - A CONFERMARE LA LIASON È LA STESSA BELEN CON UN CAROSELLO DI FOTO SU INSTAGRAM SULLE SUE "HERMOSAS VACACIONES” -DALLO SCAZZO CON IL BENZINAIO ALLE PATATINE LANCIATE IN UN LOCALE: L’ESTATE IRREQUIETA DELL'EX DI CORONA E DE MARTINO - VIDEO

stefano de martino striscia la notizia antonio ricci gerry scotti la ruota della fortuna pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - PIER SILVIO, QUESTA VOLTA, HA VINTO. PIAZZARE LA “RUOTA DELLA FORTUNA” NEL VUOTO PNEUMATICO DELLA PROGRAMMAZIONE ESTIVA, È STATA UNA MOSSA SCALTRA ALL’INSEGNA DI UN SOLO IMPERATIVO: FIDELIZZARE IL PUBBLICO DEI TELE-MORENTI - L’OPERAZIONE È RIUSCITA, IL PAZIENTE È ANCORA IN VITA, MA È SOLO IL PRIMO ROUND DI UNA GUERRA ANCORA MOLTO LUNGA: GIÀ IN SOVRAPPOSIZIONE, IERI SERA, “AFFARI TUOI” ERA LEGGERMENTE IN VANTAGGIO SUL PROGRAMMA DI GERRY SCOTTI, E LA SCELTA DI FAR RIPARTIRE LA TRASMISSIONE DI DE MARTINO DI MARTEDÌ, ANZICHE' DI LUNEDI', HA LASCIATO INTERDETTI GLI ADDETTI AI PALINSESTI - COMUNQUE VADA IL DUELLO NEI PROSSIMI DUE MESI, “PIER DUDI”, ALLA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, ERA STATO CATEGORICO: "'STRISCIA LA NOTIZIA' INIZIERÀ A NOVEMBRE. ANCHE SE CIÒ CHE VA IN ONDA, E NON SARÀ COSÌ, DOVESSE FARE UN TRILIONE DI ASCOLTI" - GLI ESORDI CON MARIA DE FILIPPI, IL FLOP ALL'''ISOLA DEI FAMOSI'' CONDOTTA DALLA MARCUZZI, PRESTA CHE LO SBOLOGNA E LA RISCOSSA CON CASCHETTO (E TANTI ''PACCHI'' A MO' DI CULO): L'IRRESISTIBILE ASCESA DI STEFANO DE MARTINO, ALFIERE DI RAI-MELONI, CHE SOGNA IL FESTIVAL DI SANREMO - VIDEO

vladimir putin kim jong un xi jinping donald trump

DAGOREPORT – L’UNICO RISULTATO REALE OTTENUTO DA TRUMP NEI PRIMI 8 MESI DEL SUO SECONDO MANDATO È STATO RIABILITARE PUTIN: APPLAUDENDOLO IN ALASKA, HA RILEGITTIMATO LA MALCONCIA RUSSIA COME POTENZA MONDIALE, RAFFORZANDO LA FIGURA DEL “MACELLAIO DI MOSCA” (COPYRIGHT BIDEN) - DOPO TANTO PENARE E PROMESSE SCRITTE SULLA SABBIA, TRUMP SPERAVA DI OTTENERE ALMENO UNA TREGUA AEREA SULL’UCRAINA. E INVECE “MAD VLAD” HA FATTO SPALLUCCE E, TUTTO GAUDENTE, SI E' SCAPICOLLATO IN CINA ALLA CORTE DEL SUO VERO PADRONE, XI JINPING  – DISPIACE PER TRAVAGLIO MA LA RUSSIA NON HA ANCORA VINTO LA GUERRA: L’AVANZATA IN UCRAINA È SOLO PROPAGANDA. TRANNE DUE REGIONI E QUALCHE VILLAGGIO CONQUISTATO IN DONBASS, IN REALTÀ IL FRONTE È IMMOBILE DA MESI (A MOSCA NON BASTANO LE TRUPPE NORDCOREANE, ORA E' COSTRETTA A RECLUTARE IN PATRIA, DOPO I GALEOTTI, ANCHE LE DONNE IN CARCERE) – LA PRESSIONE SU PUTIN DEL MEDIATORE ERDOGAN E DI MODI PER UNA TREGUA IN UCRAINA - IL LEADER INDIANO, INCAZZATO CON “MAD VLAD” CHE LODA E IMBRODA XI E GLI FA FARE LA FIGURA DELL’AMICO SFIGATO, FA PRESENTE CHE L'ALLEANZA DELLO SCO E' SOLO ''TATTICA MA NON STRATEGICA'. MA UN DOMANI CHISSA'...