mario draghi soldi

DEFICIT D’ATTENZIONE - DRAGHI È IN ISOLAMENTO A CITTÀ DELLA PIEVE E LAVORA AL PROSSIMO, ENNESIMO DECRETO ANTI-CRISI, MA I MARGINI DI SPESA SONO MOLTO LIMITATI: SI PARLA DI CINQUE, AL MASSIMO SEI MILIARDI DI EURO - “MARIOPIO” NON VUOLE FARE NUOVO DEFICIT SENZA L’OK DELL’UE A UNA SORTA DI RECOVERY PLAN “DI GUERRA”. È UN MESSAGGIO ANCHE AI PARTITI, CHE PARTIREBBERO CON L’ASSALTO ALLA DILIGENZA. PRIMA DI DIRE SÌ A SPESE NON PROGRAMMATE, OCCORRE IL VIA LIBERA DELLE CAMERE AL DEF (CHE VA A RILENTO)

Alessandro Barbera per “la Stampa”

 

MARIO DRAGHI DANIELE FRANCO

Mario Draghi è nella casa di campagna a Città della Pieve e ci resterà ancora per qualche giorno. Il fato gli ha fatto contrarre il Covid durante la pausa di Pasqua, costringendolo a rinunciare al viaggio di questa settimana in Angola e Mozambico. «Il presidente sta bene ed è asintomatico», spiegano da Palazzo Chigi. La trasferta era già pronta in ogni dettaglio, compresa la vaccinazione contro epatite e febbre gialla per lo staff di Palazzo Chigi. Non si poteva fare altrimenti: a trattare le forniture di gas liquido alternative a quello russo saranno Luigi Di Maio e Roberto Cingolani.

 

mario draghi ursula von der leyen

Sempre Palazzo Chigi fa sapere che il premier lavorerà a distanza, ma l'isolamento potrebbe rallentare l'attività di governo. La lista delle cose da fare è lunghissima, e in cima all'agenda c'è l'ennesimo decreto anticrisi.

 

Nel Documento di economia e finanza il governo ha tagliato le stime di crescita senza toccare il livello di indebitamento fissato prima dell'inizio della guerra. Ciò significa che al momento i margini di spesa sono limitati: cinque, al massimo sei miliardi di euro.

 

draghi berlusconi

L'aumento dell'inflazione e l'imminente stop della Banca centrale europea al piano di acquisto di titoli pubblici impongono la massima prudenza, pena un ulteriore aumento del differenziale dei rendimenti con i Bund tedeschi. Draghi e il ministro del Tesoro Daniele Franco hanno deciso di procedere per gradi: un primo intervento limitato a quella cifra, nella speranza di ottenere nel frattempo il sì dell'Unione a una sorta di Recovery plan di guerra, ovvero l'arrivo di fondi pubblici europei.

 

DANIELE FRANCO E MARIO DRAGHI

Le probabilità di riuscirci al momento sono al cinquanta per cento, anche se la (quasi certa) rielezione di Emmanuel Macron all'Eliseo - presidente di turno dell'Ue - potrebbe far crescere le chance. Se così non fosse, a quel punto il premier sarà costretto a nuovo deficit.

 

C'è nella strategia di Draghi anche una ragione tutta interna e rivolta ai partiti: prima di dire sì a spese non programmate occorre il via libera delle Camere al Def, che procede lentamente. Se lo facesse, si troverebbe nell'imbarazzante condizione di dover giustificare con l'Europa scelte incoerenti con i documenti ufficiali di finanza pubblica.

IL PREZZO DEI CARBURANTI - GRAFICA IL MESSAGGERO

 

Il decreto sarà essenzialmente una somma di proroghe di misure già adottate, tutte in scadenza a fine giugno: taglio dei cosiddetti oneri di sistema nelle bollette elettriche, taglio dell'Iva sul gas, crediti d'imposta per le aziende energivore, sussidio al prezzo di benzina e gasolio, nuovi fondi per l'accoglienza dei profughi ucraini, che dopo la nuova offensiva russa torneranno a crescere.

 

Secondo le stime in possesso dei tecnici, la conferma di tutte queste misure per un altro trimestre - ovvero a fine settembre - vale complessivamente nove miliardi di euro. I partiti hanno lo sguardo rivolto alla tornata di elezioni amministrative a giugno, e per questo premono su Draghi perché si faccia di più subito.

 

CARO BENZINA

Su questo però è improbabile che il premier ceda. Lega e Forza Italia chiedono una nuova rottamazione delle cartelle esattoriali, il Partito Democratico vorrebbe un intervento più forte per le famiglie più deboli. Non solo: i sindacati hanno chiesto a Pd e Cinque Stelle di impegnarsi perché si attenui il peso dell'inflazione sui lavoratori dipendenti. Di qui l'ipotesi di finanziare una detassazione degli aumenti contrattuali in busta paga.

 

«Far crescere il deficit pubblico oltre le previsioni è un'extrema ratio, ma non deve essere un tabù», dice il responsabile economia del Pd Antonio Misiani. «Ciò detto, se dal prossimo vertice europeo (24 e 25 maggio, ndr) non dovesse esserci il sì a spese comuni, c'è tutto il tempo per intervenire con fondi nazionali». Molto dipenderà anche dall'evoluzione della guerra, e da come finirà il braccio di ferro sul pagamento delle forniture di gas russo in rubli. Ieri il portavoce di Putin Dimitri Peskov ha detto che le aziende europee hanno a ancora a disposizione tutto maggio, segno che i primi a temerne le conseguenze sono proprio i russi.

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