DEMOCRACK - OGGI ALLE 14 ULTIMO TENTATIVO AD ATENE: FORMARE UN GOVERNO TECNICO CON TUTTI DENTRO (TRANNE NEONAZISTI E COMUNISTI) - SE IL PRESIDENTE FALLISCE, E SI TORNA ALLE ELEZIONI, SARÀ COMUNQUE IL CAOS: IN TESTA AI SONDAGGI C’È L’ANTI-SALVATAGGIO (MA PRO-EURO) TSIPRAS, CHE NON RIUSCIREBBE COMUNQUE AD AVERE LA MAGGIORANZA IN PARLAMENTO - JUNCKER: L’EUROGRUPPO VUOLE TENERE LA GRECIA NELL’EURO…

1 - GRECIA: OGGI NUOVA RIUNIONE PAPOULIAS-LEADER PARTITI
(ANSA) - L'ultimo tentativo del presidente greco Karolos Papoulias per salvare il Paese dal rischio di nuove elezioni e, quasi certamente, dall'uscita dall'euro comincerà oggi alle 14:00 quando sotto l'egida del capo dello Stato si riuniranno i leader dei partiti. Scopo dichiarato è quello di riuscire a formare un governo di tecnici che possa traghettare la Grecia per almeno due anni verso lidi migliori.

Alla riunione prenderanno parte i leader di tutti i partiti eletti in Parlamento - con l'esclusione di Alba Dorata (estrema destra) - per prendere in esame appunto l'ipotesi di formare un governo di personalità non politiche. Gli analisti non escludono comunque che, data la grande fluidità della situazione, possano emergere anche nuove soluzioni oppure ulteriori contrasti che affossino anche l'ipotesi del governo di tecnici.


2 - ATENE, L'ULTIMA CARTA È IL GOVERNO TECNICO ALTRIMENTI SI VA AL VOTO - MA LA SINISTRA FRENA: «POLITICA SCONFITTA»

Tonia Mastrobuoni per www.lastampa.it

Dopo l'ennesimo tentativo fallito di dare vita a un esecutivo di unità nazionale con i partiti massacrati da un verdetto elettorale che li ha confinati tutti sotto la soglia del 20%, l'ultimo giro di valzer della politica greca prevede un remake. Il presidente della Repubblica, Karolos Papoulis, cercherà di convincere i capi dei partiti convocati per le 14 a formare un nuovo governo tecnico. Ma è una speranza appesa a un filo.

Al termine della riunione di ieri sera, conclusasi con un nulla di fatto, tra Papoulias e i tre leader Antonis Samaras (Nuova democrazia), Evangelos Venizelos (Pasok) e Fotis Kouvelis (Dimar), è stata resa nota l'intenzione del presidente di rivedere tutti i partiti ad eccezione dei neonazisti di Alba dorata per fare un ultimo, disperato tentativo di evitare nuove elezioni a giugno. Ma sul governo tecnico Kouvelis ha già storto il naso: «Sarebbe una sconfitta della politica», ha commentato, purtroppo senza proporre alternative.

Mentre alla riunione di ieri non ha voluto partecipare il capo di Syriza, Alexis Tsipras, che mantiene ad oggi la linea dura e che continua a chiedere ostinatamente la cancellazione degli accordi con la Ue per partecipare a qualsiasi governo, alla riunione di oggi, per qualche misterioso motivo, ha dichiarato che parteciperà. Invece, uno dei partiti esclusi ai colloqui di ieri, si è sentito offeso.

Il capo dei Greci indipendenti, Panos Kammenos, si è risentito per i colloqui a tre che lo hanno escluso, ma il problema è che, nell'ultima settimana, a fronte di qualche timida apertura, ha talmente massacrato i suoi interlocutori con richieste inaccettabili, che non sembrava realistico interpellarlo per costruire credibilmente una prospettiva di governo. In ogni caso oggi alle 14 Kammenos ci sarà. E ieri ha ribadito che se per il suo paese si prospettassero «pericoli di carattere nazionale», come la sempre più probabile uscita dall'eurozona o tensioni di politica estera, lui sarebbe pronto a immolarsi.

A sinistra, nel frattempo, continuano a volare stracci. Se Kouvelis ribadisce a ogni piè sospinto che non vuole partecipare a un esecutivo senza Tsipras, allo stesso tempo ha detto candidamente in un'intervista a un'emittente ateniese che non lo appoggerà, se si tornerà a votare.

Una notizia che sembra secondaria ma che in realtà è fondamentale. A giudicare da un sondaggio Rass di ieri per Eleftheros Typos , Syriza sarebbe il primo partito, è dato al 20,5%. Vuol dire che beneficerebbe del premio di maggioranza di 50 deputati, ma che sarebbe ben lungi dal poter formare un governo monocolore, a superare la soglia dei 150 deputati su 300.

I comunisti del Kke rifiutano da sempre qualsiasi alleanza con chiunque, La possibilità di fare un governo di sinistra con Kouvelis sembra essersi eclissata ieri, dunque con chi governerebbe il 37enne capofila del rifiuto radicale dell'austerità? Anzi, se anche Kouvelis lo appoggiasse, con il 6,2% del sondaggio reso noto ieri da Rass, Tsipras non avrebbe mai i numeri per un governo. Certo, potrebbe sempre, come si vocifera, allearsi con i Greci indipendenti, un partito nato da una costola dei conservatori di Nd e radicalmente anti-austerity come l'estrema sinistra, ma anche con il 7,8% di Kammenos non cambierebbe molto. La Grecia, nel caso di elezioni, non sarebbe più dinanzi a un bivio, ma dinanzi a un baratro.


3 - GRECIA:LEADER GRECI INDIPENDENTI,NON HO SCRITTO IO DOCUMENTO
(ANSA) - E' giallo stamani ad Atene dopo che Panos Kammenos - il leader di Greci Indipendenti che con 33 seggi è ora il quarto partito greco - ha smentito stamani di essere l'autore del documento fatto pervenire ieri al presidente della Repubblica Karolos Papoulias in cui sostiene di essere disposto a sostenere un governo tecnico qualora si prospettino per la Grecia "pericoli di carattere nazionale", come un'eventuale uscita dall'eurozona, o pericolosi contrasti a livello di politica estera.

Il contenuto di questa sua asserita lettera era stato distribuito ieri dall'ufficio della presidenza della Repubblica. Si ritiene che il documento sia uscito dalla sede di Greci Indipendenti il cui leader, comunque, prenderà parte oggi alle 14:00 alla riunione convocata dal capo dello Stato con i capi degli altri partiti. Alla riunione non parteciperanno Nikos Michaloliakos, leader di Chrysi Avghì (Alba dorata, estrema destra), perché non invitato, e Aleka Papariga, leader del Partito Comunista, che ha declinato l'invito perché contraria ad un governo favorevole alle misure di austerità richieste dal Memorandum.


4 - JUNCKER, EUROGRUPPO VUOLE TENERE GRECIA IN EURO
(ANSA) - L'Europa è compatta nel voler mantenere la Grecia nell'Eurozona. Questa l'indicazione fornita dal presidente dell'Eurogruppo Jean Claude Juncker al termine della riunione dei ministri delle Finanze dei 17 Paesi che hanno già adottato la moneta unica. "Vogliamo mantenere la Grecia nell'euro e faremo tutto il possibile perché ciò accada", ha detto Juncker. "La possibilità che Atene possa uscire dall'Eurozona non è stata oggetto di dibattito, nessuno si è espresso in questo senso". Sul caso Grecia è intervenuto anche il commissario Ue per gli affari economici e monetari Olli Rehn lanciando un accorato appello ai politici ellenici.

"Ora più che mai - ha detto - la responsabilità di fare la loro parte per rispettare il patto di solidarietà stretto con l'Ue è sulle loro spalle". Perché quello della solidarietà, ha poi spiegato, è un impegno che funziona se entrambe le parti rispettano gli accordi. E oggi "tutti i 16 Paesi dell'Eurozona hanno espresso la loro solidarietà ad Atene". Juncker - che ha assicurato che entro giugno sarà erogata un'altra tranche di aiuti per un miliardo di euro - ha anche avuto parole dure contro chi, in questi ultimi giorni, ha agitato lo spauracchio di un'uscita dalla Grecia dall'euro per fare pressione sulla Grecia. Parlarne è un "non senso, pura propaganda, sono contro questo modo di trattare i greci. Hanno votato, aspettiamo la formazione di un nuovo governo, poi tratteremo con loro. Non mi piace il modo di trattare la Grecia con queste minacce".

Quanto alla possibilità di concedere più tempo ad Atene per applicare il programma di risanamento e riforme concordato con l'Ue, Juncker ha osservato:"Se ci saranno cambiamenti drammatici, non è una prospettiva che si può escludere. Ma non é stato argomento di discussione oggi e attualmente non è una questione sul tavolo".

 

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