dijsselbloem padoan

SIETE SBANCATI? CAZZI VOSTRI! - IL CAPO DELL'EUROGRUPPO DIJSSELBLOEM: 'SOLDI PUBBLICI? LE BANCHE SI RISOLVANO DA SOLE I PROBLEMI. LA FACILITÀ CON CUI CHIEDONO DENARO È PROBLEMATICA. LA CRISI ITALIANA NON È ACUTA, C'È TEMPO PER AFFRONTARLA'' - E SCHAEUBLE È SULLA STESSA LINEA: QUELLO CHE AIUTA L'ITALIA, DANNEGGIA LA GERMANIA (E VICEVERSA)

1.BANCHE: DIJSSELBLOEM, RISOLVANO DA SOLE I PROBLEMI

dijsselbloem juncker dijsselbloem juncker

 (ANSA) - "La facilità con cui alcuni banchieri chiedono denaro pubblico è problematica, perché ci servono leader nelle banche che affrontino i problemi invece di andare dai governanti presentando le loro richieste": lo ha detto il presidente dell'eurogruppo Jeroen Dijsselbloem rispondendo a chi gli chiedeva un commento sulla richiesta di Deutsche Bank. "I problemi delle banche devono essere risolti dalle banche e nelle banche", ha detto Dijsselbloem.

 

2.BANCHE: DIJSSELBLOEM, CRISI ITALIA NON È ACUTA

dijsselbloem dijsselbloem

 (ANSA) - La crisi delle banche italiane è legata alle sofferenze e "non è acuta e questo ci dà il tempo di trovare una soluzione": lo ha detto il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, precisando che "le regole regole sono chiare", e in questo quadro "una soluzione è sempre possibile", purché si rispetti il quadro regolatorio.

 

"Le regole sono rigide, nel senso che mettono chiaramente nero su bianco la gerarchia del bail in", ha detto Dijsselbloem, secondo cui "in quel framework la soluzione è sempre possibile ma deve essere rispettato il quadro" normatorio. Dijsselbloem ha detto di non essere preoccupato per la situazione delle banche italiane, e che le autorità italiane ed europee stanno "parlando costruttivamente per trovare una soluzione all'interno del quadro". Il problema dei crediti deteriorati "non è nuovo, non ci sono grandi soluzioni, la soluzione va trovata gradualmente".

padoan dijsselbloem lagarde noonan sapinpadoan dijsselbloem lagarde noonan sapin

 

Quella italiana "non è una crisi acuta, e questo ci dà tempo di trovare una soluzione". Per il presidente "la sola cosa importante è che rispettiamo cosa abbiamo deciso insieme, non abbiamo bisogno di mettere in discussione altre cose, c'è già molto mettere in discussione questi giorni", ha concluso.

 

3.BANCHE: DIJSSELBLOEM, NO AD AIUTO PUBBLICO, AUMENTA DEBITO

 (ANSA) - "Ci saranno sempre banche che chiedono di mettere denaro pubblico per ricapitalizzare, ma noi ci opporremo fortemente perché è una misura che colpisce i contribuenti e aumenta il debito in Paesi già altamente indebitati". Lo ha detto il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijssebloem.

 

dijsselbloem tsipras merkel juncker schaeubledijsselbloem tsipras merkel juncker schaeuble

4.BANCHE: SCHAEUBLE, NON SPECULARE SU SITUAZIONE ITALIA

 (ANSA) - "Non bisogna speculare (su quello che sarà deciso, ndr) prima del risultato dello stress test dell'Autorità bancaria europea che sarà reso noto il 29 luglio, sappiamo quali sono le regole per gestire le difficoltà delle banche e questa è la cosa più importante": lo ha detto il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble entrando all'Eurogruppo e rispondendo a una domanda sul caso italiano.

 

 

5.SULLA SOSPENSIONE DEL BAIL-IN LE RISERVE DI SCHÄUBLE IL FRONTE EUROPEO È DIVISO

Federico Fubini per il “Corriere della Sera

 

Sta tornando ad asserirsi nel negoziato sulle banche italiane la legge della distribuzione delle perdite politiche nell' area euro. Al nocciolo, viene vista dagli stessi leader coinvolti come un ingranaggio perfettamente simmetrico: ogni soluzione in grado di rafforzare Matteo Renzi in Italia indebolisce Angela Merkel in Germania, e viceversa; ogni aggiramento delle regole più rigide nell' area euro finisce nella colonna dei profitti per il primo e delle perdite per la seconda. Almeno sulle banche, ad oggi non si è trovato un dosaggio tale da poter essere considerato accettabile sia dal presidente del Consiglio che dalla cancelliera.

 

padoan renzipadoan renzi

Questo è senz' altro uno dei risultati della nuova direttiva europea che, in ogni salvataggio pubblico di una banca, prevede sacrifici per obbligazionisti e depositanti. Ed è uno dei fattori che complica la trattativa in cui l' Italia a Bruxelles chiede di evitare qualunque penalizzazione sui creditori di Mps.

 

La buona volontà dei negoziatori, evidente anche in queste ore, può fare poco per cambiarlo. Negli ultimi giorni Pier Carlo Padoan e Wolfgang Schäuble, ministri finanziari di Italia e Germania, si sono confrontati su un intervento del governo di Roma per Monte dei Paschi. Come spesso accade fra i due, secondo varie fonti, il dialogo è stato disteso e ha registrato passi avanti.

 

RENZI PADOAN RENZI PADOAN

Ma neanche la stima fra Padoan e Schäuble può cancellare una realtà di fondo emersa con chiarezza nelle ultime settimane: evitare in pieno o in larghissima parte il colpo di falce sui creditori di Mps renderebbe Merkel vulnerabile agli attacchi dalla destra in Germania; Alternative für Deutschland accuserebbe la cancelliera di permettere che l' Italia demolisca le regole europee scritte a tutela della disciplina e del denaro dei tedeschi.

 

A poco più di un anno dalle elezioni politiche, non è un prezzo che Merkel e Schäuble sembrano disposti a pagare.

 

renzi come merkel e hollanderenzi come merkel e hollande

Poco importa che una disciplina meno serrata in Europa potrebbe aiutare tra non molto il governo tedesco a risolvere i problemi crescenti di alcune Landesbanken e della stessa Deutsche Bank. Oggi la Cancelliera e il suo ministro delle Finanze preferiscono di gran lunga che sia Renzi a scontare le conseguenze politiche di un colpo di forbice sui creditori di Montepaschi; a maggior ragione perché, visto da Bruxelles o da Berlino, l' impatto di quelle penalizzazioni per ora non viene giudicato finanziariamente disastroso per l' area euro. Gli interventi della Banca centrale europea sui titoli di Stato, per quanto criticati in Germania, fanno sperare che la turbolenza resti contenuta.

 

In questa vicenda Merkel e Schäuble sembrano poi tenere presente un' altra priorità: non accreditare l' impressione che ci sia un veto tedesco su un progetto essenziale per l' Italia.

 

RENZI MERKEL 5 MAGGIO 2015RENZI MERKEL 5 MAGGIO 2015

Molti in Europa preferiscono lasciare che sia la Commissione Ue a svolgere il proprio lavoro di controllo sugli aiuti di Stato e sia semmai Jeroen Dijsselbloem, il presidente dell' Eurogruppo e ministro delle Finanze olandese, a prendere le posizioni più esplicite contro le richieste italiane di una «deroga». Altri la pensano diversamente.

 

Alcune figure di vertice di banche centrali del Nord Europa e della stessa Bce - il capoeconomista Peter Praet o il vicepresidente Vitor Constancio - sarebbero invece propensi a lasciare che l' Italia risolva i propri problemi nel modo meno traumatico possibile: ma non sono direttamente parti in causa, e non intendono esporsi in questa partita.

 

Con queste premesse, è improbabile che l' incontro di oggi e domani a Bruxelles dei ministri finanziari europei faccia registrare svolte improvvise. La Commissione Ue resta ferma sull' idea che vengano penalizzati gli investitori istituzionali detentori dei bond più a rischio di Montepaschi - se ci sarà intervento pubblico - mentre anche i rimborsi alle famiglie potrebbero non avvenire al pieno valore dei titoli alla scadenza.

 

Pesa anche un certo scetticismo per la politica economica italiana in genere, che scoraggia alcuni dall' offrire un accordo in contropartita di riforme.

Dice Lars Feld, esponente del Consiglio degli esperti in Germania e economista vicino a Schäuble : «Renzi è stimato.

 

jean claude junckerjean claude juncker

Ma c' è un' assenza di fiducia verso ciò che possono fare il governo e l' amministrazione in Italia». Resta da vedere se una soluzione in salita per Mps ne aumenti la capacità di manovra, o il contrario .

 

 

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO