LA CHIACCHIERA AI TEMPI DEL LODEN (DALLA PASSERA DI RUBY AL PASSERA DI MONTI) - DIMISSIONATO IL BANANA E IL SUO HAREM DI MUTANDE PAZZE IL CONVERSARE DA SALOTTO HA PERSO IL PEPE DEL CICALECCIO TUTTO SESSO, POLITICA E ARCORE - SE PRIMA SI PARLAVA DEL CULO DI RUBY, OGGI TOCCHIAMO IL FONDO DELLO SPREAD - SI CIANCIA SUL MALAFFARE CORROTTO DEI PARTITI O LA CAMUSSO CONTRO LA FORNERINA PIAGNENS - UNA SARA TOMMASI CHE MOSTRA LA PASSERA NON SCONVOLGE PIÙ - MELGLIO PARLARE DI PASSERA (CORRADO) E DI OPERE PUBBLICHE…

Mirella Serri per "A"

"Mostrarsi senza slip è un atto politico contro lo sciacallaggio degli istituti di credito": lo ha dichiarato la soubrette Sara Tommasi all'atto di calarsi provocatoriamente le mutandine. E le sue parole le ripete divertito, in una cena molto chic e molto gauchiste, un noto banchiere evidentemente sentendosi chiamato in causa. In tempi non lontani - prima dell'avvento di Rigor Monti (copyright Dagospia per il recente governo) - il ricordo dell'esibizione delle parti intime della show-girl laureata alla Bocconi avrebbe acceso animi e discussioni.

Oggi però, appena evocata la performance erotica scivola via leggera, è come una scheggia del passato. I nostri scambi, le nostre chiacchiere sono dunque così cambiati? Di cosa si parla nei salotti che contano, fanno opinione e tendenza, ora che la politica ha mutato volto, e anche abiti, indossa il loden, e non esalta più la prestanza fisica, il bell'aspetto, il sesso a go-go e la ricchezza ("sposi un miliardario", suggeriva Berlusconi a una ragazza che lo interpellava sul suo futuro)?

Quali gli argomenti che più ci coinvolgono? "Finalmente c'è la pace a Cetona", rileva la giornalista Sandra Monteleoni che nel suo buen retiro si ritrova nel week-end con un piccolo esercito di imprenditori, stilisti, economisti, noti editorialisti, da Fabrizio Saccomanni a Cesare Romiti, Federico Forquet, Davide Croff, Fiorella Kostoris, Paolo Franchi, Mario Pirani, Sandro Viola e tanti altri ancora.

"Amicizie consolidate si erano spaccate in fazioni pro e contro Berlusconi. Se non ti esprimevi eri sotto controllo, se fiatavi venivi iscritta nelle liste di una parte o dell'altra. Adesso il collante è la figura di Giorgio Napolitano, factotum della rinascita". Ma è proprio così? Oggi la conversazione scorre serena? La ritrovata unanimità è veramente tale oppure è solo apparenza? "L'argomento che trionfa è la crisi economica. Superficialmente si è tutti d'accordo su cause e rimedi. Ma non è così", registra un attento osservatore del costume, come il francesista e scrittore Giuseppe Scaraffia.

"Un esempio? Quando ci si incontra la sera tra amici i toni si alzano. Alcuni sostengono che i ristoranti sono tutti pieni, altri che sono tutti vuoti. Alcuni dicono che siamo travolti dalla recessione, altri che riusciamo a galleggiare. Qual è la verità? In realtà sta accadendo quello che capitò nella Francia del Settecento: con il religiosissimo Luigi XIV erano tutti clericali mentre con la successiva reggenza di Filippo II d'Orléans diventarono tutti libertini e mangiapreti.

Attualmente ci riconosciamo nelle opinioni espresse dai tecnici del nuovo governo. Poi però nella vita di tutti i giorni dubitiamo fortemente di quel che ci viene detto". A confermare le osservazioni di Scaraffia sulle divisioni provocate dalla stretta al portafoglio è il soffio delle dispute che riscaldano i cuori e le ville tra la Maremma e l'Argentario dove si ritrovano attori, deputati, ambasciatori, da Margherita Buy a Lucrezia Lante della Rovere, ai Bassanini, Chicco Testa, Staffan de Mistura.

Tra un piatto di bricoli e un'acqua cotta si incrociano le armi su una materia che scotta: il malaffare in politica, la longa manus della corruzione. E a questo si aggiunge il confronto sulla costruzione dell'autostrada cosiddetta ‘spaccamaremma'. Accalora da decenni ma, proprio di recente, ha preso una nuova, insospettabile piega: "C'è chi non manca di ricordare le vicende in cui è stato coinvolto Denis Verdini o la casa acquistata ‘ a sua insaputa' per Claudio Scajola.

E c'è chi invece si interroga sul mistero di quel faccione così solare di Luigi Lusi, il tesoriere della Margherita, e vi individua ‘Lo strano caso del dottor Jekill e Mister Hyde', in apparenza solerte amministratore e poi capace di spendere 180 euro per gli spaghettini al caviale, per non parlare di tutto il resto", osserva lo storico e ambientalista Nicola Caracciolo, aristocratico con magione nel bellissimo sito di Garavicchio."C'è un'opinione condivisa. Che le mele marce siano tanto a destra che a sinistra.

Però, poi, proprio questa acquisizione alimenta tante baruffe. Il discorso sui furti e le ruberie che imperversano tra le varie ‘cricche' di imprenditori ha messo in evidenza che le grandi opere implicano la presenza di bustarelle. Questo dà nuova linfa e argomenti a chi, come me, è fortemente contrario all'autostrada, a questa nuova occasione di possibili truffe". Centrale, per i più attenti maremmani d'adozione, è dunque la preoccupazione per la protezione del territorio.

Tra un sorso e l'altro di morellino, sempre gli stessi frequentatori della Piccola Atene (alias Capalbio) sono schierati in falangi armate e separate sul ruolo di banche e banchieri. "Non si sta facendo abbastanza per difendere le fasce più deboli. Questo governo che protegge il mondo della finanza e affini non si preoccupa del futuro, non solo nostro ma di quelli che stanno peggio di noi: questo il leit motiv degli ultimi tempi", osserva Annalisa De Siati, moglie dell'ambasciatore Rocco Cangelosi, prima rappresentante permanente a Bruxelles e poi consigliere al Quirinale.

Raggiunta la coesione, dunque? Non proprio. Il disaccordo si registra pure tra coloro che concordemente individuano nel loden di Monti un supporter di sportelli e di istituti bancari: c'è chi fa il tifo per il ciuffo ribelle della segretaria della Cgil, Susanna Camusso e chi, come Furio Colombo sceso in piazza con la Fiom nell'ultima manifestazione romana, lancia in resta sostiene i grandi meriti di Maurizio Landini. In ogni caso, però, sulla nostra conversazione e pure sulla provocazione, si è abbattuto uno tsunami: il gesto futurista, chiamiamolo così, dell'avvenente Sara con i genitali in mostra, sembra archelogia, un reperto storico. I cento e passa giorni di Rigor Monti, da questo punto di vista, valgono infatti cento anni.

 

 

 

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