DIO CI SALVI DA JD VANCE – IL VICEPRESIDENTE AMERICANO, ANIMA NERA DEL MONDO “MAGA”, COSTRINGE LA CONFERENZA SULLA SICUREZZA DI MONACO A INVITARE I POST-NAZISTI DI AFD AL PROSSIMO INCONTRO, A FEBBRAIO. ALL’EVENTO DI QUEST’ANNO VANCE AVEVA SFERRATO UN ATTACCO SENZA PRECEDENTI ALL’EUROPA, CON IL PRETESTO DELLA CENSURA NEI CONFRONTI DEL PARTITO DI ESTREMA DESTRA – VANCE SOGNA DI ESSERE IL CANDIDATO REPUBBLICANO ALLA CASA BIANCA NEL 2028: DOPO LA MORTE DI CHARLIE KIRK, CERCA DI FARSI VOLTO DELL'ALA PIÙ RADICALE DEI "MAGA". MA GLI OSTACOLI NON SONO POCHI: IL PIÙ GROSSO È LA VICINANZA A PETER THIEL, SUO EX DATORE DI LAVORO E GRANDE SPONSOR DELL’EX BURINO DEGLI APPALACHI
jd vance alla turning point usa fest
UNA VITTORIA PER VANCE. DOPO LE SUE CRITICHE AFD INVITATA A MONACO
Estratto da “la Repubblica”
La Conferenza sulla Sicurezza di Monaco ha invitato i parlamentari di Alternative für Deutschland a partecipare all'incontro di alti funzionari della difesa
internazionale a febbraio, dopo aver escluso il partito di estrema destra negli ultimi due anni.
Il cambio di rotta […] è arrivato dopo che il vicepresidente Usa J.D. Vance aveva criticato l'esclusione dell'Afd in un duro discorso all'evento di quest'anno, in cui accusava la Germania di soffocare la libertà di parola emarginando il partito anti-migranti e filorusso.
LA SECONDA FOTO DI JD VANCE VESTITO DA DONNA
Alla domanda se le critiche di Vance abbiano pesato sulla decisione, il portavoce della Conferenza ha risposto che gli eventi vengono decisi autonomamente.
NELLA CORSA PER LA SUCCESSIONE A TRUMP IL FAVORITO È VANCE, MA CI SONO DELLE INCOGNITE
Estratto dell'articolo di Andrea Venanzoni per “il Foglio”
Il Segretario di Stato americano Marco Rubio ha confidato ad alcuni suoi stretti collaboratori che un ticket in compagnia di J.D.Vance per le presidenziali del 2028 non gli dispiacerebbe. […]. la scommessa di Rubio non appare casuale: è il tentativo di rivendicare, prima che altri possano avanzare simili pretese, la sua vicinanza a quello che sembra il naturale successore di Trump.
A confermare questa impressione c’è il cambiamento di postura dello stesso Vance. Fino a oggi Vance era relegato a un ruolo che appariva analogo a quello esercitato durante la presidenza Nixon da Spiro Agnew, metaforico “poliziotto cattivo” dagli accenti populisti spedito in lungo e in largo a rampognare ex alleati recalcitranti, a umiliare presidenti in visita istituzionale, come nel caso di Zelensky, o a rivendicare terre, come in Groenlandia.
jd vance alla conferenza di monaco
Ma qualcosa è poi cambiato, drasticamente. Se fino a pochi mesi fa Vance era solo quello dei meme, del “Have you said thank you once?” o delle lezioncine da poco prezzo sul free speech e sulla deregulation impartite agli europei nel febbraio 2025, ora c’è qualcosa di profondamente diverso.
Per Vance d’altronde mutare pelle è una caratteristica quasi esistenziale. Chiunque abbia letto la sua “Elegia americana” sa bene quanto e come l’ex marine, ex figlio degli Appalachi, ex studente di Yale, abbia cambiato nome, professioni e convinzioni religiose.
Convertito di recente al cattolicesimo dopo una vita sospesa tra misticismo rurale e ateismo, Vance è passato al trumpismo dopo aver definito Trump un “Hitler americano”. E questa conversione è costata cara al suo mentore Peter Thiel che per convincere Trump a farsi affiancare dal suo protetto ed ex dipendente in Mithril Capital è stato costretto a finanziare pesantemente il Partito Repubblicano di area Maga, dopo la cocente delusione dell’esperienza del 2016.
l abbraccio tra erika kirk e jd vance 2
D’altronde passare dal considerare qualcuno un “Hitler” a definirlo un boss e una persona straordinaria non può essere semplicemente definito un ripensamento.
Il “nuovo” Vance, quello proiettato mentalmente all’idea di succedere a Trump, è emerso in concomitanza con la morte di Charlie Kirk e con l’apertura delle ostilità in seno alla destra americana.
Dalla sera in cui ha condotto il podcast di Kirk, Vance si è trovato nel cuore tumultuante del conflitto ideologico che sta dividendo le varie sfumature del fronte conservatore. Ma, come sottolinea il Washington Post, l’attuale vice di Trump cammina sul ciglio del burrone perché deve tenersi in rigoroso equilibrio, senza scontentare troppo le varie sensibilità.
jd e usha vance al benny show 5
Ma l’equilibrismo è arduo quando si danza gravati dal peso enorme dell’antisemitismo, dalle posizioni di Tucker Carlson e dal fantasma inquietante dei groyper di Nick Fuentes. Molti conservatori chiedono a Vance di prendere posizione e di schierarsi, ma dal palco di Turning Point USA (l’organizzazione fondata da Kirk), lo ricorda Politico, Vance si è guardato bene dal farlo.
Il limite per lui invalicabile è il prendere le distanze da Carlson, figura sempre più indigesta per vasta parte dei conservatori. D’altronde uno dei figli di Carlson, Buckley, lavora nell’ufficio stampa del Vicepresidente e il rapporto tra i due è consolidato. Vance non ha il carisma di Trump, non ha nemmeno un’identità ben definita e la sua ideologizzazione radicale è strategia per riempire un vuoto evidente. Ma così facendo si relega nel mezzo, dove rischia di finire schiacciato.
Ha un altro problema, poi. E paradossalmente è legato al suo mentore Thiel e alla società da questi fondata, Palantir. […] Vance ha confidato di essere preoccupato dal modo in cui i Maga vedono la società di analisi dei dati. E in effetti, glielo ha ricordato Joe Rogan, Palantir inquieta molti.
E, allora, ecco che Vance escogita nemici esterni, alzando sempre di più la posta e i toni: l’Unione europea da sanzionare come fosse uno stato canaglia, la Francia e l’Inghilterra potenze nucleari islamizzate, l’Ucraina, la Danimarca. E si può essere certi che, all’approssimarsi delle elezioni midterm, andrà sempre peggio.
jd vance south park speciale halloween 2025
JD VANCE SENZA BARBA QUANDO LAVORAVA CON PETER THIEL
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