TE LO DO IO PASSERA! - IERI SERA A “SERVIZIO PUBBLICO” TRAVAGLIO HA UCCELLATO PASSERA DAVANTI E DI DIETRO - ACCANTO A MARCOLINO, TRONEGGIAVA FEDERICO RAMPINI. E IL CORRISPONDENTE DI “REPUBBLICA” HA SORPRESO TUTTI AGGIUNGENDO BENZINA AL FUOCO - RAMPINI, BRACCIO ARMATO/AMATO DI DE BENEDETTI, HA DATO LA LINEA DI QUELLO CHE FARÀ LA ‘’REPUBBLICA’’ NEI PROSSIMI MESI NEI RIGUARDI DEL PASSEROTTO? - DALLA PARTE DEL CORRIERE FLEBUCCIO, INVECE, BRILLA UN PEZZO DI MUCCHETTI CHE SEMBRA UNA PROVOCAZIONE CONCERTATA PER FAVORIRE LA RISPOSTA DI PASSERA - PASSERA STORY BY BONAZZI …

1- DAGOREPORT
- Ieri sera a "Servizio Pubblico" un formidabile Travaglio ha uccellato Passera davanti e di dietro sul conflittone di interessi dell'ex ad di Intesa, dai treni smontezemolati all'Alitalia, dallo stipendio milionario ai bonus dorati, trapassando i soldi portati nel paradiso fiscale di Madeira, Portogallo.

Accanto a Marcolino sempre più magrino, troneggiava con i suoi riccioli bianchi ben cotonati, in camicia a rigoni e bretelle a righini, ton sur ton, il mitologico Federico Rampini. E il corrispondente di "Repubblica" ha sorpreso tutti aggiungendo benzina al fuoco di Travaglio sui banchieri che s'ingrassano con la crisi innescata dalle banche.

Bene, dovete sapere che Rampini non è solo un ottimo giornalista giramondo ma è intimo di Carletto De Benedetti: dalle cene romane ai viaggi in barca, Rampini non manca mai. Di più: da sempre, il sogno di Carletto è di nominarlo direttore di "Repubblica". E ieri sera, il braccio armato di Carletto ha dato la linea di quello che farà la ‘'Repubblica'' nei prossimi mesi nei riguardi del Passerotto, già ragazzo di bottega dell'Ing ai tempi della Cir.

Dalla parte del Corriere Flebuccio, invece, brilla in prima pagina, sul conflitto di interessi del neo ministro allo Sviluppo (di chi?), un pezzo di Mucchetti che sembra una provocazione concertata per favorire la risposta di Passera.

2- TE LO DO IO PASSERA!
Francesco Bonazzi per il Secolo XIX

Lo hanno chiamato in piena notte, quello che già parte come il papa nero del nuovo governo. Ma chi pensava che il "banchiere di sistema" Corrado Passera, che ha fuso Airone in Alitalia e ha incitato all'acquisto di Bot e Btp fino all'altro ieri, non vedesse l'ora di entrare nell'esecutivo Monti, si è dovuto ricredere in fretta. La sola delega dello Sviluppo economico, offertagli inizialmente, non gli bastava. O meglio, gli sembrava pericolosamente monca.

E così l'ormai ex amministratore delegato di Intesa-Sanpaolo ha ottenuto anche la guida delle Infrastrutture e dei Trasporti. Insomma, l'allampanato banchiere comasco avrà in mano il maggiore centro di spesa del nuovo governo, dopo quello che rimane in campo al premier-ministro del Tesoro. Se nelle geometrie dei nuovi poteri Passera sarà per Monti quello che Tremonti è stato per Berlusconi, è faccenda che si capirà nel giro di poche settimane.

Ma intanto è impossibile non intravedere nel nuovo superministro un personaggio che, per le indubbie capacità dialettiche e la profonda conoscenza della politica e dei media, potrebbe diventare il prossimo candidato premier di tutto ciò che non è oggi non è berlusconiano.

Ci sono due potenti che lo conoscono come pochi altri, in Italia: Carlo De Benedetti e Giovanni Bazoli. L'ingegnere torinese lo strappò alla McKinsey nel 1985, quando Passera aveva 31 anni. Lo sperimentò prima in Cir, la holding di famiglia che all'epoca era ben più variegata di oggi e con un solido portafoglio di partecipazioni industriali. Poi gli affidò la guida del gruppo Espresso-Repubblica, un biennio durante il quale Passera fece anche un passo imprevedibile e che ai suoi successori, a cominciare da Marco Benedetto e Monica Mondardini, non riuscì mai: s'innamorò di giornali e giornalisti.

Tanto che ancora anni dopo, quando doveva farsi intervistare dall'Espresso, era capace di presentarsi direttamente in redazione, dire quel che voleva dire e poi, in maniche di camicia, titolarsi da solo. Una capacità innata di comunicare che gli è servita parecchio anche nel periodo '92-'96, quando ha dovuto metter mano a una pesante ristrutturazione della Olivetti.

La cesura della sua vita è proprio nel '96, quando l'amico Romano Prodi sfida Berlusconi al posto di Giovanni Bazoli, che senza i consigli dell'ex ministro Beniamino Andreatta non se la sentiva di entrare in politica. Passera avrebbe potuto tranquillamente già fare il ministro, e invece Bazoli lo chiama con sé all'Ambrosiano Veneto, lanciandolo come banchiere. In due anni realizza la maxi-fusione con la Cariplo e nel '98 saluta tutti per andare a guidare le Poste, che all'epoca erano un carrozzone informe, elefantiaco e sfiduciato.

Lavorando più sulle motivazioni del personale e sul marketing che non sui rapporti con la politica, Passera le risana, le trasforma in spa, ne cura una vendita del patrimonio immobiliare intorno al quale si è saldata una pattuglia di fedelissimi e, colpo a sorpresa, le lancia nei servizi bancari.

Chi dubitava che questa fosse la vendetta contro Ambro-Cariplo, ipotizzando che i rapporti con il presidente Bazoli si fossero deteriorati, è stato smentito da un piccolo particolare che dice molto di Passera: quando Bazoli ha dovuto lanciare il figlio Giovanni nel mondo del lavoro, lo ha mandato con grande discrezione proprio a imparare il mestiere di "banchiere-postale" da Passera, in un anonimo palazzone dell'Eur.

Il resto, ovvero il ritorno alla guida di Intesa e la successiva acquisizione del Sanpaolo di Torino è storia recente. L'istituto torinese vantava di gran lunga conti migliori e dimensioni maggiori, ma non avendo un management all'altezza della coppia Passera-Bazoli è stato prima "federato" e poi inglobato. Perché anche la credibilità personale, in affari come in politica, conta tantissimo.

Errori, o presunti tali, negli affari ne ha probabilmente combinati anche il golden boy Passera. Ma per ironia della sorte, sono tutti recenti e se li ritroverà davanti come ministro. Il salvataggio di AirOne (di cui Intesa era rilevante creditore) abilmente mischiato nella patriottica operazione della cordata Alitalia dei "Capitani coraggiosi", non è stato soltanto un'impresa che Silvio Berlusconi ha giocato con successo contro il centrosinistra alle elezioni del 2008.

E' anche una partita che si riaprirà presto, quando i soci francesi potranno conquistare tutta Alitalia. Non solo, ma da ministro delle Infrastrutture, dovrà vigilare sulla correttezza delle Ferrovie nel misurarsi con i treni privati di Ntv, ovvero dell'amico Luca Cordero di Montezemolo, che da Intesa sono stati riccamente finanziati. Da banchiere, poi, Passera ha spinto molto per il ponte sullo Stretto, che nell'immaginario degli italiani è un po' il simbolo di com'è finito il sogno berlusconiano. Se riuscirà a rilanciare anche questo sogno, davvero Passera ha un futuro da leader politico.

 

Passera pensieroso Corrado Passera passera jpegpasseraMARCO TRAVAGLIO Federico RampiniFrederico Rampini e Carlo De Benedetti - Copyright PizziCARLO CARACCIOLO CARLO DE BENEDETTI E CORRADO PASSERACorrado Passera, Giovanna Salza, Luca Montezemolobonazzi

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO