DOLORES DE GIUNTA: SOTTO-MARINO SCARICA IL PD E SEL E S'INGINOCCHIA ALLA CHIESA (ALTRO CHE GAY PRIDE)

Alessandro Capponi per il "Corriere della Sera - Edizione Roma"

Frattura tra i partiti e Ignazio Marino: sia Pd sia Sel - cioè le forze che l'hanno sostenuto - sono pronti a dare battaglia. Per i posti in Giunta e per il messaggio politico che, dalla squadra scelta dal sindaco, deve (dovrebbe) arrivare.

Allo stato, le tensioni quasi non si contano. E le mosse per far arrivare il messaggio a Marino, non mancano. Per oggi il Pd annuncia la convocazione del gruppo capitolino: obiettivo dichiarato, l'elezione del capogruppo (Francesco D'Ausilio).

Ma al di là della scelta per il Comune - e perfino del fatto che l'annuncio si trasformi in realtà - è fin troppo chiaro che il partito democratico della Capitale gioca una carta inequivocabile nei confronti del sindaco Ignazio Marino: e nella partita a scacchi della giunta, è una mossa a sorpresa.

Punta a dire che non ci sono divisioni, e che quei 19 consiglieri avranno un peso, in Consiglio, fondamentale per la stabilità e la governabilità del Campidoglio. Il partito romano - praticamente ad ogni livello - reagisce a una voce circolata fin dalla nottata tra mercoledì e giovedì: l'intenzione di Marino di pescare poco - pochissimo - nel consiglio comunale e nel partito. Due nomi per la «squadra» (Enzo Foschi e Michela Di Biase) oltre a uno per Sel (Luigi Nieri): per il resto, tutti tecnici.

La fibrillazione, per tutto il giorno, non si placa: a sera, ecco la mossa. «Tra stanotte e domani eleggiamo il capogruppo». Non solo. Indicheranno il presidente dell'aula e, nel caso in cui Marino optasse davvero per soli due assessorati al Pd, sarà chiesto ai prescelti di fare un passo indietro. Il dirigente Pd ragiona: «Non abbiamo chiesto niente, siamo pronti a sostenere Marino con lealtà. Ci aspettiamo lo stesso trattamento».

Giornata di fortissime tensioni, quella di ieri: «Gli uomini Pd per la Giunta devono aiutare a garantire stabilità al Campidoglio. Di fronte a uno squilibrio, meglio una squadra di soli tecnici come ha fatto Zingaretti, che noi sosteniamo lealmente». Tutti tecnici, allo stato, sembra un'impresa.

Ignazio Marino prosegue i suoi incontri: oggi vedrà Centro democratico. Ieri con Sel ha parlato di un unico assessorato: Nieri ai Lavori pubblici. Ipotesi accolta, per usare un eufemismo, con qualche tensione: la replica del partito è che «o Marino manda un segnale, con i fatti, di convinzione verso il progetto politico che l'ha sostenuto in tempi di larghe intese nazionali, oppure non accetteremo incarichi».

Dai tecnici intanto arrivano i «no» annunciati: da Marino Sinibaldi per la Cultura (Radio3) al Sottosegretario Giovanni Legnini, che spiega così la decisione: «Per non lasciare il lavoro avviato nelle importanti deleghe affidatemi dal presidente Letta, per non privare la mia regione, l'Abruzzo, dell'unica rappresentanza di governo».

Detto del «no» di Cristina Comenicini, l'unico dato che rimane è nelle parole di Marino a Sel: prima ipotesi di giunta, domenica. In tutto questo, la voce di Walter Tocci: «A Roma il Pd tratta per i posti in giunta? Se vero, not in my name. Marino faccia di testa sua. Dai partiti servono idee non solo assessori». Che poi, forse, è esattamente ciò che pensa il sindaco.

 

IGNAZIO MARINO E IL CARDINALE AGOSTINO VALLINIEnzo Foschi marino sinibaldicristina comencini Zingaretti abbraccia Marino Walter Tocci

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