INDOVINA CHI VIENE AL CONI? – DOMANI SI SCEGLIE IL SUCCESSORE DI PETRUCCI E STASERA GLI SFIDANTI PAGNOZZI E MALAGÒ INCONTRANO A CENA I GRANDI ELETTORI - CHI ANDRÀ DA UNO, NON SARÀ DALL’ALTRO: COSÌ NELLA NOTTE CI SARÀ UNA PRIMA CONTA FRA I 76 VOTANTI (PER DIVENTARE PRESIDENTE OCCORRONO 39 VOTI) – I BENI INFORMATI SCOMMETTONO SU PAGNOZZI MA MEGALÒ-MALAGÒ È CONVINTO DI FARCELA…

Marcello Di Dio per "Il Giornale"

Da un lato l'esperienza ventennale all'interno del Palazzo nel ruolo di Segretario generale, dall'altro quella lunga e importante di imprenditore e manager sportivo.
Domani, dopo 13 anni di presidenza Gianni Petrucci (secondo per durata solo al grande Giulo Onesti), il Coni conoscerà il successore da scegliere tra Raffaele Pagnozzi e Giovanni Malagò.

Nei quartier generali dei due sfidanti per l'ambita poltrona del massimo ente sportivo è il momento di fare i conti: 76 i grandi elettori, serve la maggioranza assoluta per diventare presidente (dunque 39 voti). «Sono convinto di avere la metà più uno...», così Malagò. «Mi dispiace, ma Giovanni deve farsene una ragione: vincerò io e con una maggioranza significativa...», sottolinea Pagnozzi.

I bene informati sono pronti a scommettere sul progetto dell'«innovazione nella continuità» di Pagnozzi, accreditato di 45-50 voti. Dalle parti del Circolo Aniene, di cui Malagò è presidente, non hanno dubbi: l'elezione sarà uno sprint testa a testa che dovrebbe premiare il «nuovo modello per lo sport italiano».

E stasera entrambi gli sfidanti hanno invitato i grandi elettori a cena, in due alberghi romani (Malagò ha scelto il Majestic di via Veneto, Pagnozzi il Parco dei Principi con vista su Villa Borghese) distante appena 1800 metri. Non si potrà essere presenti contemporaneamente ai due banchetti, così nella notte della vigilia ci sarà una prima conta dei votanti.

Domattina dalle 9.30 inizierà il Consiglio Nazionale: otto minuti a testa per l'ultimo «appello» agli elettori (inizierà per sorteggio Pagnozzi), quindi la votazione in cabine chiuse, con qualcuno che magari fotograferà la sua scheda con il telefonico per garantire la sua fedeltà alla causa. Non si escludono sorprese dell'ultim'ora: nel 2009 Petrucci incassò il «tradimento» di sette presidenti che parteciparono alla cena pre-elettorale e poi votarono il suo avversario Chimenti, fermatosi però a 24 (contro i 55 dell'attuale numero uno della Federbasket).

Dopo una campagna elettorale giocata di fioretto, i due hanno usato la scimitarra e purtroppo si è discusso poco di programmi che meritavano un maggiore approfondimento. Pagnozzi rappresenta la continuità, il dirigente cresciuto al Coni, uno di famiglia: con il ruolo di segretario generale e amministratore delegato-direttore generale della Coni Servizi ha avuto rapporti con tutti e si è guadagnato anche una buona fama internazionale.

Non promette rivoluzioni, parla di riforma della giustizia sportiva e di consolidamento dell'Italia nello sport nella Top 10 mondiale. In più difende il calcio (che nella sua Giunta avrebbe un ruolo importante) e ha un gruppo di presidenti fedelissimi delle federazioni più grandi (tennis, nuoto e ciclismo tra le altre).

Malagò, presidente del comitato organizzatore dei Mondiali romani di pallavolo del 2005 e di quelli di nuoto del 2009 vorrebbe una governance del Coni equa e trasparente («un Palazzo di cristallo», uno dei suoi slogan), maggiore collegialità e partecipazione nel governo dello sport e propone un piano per l'impiantistica sportiva anche con partecipazioni di privati.

E nonostante sia un grande tifoso di calcio, vorrebbe il football fuori dalla Giunta («da quel mondo arrivano solo messaggi negativi», sottolinea).
A Petrucci ha contestato la fretta di arrivare alle elezioni già a febbraio quando si potevano attendere almeno le politiche. Potrebbe pagare il fatto di non essere mai stato presidente di federazione, anche se si è battuto bene insieme ai suoi.

In caso di vittoria, entrambi avranno atlete di rilievo in squadra: Fiona May per Pagnozzi, Alessandra Sensini per Malagò che ha l'appoggio di Josefa Idem, candidata alle Politiche con il Pd.

 

 

super pagnozzi foto mezzelani gmt Giovanni Malago MALAGO PETRUCCI PAGNOZZI Fiona MayGIOVANNI MALAGO ALESSANDRA SENSINI Josefa Idem e Giovanni Malago josefa idem

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO