putin biden xi jinping

“STIAMO PER ASSISTERE ALLA SECONDA MORTE DELL'EUROPA DOPO QUELLA DEL 1914” - DOMENICO QUIRICO: “IL MONDO CHE NE USCIRÀ VEDRÀ CONSOLIDARSI GLI STATI UNITI, ABILI NELL'ATTIZZARE LA GUERRA AFFIDATA ALLA PENA DI ALLEATI E FAMIGLI. DALL'ALTRA PARTE DUE POTENZE ASIATICHE, LA CINA CHE CONSOLIDERÀ CON IL SUO ASTUTO ATTENDISMO IL PASSAGGIO IMPERIALISTICO DA POTENZA ECONOMICA A GIGANTE MILITARE; E LA RUSSIA CHE RINNEGHERÀ LA SUA VOCAZIONE EUROPEA PER VOLGERSI DALL'ALTRA PARTE…”

Domenico Quirico per “la Stampa”

 

vladimir putin joe biden ginevra

Questa guerra in Europa ci sconvolge per l'impotenza dell'uomo davanti al destino, per quell'ammazzarsi meccanico e tecnologico con il suo gigantesco arsenale di missili artiglieria carri armati, a cui nessuno sembra poter porre rimedio. Questo potere del destino apparenta questo conflitto alla Prima guerra mondiale. La fragilità del corpo umano di fronte al metallo e alla tecnologia, la morte meccanica e l'alto numero di vittime nelle città che assomigliano sempre più alle trincee delle Fiandre legano l'oggi alle atrocità dell'avvio del Novecento.

 

Xi Jinping e Vladimir Putin

Questa guerra che è insieme ipermoderna e antica scopre le sue carte e porrà fine, per la seconda volta, alle illusioni progressiste e umanitarie. Nel 1914 andarono in pezzi i sogni ottocenteschi che il destino dell'uomo sarebbe stato obbligatoriamente migliore, oggi uscirà in briciole la propaganda di un mondo aperto e globale, dove merci idee e uomini avrebbero camminato e progredito insieme.

 

Sappiamo per averlo provato nel Novecento su di noi europei che le civiltà possiedono la stessa fragilità di una vita. Colano a picco con i loro uomini e le loro macchine, con gli dèi e le leggi, le accademie e le scienze. L'abisso della irrilevanza storica è abbastanza grande per tutti. Fino a un mese fa l'Europa era ancora piena di cose, personaggi, progetti, utopie. Adesso è diventata, al di là di una sgonfia retorica consolatoria, qualcosa di astratto, nebbioso, ha solo problemi, paure, dipendenze, sospetti, vive ogni giorno nell'angoscia di diventare un grande campo di battaglia.

 

putin biden

Il problema diventa di nuovo: quale ragione ha l'Europa di farsi? Con quale contenuto e diritto? Che cosa rappresenta? È un personaggio con qualcosa che la distingue dagli altri che si fanno così brutalmente sentire sulla scena del mondo? O solo un "collage", fatto di attaccamento e disamore, come si dice in francese, di iscritti all'Alleanza militare atlantica? Prima ancora di unità, che la necessità di sopravvivenza all'istinto di preda putiniano sembra aver frettolosamente abborracciato, un problema di identità.

xi jinping vladimir putin

 

Come nel 1918 temo che stiamo per assistere, sgomenti, alla seconda morte d'Europa. È quello che ne uscirà, qualunque sia l'esito del conflitto, sia che la furia russa di ridefinire equilibri che non considera più definitivi e che sono eredità imperfetta dalla caduta del Muro abbia successo o sia che venga respinta o contenuta. Il mondo che ne uscirà vedrà consolidarsi gli Stati Uniti da una parte, rimasti al riparo del loro splendido isolamento transoceanico, abili nell'attizzare la guerra affidata alla pena di alleati e famigli che hanno trovato una occasione di mettere un po' di belletto a una inevitabile decadenza imperiale.

vladimir putin emmanuel macron.

 

Dall'altra parte due potenze asiatiche, la Cina che consoliderà con il suo astuto attendismo il passaggio imperialistico da potenza economica a gigante militare; e la Russia che rinnegherà, nella ferocia dello scontro e per le cicatrici lasciate dall'isolamento e dalle sanzioni, la sua vocazione europea per volgersi dall'altra parte.

 

A quella tentazione asiatica a cui il forcipe di Pietro il grande l'aveva sottratta costringendola a guardare a ovest restando sotto il marchio autocratico. Sconfitta questa che sarebbe di portata gigantesca per gli europei e l'Occidente. Perché la Russia è sempre stata occidente anche quando la separava il Muro di Paese del socialismo reale e del marxismo burocratico e autoritario. Persino in quello sviluppo restava europea perché parlava una lingua ideologica a noi domestica e nota.

 

EUROPA E LE ARMI ALL UCRAINA

Le tre potenze che sopravviveranno si daranno battaglia nel Terzo mondo. Sempre che approfittando dei nostri errori e delle nostre baruffe fratricide il progetto totalitario dell'islam non trovi linfa e occasioni per sedersi al tavolo come quarto, pericoloso incomodo. Nel 1914 l'Europa che era ancora presidiata da grandi potenze, Inghilterra, Francia con i loro imperi, il blocco continentale delle autocrazie, Germania, Austria-Ungheria e Russia (lo chiamavano il concerto europeo, litigioso gonfio di livori ma con un collaudato meccanismo che garantiva l'uscita di sicurezza diplomatica), corse con cieca indifferenza al fratricidio della guerra civile.

 

putin xi jinping

Colpa di una generazione particolarmente feconda di politici molto bravi a metter tutto in subbuglio e repentaglio, attentissimi a non introdurvi ordine, misura, pazienza. Questa abilità di complicare i conflitti fu pari solo alla impotenza, una volta scoppiati, di chiarirli, limitarli risolverli.

 

Non vi ricorda questa generazione di profeti sovvertitori quella che posta di fronte all'incendio ucraino e agli ultimatum prepotenti di Putin invece di far appello al proprio ruolo di mediatore forte che la geografia e la convenienza loro imponeva si è messa ad attizzare come artificieri pirotecnici fuochi che altri gli gettavano davanti incitandoli a innescarli?

 

Così che si è assistito allo scandalo di una guerra tra nazioni europee e cristiane in cui chi cerca di bagnare le polveri e strappare un armistizio sono un musulmano dalla fama assai dubbia, un ebreo che ha saggiamente conservato voce nei due campi in lotta, e forse ma, con subdole reticenze, un comunista confuciano.

 

ZELENSKY ERDOGAN PUTIN

Noi europei che avevamo appena finito di congratularci con noi stessi per esserci dato appoggio reciproco nella bufera della pandemia, siamo scivolati in questo nuovo problema continuando come ciechi e sordi a confortarci l'un l'altro: una guerra qui tra noi è del tutto irragionevole, quindi impossibile. E non è tutto. La scottante lezione è ancora più completa. L'Europa ha sentito che rischiava di fronte a questo pericolo «impossibile» di non riconoscersi più, che cessava di assomigliare a se stessa, che stava per perdere una coscienza acquisita dopo un lungo periodo di disgrazie sopportabili.

 

Non si può accettare l'aggressione si è detto. Ed era giusto, anche se molte altre ne ha accettate in altre parti del mondo. Ma poi ha abdicato a quella che l'ha fatta grande ovvero questa sua straordinaria e forse unica capacità di trasmissione unita a una intensa capacità di assorbimento. Forse è la sua vera ricchezza, la forma originale della sua intelligenza, la sua ragione di durare. Qualunque chiusura di gioco le sarebbe funesta rendendola superflua.-

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...