A DESTRA MANCA UN LEADER? C’È BEPPE GRILLO! - DOPO LA BATOSTA IN TRENTINO E CON I SONDAGGI IN CALO, BEPPEMAO HA CAPITO CHE È MEGLIO FARE COME MARINE LE PEN

Paolo Bracalini per "il Giornale"

Un Grillo versione Marine Le Pen, la destra populista che in Francia vola nei consensi. Il leader, piombato al Senato per raddrizzare il timone del gruppo M5S in subbuglio, li ha istruiti: «Siamo populisti veri, parliamo alla pancia della gente, non dobbiamo mica vergognarci - è il colloquio riportato dal Fatto - . Se andiamo verso una deriva a sinistra siamo rovinati».

Fiuto da vecchio domatore di palchi, ma anche analisi, calcolo, e lettura di sondaggi. Quelli che danno il M5S in calo di 4-5 punti rispetto alle politiche di febbraio (tutte le amministrative, dalla Sicilia al Trentino-Alto Adige, sono state disastrose per Grillo), e poi i flussi analizzati da Demopolis, secondo cui il M5S negli ultimi mesi sta succhiando più voti a destra che a sinistra, invertendo la tendenza fotografata dopo il boom elettorale.

Tasselli di un puzzle ricomposto dal comico- leader, gran rabdomante del voto di pancia. Grillo è convinto che per il suo M5S in crisi d'identità ci sia più terra di conquista destra che non a sinistra, dove Renzi ha ricompattato le truppe, tutte già sistemate sul carro del vincitore. Invece il caos nell'area di centrodestra - con le scosse nel Pdl, i guai giudiziari di Berlusconi, l'implosione del centro montian- montezemoliano, l'autodistruzione del movimento anti tasse e anti Stato di Giannino e Boldrin, le divisioni nella galassia ex An, la vasta area dell'astensionismo più diffusa lì che a sinistra - ha aperto ampi varchi dove incuneare i Cinque Stelle e recuperare punti preziosi.

Se l'elettorato si conquista, il problema resta l'allineamento con i suoi parlamentari, perlopiù di estrazione tra la sinistra ambientalista e quella ex dipietrista. Invece per Beppe Grillo (e anche per Casaleggio), ex nemico della tecnologia ( i computer distrutti a teatro) e anti europeista viscerale, cavalcare temi di destra non è innaturale affatto. Si è anzi scritto- forse favoleggiato- di una simpatia del giovane Grillo per il Msi («fin da tempi non sospetti, cioè dagli anni '80, gira voce, mai smentita, che Grillo avesse frequentato il Fronte della Gioventù di Genova » ha raccontato a Linkiesta lo storico ex missino milanese Roberto Jonghi Lavarini).

Militanza ritrovata nella stagione di Mani Pulite con la caccia ai «ladri del Psi» («Quello è uno di noi» dicevano allora i missini), colpevoli della suo allontanamento dalla Rai. Mentre per Gianroberto Casaleggio, fresco relatore a Cernobbio, tra imprenditori e «poteri forti», non servono retroscena storici: figurava nel 2004 tra i candidati di una lista civica vicina a Forza Italia.

Un movimento anti-partiti, che spesso però strizza l'occhio a destra. Il frontale con il gruppo M5S è arrivato sull'emendamento presentato da due senatori grillini- per l'abolizione del reato di immigrazione clandestina, duramente sconfessato nel giro di poche ore, sul blog, da un comunicato congiunto del tandem di comando Grillo-Casaleggio: «Se durante le elezioni politiche avessimo proposto l'abolizione del reato di clandestinità, il M5S avrebbe ottenuto percentuali da prefisso telefonico nel giro di qualche ora».

Anche qui confortati dai sondaggi, come quello di Eurobarometro: l'80% degli italiani vuole più controlli sugli ingressi di clandestini, altro che abolire il reato. In sintonia con quella «pancia della gente» anche su un altro tema, tradizionalmente più di casa a destra che a sinistra, il no ad amnistie e indulti.

«L'amnistia una soluzione che non risolve nulla- ha tuonato Grillo, in attacco a Napolitano - . La maggior parte di chi verrà scarcerato in pochi mesi tornerà in galera, ruberà ancora, minaccerà ancora, si macchierà degli stessi reati. Il richiamo per i delinquenti degli altri Paesi diventerà una sirena irresistibile! » urla Grillo-Le Pen. La campagna, poi, contro l'euro e l'Ue, quella contro la Merkel, quelle - usate in nei comizi nel profondo nord- contro Equitalia, il Fisco che «divora i cittadini, peggio dell'Urss»...Fate spazio a destra, c'è anche Grillo.

 

BEPPE GRILLO DAL TRENO BEPPEGRILLO SILVIO BERLUSCONI E ANGELINO ALFANO ALFANO E BERLUSCONIalfano berlusconi adn x renzi al franchi renzi leopolda

Ultimi Dagoreport

john elkann donald trump

DAGOREPORT – ITALIA, BYE BYE! JOHN ELKANN NON NE PUÒ PIÙ DI QUESTO DIGRAZIATO PAESE CHE LO UMILIA SBATTENDOLO PER 10 MESI AI "SERVIZI SOCIALI", COME UN BERLUSCA QUALSIASI, E STUDIA LA FUGA NEGLI STATI UNITI - PRIMA DI SPICCARE IL VOLO TRA LE BRACCIA DEL SUO NUOVO IDOLO, DONALD TRUMP, YAKI DEVE LIBERARSI DELLA “ZAVORRA” TRICOLORE: CANCELLATA LA FIAT, TRASFORMATA IN UN GRUPPO FRANCESE CON SEDE IN OLANDA, GLI RESTANO DUE GIORNALI, LA FERRARI E LA JUVENTUS – PER “LA STAMPA”, ENRICO MARCHI È PRONTO A SUBENTRARE (MA PRIMA VUOLE SPULCIARE I CONTI); PER “REPUBBLICA”, IL GRECO KYRIAKOU È INTERESSATO SOLO ALLE REDDITIZIE RADIO, E NON AL GIORNALE MANGIASOLDI E POLITICAMENTE IMPOSSIBILE DA GOVERNARE) - DOPO IL NO DI CARLO FELTRINELLI, SAREBBERO AL LAVORO PER DAR VITA A UNA CORDATA DI INVESTITORI MARIO ORFEO E MAURIZIO MOLINARI – SE IL CAVALLINO RAMPANTE NON SI TOCCA (MA LA SUA INETTA PRESIDENZA HA SGONFIATO LE RUOTE), PER LA JUVENTUS, ALTRA VITTIMA DELLA SUA INCOMPETENZA, CI SONO DUE OPZIONI IN BALLO…

silvia salis giorgia meloni elly schlein matteo renzi

DAGOREPORT - IN ITALIA, DOPO TANTI OMETTI TORVI O INVASI DI VANITÀ, SI CERCANO DONNE FORTI. DONNE COL PENSIERO. DONNE CHE VINCONO. E, NATURALMENTE, DONNE IN GRADO DI COMANDARE, CAPACI DI TENER TESTA A QUELLA LADY MACBETH DELLA GARBATELLA CHE DA TRE ANNI SPADRONEGGIA L’IMMAGINARIO DEL 30% DEGLI ELETTORI, ALIAS GIORGIA MELONI - IERI SERA ABBIAMO ASSISTITO ATTENTAMENTE ALLA OSPITATA DI SILVIA SALIS A “OTTO E MEZZO”, L’EX LANCIATRICE DI MARTELLO CHE DALLA LEOPOLDA RENZIANA E DAL CONI DELL’ERA MALAGÒ HA SPICCATO IL VOLO NELL’OLIMPO DELLA POLITICA, SINDACO DI GENOVA E SUBITO IN POLE COME LEADER CHE SBARACCHERÀ ELLY SCHEIN E METTERÀ A CUCCIA LA CRUDELIA DE MON DI COLLE OPPIO - DOPO MEZZ’ORA, PUR SOLLECITATA DA GRUBER E GIANNINI, CI SIAMO RITROVATI, ANZICHÉ DAVANTI A UN FUTURO LEADER, DAVANTI A UNA DONNA CHE DAREBBE IL PREMIO NOBEL PER LA LETTERATURA ALL'AUTORE DE "IL MANUALE DELLA PERFETTA GINNASTICATA" - ECCITANTE COME UN BOLLETTINO METEO E LA PUBBLICITÀ DI TECHNO-GYM, MELONI PUO' DORMIRE SONNI TRANQUILLI - VIDEO

italo bocchino giorgia arianna meloni

DAGOREPORT – PER QUANTO SI SBATTA COME UN MOULINEX IMPAZZITO, ITALO BOCCHINO NON RIESCE A FARSI AMARE DALLA FIAMMA MAGICA DI GIORGIA MELONI: LUI SI PRODIGA NELL'OSPITATE TELEVISIVE CON LODI E PEANA ALLA STATISTA DELLA SGARBATELLA, MA È TUTTO INUTILE: TROPPO CHIACCHIERATO E CON UN GIRO DI AMICIZIE DISCUTIBILI, L'EX DELFINO DI FINI NON ENTRA A ''PA-FAZZO CHIGI'' – LE SUE DICHIARAZIONI SIBILLINE SUL CASO GHIGLIA NON L’HANNO AIUTATO: HA SPECIFICATO, NON A CASO, CHE IL SUO INCONTRO CON  IL COMPONENTE DEL GARANTE DELLA PRIVACY ALLA SEDE DI FDI È DURATO “VENTI MINUTI AL MASSIMO”, METTENDO IN DIFFICOLTÀ ARIANNA MELONI – SE È TANTO "IMPRESENTABILE", PERCHÉ NON LO CACCIANO DA DIRETTORE EDITORIALE DEL "SECOLO D'ITALIA"? SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI ESTROMETTERLO. MA QUANTI SEGRETI CONOSCE L’EX SANCHO PANZA DI FINI, APPASSIONATO DI INTELLIGENCE E VICINO A LOBBISTI CONSIDERATI IMPRESENTABILI DALLA FIAMMA MAGICA DELLA MELONA? - VIDEO

giovambattista fazzolari roberto carlo mele

FLASH – I DAGO-LETTORI HANNO FATTO IL LORO DOVERE: HANNO SCOPERTO L'IDENTITÀ DELL’UOMO CHE DUE GIORNI FA ERA ATTOVAGLIATO CON GIOVAMBATTISTA FAZZOLARI DA “VITTI”, A PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA. SI TRATTEREBBE DI ROBERTO CARLO MELE, ESPONENTE DI SPICCO DI FRATELLI D’ITALIA (FIGURA NELL'ESECUTIVO DEL PARTITO COME SEGRETARIO AMMINISTRATIVO). COME “FAZZO”, DEVE AMARE MOLTO LA RISERVATEZZA, VISTO CHE ONLINE NON SI TROVANO SUE FOTO – ANCHE “L’UOMO PIÙ INTELLIGENTE” CHE CONOSCE GIORGIA MELONI (PENSA GLI ALTRI), SEMPRE RESTIO AI SALOTTI, HA FATTO IL SUO INGRESSO UFFICIALE NELLA ROMANELLA POLITICA DEL “FAMOSE DU’ SPAGHI”…

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONI – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…