SALUTAME ‘A GRILLI - DOPO IL CASO SOLLEVATO DA “BLOOMBERG”, L'ASSENZA DI “CASA GRILLI” AL PRIMO COMIZIO DI RIGOR MONTIS, DOVE INVECE ERA PRESENTE TUTTO IL GOVERNO, INSOSPETTISCE PARECCHIO - È VERO CHE LA DEFEZIONE ERA ANNUNCIATA, MA COME SIA ANDATO DAVVERO IL CHIARIMENTO CON L'UOMO DEL MONTI SULLA QUESTIONE DELLA CASA IN NERO AI PARIOLI, RESTA UN MISTERO - È PIOMBATO IL GELO TRA I DUE?...

L. Sal. per "Corriere della Sera"

La risposta è telegrafica e non è un modo di dire. Durante la conferenza stampa di fine anno, un giornalista chiede a Mario Monti se c'è stato un chiarimento con Vittorio Grilli sulla casa comprata ai Parioli. «Sì», ribatte Mario Monti senza aggiungere una parola e senza nascondere un certo fastidio. Nella grande sala sopra la galleria intitolata ad Alberto Sordi c'è buona parte del governo. Eppure, manca proprio lui, il ministro dell'Economia, sempre presente nelle occasioni importanti. Un dettaglio che non passa inosservato. L'assenza di Grilli era già prevista.

Dopo il tour de force sulla legge di Stabilità il ministro aveva detto di volersi prendere una pausa per alcuni impegni personali e per stare con i suoi due figli piccoli. Ma l'appuntamento era di quelli importanti davvero, possibile che la vicenda abbia raffreddato i rapporti tra Grilli e il presidente del Consiglio? Il chiarimento di cui parla Monti, secondo quanto si apprende in ambienti governativi, sarebbe avvenuto il giorno dopo la notizia pubblicata dall'agenzia americana Bloomberg.

Non una convocazione sul caso ma un incontro a Palazzo Chigi già previsto sulla legge di Stabilità, durante il quale i due avrebbero parlato anche della vicenda. Grilli avrebbe ripetuto le stesse spiegazioni che aveva dato a Bloomberg, quando aveva parlato di «pettegolezzi locali». Monti, sempre secondo quanto si apprende in ambienti governativi, avrebbe espresso la sua solidarietà a Grilli, confermandogli la fiducia. Gli stessi ambienti smentiscono l'ipotesi che Grilli abbia offerto le sue dimissioni. Tuttavia l'assenza di ieri, pure prevista e annunciata, alimenta il giallo.

La vicenda riguarda l'acquisto di una casa nel 2004, quando Grilli era Ragioniere generale dello Stato. L'agenzia Bloomberg solleva due questioni. La prima è l'importo del mutuo, pari a 1,5 milioni di euro, mentre Grilli dichiara di pagare l'appartamento molto meno, un milione e 65 mila euro. Il secondo punto è proprio il prezzo d'acquisto.

La somma dichiarata da Grilli equivale a 3.435 euro al metro quadro, meno della metà rispetto alla quotazione media della zona che, secondo un'analisi di Nomisma, sempre citata da Bloomberg, è di 7.340 euro al metro quadro. Critiche alle quali Grilli ha risposto giudicando «sbagliato e non professionale speculare sul valore di una proprietà del 2004 senza conoscere i dettagli delle condizioni in cui era allora», così come «criticare le disposizioni finanziarie per l'acquisto di un immobile senza conoscere tutti gli altri aspetti del tipico rapporto tra cliente e banca». Grilli ha ricordato anche di essere «coinvolto in una causa di divorzio che si chiuderà nelle prossime settimane».

La separazione dall'ex moglie americana Lisa Lowenstein è a un passo dalla chiusura, la prossima udienza è fissata a giorni. E l'ipotesi che la casa acquistata all'epoca abbia un valore più alto di quello dichiarato potrebbe consentire alla ex moglie di ottenere qualcosa in più nella divisione del patrimonio.

 

MARIO MONTI E VITTORIO GRILLI jpegMONTI GRILLI CASA GRILLIBloomberg NewsLISA LOWENSTEIN EX MOGLIE DI VITTORIO GRILLI.VITTORIO GRILLI LISA LOWENSTEIN

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…