di maio salvini tria

DOPO LA FLAT-TAX, IL MINICONDONO EDILIZIO: NEL GOVERNO ORMAI SI LITIGA SU TUTTO - SCONTRO SULL'IPOTESI DI SANATORIA CONTENUTA NELLO ‘SBLOCCA CANTIERI’ – IL M5S ACCUSA: “LA PATERNITA’ DELLA NORMA È DELLA LEGA”, IL CARROCCIO SMENTISCE - INTANTO SLITTA IL PIANO TRIA, CON LE 35 MISURE PER LA CRESCITA…

Andrea Bassi e Giusy Franzese per “il Messaggero”

salvini tria

 

Dalla flat tax al minicondono edilizio: la tensione nel governo non si allenta e trova sempre nuove motivazioni. Dopo una mattinata di fuoco sulla tassa piatta lanciata con polemiche ad alzo zero tra Lega e M5S, il clima sembrava essersi rinfrescato quando nel primo pomeriggio era intervenuto il premier Conte: «È un impegno preso con gli elettori e poi trasfuso nel contratto di governo, sicuramente porteremo anche a termine questo progetto riformatore». Poi anche Luigi Di Maio aveva buttato acqua sul fuoco: «Troveremo una soluzione». Ma la tregua è durata poco. Nelle chat dei parlamentari ha iniziato a girare una norma dello sblocca-cantieri la cui paternità è stata subito attribuita alla Lega.

 

Una mini-sanatoria sulle piccole irregolarità sui vecchi edifici (porte e finestre spostate rispetto ai documenti tecnici, piccole difformità), che si fatica a verificare nelle carte delle costruzioni avviate prima del 1977. Una misura che però, non piace al M5S. La polemica è montata immediatamente. E il Carroccio è stato costretto a smentire. «La Lega», hanno fatto sapere fonti del partito, «è contraria a ogni condono, la notizia è infondata». Ma le distanze restano. E sono tante. Come per la vicenda dei commissari sblocca-opere. Il Carroccio ne vorrebbe uno solo, che ai Cinquestelle suona come un commissariamento del ministro Toninelli. Dall' altro lato i grillini vorrebbero inserire solo un numero limitato di cantieri da riavviare, soprattutto al Sud, loro bacino elettorale.

di maio salvini

 

Ma Salvini, per l' ennesima volta, ha detto no a un «intervento minimo». Perchè « il decreto deve sbloccare tutti i cantieri, L' Italia non ha bisogno di aspirine ma di una rivoluzione». In questo clima Palazzo Chigi sta provando a trovare il bandolo della matassa in vista del consiglio dei ministri di domani che dovrebbe approvare il provvedimento. In bilico c' è anche il destino del pacchetto Tria, le 35 misure per la crescita messe a punto dal ministro dell' economia. I Cinquestelle non vogliono inquinare il loro decreto sblocca-cantieri con le norme pensate dal Tesoro per rilanciare gli investimenti. A via XX settembre sanno che il sentiero si è fatto stretto. Anzi, ormai c' è quasi la certezza che le norme non vedranno la luce domani, ma resta alto il pressing perché vengano approvate prima del 10 aprile, data del Def.

 

luigi di maio giuseppe conte matteo salvini giovanni tria

LA GUERRA DI CIFRE Anche sulla flat tax con aliquota al 15% che il vicepremier Salvini vorrebbe introdurre pure per i lavoratori dipendenti (per le piccole imprese e gli autonomi fino a 65.000 euro di reddito già è una possibilità), i due alleati di governo, nonostante i toni abbassati nel pomeriggio, restano comunque distanti.

 

D' altronde in mattinata la polemica era stata fortissima. A far infuriare Salvini sia le parole stizzite di Di Maio e il suo stop al progetto («Basta con la propaganda elettorale e le facili promesse alla Berlusconi») sia il presunto costo della misura pubblicato sui principali quotidiani: 60 miliardi di euro.

conte di maio salvini

 

Una cifra così alta da dare fiato alle trombe dei grillini, prime seconde file e tutto il resto dell' orchestra, per sparare ad alzo zero sulla proposta. «Numeri strampalati, 50-60 miliardi di euro, non siamo al Superenalotto. Per la prima fase bastano tra i 12 e i 15 miliardi di euro per un abbattimento fiscale a tante persone» dichiara un più che irritato Salvini. Ma i Cinquestelle non si placano: «Anche fossero 15 miliardi di riforma dell' Irpef oggi sono insostenibili » dice la sottosegretaria all' Economia, la grillina Laura Castelli. E la polemica continua, con incursioni anche delle opposizioni. Intanto dal Mef precisano: quei dati non sono usciti dal ministero.

 

È personalmente il ministro Giovanni Tria a dirlo: sull' ipotesi di una flat tax ai dipendenti «non è stata fatta nessun» e qualsiasi numero «è destituito di ogni fondamento». Una smentita richiesta dallo stesso Salvini: «Il Mef ha smentito qualsiasi simulazione, i numeri di cui ho letto sui giornali hanno l' attendibilità di Topolino». Il vicepremier rilancia la sua di cifra: «Inferiore ai 15 miliardi, quindi poco più rispetto a quello che si investe per il reddito». Soldi - ribadisce - con i quali «si dà un aiuto fondamentale a imprese famiglie e professionisti».

di maio conte salvini tria

Ultimi Dagoreport

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…