milei meloni mattarella

DOPO L’INCAZZATURA DI MATTARELLA E URSULA, ANCHE IL PRESIDENTE ARGENTINO MILEI PRESSA MELONI PER IL SÌ ALL’ACCORDO SUL MERCOSUR, IL PATTO DI LIBERO SCAMBIO TRA EUROPA E SUDAMERICA – “È UN’INTESA TROPPO IMPORTANTE. NE PARLERÒ CON GIORGIA, CERCHERÒ DI CONVICERLA. STIAMO TRATTANDO” – LA DUCETTA ERA FAVOREVOLE. POI, SU PRESSIONE DI COLDIRETTI E CONFAGRICOLTURA, HA CAMBIATO IDEA E SI E’ SCHIERATA CON FRANCIA E POLONIA CONTRO L’ACCORDO - IL GOVERNO È SPACCATO: TAJANI È POSSIBILISTA MA LOLLOBRIGIDA, SPALLEGGIATO DALLE ORGANIZZAZIONI DI AGRICOLTORI,  FRENA. MA IL CAPO DELLO STATO IERI E’ TORNATO A PREMERE: “L’ACCORDO SUL MERCOSUR E’ UN VEICOLO DI PACE” – DAGOREPORT

DAGOREPORT

https://m.dagospia.com/politica/mattarella-e-incazzato-giorgia-meloni-per-voltafaccia-sull-accordo-417414

 

 

MILEI

Tommaso Ciriaco per la Repubblica - Estratti

 

meloni milei

Un’ora di lezione di macroeconomia, ma il cerone sul volto di Javier Milei resiste stoicamente al sudore. Il “loco” con la motosega scende dal palco, circondato da studenti ultraliberisti. Sorride fiero, ha appena racchiuso la linea politica in una frase: «Sono un anarco capitalista, un fanatico di questa dottrina. Disprezzo lo Stato e mi sono introdotto per romperlo. Anzi, per distruggerlo».

 

Deve attraversare piazza Colonna, lo attendono a Palazzo Chigi. Gli sussurriamo: «Presidente, Meloni non vuole l’accordo sul Mercosur…». È il patto di libero scambio tra Europa e Sudamerica: meno dazi, intese privilegiate tra i due continenti. Progetto liberista, ma senza esagerare. E lui, gentile, pragmatico: «È un accordo troppo importante. Ne parlerò con Giorgia, cercherò di convicerla. Stiamo trattando ».

 

GIORGIA MELONI E JAVIER MILEI IN ARGENTINA

Il faccia a faccia non è risolutivo, ma in effetti i due leader ne parlano a lungo. Tanto più che Sergio Mattarella ha già fatto sapere che il Mercosur andrebbe firmato, altroché protezionismo. Trattano anche perché nel governo italiano si scorgono crepe: Forza Italia adesso è a favore, mentre resiste soprattutto Francesco Lollobrigida, spalleggiato dalle organizzazioni di agricoltori, asset di consenso per l’esecutivo di destra. È una strettoia, per la premier. E infatti, il suo “no” non va considerato inscalfibile.

 

Un po’ traballa. Certo, sarebbe un problema anche cedere, visto che la Francia di Macron è compattamente ostile all’intesa: può l’Italia sovranista mostrarsi meno dura dei transalpini? L’ipotesi di mediazione, però, resta comunque sul tavolo.

 

Sul palco modera il direttore del Tempo Tommaso Cerno, poi prende la parola la senatrice Michaela Biancofiore. È vicepresidente del comitato scientifico dell’istituto Friedman, ma come Milei è soprattutto amante dei cani: porta in braccio il suo carlino, lo fa accarezzare dal leader argentino, insieme giocano dietro le quinte con l’animale.

 

meloni milei casa rosada

Il Presidente, amico fedele di Trump, parla per un’ora malissimo di Keynes e ovviamente benissimo di Friedman (le due traduttrici quasi impazziscono ad inseguire alcuni passaggi sul costo del denaro, potere d’acquisto, teorie generali e Adam Smith). Poi l’argentino scende nel concreto: l’inflazione, annuncia, è scesa dal 17 mila per cento al 15, il buco di bilancio va riducendosi, nel 2025 la crescita sarà del 4,5%. Dimentica il crollo del ceto medio, letteralmente massacrato dalla gelata. Omette le difficoltà dei poveri argentini, oggi ancora più poveri. «L’Argentina diventerà uno dei posti più liberi del mondo! – promette Una potenza!». Infine saluta col solito «viva la libertad! Vamos, carajo!».

 

Prima di raggiungere Palazzo Chigi, gli donano cravatte Talarico. In piazza Colonna, intanto, diluvia. Faccia a faccia con la premier, ribadisce l’interesse strategico dell’Argentina al Mercosur, ma informa anche del piano alternativo: svincolarsi dagli alleati sudamericani per siglare un patto bilaterale di libero scambio con gli Stati Uniti di Donald Trump. La premier ribadisce le difficoltà ad accettare l’accordo già sottoscritto a nome dell’Europa da Ursula von der Leyen.

meloni milei casa rosada

Eppure, Mattarella preme pubblicamente. Antonio Tajani ha schierato la Farnesina su una linea possibilista.

 

Resiste Lollobrigida. Se esistesse un modo per cambiare quell’accordo, Meloni sarebbe grata di coglierlo.

 

(…)

 

MATTARELLA: CIRCONDATI DALLE GUERRE, ORGANISMI INTERNAZIONALI DA RIVEDERE

Marzio Breda per il Corriere della Sera - Estratti

 

Abbiamo a lungo pensato che la pax atomica avrebbe scongiurato la guerra. La dissuasione nucleare però non è mai bastata davvero, così come la fine della Guerra Fredda nel 1989 ci aveva fatto credere che fosse conclusa l’epoca delle grandi contrapposizioni. Insomma, scontri e battaglie ne abbiamo viste, per quanto non su vasta scala.

 

tajani lollobrigida

Tuttavia, nulla di paragonabile a quel che sta accadendo in questo 2024, che registra 56 conflitti in corso. «Il più alto numero dal tempo della Seconda Guerra mondiale», osserva il presidente della Repubblica. Una concatenazione di eventi che lacera il pianeta, «con fronti che si moltiplicano e la comunità internazionale che non riesce a contrastarli… Anche se non si tratta di una impotenza oggettiva, ma è il risultato di scelte, più o meno consapevoli».

 

(...)

 

Ecco il punto politico della sua diagnosi, che assume i toni di una sfida ai nazionalismi e ai sovranismi, le cui logiche schiacciano l’interesse generale, anche se «il diritto umanitario non contempla sospensioni o congelamenti».

 

giorgia meloni e javier milei a buenos aires foto lapresse 3

Per superare la passività di questi organismi, il capo dello Stato spiega che «il multilateralismo di oggi sollecita a ripensare l’architettura e i metodi di lavoro delle organizzazioni internazionali, per portarle a essere efficaci e coerenti». Un tema urgente, sottolinea. «Tanto più in un momento in cui si rafforza una retorica semplicistica e divisiva», e viene da pensare ai proclami tagliati con l’accetta dei sovranisti, quando annunciano forme di «protezionismo che non aiutano il dialogo». È su questo che potremo misurare «il grado di responsabilità dei leader che si sono affermati negli ottanta processi elettorali di quest’anno». E qui il riferimento principale è ovviamente Trump.

 

SERGIO MATTARELLA

Ragionando sull’atlante geopolitico mondiale in movimento, Mattarella si concentra su quanto accade in Ucraina, confermando «il sostegno dell’Italia a Kiev per una pace giusta», e in Medio Oriente, dove ha appena ribadito al presidente palestinese Abu Mazen la nostra preferenza per un accordo basato su «due popoli, due Stati» come precondizione «immediata» per avviare negoziati costruttivi.

 

«Non è una formula di rito, una posizione vaga», dice, ricordando che fu l’Onu a istituire «un focolare per il popolo ebraico» dopo la Shoah. Mentre, alludendo allo scenario siriano, accenna alla necessità di «proteggere popolazione e minoranze», e così implicitamente si collega alla reazione di chiusura dell’Europa, che ha sospeso la convenzione sui profughi proprio quando ce n’è più bisogno.

 

Questo è «il mondo in crisi» del 2024, come lo vede Mattarella. Un contesto tormentato nel quale non servono i nuovi blocchi contrapposti — Sud/Nord, Est/Ovest — che si profilano, e dove l’Italia sta facendo coerentemente la sua parte. La fa «senza cessare di offrire il proprio contributo per la pace e la stabilità in Europa e nel mondo e l’ha dimostrato la presidenza del G7, che aveva come cardine la difesa del sistema internazionale basato sulle regole». E la fa in Africa con il Piano Mattei.

sergio mattarella giorgia meloni

 

Da ultimo, la fa nell’intesa tra l’Ue il Mercosur. Nella quale, al di là di una certa propaganda, l’atteggiamento del nostro governo gli appare più consapevole di altri Paesi del suo valore strategico. Infatti, con chi può stringere accordi l’Europa in questa situazione mondiale? Forse soltanto con l’America Latina, definita non a caso l’Estremo Occidente.

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI SERGIO MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA LEADER DI FRATELLI D'ITALIA VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA ALL'EUROPA E LONTANA DAL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO, EVITANDO OGNI COLLISIONE CON LA FRANCIA E FACENDO ASSE CON GERMANIA E POLONIA - MA ''IO SONO GIORGIA" HA DAVANTI DUE OSTACOLI: L'ESTREMISMO "PATRIOTA" DI SALVINI E LO ZOCCOLO DURO DI FRATELLI D'ITALIA GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...