trump kim

KIM MI FERMERA’ -  DOPO IL MISSILE INTERCONTINENTALE SPARATO DALLA NORD COREA, LA CASA BIANCA VALUTA L’INVIO DI TRUPPE E AVVIA UN'ESERCITAZIONE MILITARE CONGIUNTA CON SEUL - IL SEGRETARIO DI STATO REX TILLERSON INVOCA "UN'AZIONE GLOBALE" E MINACCIA: "NESSUNO DIA AIUTI ECONOMICI O MILITARI A KIM"

Federico Rampini per repubblica.it

KIMKIM

 

"Hanno usato un missile intercontinentale": ora l'ammissione arriva dallo stesso Pentagono. A conferma del massimo allarme, ma anche dell'impotenza degli Stati Uniti, di fronte all'ennesima "provocazione" militare della Corea del Nord. Per molte ore i vertici delle forze armate Usa erano stati i più prudenti, perfino reticenti, nel definire l'esatta natura del lancio-test effettuato da Pyongyang.

 

Solo nella tarda serata di Washington, mentre si concludeva la festa nazionale dell'Independence Day, è arrivata la parola chiave. "Intercontinentale", o in sigla Icbm (Inter-continental ballistic missile): significa che l'ultima generazione di missili lanciata dal regime nordcoreano potrebbe raggiungere in teoria la costa Ovest degli Stati Uniti, per lo meno l'Alaska.

 

Gli esperti gli attribuiscono infatti un raggio d'azione fino a 6.700 chilometri (anche se il test si è concluso molto più vicino, a poco più di 900 chilometri dalla base di lancio, finendo nel mare tra la penisola coreana e il Giappone.

 

trump nello studio ovaletrump nello studio ovale

 

È una svolta, sono costretti a riconoscere i militari americani. In passato la Corea del Nord aveva effettuato test nucleari - illegali - però non aveva i vettori per trasportare così lontano le ogive atomiche. Gli altri missili usati nei test precedenti avevano gittata breve o intermedia: quindi potevano creare devastazioni terrificanti in due paesi alleati dell'America, la Corea del Sud e il Giappone.

 

kim jong un osserva il missile  intercontinentale  nordcoreano luglio 2017kim jong un osserva il missile intercontinentale nordcoreano luglio 2017

Solo adesso il pericolo balza ad una dimensione superiore, visto che lo stesso territorio nazionale Usa (o almeno la sua estremità nordoccidentale) è diventato raggiungibile se il dittatore Kim Jong-un volesse provarci. Ma che fare? L'unica reazione concreta è stata una sorta di esercitazione congiunta improvvisata dalle forze armate Usa insieme con quelle della Corea del Sud: lanci di missili anche da parte loro, al largo della penisola. Con un commento minaccioso affidato a un comunicato del Pentagono: "La precisione dei colpi consente alla nostra alleanza di raggiungere un ampio raggio di bersagli". Come a dire: se Kim prova ad attaccarci la reazione sarà terribile e fulminante. Un gesto simbolico e nulla più.

 

TRUMPTRUMP

Sul piano politico interviene il segretario di Stato Usa, Rex Tillerson, con un appello ad una "azione globale" contro il regime di Pyongyang. "Ogni Paese - dichiara Tillerson - deve dimostrare che la Corea del Nord subirà delle conseguenze". Il richiamo ad un intervento concertato della comunità internazionale si arricchisce di dettagli precisi: "Chiunque dia aiuti economici o militari, oppure ospiti lavoratori della Corea del Nord, o eviti di applicare le sanzioni Onu, sta aiutando un regime pericoloso".

 

L'allusione, e quindi la pressione, è chiaramente rivolta alla Cina: il paese che ha maggiori relazioni economiche con Pyongyang, e senza il cui supporto la "monarchia rossa" sarebbe allo stremo. C'è però anche un segnale obliquo alla Corea del Sud visto che alcune multinazionali di quel paese hanno promosso programmi di cooperazioni in "zone speciali" con l'utilizzo di forza lavoro dalla Corea del Nord, una fonte di valuta pregiata per il regime comunista.

 

NORDCOREA - KIM JONG UN ISPEZIONA L ESERCITO  NORDCOREA - KIM JONG UN ISPEZIONA L ESERCITO

L'ambasciatrice Usa all'Onu, Nikki Haley, ha richiesto e ottenuto per oggi pomeriggio la convocazione del Consiglio di sicurezza al Palazzo Vetro. E intanto il segretario generale delle Nazioni unite Antònio Guterres ha definito il test "una pesante violazione della risoluzione". Un film già visto tante volte in passato, senza effetti risolutivi.

 

Nonostante la festività di Independence Day si è tenuto a Washington martedì pomeriggio un vertice di emergenza sulla crisi nordcoreana. Vi hanno partecipato i massimi dirigenti del Pentagono. Ma Donald Trump ne era vistosamente assente, impegnato solo a giocare a golf. Una conferma che il presidente sta ormai delegando tutta la politica strategica ai suoi generali di fiducia. Ma anche un segnale d'imbarazzo perché lo stesso presidente su Twitter aveva definito "impossibile" che Kim si dotasse di un missile intercontinentale; infine una conferma dell'impossibilità a prendere misure immediate ed efficaci.

 

uando Trump nella sua ultima telefonata a Xi Jinping ha agitato la minaccia che l'America "faccia da sola", i più vi hanno letto un riferimento a ulteriori sanzioni contro le aziende cinesi che fanno affari con la Corea del Nord. Una strada già parzialmente esplorata, fin qui senza risultati. Intanto però il livello del pericolo si è innalzato fino a soglie prima sconosciute.

REX TILLERSONREX TILLERSON

 

Interviene anche un ex segretario alla Difesa democratico, William Perry che servì nell'Amministrazione Clinton, a dire che il test del missile intercontinentale "cambia ogni calcolo". Ovverosia: rende impraticabile l'idea di un attacco preventivo da parte degli Stati Uniti, vista la capacità di una rappresaglia che li colpirebbe in casa propria.

 

 

2. LA NORD COREA MINACCIA GLI USA

Paolo Mastrolilli per la Stampa

 

NORDCOREA - KIM JONG UN ISPEZIONA L ESERCITONORDCOREA - KIM JONG UN ISPEZIONA L ESERCITO

La festa del 4 luglio si è trasformata in un incubo per Donald Trump, costretto a convocare un vertice di emergenza alla Casa Bianca, per valutare le risposte al lancio del primo missile intercontinentale della Corea del Nord. Sul tavolo della «Situation room» c' erano i nuovi piani presentati dal Pentagono per colpire Pyongyang, che potrebbero diventare l' unica strada percorribile, se durante il G20 di Amburgo in programma venerdì e sabato il presidente non riuscirà a convincere Cina e Russia che è venuto il momento di fermare Kim.

 

Il missile Hwasong 14 lanciato ieri dalla Corea del Nord ha volato per 931 chilometri, ma prima di cadere nel mare davanti al Giappone ha raggiunto la quota di 2800 chilometri. Questo, secondo i calcoli dell' intelligence americana, consente a Pyongyang di definirlo un Icbm, perché se fosse andato in linea retta avrebbe superato il raggio di 5500 chilometri che qualifica i vettori intercontinentali. Così Kim Jong-un ha cambiato completamente la situazione, perché ha dimostrato di poter colpire l' Alaska. Forse non è in grado di montare le venti testate nucleari che possiede sopra i Hwasong 14, e magari la loro gittata non garantisce ancora di raggiungere il territorio americano, ma di questo passo è solo una questione di tempo prima che ci riesca.

REX TILLERSON E PUTINREX TILLERSON E PUTIN

 

Trump quindi deve reagire, ma le sue opzioni sono molto limitate. Ieri ha risposto via Twitter: «La Corea del Nord ha appena lanciato un altro missile. Ma questo tipo, Kim, non ha niente di meglio da fare nella vita? Difficile credere che la Corea del Sud e il Giappone accetteranno questa roba ancora a lungo. Forse la Cina userà la mano pesante con Pyongyang e metterà fine a tanta follia una volta per tutte!».

 

Il primo problema è che Kim, in effetti, non ha molto di meglio da fare. Ha visto la morte di Gheddafi, dopo la sua rinuncia alle armi di distruzione di massa, e considera il programma nucleare come la sua assicurazione per la sopravvivenza. Perciò ha già condotto 83 test missilistici, 11 durante l' amministrazione Trump, contro i 16 di suo padre e i 15 del nonno. Se avesse voluto negoziare la fine della corsa atomica, Pyongyang avrebbe potuto farlo già con Clinton e Bush, ma quegli accordi sono falliti perché secondo il regime non garantivano il suo futuro.

 

KIM JONG UNKIM JONG UN

Quanto alla Cina, dopo il vertice di Mar a Lago il capo della Casa Bianca si era convinto di aver trovato l' intesa con Xi, che potrebbe mettere in ginocchio Kim chiudendo i rubinetti delle forniture petrolifere. Pechino però non ha dato seguito alle sue promesse, perché in fondo la Corea del Nord le fa comodo così: non abbastanza forte da attaccare per prima, ma abbastanza minacciosa da compromettere i piani di Washington per la sicurezza regionale.

 

Nei giorni scorsi Trump ha aumentato la pressione su Xi, inviando navi da guerra nel Mar cinese meridionale, fornendo armi per 1,4 miliardi di dollari a Taiwan, imponendo sanzioni alle banche della Repubblica popolare che aiutano ancora Pyongyang, e minacciando una guerra commerciale sull' acciaio. Ad Amburgo il capo della Casa Bianca farà ancora un tentativo di convincere il collega di Pechino ad agire, aggiungendo un avvertimento. Dopo il test di un missile capace di raggiungere l' Alaska, gli Usa non possono restare fermi: o ci aiutate a fermare Kim, oppure agiremo da soli.

 

kim jong unkim jong un

La proposta circolata da cinesi e russi prevede la fine delle esercitazioni Usa con la Corea del Sud e il blocco del sistema di difesa missilistica Thaad, in cambio del congelamento del programma nucleare di Pyongyang, ma Washington non è disposta a fare questa concessione e non è neppure sicura che basti.

 

Anche le opzioni militari, però, sono limitate. Il riarmo nordcoreano ormai è troppo avanzato, per pensare di fermarlo con un' operazione chirurgica come in Siria, e Kim potrebbe reagire bombardando Seul o marciando verso Sud. Sarebbe la seconda guerra totale nella penisola, con conseguenze imprevedibili.

 

Al momento la Casa Bianca sta considerando una «risposta misurata», che potrebbe comprendere l' invio di altre truppe, aerei, e navi nella regione. Il Pentagono poi ha attivato tutte le sue difese missilistiche, anche per dare garanzie agli alleati, a cui ha offerto di installare il sistema Thaad. Sul piano diplomatico, poi, gli Usa sono pronti a nuove sanzioni, bilaterali e in sede Onu. Tutto ora dipenderà dalla risposta di Xi a Trum p.

KIM JONG UN DONALD TRUMPKIM JONG UN DONALD TRUMPMISSILEMISSILE

 

Ultimi Dagoreport

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VACANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO ASSOLUTO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIM, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO + FILM

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO