nannicini renzi

L'INNER CIRCLE DEI TOSCANI È QUELLO DEI PAPÀ CHE HANNO FATTO UN PATTO GENERAZIONALE PER SISTEMARE LA PROLE - DOPO RENZIE BOSCHI È IL TURNO DI TOMMASO NANNICINI, FIGLIO DEL POTENTE EX SINDACO PD DI MONTEVARCHI, A METÀ STRADA TRA RIGNANO E LATERINA. “REPUBBLICA” LO CHIAMA PROF. MA HA UNA LAUREA IN SCIENZE POLITICHE E UN MASTER BOCCONI…

RENZI VERDINIRENZI VERDINI

1. DAGONOTA

L'inner circle dei toscani è quello dei papà che hanno fatto un patto generazionale per sistemare la prole. Dopo Renzi, Boschi è il turno di Tommaso Nannicini, figlio del potente ex sindaco pd di Montevarchi, a metà strada tra Rignano e Laterina. “Repubblica” lo chiama prof. Ma ha una laurea in scienze politiche e un master Bocconi…

 

ARRIVANO I NANNICINI-BOYS UNA SQUADRA DI ECONOMISTI SCRIVERÀ LE RIFORME DI RENZI

Ferdinando Giugliano per “la Repubblica”

 

RENZI BOSCHIRENZI BOSCHI

Non capita tutti i giorni che una nomina chiave per la politica economica venga annunciata attraverso una radio di intrattenimento. Matteo Renzi lo ha fatto venerdì mattina, quando ha confermato a Rtl che Tommaso Nannicini, professore di Economia politica all’Università Bocconi, sarà nominato sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.

 

«Bisogna semplificare anche il lavoro degli autonomi e su questo lavorerà il nuovo sottosegretario Tommaso Nannicini », ha detto Renzi. Il mandato dell’economista, in realtà, sarà molto più ampio. Il giovane professore toscano, già consigliere di Renzi su interventi importanti come il Jobs Act, sarà alla guida di una cabina di regia che si occuperà di coordinare da Palazzo Chigi la politica economica del governo.

 

La struttura si ispirerà all’unità strategica del primo ministro britannico e al team dei consiglieri economici del presidente Usa, e darà un impianto più solido al ruolo degli advisor che, dall’onorevole Renato Brunetta con Bettino Craxi al professor Nicola Rossi con Massimo D’Alema, hanno tradizionalmente affiancato il premier italiano.

 

nannicininannicini

La nuova struttura dovrebbe comporsi di due cerchi concentrici. Nel primo, composto dallo staff a tempo pieno, sono previsti dieci economisti. Tra loro Vincenzo Galasso, Marco Leonardi e Stefano Gagliarducci, tre accademici che si dovrebbero occupare, rispettivamente, di welfare, lavoro e analisi statistica e coordinamento delle banche dati.

 

Saranno poi incorporati nella struttura Marco Simoni e Luigi Marattin, già consiglieri del premier per gli investimenti esteri e per la finanza locale, al cui fianco dovrebbe arrivare una figura che si occuperà di temi europei, con l’incarico, in particolare, di studiare i vincoli comunitari di bilancio in previsione della legge di stabilità del 2017.

Nannicini  ltNannicini lt

 

Ci dovrebbero essere, infine, due innesti dalla Banca d’Italia, che si occuperanno di fisco e del quadro macroeconomico, oltre a due assistenti di ricerca, tra cui il bocconiano Filippo Teoldi che aveva già lavorato con l’ex consigliere alla revisione della spesa, Roberto Perotti, dimessosi per contrasti col premier solo pochi mesi fa.

 

Nel secondo cerchio dovrebbero invece innestarsi quattro figure che facciano da collegamento fra l’unità e il ministero dell’Economia, il ministero dello Sviluppo economico, e l’Inps. A loro dovrebbero aggiungersi due comitati di consiglieri part-time, uno per il fisco e l’altro per il lavoro, in cui si prevede verranno inclusi Tiziano Treu, ex ministro del Lavoro con i governi di Lamberto Dini e di Romano Prodi, e Maurizio Del Conte, giuslavorista da poco nominato presidente dell’Agenzia per le politiche attive del lavoro, che ha già lavorato con Nannicini al Jobs Act.

 

Se la nomina di Nannicini dovrebbe arrivare già a metà della settimana prossima, per la struttura si prevedono tempi più lunghi perchè si dovrà aspettare un decreto della presidenza del consiglio. Nannicini, già relatore alla Leopolda e tifoso dei Red Sox, la squadra di baseball di Boston, sembrerebbe aver già chiare le sue priorità: prima di tutto, come confermato dallo stesso Renzi, il cosiddetto Jobs Act per i lavoratori autonomi, che nelle intenzioni del governo dovrebbe aumentare le tutele per le partite Iva.

Nannicini  70Nannicini 70

 

A seguire ci saranno le misure di alleviamento alla povertà e il riordino della agenzie fiscali. Il comitato dovrebbe poi concentrarsi sulla cosiddetta “digital tax” su aziende come Apple e Google, che Renzi ha preannunciato di voler far partire già dal 2017, oltre che su nuovi incentivi per l’assunzione di lavoratori con il contratto unico.

 

Uno dei maggiori rischi per Nannicini e colleghi sarà il rapporto con il ministero dell’Economia, con cui inevitabilmente si creereanno sovrapposizioni di competenze. Al momento i rapporti, soprattutto coi piani alti di Via Venti Settembre sembrerebbero piuttosto sereni, anche perché al Mef ci si augura che la nuova cabina possa contribuire a dare maggiore coerenza alle spinte in tema di politica economica del premier. La prova, però, come al solito, sarà quando le due strutture si troveranno ad avere visioni divergenti su particolari temi.

 

Carlo Cottarelli Carlo Cottarelli

Per Nannicini, la sfida sarà conservare la sua filosofia economica, che lo ha portato in passato a sostenere proposte anche radicali come un prelievo sulle pensioni più generose, con le necessità politiche del governo di cui farà parte. L’abolizione delle tasse sulla prima casa inserita nella legge di stabilità, per esempio, è difficile da riconciliare con interventi in cui il professore difendeva il principio di tassare la ricchezza immobiliare degli italiani.

 

Fino ad ora Nannicini ha dimostrato di essere capace di mantenere una certa coerenza fra le sue anime. Ma l’esperienza di Perotti e del commissario alla spending review Carlo Cottarelli, che ha lasciato Palazzo Chigi dopo solo un anno per tornare al Fondo monetario, dimostra che la vita per gli economisti nell’esecutivo non è sempre piacevole come una canzone ascoltata alla radio.

 

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…