vittorio sgarbi giorgia meloni daniela santanche

DOPO SGARBI TOCCHERÀ ALLA SANTANCHÉ FARSI DA PARTE? – LE DIMISSIONI DEL SOTTOSEGRETARIO EVITANO ALLA MAGGIORANZA L’IMBARAZZO DEL VOTO IN PARLAMENTO. IN MOLTI IN LEGA E FDI ERANO PRONTI A VOTARE PER LA SUA RIMOZIONE – MA A PREOCCUPARE MELONI RESTA IL CASO DELLA PITONESSA, SOTTO INDAGINE PER LA GESTIONE DI VISIBILIA E KIGROUP E CHE RISCHIA ANCHE L’ACCUSA DI BANCAROTTA – UNA GRANA GIUDIZIARIA CHE RISCHIA DI SCOPPIARE IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE PER LE EUROPEE...

Estratto dell’articolo di Federico Capurso per “La Stampa”

 

giorgia meloni e vittorio sgarbi 2

Non è mai un buon segnale perdere un membro della squadra di governo. Specie se le dimissioni arrivano dopo una condanna in tribunale o in seguito a un procedimento aperto da un'Authority. Eppure, questa volta, gli uomini della Lega e di Fratelli d'Italia appaiono quasi sollevati.

 

Da giorni erano pronti a scaricare Vittorio Sgarbi. Un nutrito gruppo di leghisti, dopo la sfuriata e le minacce del sottosegretario alla Cultura contro i giornalisti di Report, si dicevano «pronti a votare a favore della revoca delle sue deleghe, se ci sarà voto segreto il 15 febbraio. Un rappresentante del governo non può esprimersi in quel modo».

 

sgarbi sangiuliano

Le truppe di Meloni, invece, erano già sedute sulla riva del fiume: «Non ci sarà bisogno di un voto - dicevano in Transatlantico con una certa sicurezza -, perché arriverà prima il verdetto dell'Antitrust e allora sarà costretto a lasciare l'incarico». […]

 

Sgarbi, ha sentito l'isolamento. La sensazione sgradevole di non avere più una rete sotto i piedi, nemmeno al ministero della Cultura, dove era da tempo in rotta con il ministro Gennaro Sangiuliano. «Andrebbe chiesto al ministro il motivo per cui ha inviato all'Antitrust due segnalazioni anonime contro di me. Io non l'avrei fatto», dice Sgarbi a La Stampa. Come se avesse il sospetto che Sangiuliano, in fondo, non aspettasse altro che liberarsi di lui. […]

 

Meloni intanto resta in silenzio, cerca di tenere il problema lontano dai riflettori. Sapeva però da tempo come sarebbe andata a finire. Sarebbe stata proprio di palazzo Chigi - racconta una fonte di governo - la regia che ha portato mercoledì scorso al rinvio del voto contro Sgarbi in Aula alla Camera, per far arrivare prima il verdetto dell'Antitrust. Un'operazione gestita con l'unico obiettivo di limitare il più possibile i danni, evitare un voto politico, scaricare la responsabilità sull'Authority.

 

LA SELEZIONE DELLA CLASSE DIRIGENTE DI FRATELLI DITALIA - VIGNETTA ELLEKAPPA

Arrivano così le seconde dimissioni di un esponente di governo in poco più di un anno di legislatura. In principio fu Augusta Montaruli, la deputata di Fratelli d'Italia portata a un passo indietro dal ruolo di sottosegretaria all'Università dopo aver ricevuto una condanna in via definitiva per aver usato in modo "allegro" i fondi del gruppo FdI, quando era consigliera regionale in Piemonte. Poi venne Sgarbi, senza alcuna condanna, ma con un procedimento aperto dall'Antitrust.

 

E il timore è che non sia finita qui. La vera preoccupazione, ora, riguarda il destino della ministra del Turismo Daniela Santanché, sotto indagine a Milano per la gestione del gruppo Visibilia e di KiGroup Srl. Il filone di indagine che riguarda la società KiGroup, infatti, sarebbe vicino a concludersi e lo scenario che rischia di aprirsi non è dei migliori.

 

giorgia meloni difende daniela santanche meme by edoardo baraldi

Il tribunale ha rifiutato la proposta di un concordato proposto da Santanché, che ora rischia di doversi difendere dall'accusa di bancarotta, per via dei suoi precedenti ruoli di presidente, membro del consiglio di amministrazione e amministratrice unica della società.

 

I vertici di Fratelli d'Italia temono il contraccolpo, nonostante il limite per arrivare a delle dimissioni sia stato fissato all'arrivo di un'eventuale condanna e non a un possibile rinvio a giudizio. Questo permetterebbe al governo di difenderla, seppur con qualche difficoltà, e di scavallare l'appuntamento con le Europee.

 

Ma la «grana Santanché» rischia di scoppiare in piena campagna elettorale per le Europee e questo infastidisce parecchio le truppe di FdI. Nonostante la volontà di mostrare un volto garantista, nel partito di Meloni più di qualcuno auspica che la vicenda possa chiudersi prima di una eventuale condanna.

GIORGIA MELONI DANIELA SANTANCHE - MEME BY GRANDE FLAGELLO

 

E in fretta, con le dimissioni volontarie della ministra già in caso di rinvio a giudizio, «perché la sua vicenda rischia di togliere visibilità al nostro lavoro sui territori e in Parlamento - ragiona un parlamentare di peso di FdI -. Per settimane si parlerebbe solo di lei sui giornali e nelle tv e di certo, per noi, sarebbe una pubblicità ben peggiore di quella di Sgarbi».

santanchè meloni GIORGIA MELONI E DANIELA SANTANCHEgiorgia meloni e vittorio sgarbi 1

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO