1- DOPO ZAPATERO, BERLUSCONI, SARKOZY E LA DISFATTA DELLA MERKEL, TOCCA A OBAMA? 2- MITT ROMNEY ALLA RISCOSSA. PER LA PRIMA VOLTA UN SONDAGGIO LO CATAPULTA OLTRE IL 50 PER CENTO, CON UNA DISTANZA DI SETTE PUNTI DA OBAMA, FERMO AL 43 PER CENTO 3- IL SOSTEGNO AI MATRIMONI OMOSESSUALI E I DUE MILIARDI DI DOLLARI PERDUTI SU TITOLI DERIVATI DA JP MORGAN, PRIMA BANCA USA, RISCHIANO DI COSTARE CARO AD OBAMA 4- ROMNEY: “IL MATRIMONIO È UNA ISTITUZIONE CHE DEVE ESSERE FRA UOMO E DONNA” 5- UN BIOGRAFIA NON AUTORIZZATA METTE ZIZZANIA ALLA CASA BIANCA: E’ STATA LA GELOSIA DELLA MALFIDATA FIRST LADY MICHELLE A DETTARE LA PARABOLA DELLA STAR TELEVISIVA OPRAH WINFREY DA STRETTA CONSIGLIERA DEL PRESIDENTE A 'RIPUDIATA'

1- OPRAH WINFREY 'INDESIDERATA', NIENTE PIU'CASA BIANCA
(ANSA)
- Scaricata per gelosia: a dettare la parabola di Oprah Winfrey da stretta consigliera del presidente americano Barack Obama a 'ripudiata', è stata la First Lady Michelle. E la sua gelosia. A rivelarlo è la biografia non autorizzata di Obama, scritta dall'ex redattore di The New York Times Magazine e Newsweek, Edward Klein, che sarà pubblicata il prossimo 15 maggio.

Un libro che offre uno spaccato dei rapporti non facili e non rosei, a dispetto di come appaiono pubblicamente, all'interno della Casa Bianca e fra gli 'amici' del presidente. Proprio in quest'ultima categoria rientrava la star televisiva Oprah, secondo quanto rivela il New York Post, che, dopo aver raccontato i particolari sull'opinione di Bill Clinton (secondo Klein, Bill riteneva Obama "un dilettante", e spingeva la moglie Hillary ad abbandonare l'incarico come Segretario di Stato e correre per le primarie democratiche), ora riprende la delusione di Oprah per l'atteggiamento tenuto nei suoi confronti dalla coppia presidenziale.

Il problema fra Oprah e la First Family è nato anche in seguito all'atteggiamento di due delle consigliere di Michelle, Valerie Jarrett e Desiree Rogers, che senza doversi impegnare poi troppo hanno convinto la gelosa Michelle che Oprah fosse diventata eccessivamente influente all'interno della Casa Bianca, comportandosi come se lei fosse la First Lady.

Michelle "era molto gelosa, direi in modo insolito - si legge sul Post citando una fonte vicina alla star tv che compare nel libro - Dopo anni di matrimonio si deve credere nel proprio partner, mentre lei non sembra affatto fidarsi di Barack". Al suo entourage Michelle avrebbe detto chiaramente - mette in evidenza il New York Post - che voleva essere informata di ogni donna che si avvicinasse al presidente. Una gelosia e un allontanamento di cui Oprah non si è resa subito conto, continuando a comportarsi e a cercare contatti con gli inquilini della Casa Bianca come se nulla fosse.

La verità le è però balzata agli occhi quando Michelle ha iniziato a non rispondere alle sue telefonate e a non richiamarla quando le lasciava messaggi. L'ira della First Lady è poi risultata evidente quando ha deciso di lanciare la propria offensiva contro l'obesità. Una causa alla quale Oprah voleva dare il proprio appoggio ma senza successo. "E' un modello terribile - avrebbe detto Michelle a suoi collaboratori -. I ragazzi la guarderebbero, penserebbero che è ricca e famosa, e riterrebbero quindi che essere grassi va bene".

2- NEWSWEEK: OBAMA IL PRIMO PRESIDENTE GAY
Il sostegno espresso ai matrimoni omosessuali ha fatto conquistare a Barack Obama la copertina di Newsweek che questa settimana titola 'il primo presidente gay', sotto un primo piano di Obama, con il capo cinto da un'aureola con i colori della bandiera gay. L'articolo che accompagna la copertina è scritto dal blogger della rivista Usa Andrew Sullivan, dichiaratemente omosessuale: "quando ho visto l'intervista mi sono ritrovato in un mare di lacrime", ha scritto, facendo riferimento all'intervista rilasciata da Obama all'Abc in cui il presidente ha espresso il suo appoggio alle nozze gay.

3- ROMNEY CONTRO LE NOZZE GAY - NEI SONDAGGI SUPERA OBAMA
Anna Guaita per "Il Messaggero"


Mitt Romney alla riscossa. L'ex governatore del Massachusetts, rivale di Barack Obama alle presidenziali di novembre, vede la sua popolarità balzare in alto. Per la prima volta un sondaggio lo catapulta oltre il 50 per cento, con una distanza di sette punti da Obama, fermo al 43 per cento. La gioia in casa repubblicana dovrebbe essere alle stelle. Eppure ieri vinceva piuttosto la cautela.

Intanto, gli addetti ai lavori hanno già da un paio d'anni espresso qualche dubbio sulla totale neutralità di Rasmussen, l'istituto demoscopico che ha condotto il sondaggio in questione. Guarda caso Rasmussen è quello più spesso citato dal canale tv Fox, portabandiera della destra.

E poi, nonostante la base religiosa e conservatrice si stia compattando con rinnovato vigore contro Obama, dopo che il presidente ha preso posizione a favore dei matrimoni fra coppie dello stesso sesso, in casa repubblicana alcuni strateghi vanno raccomandando di ammorbidire le posizioni ufficiali del partito. Per gli elettori sotto i 30 anni d'età, infatti, il tasso di approvazione per questo diritto è altissimo, ben oltre il 65 per cento.

Se non si vuole perdere il voto dei giovani, insistono gli analisti, bisogna che le posizioni repubblicane non siano così punitive. Dopotutto, anche nelle alte sfere del partito negli ultimi mesi ci sono stati cambiamenti clamorosi: basti ricordare che l'ex vicepresidente Dick Cheney e l'ex presidente del partito, Ken Mehlman, si sono entrambi espressi a favore del diritto di matrimonio per i gay, il primo perché ha una figlia lesbica, il secondo perché ha riconosciuto di essere lui stesso gay.

Non sembra però che Mitt Romney stia dando retta a questa visione di maggior tolleranza. Ieri l'ex governatore è andato a tenere il discorso ai laureandi della Liberty University, la più grande università cristiana del mondo, a Lynchburg, in Virginia. Dal podio, Romney ha ripreso il tema, e lo ha riconfermato con la stessa determinazione: «Il matrimonio è una istituzione di antica storia, che deve essere fra un uomo e una donna».

Romney ha esaltato la difesa della famiglia e i valori cristiani, e ha sostenuto che gli Stati Uniti sono stati fondati sul principio della «fede in Dio». L'ex governatore ha tentato insomma nello stesso discorso di stringere intorno a se l'opposizione anti-Obama e anti-gay, e di neutralizzare la diffidenza che i cristiani conservatori continuano ad avere per la sua fede mormone.

È molto probabile che alla fine la sua strategia sarà quella di utilizzare al massimo il tema anti-gay e la propria fede negli Stati più conservatori, e di pigiare invece il pedale dell'economia e della propria esperienza finanziaria negli Stati meno schierati. Per il particolare sistema Usa, la presidenza si vince Stato per Stato, aggiudicandosi 270 voti elettorali (ogni Stato è portatore di un numero variabile di voti elettorali: la popolosa California ne ha 55, il piccolo Vermont 3).

La lotta reale tra Romney e Obama si svolgerà tutta negli Stati non schierati, i cosiddetti Battleground States, i campi-di-battaglia dove nè i democratici nè i repubblicani hanno una netta maggioranza e dove gli indipendenti diventano l'ago della bilancia.

Sono 12 gli Stati giudicati in bilico in questa tornata elettorale: Colorado, Florida, Iowa, Michigan, Nevada, New Hampshire, Nuovo Messico, Carolina del nord, Ohio, Pennsylvania, Virginia e Wisconsin. E se fino allo scorso gennaio Obama vi godeva un vantaggio netto di oltre sette punti, quel vantaggio è sceso in questi ultimi giorni ad appena il 2 per cento.

La ripresa di Romney si deve, secondo Peter Brown, direttore del rispettato Istituto Sondaggi della Quinnipiac University, «al fatto che Romney non è più attaccato dagli altri candidati repubblicani, che si sono ritirati e ora lo sostengono, e al fatto che la fiducia nell'economia sta scivolando, come conseguenza degli ultimi dati poco incoraggianti».

A sei mesi dal voto - ammoniscono comunque gli analisti - non si possono fare previsioni davvero affidabili. Ma quasi tutti sono d'accordo nel riconoscere che nelle fasce elettorali moderate e centriste l'economia avrà più peso che non il matrimonio gay. Finora, nei sondaggi, gli elettori sembrano convinti che un presidente Romney sarebbe meglio per l'economia.

Ma Obama affila i coltelli: Romney, ammonisce il presidente, è l'uomo di Wall Street e vuole riportare le politiche che hanno causato la crisi del 2008. E guarda caso Wall Street lo aiuta: dopo l'ultimo macroscopico inciampo della JpMorganChase, che ha appena ammesso di aver perso due milardi di dollari in investimenti ancora una volta sui titoli derivati, lo spettro del 2008 è tornato vivo e inquietante.


4- USA 2012: SANTORUM, NOZZE GAY ARMA POTENTE CONTRO OBAMA
(ANSA)
- I matrimoni gay sono una "potente arma" che il candidato repubblicano alla Casa Bianca Mitt Romney può usare contro il presidente americano Barack Obama. E' la posizione dell'ex senatore della Pennsylvania, Rick Santorum, che in un'intervista alla Cnn afferma: il tema "é un'arma molto potente per Romney se vuole acquisire vantaggio sul presidente che è molto lontano dai valori dell'America" "Romney deve parlare dei suoi valori, questa è la cosa più importante" aggiunge Santorum.

 

OPRAH WINFREY E MICHELLE OBAMA Oprah Winfrey BARACK E MICHELLE OBAMA michelle obama oprah winfrey michelle obama CON oprah jpegmichelle obama oprah winfrey michelle obama oprah winfrey barack obama DURANTE LA CAMPAGNA DI QUATTRO ANNI FA OBAMA SULLA COVER DI NEWSWEEK "IL PRIMO PRESIDENTE GAY"Michelle Obama Oprah WINFREY NEL DUEMILAOTTO obama biden ROMNEY E NETANYAHURICK SANTORUM E MITT ROMNEYDICK CHENEYROMNEY-BUSH SENIORjp morganmatrimonio gay MICHELLE OBAMA E OPRAH WINFREY jpeg

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