POTERI MARCI SALVATECI! - DRAGHI E VISCO SMENTISCONO LE VOCI CHE LI VOGLIONO IL PRIMO AL QUIRINALE E IL SECONDO A PALAZZO CHIGI - IL PRESIDENTE DELLA BCE HA GATTE DA PELARE: CADUTA DEI PREZZI E RITORNO DELL’ITALIA NELLE SABBIE MOBILI SONO DIRETTAMENTE COLLEGATI

Federico Fubini per “la Repubblica

 

MARIO DRAGHIMARIO DRAGHI

Venerdì scorso Ignazio Visco era a Sulmona, per un discorso sulla carriera di Carlo Azeglio Ciampi. Proprio ora che il suo nome corre nel mondo politico, il governatore della Banca d’Italia doveva ricordare il percorso di un suo predecessore che ventuno anni prima si era dimesso per andare a Palazzo Chigi.

 

Visco di solito non ama lasciare niente all’ambiguità. Voleva ci fosse chiarezza almeno su un fatto: chi fa circolare il suo nome come presidente del Consiglio di un governo tecnico, al posto di Matteo Renzi, lo fa per fini propri e senza chiederglielo. Gli aggettivi scelti venerdì dal governatore, quanto a questo, non sembrano scelti a caso. Definisce «irripetibile» la situazione in cui Ciampi, nella crisi politico- finanziaria del 1993, passò dalla banca centrale al governo; descrive come «unico» quel passaggio di carriera dell’ex presidente.

ignazio visco medium ignazio visco medium

 

Visco ha tutta l’aria di invitare tutti a smettere di usare il suo nome a sproposito nelle partite della politica. Anche il governatore del resto sa che il suo non è un caso isolato, ma quasi: negli ultimi mesi, anche fra gli operatori di mercato della City di Londra, sono rimbalzate le voci su una candidatura di Mario Draghi al Quirinale.

 

Varrebbe se e quando Giorgio Napolitano dovesse lasciare prima del tempo, come lo stesso presidente ha annunciato fin dal 2013. Draghi si rifiuta di parlarne in pubblico – non sarebbe professionale – ma in privato respinge senza troppi complimenti qualunque ipotesi del genere.

 

NAPOLITANO VEDE ITALIA COSTARICA SULLA BATTELLO PER CAPRI NAPOLITANO VEDE ITALIA COSTARICA SULLA BATTELLO PER CAPRI

Non dà neppure troppo tempo a queste voci, Draghi. La sua agenda di lavoro in Bce è già abbastanza piena, con l’Italia e il suo debito in continuo aumento fra le grandi fonti di preoccupazione. E il rapporto di Draghi con lo staff dell’Eurotower è già abbastanza complicato così com’è.

 

Negli ultimi mesi il presidente italiano non ha nascosto l’irritazione per come gli economisti di Francoforte hanno sbagliato in pieno le previsioni su quasi tutta la linea: crescita, inflazione, aspettative di inflazione per gli anni a venire. L’Eurotower si illudeva arrivasse una ripresa e non ha capito in tempo che la deflazione stava per minacciare tutta l’area euro, non solo il fianco Sud.

Matteo Renzi Matteo Renzi

 

Da qualche settimana Draghi ha messo lo staff al lavoro per fargli riscrivere i modelli su cui la Bce formula le previsioni. Le stime diventeranno meno ottimistiche, ma fondate su giudizi più realistici della debolezza dell’intera economia europea. Non è una questione solo per addetti ai lavori: dalle prossime stime dello staff della Bce dipende, in parte, la possibilità per la banca di reagire alla minaccia di deflazione e mettere l’Italia al riparo da una ricaduta in crisi finanziaria.

 

Del resto caduta dei prezzi e ritorno dell’Italia nelle sabbie mobili sono rischi direttamente collegati. Salvo sorprese, alla fine di quest’anno il debito pubblico italiano sarà a metà strada fra il 137% e il 138% del prodotto lordo. Per l’anno prossimo il governo e gran parte degli organismi internazionali prevedono una crescita attorno allo 0,5%, ma sembra più un auspicio che una stima certa.

 

EUROTOWER BCEEUROTOWER BCE

Una finanziaria da 20 miliardi frenerà la ripresa, mentre i mercati dell’export dalla Cina alla Germania hanno perso spinta: non sarebbe sorprendente se l’Italia infilasse il quarto anno di seguito di caduta dell’economia. Con l’inflazione attorno a quota zero e interessi passivi oltre il 5% del Pil, il debito pubblico non può che salire ancora, ben oltre il 140%.

 

Nel frattempo la Federal Reserve nel 2015 inizierà ad alzare i suoi tassi d’interesse, aumentando i costi per i debitori in tutto il mondo. L’Italia, da sola, è in grado di sopportare uno scenario del genere ancora meno di quanto lo fosse due o tre anni fa: oggi il debito è più alto, l’economia più fragile, gli italiani esausti. Il governo di Matteo Renzi gestisce il sesto anno della Grande recessione muovendosi su un ghiaccio sottile. E, come chiunque altro, i banchieri centrali non dimenticano che in questo Paese il sistema politico non tiene mai quando lo spread va fuori controllo.

angela merkel 4angela merkel 4

 

Solo riforme efficaci del governo e il sostegno della Bce possono garantire che l’Italia terrà. Lunedì scorso a Bruxelles Draghi è stato quasi esplicito: «Stiamo iniziando una transizione da una politica monetaria basata sulla fornitura passiva di credito a una gestione più attiva del nostro bilancio». Il banchiere centrale italiano punta ad acquisti massicci di titoli di Stato, non subito ma in inverno o in primavera.

 

francois hollandefrancois hollande

Prima si devono dimostrare insufficienti le attuali misure, in modo da superare le resistenze interne alla Bce stessa. E l’Italia deve garantire che farà fino in fondo la sua parte per mettersi a posto, senza aspettare che qualcun altro, a proprio rischio, la tiri di nuovo fuori dai guai. Per Draghi sarà una partita a scacchi multipla, a Francoforte, Berlino, Parigi. Forse persino più complessa di quella che gli italiani amano giocare intorno al Quirinale.

 

Ultimi Dagoreport

FLASH! – SE URBANO CAIRO NON CONFERMA MENTANA ALLA DIREZIONE DEL TGLA7 ENTRO IL PROSSIMO 30 GIUGNO, CHICCO ALZA I TACCHI E SE NE VA – IL CONTRATTO SCADE A FINE 2026 MA A LUGLIO C’E’ LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI – PARE CHE QUESTA VOLTA NON CI SIA DI MEZZO IL DIO QUATTRINO, BENSI’ QUESTIONI DI LINEA POLITICA (GIA' NEL 2004 MENTANA FU PRATICAMENTE “CACCIATO” DAL TG5 DOPO UN VIOLENTISSIMO SCAZZO CON SILVIO BERLUSCONI E I SUOI “DESIDERATA”, E FU SOSTITUITO DAL SUO VICE MIMUN…)

meloni macron merz starmer trump iran usa attacco bombardamento

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI STA SCOPRENDO CHE VUOL DIRE ESSERE PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DI UN PAESE CHE NON HA MAI CONTATO UN TUBO: PRIMA DI PROCEDERE AL BOMBARDAMENTO DEI SITI IRANIANI, TRUMP HA CHIAMATO IL PREMIER BRITANNICO, KEIR STARMER, E POI, AD ATTACCO IN CORSO, HA TELEFONATO AL TEDESCO MERZ. MACRON È ATTIVISSIMO COME MEDIATORE CON I PAESI ARABI: FRANCIA, REGNO UNITO E GERMANIA FANNO ASSE NEL GRUPPO "E3", CHE TIENE IL PALLINO DEI NEGOZIATI CON L'IRAN  – L’AFFONDO DI RENZI: “LA POLITICA ESTERA ITALIANA NON ESISTE, MELONI E TAJANI NON TOCCANO PALLA”. HA RAGIONE, MA VA FATTA UN’INTEGRAZIONE: L’ITALIA È IRRILEVANTE SULLO SCACCHIERE GLOBALE, INDIPENDENTEMENTE DA CHI GOVERNA...

donald trump mondo terra brucia guerra iran nucleare

DAGOREPORT – BENVENUTI AL CAOS MONDIALE! AL DI LA' DEL DELIRIO DI PAROLE, ANNUNCI E BOMBARDAMENTI DI TRUMP, C’È LA DURISSIMA REALTÀ DEI FATTI. L’ATTACCO ALL’IRAN AVRÀ CONSEGUENZE POTENZIALMENTE DEVASTANTI IN OGNI ANGOLO DEL MONDO – UN'EVENTUALE CHIUSURA DELLO STRETTO DI HORMUZ FAREBBE SCHIZZARE IL PREZZO DEL PETROLIO, CON CONTRACCOLPI ENORMI SULLA CINA (PRIMO CLIENTE DEL GREGGIO IRANIANO) E DANNI PESANTI SULL'EUROPA – I TRE POSSIBILI SUCCESSORI DI KHAMENEI SONO TUTTI PASDARAN: SE MUORE LA GUIDA SUPREMA, IL REGIME DIVENTERÀ ANCORA PIÙ OLTRANZISTA – UN'ALTRA FACCIA DEL BUM-BUM TRUMPIANO E' LA FRATTURA NEL PARTITO REPUBBLICANO USA: L'ALA “MAGA” CAPITANATA DA JD VANCE SI SENTE TRADITA DAL TRUMP BOMBAROLO (L’HA VOTATO PERCHÉ SI OCCUPASSE DI FAR TORNARE "L'ETA' DELL'ORO" IN AMERICA, NON PER BUTTARE MILIARDI DI DOLLARI PER ARMI E INTELLIGENCE IN UCRAINA E ISRAELE)

giorgia meloni francesco acquaroli antonio tajani matteo salvini donald trump

DAGOREPORT: A CHE PUNTO È L'ARMATA BRANCA-MELONI? TORNATA SCORNATA DAL G7 MENO UNO (TRUMP SE NE FOTTE DI LEI E DELL'EUROPA), I PROBLEMI REALI BUSSANO ALLA PORTA DI PALAZZO CHIGI. A PARTIRE DALL'ECONOMIA: LA GUERRA IN MEDIORIENTE POTREBBE FAR SCHIZZARE IL PREZZO DEL PETROLIO, E CONSEGUENTE AUMENTO DI OGNI PRODOTTO - AGGIUNGERE LA LOTTA CONTINUA CON SALVINI, LA PIEGA AMARA DEI SONDAGGI NEI CONFRONTI DEL GOVERNO E LA POSSIBILE SCONFITTA NELLE MARCHE DEL SUO FEDELISSIMO ACQUAROLI: IL PD CON MATTEO RICCI E' IN VANTAGGIO DI 5 PUNTI E LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA DI ANTICIPARE IL VOTO NELLE MARCHE A SETTEMBRE – SULLE ALTRE QUATTRO REGIONI, LA FIAMMA E' INDECISA SUL TERZO MANDATO CHE FAREBBE FELICE ZAIA IN VENETO, DESTABILIZZANDO IL PD IN CAMPANIA. MA IERI, PRESSATO DA VANNACCI, SALVINI HA PRESO A PRETESTO IL "NO" DI TAJANI, PER SFANCULARE VELOCEMENTE (E SENZA VASELINA) I SUOI GOVERNATORI, ZAIA E FEDRIGA - IL ''NO'' DI TAJANI ERA TRATTABILE: L'OBIETTIVO E' LA FUTURA PRESIDENZA DELLA REGIONE LOMBARDIA (IL CANDIDATO ''COPERTO'' DI FORZA ITALIA È..)

tommaso inzaghi

DAGOREPORT - IL TRASFERIMENTO DI SIMONE INZAGHI IN ARABIA? UN AFFARE DI FAMIGLIA. L’ARTEFICE DELL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO L’EX ALLENATORE DELL’INTER ALLA CORTE DELL’AL-HILAL È STATO TOMMASO INZAGHI, IL FIGLIO DI SIMONE E DI ALESSIA MARCUZZI, PROCURATORE CHE FA PARTE DELL'AGENZIA DI FEDERICO PASTORELLO, LA P&P SPORT MANAGEMENT – LE LAUTE COMMISSIONI, LA TRATTATIVA CHE ANDAVA AVANTI DA TEMPO (GIÀ PRIMA DEL RITORNO CON IL BARCELLONA SIMONE INZAGHI AVEVA PROPOSTE DALL’ARABIA), LO STRANO MESSAGGIO SOCIAL DI TOMMASO INZAGHI E LE VOCI SU UNO SPOGLIATOIO IN TENSIONE PRIMA DELLA FINALE DI CHAMPIONS PER...