DRAGONE NEL PALLONE - SI COMPLICA IL CASO DI BO XILAI, IL SEGRETARIO DEL PARTITO COMUNISTA CINESE EPURATO PERCHÉ RITENUTO COINVOLTO NELLA MORTE DI UNO 007 INGLESE - IL MILIARDARIO XU MING È STATO ARRESTATO CON L’ACCUSA DI AVER CORROTTO LO STESSO BO, CHE A SUA VOLTA POTREBBE ESSERE AI DOMICILIARI - IL GOVERNO BLOCCA L’ORIGINALE PROTESTA DI WEIWEI CHE AVEVA PIAZZATO IN CASA SUA 4 TELECAMERE, “VISTO CHE NELLA MIA VITA C’È TANTA SORVEGLIANZA”…

1 - L'INTRIGO CINESE: KILLER, TANGENTI E SPIE
Ilaria Maria Sala per "la Stampa"

Chongqing è una città di salite e discese: è tagliata in due dallo Yangtze, il grande fiume cinese ora bloccato dalla diga delle Tre Gole. Ai due lati del fiume la città si innalza, avvolta da una strana nebbia umida e fuligginosa. Fino a ieri, questa metropoli di trenta milioni di abitanti era conosciuta per il rosso dei suoi peperoncini, e il rosso della Campagna Rossa voluta dal suo ex segretario del partito comunista, Bo Xilai. Carismatico, dicevano, affascinante, perfino.

Da quando è caduto in disgrazia, dopo la chiusura del plenum dell'Assemblea Nazionale del Popolo e un discorso del premier Wen Jiabao che lo attaccava in modo nemmeno troppo velato, il mese scorso, vengono a galla misteri inimmaginabili.

Come il cadavere eccellente di Neil Heywood, 007 britannico trovato morto già nel novembre dell'anno scorso, proprio a Chongqing, che faceva l'investigatore privato per verificare le credenziali delle aziende cinesi interessate a fare affari con l'estero. Ma forse faceva anche dell'altro, non sempre del tutto pulito, e forse si era scontrato con Gu Kailai, la moglie di Bo, che avrebbe potuto essere coinvolta in un affare di corruzione. Londra ha chiesto di partecipare all'inchiesta sulla morte del suo ex agente, ma sembra che Pechino per il momento faccia orecchie da mercante.

Nel frattempo, viene ripetuto che l'uomo sarebbe stato avvelenato, e che proprio la scoperta della sua morte avrebbe portato alla rottura fra Bo e il suo super-poliziotto, Wang Lijun. A quest'ultimo Bo aveva affidato l'incarico di portare avanti la campagna contro la criminalità, e lui l'aveva fatto con tanto zelo da rinchiudere nelle prigioni mafiosi e avvocati, nemici pubblici e nemici del capo, uomini d'affari corrotti e uomini d'affari che non erano disposti a corrompere.

Un braccio destro duro e scaltro, che scoperto il cadavere dell'inglese, temendo che ad ucciderlo fosse stato qualcuno vicino alla moglie di Bo, avrebbe cercato asilo prima al Consolato britannico, poi a quello USA. Che sia possibile, un intreccio così sorprendente?

Ora, dal passato dell'uomo più potente di Chongqing salta fuori anche Xu Ming, uno dei più giovani miliardari cinesi, industriale del gruppo Shide di Dalian, dove Bo era sindaco prima di diventare il segretario di partito comunista di Chongqing.

Xu, numero otto fra i quattrocento uomini più ricchi della Cina secondo la classifica Forbes, da ieri si rivela essere agli arresti: avrebbe corrotto lo stesso Bo, prima che cambiando città questi s'incarnasse nel paladino della lotta alla corruzione. Le porte del carcere lo avrebbero accolto già dal mese scorso, ma anche questo arresto era stato tenuto segreto per diversi giorni.

A macchia d'olio si espande dunque l'inchiesta contro Bo e contro chi gli era vicino (mostrando, una volta di più, che tutto o quasi è possibile per i potenti della Cina, fino al giorno in cui non cadono in disgrazia: vuoi per eccessiva ambizione politica, vuoi perché hanno offeso chi è ancora più importante di loro...), e si dice che chi può stia abbandonando il Paese prima che sia troppo tardi.

Ma la segretezza che avvolge tutto fa sì che le voci più improbabili si inseguano, confermandosi e smentendosi l'un l'altra senza sapere dove cercare riscontro. Per alcuni giorni, perfino, c'era chi voleva che Pechino fosse preda di un colpo di Stato, e sul web c'era chi giurava di aver sentito spari nella capitale, chi perfino disse di aver visto dei carri armati per le strade e chi vaneggiava di «inusuali movimenti di polizia». Nulla di vero, e le autorità cinesi, dopo aver tergiversato alcune settimane, nei giorni scorsi hanno effettuato nuovi arresti, e disabilitato per 72 ore la funzione di «commenti» solitamente disponibile nelle versioni cinesi di Twitter.

Ricapitoliamo: Neil Heywood è morto. Xu Ming è in prigione, così come lo sono sei incauti commentatori web. Ma lo è anche il carismatico Bo, probabilmente agli arresti domiciliari insieme alla bella ed ambiziosa Gu Kailai, sua moglie, e parrebbe anche al figlio, Bo Guagua - studente ad Oxford e a Harvard, spericolato conducente di una Ferrari rossa, secondo le dicerie, rampollo cresciuto nei privilegi e nella corruzione. Nessuna notizia di Wang Lijun.

Salite e discese della politica cinese, di solito invisibili dietro pesanti drappeggi, e che ora rivelano alcuni dei loro più impensabili misteri, che senza stampa libera resteranno tali a lungo.

2 - AI WEIWEI SPEGNE LE WEBCAM IN CASA
Da "la Stampa"

Solo 24 ore per Ai Weiwei e le sue webcam. Poco dopo le 12 italiane, l'artista dissidente ha annunciato via Twitter che le quattro telecamere che aveva piazzato martedì a casa sua sono state spente, per ordine delle autorità di Pechino. L'artista ha scritto: «Quattro minuti fa le telecamere sono state spente. Bye bye a tutti i guardoni».

Il giorno prima aveva piazzato le quattro webcam collegate ad Internet nella sua casa alla periferia di Pechino, in polemica verso la stretta sorveglianza delle autorità: «Nella mia vita c'è tanta sorveglianza, tanti controlli. Il nostro ufficio è stato perquisito, vengo seguito tutti i giorni, e ci sono telecamere davanti alla mia casa. Quindi ho pensato, perché non mettere qualche altra telecamera, così la gente potrà vedere tutto quello che faccio? Spero che dall'altra parte si riesca a dare altrettanta trasparenza»

 

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