napolitano pd

MA CHE È, UN INCUBO? – RE GIORGIO TORNA PER UN GIORNO SUL COLLE E INTIMA ALLA MINORANZA PD (E A FORZA ITALIA) DI APPROVARE LA RIFORMA DEL SENATO COSÌ COM’È – NON C’È DA STUPIRSI: NELLA STORIA "NAPOLITANA" MINORANZE E OPPOSITORI SONO SEMPRE STATI ASFALTATI

Fausto Carioti per "Libero Quotidiano"

 

Ai bei tempi, per il bene del Partito, Giorgio Napolitano non si fece problemi a infierire su Aleksandr Solzhenitsyn, invocandone l' esilio come «soluzione migliore». Quasi tutto è cambiato, da allora: i dissidenti non sono più quelli di una volta e lui stesso, da molto tempo, si sente più legato a Washington che a Mosca.

giorgio e clio napolitano lasciano il quirinale  8giorgio e clio napolitano lasciano il quirinale 8

 

Ma l'istinto dell' anziano leader dei miglioristi per la repressione del reprobo è rimasto quello, e se la politica non offre nulla di meglio che Pier Luigi Bersani e Rosy Bindi, pazienza, lui si accontenta. Dopo aver resistito per giorni con le mani che gli prudevano, alla fine è salito sul Cessna: ieri mattina, dalla giungla dove si annidano i vietcong della minoranza pd, si levava un forte odore di napalm. Il Partito, cioè Matteo Renzi, ringrazia.

 

Anche la bacheca dell' anatema è cambiata: il Corriere della Sera ha preso il posto dell' Unità e di Rinascita. In compenso la prosa di Napolitano è sempre quella che gli hanno insegnato alle Frattocchie, scorrevole come un cingolato sovietico sulle strade di Budapest, e pure i toni non si scostano dal vecchio canovaccio moscovita: compagni state sbagliando, rispettate le indicazioni del comitato centrale o sono guai.

 

giorgio e clio napolitano tornano a casa a monti  4giorgio e clio napolitano tornano a casa a monti 4

La materia è quella su cui rischiano di esplodere il Pd, il governo e la legislatura: la riforma del Senato. Anzi, la riformicchia: Renzi si è inventato l' addio al bicameralismo senza rinunciare alle due Camere. Il ramo più alto del Parlamento verrebbe sostituito da un Senato non elettivo di cento membri, imbottito di consiglieri regionali e sindaci.

 

Un pateracchio, che lascerebbe in vita una Camera e mezza e ridurrebbe i costi solo di poco. L' ideale sarebbe stato cancellare l' assemblea di Palazzo Madama, ma il premier non ha avuto gli attributi per arrivare a tanto.

 

A questo punto - è il ragionamento che fanno gli eretici del Pd - tanto vale che quei cento senatori siano elettivi. L' idea è condivisa da Forza Italia e fa proseliti anche nelle altre forze politiche, se non altro perché offre una speranza di sopravvivenza agli attuali senatori. Insomma, il rischio del big bang è concreto.

giorgio napolitano foto ansagiorgio napolitano foto ansa

 

Quanto basta per spingere il vecchio servizio d' ordine del Pci, alias Giorgio Napolitano, a intervenire con una lettera al direttore di via Solferino. Ufficialmente rivolta a tutti, in realtà un messaggio ad uso interno del Pd. È stata fatta una scelta, ricorda l' ex Capo dello Stato, «con cui si intende porre termine alla stortura storica del bicameralismo paritario, dando vita a un Senato che rappresenti le istituzioni territoriali».

 

Da questa decisione, avverte con la stessa benevolenza verso le altrui opinioni che ha caratterizzato i suoi nove anni al Quirinale, «non è pensabile si torni indietro». Gli orientamenti di chi la pensa diversamente sono infatti «rischiosi per le sorti di una già troppo tardiva riforma costituzionale di cui l' Italia, la democrazia repubblicana, il Parlamento hanno profondo bisogno».

 

renzi e napolitano assistono all'elezione di mattarella  renzi e napolitano assistono all'elezione di mattarella

Bocciata anche la proposta di un «Senato delle garanzie» lanciata dal presidente di palazzo Madama Pietro Grasso: «Farebbe saltare le basi su cui si è posta la riforma del bicameralismo paritario». Renzi va in estasi: «Le parole di Napolitano sono significative».

Ci fosse ancora lui sul Colle, la storia finirebbe qui.

 

Come sono state troncate dopo pochi metri, appena comunicata la sua contrarietà, tutte le strade che portavano in direzioni non gradite all' allora presidente della Repubblica. Ma Napolitano non è più lì e Sergio Mattarella non sembra avere alcuna intenzione di guidare il percorso delle riforme con la forza e la durezza del predecessore.

NAPOLITANO 
RENZI  
NAPOLITANO RENZI

 

Così i vietcong bruciacchiati sono tornati subito a preparare altre imboscate, liberi finalmente di fregarsene dell' alto monito. Come Rosy Bindi: «Ho grande rispetto per il presidente emerito della Repubblica, ma non sono d' accordo con lui».

 

mattarella mutimattarella muti

Ventotto senatori della minoranza Pd hanno risposto a Napolitano presentando dieci emendamenti che stravolgono l' impianto della riforma preparato da Renzi: primo punto, l' elezione diretta del Senato. Col segretario-premier, che si dice convinto di avere i numeri per sconfiggerli, l' appuntamento nella giungla è fissato per settembre. Oggi, nella direzione del Pd convocata per parlare di Sud, il primo scambio di colpi.

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO