mario draghi sergio mattarella

MARIO, MA ‘NDO VAI? – È PARTITO IL PRESSING DELLE ISTITUZIONI EUROPEE PER CONVINCERE DRAGHI A RIMANERE IMBULLONATO A PALAZZO CHIGI: SENZA “MARIOPIO”, L’ITALIA RISCHIA DI FINIRE GAMBE ALL’ARIA, CON TANTI SALUTI AI 209 MILIARDI DEL RECOVERY FUND – LA REAZIONE SCIOCCATA DEI GIORNALONI STRANIERI, IN CUI SI PUNTA IL DITO SUL MOVIMENTO 5 STELLE, CHE TORNA A ESSERE IL PARTITO “POPULISTA E ANTI-ESTABLISHMENT”

1 - BRUXELLES IN ANSIA PER «L'AMICO MARIO»

Fr. Bas. per il “Corriere della Sera”

 

LE DIMISSIONI DI MARIO DRAGHI BY CARLI

L'Europa ci guarda. Con «stupore», per prendere a prestito le parole del commissario Ue all'Economia, Paolo Gentiloni, che ieri mattina, prima che il premier Mario Draghi decidesse di dare le dimissioni spiegava che Bruxelles seguiva «con preoccupato stupore» la crisi italiana, che si sviluppa mentre l'Europa è chiamata a fronteggiare le conseguenze della guerra in Ucraina, con la crisi del gas e l'economia che rallenta.

 

Ma sono le parole del capo- portavoce della Commissione Ue, Eric Mamer, a far capire la vicinanza all'Italia in questo momento. Solitamente l'esecutivo comunitario non commenta le vicende politiche interne degli Stati membri, però alla notizia delle dimissioni del premier ha fatto sapere che «la presidente Ursula von der Leyen ha ripetutamente enfatizzato la stretta e costruttiva cooperazione con il presidente Mario Draghi».

MARIO DRAGHI URSULA VON DER LEYEN

 

Poi la frase di rito: «Von der Leyen attende di proseguire nella cooperazione con le autorità italiane sulle priorità e sulle politiche europee». Il premier Draghi ha rappresentato in questi mesi un punto di riferimento all'interno delle dinamiche decisionali dell'Ue, contribuendo in modo determinante al dibattito, rispettato e ascoltato come non accadeva da decenni a un presidente del Consiglio italiano.

 

Eric Mamer

Insieme al presidente francese Emmanuel Macron e al cancelliere tedesco Olaf Scholz è andato a Kiev sostenendo la necessità di accordare all'Ucraina lo status di candidato all'Ue, sulla stessa linea della Commissione, a differenza degli altri due leader che solo in un secondo momento sono arrivati, grazie alla mediazione di Draghi, alla stessa conclusione. Normale che le cancellerie osservino con attenzione quanto sta accadendo in Italia.

 

LE DIMISSIONI DI MARIO DRAGHI BY OSHO

Il premier Draghi ha giocato da protagonista, ancorando l'Italia a una posizione atlantista, che ha sempre ribadito nonostante le fibrillazioni interne alla maggioranza. Non ha fatto mai mancare il sostegno del nostro Paese all'Ucraina, allineandosi alle decisioni europee sulle armi da inviare a Kiev e sulle sanzioni.

 

Un forte alleato della Commissione Ue nel contrastare la guerra scatenata dalla Russia.

Non è un caso se l'ex presidente russo Dmitri Medvedev ha ironizzato su Telegram dopo l'annuncio delle dimissioni di Draghi, postando un'immagine del premier dimissionario britannico Boris Johnson, seguita da una di Draghi e una terza casella vuota con un punto interrogativo.

 

boris johnson draghi

La domanda è quale sarà il prossimo leader europeo a cadere. Ma il premier non è solo una «garanzia» per la politica estera dell'Ue. Draghi ha rappresentato in questi mesi per la Commissione Ue una rassicurazione sulla capacità dell'Italia di portare avanti le riforme e gli obblighi del Pnrr.

 

Perché se è vero che Next Generation Eu è stato negoziato quando Giuseppe Conte era al governo (ma tutto si è mosso perché Francia e Germania hanno proposto per prime un maxi piano di aiuti), per Bruxelles la presenza di Draghi ha significato stabilità, affidabilità, serietà.

 

MARIO DRAGHI IN AUTO CON LA SCORTA

Tutti aggettivi di solito attribuiti ai Paesi nordici. Non stupisce quindi che Manfred Weber, capogruppo e presidente dei popolari europei, abbia attaccato senza mezzi termini la mossa «incomprensibile e irresponsabile del M5S». «Disertando il governo Draghi - ha detto Weber - gli estremisti 5 Stelle non solo peggiorano le prospettive economiche dell'Italia ma anche dell'Europa». Perché il successo del Recovery Fund dipende dall'Italia, prima beneficiaria con oltre 200 miliardi, e dalla fiducia che ci hanno accordato. Disattenderla significa far naufragare il progetto europeo.

 

LE REAZIONI DEI GIORNALI STRANIERI ALLE DIMISSIONI DI MARIO DRAGHI

2 - E LA NOTIZIA STUPISCE I GIORNALI STRANIERI

Lorenzo Vita per “il Giornale”

 

L'annuncio delle dimissioni di Mario Draghi arriva in uno dei momenti più difficili della politica europea e internazionale. Ed è anche per questo che la decisione del premier ha attirato le aperture dei più importanti media di tutto il mondo.

 

Una crisi indecifrabile non solo per il «gioco di palazzo», ma anche perché quello italiano appariva come l'esecutivo più autorevole e accreditato nello scacchiere europeo e atlantico. Una maggioranza solida, un premier riconosciuto nel consesso Ue, Nato e nei principali circuiti internazionali. La sorpresa per la crisi politica italiana si comprende dalle prime letture che ne danno i quotidiani mondiali.

 

manfred weber

Nella maggior parte degli articoli, oltre alla notizia delle dimissioni, si punta il dito sulla scelta del M5s, che torna a essere il partito «populista» e «anti-establishment». Il Guardian sottolinea che secondo gli analisti si tratta di una crisi nata da «turbolenze all'interno del partito in difficoltà piuttosto che da differenze politiche significative con l'amministrazione di Draghi». La Bild, invece, avverte che lo scontro giunge «nel mezzo di un'emergenza per la siccità e l'energia, la guerra in Ucraina e importanti decisioni in sospeso sui fondi Ue».

MEME SULLA CRISI DI GOVERNO

 

Su Giuseppe Conte e i 5S, dura la presa di posizione di France 24 che spiega come la mossa dell'ex avvocato del popolo «fa precipitare l'Italia nell'incertezza politica» e «rischia di minare gli sforzi per assicurarsi miliardi di euro di fondi dell'Unione europea».

La preoccupazione si percepisce anche nei palazzi Ue. Cristalline le parole del commissario all'Economia, Paolo Gentiloni, che aveva detto che le istituzioni Ue seguivano gli sviluppi «con preoccupato stupore».

 

LE DIMISSIONI DI MARIO DRAGHI BY OSHO

Ma la conferma dello stato d'animo di Bruxelles è arrivata dalle parole trapelate dalla Commissione Europea. Eric Mamer, portavoce capo dell'esecutivo Ue, ha detto che Ursula von der Leyen «ha ripetutamente sottolineato la stretta e costruttiva collaborazione con il presidente del Consiglio Mario Draghi» e che «si attende di continuare a collaborare con le autorità italiane su tutte le politiche e le priorità dell'Ue».

 

La condanna da parte di Manfred Weber, capogruppo e presidente dei popolari europei, è stata invece netta, bollando la mossa di Conte e dei grillini come «incomprensibile e irresponsabile».

sergio mattarella mario draghi MARIO DRAGHI IN VERSIONE QUELO

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”