steve bannon

L’ANIMA NERA DEL TRUMPISMO - ECCO CHI E’ STEVE BANNON, L’UOMO FORTE CHE HA DETTATO AL PRESIDENTE LA LINEA DURA ANTI-IMMIGRATI - DA HARVARD ALLA FINANZA, DAL SITO “BREITBART” A CONSIGLIERE ALLA CASA BIANCA - EX DIRIGENTE DELLA GOLDMAN SACHS, E’ STATO DEMOCRATICO E POI HA ABBRACCIATO L’ALT-RIGHT

Vittorio Zucconi per “la Repubblica”

steve bannonsteve bannon

 

C’è qualcosa di marcio nel castello del nuovo sovrano, c’è un uomo che dalla curva più estrema della Destra americana più scalmanata controlla dall’interno della Casa Bianca i pensieri e le opere di Donald Trump. Il suo nome è Steve Bannon. Il suo potere è immenso. Le sue impronte digitali sono sulle prime decisioni prese dal presidente.

 

Bannon è per la nuova corte di King Donald quello che gli Schlesinger e i Soerensen furono nell’immaginario Camelot di John F Kennedy, il “consigliore” al quale il re affida la costruzione della propria immagine e della propria politica, come gli aveva affidato con successo la leggenda della propria campagna elettorale.

 

STEVE BANNONSTEVE BANNON

A sessantaquattro anni, senza nessun precedente di governo o di amministrazione pubblica, senza esperienza internazionale, senza cravatta sulle camicione scozzesi che predilige per mostrarsi astutamente “uomo del popolo”, Bannon non è entrato soltanto alla Casa Bianca come assistente personale di Trump.

 

Da domenica, è parte integrante del “Consiglio per la Sicurezza Nazionale”, quel circolo di consiglieri, divenuto potentissimo grazie a Henry Kissinger che ne fece un governo ombra sotto Nixon, che decide la strategia politica e militare dell’Amministrazione Usa. Per fargli posto, Trump ha escluso il Direttore dei servizi di intelligence e il Capo degli Stati Maggiori riuniti, dunque i due uomini che dovrebbero informare il Capo dello Stato e aiutarlo nelle scelte di vita o di morte. E custodire l’arsenale nucleare.

 

STEVE BANNONSTEVE BANNON

Da bizzarro, efficace, spregiudicato polemista nascosto dietro un popolarissimo sito di propaganda in Rete, Breitbart, celebre per titoli come “La pillola anticoncezionale rende le donne brutte e ripugnanti” o “Le cliniche abortiste hanno fatto già la metà dei morti dell’Olocausto”, Bannon è ora l’abilissimo stratega che guiderà il presidente nei suoi rapporti con la nazione americana e con il mondo.

 

La sua mano si è già mostrata nelle tre principali ordinanze firmate da Trump nella prima settimana di presidenza: il primo passo verso la demolizione della Riforma Sanitaria, la “Obamacare”; l’annuncio del completamento della Grande Muraglia al confine con il Messico e il blocco dell’immigrazione di viaggiatori legittimi, con visti e permessi di soggiorno, provenienti da alcuni Paesi musulmani. Questi e altri “Ordini Esecutivi” che sicuramente verranno a tappeto sono la messa in atto di promesse elettorali che lui, Bannon, aveva saputo sfruttare conoscendone la efficacia con l’elettorato più ruvido e disperato.

 

BANNONBANNON

Fanaticamente reazionario, ammirato dalla Destra Suprematista fino al Ku Klux Klan, devoto del potere alla Dart Fenner di Star Wars che aveva esaltato in una sua dichiarazione, Steve Bannon è tutt’altro che uno sprovveduto o uno zotico pescato da quella “pancia” dell’America ruspante e frustrata che ha fatto vincere Trump. Viene da una famiglia di lavoratori della Virginia che lo avevano allevato come Democratico, fino alla devastante delusione di Jimmy Carter alla fine anni ’70, che spinse Steve dall’altra parte del fossato e poi nella prateria selvaggia della alt-right, la destra alternativa anche alla destra tradizionale dei Repubblicani, prima Tea Party, oggi trumpista.

 

STEVE BANNON STEVE BANNON

E stato ufficiale di Marina per quattro anni, studente con lauree in università di grande prestigio, come Georgetown e Harvard e poi, sempre per la leggenda della “Piccola Classe Media” dimenticata, dirigente della Goldman Sachs, quella finanziaria dalla quale provengono ben sei dei massimi consiglieri nel Team Trump.

 

Dalla Goldman uscì per crearsi una propria “boutique” finanziaria per speculazioni ardite e, fatti abbastanza milioni, poi venne il passaggio alla pubblicistica online con la creazione di Breitbart e la produzione di notizie “fake”, prima che le “notizie false” diventassero dimoda. I suoi scoop immaginari divennero, insieme con la propaganda dei commentatori radiofonici vicini all’estremismo della destra neonazionalista, il pane quotidiano di milioni di consumatori, avidi di odio per “il nero usurpatore” Obama e per i “liberal”, per i progressisti.

STEVE BANNON    STEVE BANNON

 

«I travestiti sono i più affetti dall’HIV». «Le donne nere sono disoccupate perché falliscono nei colloqui di lavoro». «La pillola rende le donne brutte e ripugnanti ». «Huma Abedin (la amica più stretta di Hillary) è legata al terrorismo islamico». «Lesbiche devastano un negozio di abiti da sposa». «Planned Parenthood (la rete di cliniche ginecologiche e abortiste) ha origini naziste ». «Bill Kristol (opinionista repubblicano che sconfessò Trump) è un ebreo rinnegato». «Il tour dei froci torna nei Campus Universitari». E questo crescendo di pseudogiornalismo culminò in una domanda che Steve Bannon fece nella versione radiofonica del suo sito: “Preferireste che vostra figlia diventasse femminista o avesse un cancro?”.

 

Ora l’autore di questi titoli siede nel circolo più stretto e segreto che condiziona il presidente, senza dover rispondere a nessuno, non al Parlamento, non ai tribunali, perché il Consiglio per la Sicurezza Nazionale è formato, e funziona, a totale discrezione del Capo. E la “Formula Bannon”, si è vista all’opera nella stessa tecnica utilizzata per costruire prima i notiziari calunniosi e poi nella campagna elettorale che lui, di fatto, ha guidato negli ultimi mesi decisivi. È la tecnica che in radio fu definita quella dello “Shock Jock”, del fantino degli shock, colui che frusta il cavallo dell’opinione pubblica con sferzate sempre più forti per fare dimenticare gli errori di ieri e per sbalordire con la botta di domani.

 

STEVE BANNON  STEVE BANNON

Il prevedibile caos creato dall’ordinanza presidenziale sull’immigrazione, pubblicato prima che le guardie di frontiera, gli uomini della Sicurezza Nazionale, il Dipartimento di Stato fossero consultati o avvertiti, ha creato, nella polarizzazioine di folle apparse agli aeroporti e nell’applauso dei “boia chi entra”, il perfetto diversivo. È stata la sensazionale arma di “Distrazione di Massa”, sempre costruita con lo strumento della paura indispensabile nella cultura del nazionaltrumpismo, per fare dimenticare l’unmiliazione subita dal Messico con l’annullamento della visita di stato del presidente Peña a Washington e l’imbarazzo dei parlamentari repubblicani di fronte alla demolizione del sistema assicurativo per il quale non hanno nessuna alternativa credibile.

 

steve bannonsteve bannon

Il fatto che centinaia di viaggiatori, residenti, profughi con documenti e visti in perfetto ordine, uomini e donne anziani, bambini, siano stati bloccati nella confusione o fermati all’imbarco dalle compagnie aeree, che il mondo intero sia rimasto sbigottito di fronte alla irrazionalità di un decreto imposto a sorpresa, non ha turbato il piccolo, formidabile Richelieu della corte di Trump, ma ne ha accresciuto la statura agli occhi del sovrano, che infatti lo ha promosso a membro permanente del Consiglio. L’ombra di un maestro del falso giornalismo e dell’elettroshock propagandistico si allunga, come vero burattinaio, dietro la sagoma di cartone di Donald Trump.

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