EFFETTO LEGA SULLO SPREAD - LE GRANDI BANCHE D'AFFARI PUNTANO IL DITO CONTRO IL CARROCCIO - I TASSI DI INTERESSE SUI TITOLI ITALIANI SONO RISALITI A CAUSA DELLA FAMILY BOSSI, DI ROSY MAURO, DEI LINGOTTI DI BELSITO E DELLA CASA DI CALDEROLI - I BIG DELLA FINANZA NON BANNO DUBBI: "MONTI DURA UN ANNO E POI TORNANO QUESTI QUI CON UNA CREDIBILITÀ SOTTO ZERO" - VERTICE SEGRETO AL TESORO CON GLI INVESTITORI ISTITUZIONALI - OCCHI PUNTATI SULLA FRANCIA: SE VINCE HOLLANDE SI SPEZZA L'ASSE DI FERRO PARIGI-BERLINO E POI SONO DOLORI PER TUTTI…

Francesco De Dominicis per "Libero"

Quando alla guida del Governo c'era Silvio Berlusconi la corsa all'insù dello spread era "agganciata" proprio alla presenza del Cavaliere a palazzo Chigi. Ora che da quelle parti l'inquilino è cambiato e si chiama Mario Monti, la faccenda va letta con lenti diverse. E guai ad attribuire al premier in carica qualche responsabilità sul divario in aumento tra il rendimento dei btp italiani e i bund tedeschi. Ma tant'è. Financo l'Unione europea, ieri, è scesa in campo per difendere il professore.

All'apertura dei mercati, il differenziale dei tassi di interesse si era allargato progressivamente: partito a 388 punti è salito fino a sfondare quota 400. E pensare che solo poche settimane fa era sceso sotto i 270 punti. Insomma, il quadro è quasi da allarme rosso. Così, da Bruxelles, hanno preso carta e penna per mettere nero su bianco una sorprendente difesa d'ufficio: l'Ue resta «fiduciosa» nella capacità dell'Italia di far fronte alla crisi finanziaria e non ritiene utile commentare i «movimenti speculativi dei mercati sul breve termine». Due elementi: Monti non può essere colpevolizzato, la corsa al rialzo dei tassi dipende dalla speculazione.

A punzecchiare il primo ministro italiano ha pensato il Financial Times: Roma deve «fare di più per rilanciare i suo fiacchi tassi di crescita» perchè « i mercati si chiedono se riuscirà mai a ripagare il suo debito». Le solite stoccate della City. Non paragonabili al muro difensivo alzato dalla Commissione europea in mattinata e rinforzato nel primo pomeriggio dal viceministro dell'Economia: «Non mi sembra che ci sia nulla di nuovo, la volatilità continua» ha detto da Washington Vittorio Grilli. Il verdetto è unanime: Super Mario va assolto. Angelino Alfano, però, ha preso le distanze dal premier: «Lo spread alto - questa la sintesi del segretario Pdl - non è colpa di Monti come non lo era di Berlusconi».

Non è chiaro se l'intervento combinato dei "pompieri" Ue e dell'ex direttore generale del Tesoro abbia avuto effetti concreti sui mercati infiammati. Sta di fatto che lo spread ha chiuso in lieve calo a 395 punti. Di là dalle motivazioni, restano le preoccupazioni per tassi di interesse che faticano ad allontanarsi da vette pericolose (oltre il 5%).

Le tensioni sui tassi sono sotto i riflettori degli investitori internazionali. E il debito pubblico italiano ieri è stato al centro di un summit a via Venti Settembre tra le grandi banche d'affari e i dirigenti del ministero. Si tratta di incontri periodici e dal profilo tecnico - coordinati dal numero uno del debito pubblico, Maria Cannata - che, con il mercato sotto pressione, assumono una rilevanza diversa.

L'Italia, stando ad alcuni ragionamenti degli esperti, paga di sicuro la crisi della Spagna: il premio di rendimento dei bonos a 10 anni ha sfiorato i 436 centesimi, con un tasso decennale superiore al 6%, oltre i livelli di guardia. In ogni caso, i dubbi sulla tenuta finanziaria dei conti spagnoli non sono l'unica nota negativa nel contesto Ue che fa soffrire il nostro Paese.

Penalizzato sui mercati, stando ai ragionamenti degli analisti, anche a cagione delle difficoltà francesi (ieri lo spread era vicino a 140). Ed è proprio la Francia, in questa fase, sotto i riflettori degli operatori finanziari, e non solo per i timori sul rating di Parigi finito nel mirino di Standard & Poor's.

È l'incertezza per le imminenti elezioni ad agitare le acque sui listini dei titoli di Stato, dove si guarda con apprensione alla prospettiva di una sconfitta di Nicolas Sarkozy a vantaggio di François Hollande, da sempre critico nei confronti del cancelliere tedesco, Angela Merkel. Il voto di domenica, insomma, potrebbe portare a una spaccatura dell'asse Parigi-Berlino.

Non c'è solo la politica internazionale ad appassionare i grandi investitori. Che negli ultimi giorni sarebbero tornati a mettere in dubbio la credibilità dell'Italia sulla scorta delle vicende giudiziarie legate ai partiti politici. E nei ragionamenti dei banchieri d'affari è finito in particolare lo scandalo della Lega (i diamanti, le spese di Rosy Mauro, la casa di Roberto Calderoli). «Monti - dicono i banchieri - dura un anno, poi tornano questi qui».

 

bossi BOSSI ILLUSTRAZIONE DI MARILENA NARDI - ROSY MAURO TRA I DIAMANTIRosy Mauro Pier MoscaMARIA CANNATASTANLIO SARKO

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO