immobili ex moi

EFFICIENZA SABAUDA: DAL 2014 LA POLIZIA DEVE SGOMBERARE IMMOBILI ZEPPI DI IMMIGRATI A TORINO - SI COMINCIA DAGLI SCANTINATI, E LA DIGOS VUOLE MURARE I GARAGE - MINNITI CONVOCA LA APPENDINO A ROMA PER GLI EDIFICI OCCUPATI: LA PACCHIA E' FINITA

 

Simona Lorenzetti e Federico Genta per La Stampa

 

TORINO SGOMBERI EX MOITORINO SGOMBERI EX MOI

«Se là sotto succede qualcosa e ci scappa il morto, la situazione esplode». È l' 8 giugno. Le immagini della folla in preda al panico in piazza San Carlo rimbalzano senza soluzione di continuità sui telegiornali. In prefettura, all' ordine del giorno, c' è un comitato per l' ordine pubblico e la sicurezza. Il tema non è la folla della serata della finale di Champions League, ma l' ex Moi, l' occupazione fuori controllo dei sotterranei delle palazzine e il loro improcrastinabile sgombero.

 

CHIARA APPENDINO JUVENTUSCHIARA APPENDINO JUVENTUS

I commenti si sprecano, i partecipanti al Comitato, presieduto dal prefetto Renato Saccone, non nascondono le loro preoccupazioni: «Lì è una polveriera, quei sotterranei sono pericolosi, sia per la sicurezza sia dal punto vista igienico sanitario». «Se qualcuno si fa male, la situazione degenera».

 

Sono passati due mesi da quell' incontro e lo sgombero non è ancora iniziato. Ma ormai è chiaro a tutti che non si può più aspettare. Martedì la sindaca Chiara Appendino e il prefetto saranno a Roma per incontrare il ministro dell' Interno, Marco Minniti, per parlare dell' ex Moi e della necessità di provvedere con un urgenza allo sgombero. Appendino è di fronte a un bivio: tra tutti gli enti istituzionali coinvolti nell' operazione, c' è chi vorrebbe sgomberare prima del G7 e preme per un intervento d' urgenza. Altri, invece, sono più cauti e preferiscono attendere che i ministri europei lascino Torino.

IMMOBILI EX MOI1IMMOBILI EX MOI1

 

All' incontro con Minniti seguirà, nei giorni immediatamente successivi, un nuovo tavolo tecnico in prefettura per decidere quando e come agire: il tema è la gestione dell' ordine pubblico.

 

IL SEQUESTRO

MARCO MINNITIMARCO MINNITI

Il provvedimento di sequestro preventivo delle palazzine, firmato nel lontano dicembre del 2014 dal gip Luisa Ferracane, è ancora valido. All' origine del dispositivo del gip c' era - e c' è ancora - un fascicolo d' indagine aperto dal pubblico ministero Antonio Rinaudo per il reato di occupazione abusiva di edificio pubblico. Allegato al provvedimento, poi, c' era e c' è ancora la delega allo sgombero affidata alla Digos: la polizia, si legge, dovrà agire «con i tempi e le modalità più opportune in base alle esigenze di ordine pubblico e sociali del caso».

 

Ma è evidente che dopo tre anni quelle esigenze non hanno ancora trovato soluzione. Su un punto, però, ora tutti sono d' accordo: lo sgombero si deve fare e in tempi brevi. E soprattutto si deve cominciare dai sotterranei, da quegli scantinati diventati terra di nessuno. Non basta, però. I locali non vanno solo liberati, devono anche essere resi inaccessibili. L' idea è di murare gli ingressi così da evitare che altre persone si trasferiscano lì.

 

LA FOTOGRAFIA

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Che la ricollocazione di chi vive nei sotterranei sia la priorità, lo sa bene il team che si occupa di mettere in pratica il piano di ricollocazione degli occupanti del Moi: un tavolo di lavoro che vede coinvolti prefettura, Comune, Regione, Città metropolitana, Compagnia di San Paolo e diocesi. La loro stima su quanti effettivamente vivano e dormano stabilmente nella pancia delle palazzine olimpiche è di una cinquantina di persone. I numeri più alti, insomma, restano quelli esterni.

 

La concentrazione maggiore, non meno di 250 persone, si trova nella palazzina principale, quella arancio. Le altre tre ospitano circa 150 profughi ciascuna. In quella marrone, al centro del complesso, ha trovato rifugio la maggior parte dei cittadini somali. Quella azzurra, invece, ospita le famiglie. In quella grigia ci sono i rifugiati del Niger e del Mali. Quaranta le donne, una trentina i bambini.

 

MIGRANTI EX MOIMIGRANTI EX MOI

Ma sono confini e divisioni etniche instabili, in una babele di etnie e di storie che arrivano da tutta l' Africa subsahariana. Non c' è una regia univoca nelle occupazioni. Spesso è il passaparola tra connazionali a garantire uno spazio, per quanto misero, agli ultimi arrivati.

 

Qualcuno lucra sulla distribuzione degli alloggi? Per ora il sospetto, fondato, non ha ancora trovato «prove di evidenza del fenomeno». Come c' è chi, di fatto, controlla anche gli allacci abusivi alla corrente elettrica. Staccandola quando c' è da punire chi infastidisce gli altri ospiti o sta diventando un inquilino sgradito.

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