emanuele filiberto

“SIAMO TUTTI EUROSCETTICI. L'EUROPA FUNZIONA MALE” - EMANUELE FILIBERTO DI SAVOIA PRENDE A BORSETTATE BRUXELLES: “L'ITALIA CONTA TROPPO POCO RISPETTO A GERMANIA E FRANCIA. I MOVIMENTI EUROSCETTICI PRENDONO TANTI VOTI PERCHÉ L'EUROPA E’ SORDA DAVANTI ALLE ASPETTATIVE DELLA GENTE COMUNE. MATTARELLA HA SBAGLIATO A DIRE ‘NO’ A PAOLO SAVONA” - IL VIDEO DI EMANUELE FILIBERTO VERSIONE DALIDA

 

Stefano Zurlo per “il Giornale”

 

EMANUELE FILIBERTO

È il giorno in cui la ferita si riapre. «Non mi chieda se festeggio il 2 giugno». Emanuele Filiberto è nel Sud della Francia per una manifestazione di beneficenza. «È un evento di cucina, c' è tanta gente e si fanno incontri interessanti, ma questa resta per me una data triste».

 

Il 2 giugno 1946 ci fu il referendum: le schede contestate, i presunti brogli. Ma ormai sono passati più di settant' anni.

«Certo, non vorrei essere frainteso. Io sono italiano e sono orgoglioso di esserlo. Lasciamo perdere i voti taroccati. La storia è andata come è andata, io mi riconosco nell'Italia attuale. Ma poi c' è quell' immagine di mio nonno».

 

Umberto?

«Si, lui che sale sull' aereo. È il 13 giugno 1946. Il portellone sta per chiudersi. E lui fa ciao all' Italia e agli italiani».

EMANUELE FILIBERTO DI SAVOIA PREPARA LA PIZZA

 

Un momento doloroso?

«In quell'istante, dopo il risultato del referendum, mio nonno parte per l' esilio che durerà 37 anni: tutta la vita. Non rivedrà più l' Italia. Nemmeno da morto: ancora oggi è sepolto nell'abbazia di Hautecombe, in Francia».

 

I Savoia pagavano le loro responsabilità.

«Ci sono tante foto, scattate in quei lunghi 37 anni, che documentano la sofferenza di re Umberto. Ma posso aggiungere un dato personale».

 

Quale?

«Io ero solo un bambino, ma gli ho parlato tante volte. A Londra, a Ginevra, quando veniva a trovarci, e a Cascais, in Portogallo, dove risiedeva».

EMANUELE FILIBERTO DI SAVOIA PREPARA LA PIZZA

 

E che cosa ricorda?

«Più che i discorsi ho in mente lui».

 

Lui?

«Aveva una grande tristezza negli occhi che si accentuava quando parlava dell' Italia. Affetto. Sofferenza. Nostalgia. Tanta, tanta tristezza. E la voce in quelle occasioni aveva un tremolio. Ecco perché il 2 giugno non posso festeggiare. Rivedo mio nonno e quel tremolio. È un'esperienza che mi ha segnato. Poi, se dalla mia infanzia passo all' attualità, c'è il presente che dà motivi di preoccupazione, di ansia, di inquietudine come quell'incrinatura nella voce».

 

Abbiamo avuto una lunga crisi, ma ora, finalmente, c' è il governo. Soddisfatto?

sua eminenza cardinale re saluta emanuele filiberto (3)

«Sì, abbiamo perso giorni e settimane infilati dentro un labirinto di cui non si vedeva l'uscita. Ora che parte il nuovo governo, speriamo di recuperare terreno. Ma l'Italia, il mio Paese, è indietro. Terribilmente indietro».

 

Che cosa ci manca?

«Abbiamo attraversato una grave crisi economica. Ci sono milioni di persone in povertà. Ci vorrebbe una legge elettorale diversa e nella storia di questa Repubblica, cominciata con il dramma di mio nonno, ci sono stati troppi governi: questo è il sessantacinquesimo. C' è troppa frammentazione. Ogni legislatura viene riempita da tre-quattro esecutivi di cui poi non ricordiamo nemmeno i nomi».

 

Questo giallo-verde durerà?

EMANUELE FILIBERTO VENDE SPAGHETTI A LOS ANGELES

«Io faccio gli auguri a tutti. Ma questo governo ha rischiato di non nascere per il braccio di ferro sul ministro dell' Economia. Una pagina buia, sotto i riflettori di tutto il mondo. Con tutto il rispetto, non ho capito il veto posto dal presidente Mattarella sul nome di Paolo Savona».

 

Il presidente Mattarella ha spiegato quel no.

«A mio parere, non avrebbe dovuto opporsi. Il presidente, come il re, dovrebbe essere tenuto a rispettare le indicazioni dei partiti che hanno vinto le elezioni».

elisabetta trenta e mattarella

 

Ancora con il re?

«I Savoia hanno sempre obbedito alle indicazioni del popolo. Anche il giorno del referendum, pure se c'erano forti sospetti sui risultati di quella consultazione. Mio nonno partì, disinnescando il rischio di guerra civile».

 

Lasci perdere il 1946.

«Appunto. Il presidente della repubblica deve essere super partes. Altrimenti dà l'impressione di schierarsi contro i cittadini che sono andati ai seggi. Questo almeno finché siamo dentro il perimetro di una Repubblica parlamentare che è esattamente come una monarchia costituzionale».

 

casellati fico conte mattarella

Pensa a suo nonno?

«Non possiamo dire cosa avrebbe fatto, non avrebbe senso. Però ritengo che mai avrebbe contrastato la volontà della maggioranza parlamentare».

 

Savona è un euroscettico.

«Siamo tutti euroscettici. Che l'Europa funzioni male mi pare un dato di fatto. E mi sembra pure evidente che l' Italia conti poco rispetto alla Germania e alla Francia».

 

Troppo squilibrio?

«Lo sanno tutti che è cosi. L' opinione pubblica è rimasta disorientata: come se Mattarella si fosse inchinato ai desiderata di Germania e Francia».

 

Lo spread continuava a salire.

paolo savona lorenzo fontana

«L'abbiamo visto. Tutto il mondo ha puntato gli occhi sull' Italia. Ma siamo in una Repubblica parlamentare. Non va bene? Facciamo una repubblica presidenziale o semipresidenziale, come in Francia».

 

Lei sarebbe favorevole?

«Per me sarebbe un ottimo modello. Io però in quelle ore convulse mi sarei posto un altro quesito: come mai i movimenti cosiddetti euroscettici hanno avuto cosi tanti voti?».

 

La crisi?

«Di più: la frustrazione perché l'Europa sembra sorda davanti alle aspettative della gente comune».

Macron May Merkel

 

Adesso l' Italia ha un governo.

«Finalmente. Dobbiamo ritrovare l' orgoglio di essere italiani. Dobbiamo recuperare il terreno perduto. L' Italia non è seconda a nessuno e non c' è alcuna ragione per cui debba restare indietro rispetto a Francia e Germania. Per questo, dopo i giorni di smarrimento, caos, confusione, apprezzo molto che i protagonisti della trattativa, a cominciare proprio dal presidente Mattarella, abbiano ripreso il filo del dialogo, si siano parlati, abbiano superato incomprensioni, diffidenze, pregiudizi. Questo fa ben sperare per il futuro difficile che abbiamo davanti.

 

Me lo auguro per l' Italia cui appartengo, anche se il 2 giugno non è una bella giornata. Rivedo mio nonno, il suo sguardo colmo di un amore non ricambiato per il suo Paese, quelle parole spezzate. Avevo 11 anni quando morì, ma quel giorno non è mai passato».

Ultimi Dagoreport

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni antonio tajani quirinale alfredo mantovano

DAGOREPORT - NON CI SARÀ ALCUNA ROTTURA TRA MARINA E PIER SILVIO: NONOSTANTE LA NETTA CONTRARIETÀ ALLA DISCESA IN POLITICA DEL FRATELLINO, SE DECIDESSE, UN GIORNO, DI PRENDERE LE REDINI DI FORZA ITALIA, LEI LO SOSTERRÀ. E L’INCONTRO CON LA CAVALIERA, SOLLECITATO DA UN ANTONIO TAJANI IN STATO DI CHOC PER LE LEGNATE RICEVUTE DA UN PIER SILVIO CARICATO A PALLETTONI, È SALTATO – LA MOLLA CHE FA VENIRE VOGLIA DI EMULARE LE GESTA DI PAPI E DI ‘’LICENZIARE’’ IL VERTICE DI FORZA ITALIA È SALTATA QUANDO IL PRINCIPE DEL BISCIONE HA SCOPERTO IL SEGRETO DI PULCINELLA: TAJANI SOGNA DI DIVENTARE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NEL 2029, INTORTATO DA GIORGIA MELONI CHE HA PROMESSO I VOTI DI FRATELLI D’ITALIA. UN SOGNO DESTINATO A SVANIRE QUANDO L’EX MONARCHICO SI RITROVERÀ COME CANDIDATO AL QUIRINALE UN ALTRO NOME CHE CIRCOLA NEI PALAZZI DEL POTERE ROMANO, QUELLO DI ALFREDO MANTOVANO…

giorgia meloni alfredo mantovano francesco lollobrigida carlo nordio andrea giambruno

DAGOREPORT - NON SI PUO' DAVVERO MAI STARE TRANQUILLI: MANTOVANO, IL SAVONAROLA DI PALAZZO CHIGI – D'ACCORDO CON GIORGIA MELONI, PRESA LA BACCHETTA DEL FUSTIGATORE DI OGNI FONTE DI ''DISSOLUTEZZA'' E DI ''DEPRAVAZIONE'' SI È MESSO IN TESTA DI DETTARE L’ORTODOSSIA MORALE  NON SOLO NEL PARTITO E NEL GOVERNO, MA ANCHE SCONFINANDO NEL ''DEEP STATE''. E CHI SGARRA, FINISCE INCENERITO SUL "ROGO DELLE VANITÀ" - UN CODICE ETICO CHE NON POTEVA NON SCONTRARSI CON LA VIVACITÀ CAZZONA DI ALCUNI MELONIANI DI COMPLEMENTO: CI SAREBBE LO SGUARDO MORALIZZATORE DI MANTOVANO A FAR PRECIPITARE NEL CONO D’OMBRA PRIMA ANDREA GIAMBRUNO E POI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA – IL PIO SOTTOSEGRETARIO PERÒ NON DORME SONNI TRANQUILLI: A TURBARLI, IL CASO ALMASRI E IL TURBOLENTO RAPPORTO CON I MAGISTRATI, MARTELLATI A TUTTA CALLARA DA RIFORME E PROCURE ALLA FIAMMA...

pier silvio berlusconi silvia toffanin

L’IMPRESA PIÙ ARDUA DI PIER SILVIO BERLUSCONI: TRASFORMARE SILVIA TOFFANIN IN UNA STAR DA PRIMA SERATA - ARCHIVIATA LA FAVOLETTA DELLA COMPAGNA RESTIA ALLE GRANDI OCCASIONI, PIER DUDI HA AFFIDATO ALL'EX LETTERINA DELLE SUCCULENTI PRIME SERATE: OLTRE A “THIS IS ME”, CON FASCINO E MARIA DE FILIPPI A MUOVERE I FILI E SALVARE LA BARACCA, C'E' “VERISSIMO” CHE OCCUPERÀ TRE/QUATTRO PRIME SERATE NELLA PRIMAVERA 2026. IL PROGRAMMA SARÀ PRODOTTO DA RTI E VIDEONEWS CON L’OK DELLA FASCINO A USARE LO “STUDIO-SCATOLA" UTILIZZATA DA MAURIZIO COSTANZO NEL FORMAT “L’INTERVISTA” - COSA C'E' DIETRO ALLE MANOVRE DI PIER SILVIO: E' LA TOFFANIN A COLTIVARE L'AMBIZIONE DI DIVENTARE LA NUOVA DIVA DI CANALE 5 (CON I CONSIGLI DELLA REGINA DE FILIPPI) O È LA VOLONTÀ DEL COMPAGNO DI INCORONARLA A TUTTI I COSTI, COME UN MIX DI LILLI GRUBER E MARA VENIER? 

wang

DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI COL FAZZOLETTO ROSSO AL COLLO E ISCRITTA ALL’ASSOCIAZIONE DEI PARTIGIANI - YUJA WANG, LA STELLA PIU' LUMINOSA DEL PIANISMO CLASSICO, ENTRA IN SCENA STRIZZATA IN UN VESTITINO DI PAILLETTES CHE SCOPRE LE COSCE FINO ALL'INGUINE, TACCHI “ASSASSINI” E LA SCHIENA NUDA FINO ALL’OSSO SACRO. MA NON STIAMO ASSISTENDO ALLE SCIOCCHEZZE DA DISCOTECA DI CERTE “ZOCCOLETTE” DEL POP IN PREDA A SFOGHI DI TETTE, SCARICHI DI SEDERONI, SCONCEZZE DA VESPASIANO; NO, SIAMO NEL MONDO AUSTERO E SEVERO DEI CONCERTI DI “CLASSICA”: RACHMANINOFF, PROKOFIEV, MOZART, CHOPIN, CAJKOVSKIJ. MA ALLA WANG BASTA UN MINUTO PER FAR “SUONARE” LE COSCE DESNUDE METTENDOLE AL SERVIZIO DELLE EMOZIONI E DELL’INTERPRETAZIONE MUSICALE, CONFERMANDO IN PIENO LE PAROLE DI LUDWIG VON BEETHOVEN: “LA MUSICA È LA MEDIATRICE TRA LA VITA SPIRITUALE E LA VITA SENSUALE” - VIDEO