enrico letta

TOH, ENRICHETTO SI È SVEGLIATO E APRE AL PROPORZIONALE (CIAO CONTE) – ‘’NON DOBBIAMO FARCI GUIDARE DAGLI USA, L'EUROPA È ADULTA. QUESTA GUERRA È IN EUROPA E L'EUROPA DEVE FERMARLA. SAREBBE SBAGLIATO FIRMARE LA PACE NEGLI USA, COME FU PER L'EX JUGOSLAVIA’’ – STOLTENBERG E LA CRIMEA: ‘’IL SEGRETARIO DELLA NATO DICE CHE È IL POPOLO UCRAINO CHE DEVE DECIDERE. E AGGIUNGE CHE L'ANNESSIONE DELLA CRIMEA È STATA ILLEGALE” (CHISSÀ DOV’ERA LA NATO QUANDO PUTIN PRESE LA CRIMEA…) 

Roberto Gressi per il “Corriere della Sera”

 

Segretario Enrico Letta, dal 24 febbraio l'Europa è senza più pace.

ENRICO LETTA

«È cambiata la storia. Il ritorno del peggior '900 si combatte solo con la speranza del futuro e con nuove idee».

 

Putin può perdere questa guerra? È ora di mediare o di vincere?

«L'idea di vincere, di battere l'avversario non mi appartiene. Questo è lo schema nel quale vorrebbe costringerci Putin. È l'ora del cessate il fuoco, della tregua, della pace.

Sapendo che l'aggressore è uno e uno solo: Putin. Va fermato, fiaccato, spinto alla pace».

 

C'è chi dice, anche in Italia, che ci sarebbe una guerra per procura: la Nato contro la Russia.

PUTIN CON ENRICO LETTA

«È un concetto che rigetto. La sofferenza di questa guerra grava tutta sulle spalle del popolo e dei soldati ucraini. Solo loro possono dire a quali condizioni arrivare alla pace».

 

Il segretario della Nato, Stoltenberg, dice no alla rinuncia alla Crimea.

«Dice che è il popolo ucraino che deve decidere. E aggiunge che l'annessione della Crimea è stata illegale. Una constatazione ovvia. Ma il problema è che è Putin a non dare segnali di pace. E nel nostro dibattito non basta, come leggo ad esempio nell'intervista a De Benedetti sul Corriere , la sola ripetizione della parola pace, se non si indica come, se non ci si assumono le responsabilità conseguenti.

 

Perché equivarrebbe a non far nulla, di fronte a Putin che non si ferma. Anzi equivarrebbe a lasciar fare: come a Bucha, a Mariupol. O come a Srebrenica, quando i caschi blu si voltarono dall'altra parte mentre ottomila bosniaci venivano trucidati».

 

LETTA DRAGHI

Oggi Macron, come presidente di turno, a Strasburgo, chiude la Conferenza sull'Europa: che si aspetta dal suo discorso?

«Lo stesso coraggio che ebbe Robert Schuman nel 1950. Un progetto forte per il futuro dell'Europa: maggiore integrazione ed eliminazione del diritto di veto, come già chiesto da Mario Draghi e Romano Prodi. Un'architettura paneuropea per accogliere l'Ucraina. Una grande unità e una spinta decisa verso la pace».

 

Che tempi per l'ingresso dell'Ucraina in Europa?

letta conte

«È un processo che può durare anni e porterebbe non solo a frustrazione, ma anche a guardare più agli Stati Uniti che all'Europa. Sarebbe un grave errore. Invece va fatta ora una Confederazione europea che accolga subito non solo l'Ucraina, ma anche Moldavia, Georgia, Macedonia del Nord, Albania e Serbia. 

 

giorgia meloni enrico letta foto di bacco (1)

E cinque grandi Paesi, Italia, Francia, Germania, Spagna e Polonia devono muoversi ora, uniti, per la pace. Andare prima a Kiev e poi incontrare Putin. Non dobbiamo farci guidare dagli Usa, l'Europa è adulta. Questa guerra è in Europa e l'Europa deve fermarla. Sarebbe sbagliato firmare la pace negli Usa, come fu per l'ex Jugoslavia».

 

Domani sarà Mario Draghi a incontrare Biden.

«Piena condivisione dell'alleanza atlantica. È innegabile che l'intelligence Usa abbia visto giusto sull'invasione mentre l'Europa si fidava ancora di Putin. Ed è ineccepibile il loro sostegno all'Ucraina aggredita. Ma ripeto: la sfida per la pace si gioca qui e deve condurla l'Europa. E sono fuori luogo le uscite di Boris Johnson, quando dice che la guerra va portata sul territorio russo».

 

ENRICO LETTA MARIO DRAGHI

L'Italia a lungo amica di Putin, poi la svolta dopo l'invasione. Ora sembra di assistere a un velato putinismo di ritorno.

«Non si intravede la pace, c'è una forte preoccupazione, lo spread torna a 200 punti e c'è il rischio della recessione, anche per l'impressione che dalla Bce arrivino messaggi incerti. Serve un patto tra tutti per evitare la recessione, ottima la scelta dell'assegno per l'energia. 

 

jens stoltenberg della nato

Ma sì, in Italia, come in Grecia, Bulgaria e Ungheria, si avverte la paura. Secondo i sondaggi siamo i Paesi in cui la pubblica opinione è più inquieta e più filorussa. Ma sarebbe inaccettabile lasciare campo libero a Putin: repressione, massacri, anche omicidi nelle alte sfere russe. Un disprezzo totale per la vita. Non si possono chiudere gli occhi».

 

Anche Giuseppe Conte è diventato titubante sul sostegno all'Ucraina e vuole ridiscutere l'invio di armi.

«Sono rispettoso dei travagli che la guerra porta con sé. Anche io, da cattolico, mi interrogo. Ma chiedo pieno rispetto per le nostre posizioni. Guardo con attenzione all'opera di mediazione del papa, è nostro dovere sostenerla con grande forza».

volodymyr zelensky e jens stoltenberg 3

 

Tornando però ai Cinque Stelle, che ruolo avranno le scelte internazionali sulle future alleanze politiche, in vista delle elezioni?

«Manca un anno alla fine della legislatura. Ora bisogna evitare lacerazioni e ogni rischio di crisi di governo. Bisogna andare avanti con un convinto sostegno a Draghi. E il Pd è intenzionato a confermare la politica del campo largo, rilanciando la partecipazione grazie alle Agorà democratiche. Sulla guerra le difficoltà sono di tutti, anche del centrodestra».

 

Non teme un riavvicinamento tra Conte e Matteo Salvini, dopo i giorni feroci dell'estate del Papeete?

salvini putin conte

«Mi pare una prospettiva assolutamente inimmaginabile. Confido fermamente che Conte non la persegua. E le alleanze in vista delle prossime amministrative sono lì a dimostrarlo». 

 

Nuova legge elettorale proporzionale: può essere la soluzione

«Due cose. La prima è che non si risolvono i problemi politici con la scorciatoia della legge elettorale. La seconda è che il sistema di voto attuale è assolutamente pessimo. Io sono per cambiarlo ma bisognerà lavorare sodo per arrivare a un accordo in Parlamento. Difficile in un tempo come questo mettere la legge elettorale come priorità. Le tre priorità sono la pace, poi ancora la pace e infine le misure sociali ed economiche per evitare la recessione e spingere sulla sostenibilità». 

 

Non vede il rischio che il governo vivacchi mentre i partiti pensano solo alla campagna elettorale?

LAVROV BRINDISI 3

«Il rischio c'è e va scongiurato. Ripartire subito: la legge sulla concorrenza, la delega fiscale, le riforme sociali del ministro Orlando. Ma soprattutto basta con il "metodo catasto". Una sceneggiata per ribadire un no alle tasse sulla casa che era già stato garantito da Draghi. È inaccettabile che ogni partito negozi le sue cose con Palazzo Chigi a fini elettorali». 

 

Guerra e informazione. Quale confine tra libero confronto e censura? 

ENRICO LETTA

«Massima libertà di informazione, anche se osservo che in Italia c'è una sorta di par condicio delle ragioni della Russia e dell'Ucraina che non ha paragoni nel resto d'Europa e certo Mosca non risponde in ugual modo. Mi sono limitato a criticare l'intervista di Rete 4 a Lavrov, il ministro degli Esteri russo. Addirittura Putin si è scusato con Israele per le parole folli lì pronunciate, sull'ascendenza ebrea di Hitler, mentre il conduttore non lo contraddiceva. Libertà di espressione non vuol dire licenza di dire falsità senza alcun contraddittorio».

Ultimi Dagoreport

francesco saverio garofani sergio mattarella giorgia meloni maurizio belpietro

DAGOREPORT - MA QUALE “COMPLOTTO DEL QUIRINALE CONTRO GIORGIA MELONI”! DIETRO ALLA DIFFUSIONE DELLE PAROLE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI ALLA “VERITÀ” DI BELPIETRO C'E' UNA “GOLA PROFONDA” UN PO’ PASTICCIONA, CHE SI E' FATTA SGAMARE IN MEZZA GIORNATA - DAGOSPIA È IN GRADO DI AGGIUNGERE ALCUNI DETTAGLI SULLA CENA DI GIOVEDÌ 13 NOVEMBRE ALLA TERRAZZA BORROMINI. A TAVOLA C’ERANO SEDICI PERSONE: OLTRE ALL’ORGANIZZATORE, LUCA DI BARTOLOMEI E A FRANCESCO GAROFANI, C’ERANO MANAGER, CONSULENTI, UN AD DI UNA BANCA, DUE CRONISTI SPORTIVI E…UN GIORNALISTA CHE IN PASSATO HA LAVORATO IN UN QUOTIDIANO DI DESTRA, GIA' DIRETTO DA BELPIETRO. SARÀ UN CASO CHE LA MAIL A FIRMA “MARIO ROSSI”, DA CUI È NATO LO “SCANDALO”, SIA STATA INVIATA ANCHE AL MELONIANO "IL GIORNALE" (CHE PERO' L'HA IGNORATA)? - IL CONTESTO ERA CONVIVIALE, SI PARLAVA DI CALCIO E DEL PD, MA GAROFANI NON HA MAI PRONUNCIATO LA PAROLA “SCOSSONE”, CHE INFATTI NELLA MAIL ORIGINALE NON C’È - L’AUDIO? ANCHE SE CI FOSSE, BELPIETRO NON POTREBBE PUBBLICARLO PERCHÉ SAREBBE STATO CARPITO ILLEGALMENTE...

maurizio belpietro giorgia meloni la verita

DAGOREPORT - IL GIOCO DI PRESTIGIO DI MAURIZIO BELPIETRO: LO "SCOOP" SUL PRESUNTO “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È BASATO SULLE PAROLE “PROVVIDENZIALE SCOSSONE”, CHE IL CONSIGLIERE DEL COLLE, FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, AVREBBE PRONUNCIATO ALLA CENA DOPO L’EVENTO IN RICORDO DI AGOSTINO DI BARTOLOMEI. MA NELLA MAIL ANONIMA CHE SEGNALA LA VICENDA A "LA VERITA'" QUELLE DUE PAROLE NON SONO VIRGOLETTATE: SEMBRANO ESSERE UN RAGIONAMENTO DELL’AUTORE, IL MISTERIOSO "MARIO ROSSI" – “LINKIESTA”: “PER CAPIRE COSA PENSI MELONI BISOGNA LEGGERE ‘LA VERITÀ’, ESATTAMENTE COME PER CAPIRE COSA PENSI GIUSEPPE CONTE BISOGNA LEGGERE ‘IL FATTO’. QUANTI SI BEVONO OGGI LA FAVOLA DELLA SVOLTA ATLANTISTA ED EUROPEISTA DI MELONI, FAREBBERO BENE A LEGGERE ‘LA VERITÀ’, SMACCATAMENTE FILO-PUTINIANO, NO VAX E NO EURO. LA VERITÀ DEL GOVERNO MELONI STA LÌ”

tommaso cerno antonio giampaolo angelucci alessandro sallusti il giornale

FLASH! – COME PREVISTO, ANTONIO E GIAMPAOLO ANGELUCCI HANNO DECISO CHE, A PARTIRE DAL PRIMO DICEMBRE, AVVERRÀ IL CAMBIO DI DIREZIONE DE “IL GIORNALE” CON L’ARRIVO DI TOMMASO CERNO CHE, A SUA VOLTA, VERRÀ RIMPIAZZATO A “IL TEMPO” DA DANIELE CAPEZZONE – MALGRADO LA PROPOSTA DI ANDARE ALLA DIREZIONE EDITORIALE DE “IL GIORNALE”, AL POSTO DI VITTORIO FELTRI, CHE PASSEREBBE A QUELLA DI “LIBERO”, ALESSANDRO SALLUSTI NON L’HA PRESA BENE: IL BIOGRAFO DI GIORGIA MELONI LO CONSIDERA UNA DIMINUTIO PER IL SUO PRESTIGIO E MIREREBBE A DARE VITA A UN PROGETTO MEDIATICO CON NICOLA PORRO…

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?