giuseppe conte europa

EURO-CONTE - NELL'INTENTO DI RENDERE PIÙ INTRANSIGENTE IL SUO J'ACCUSE, CONTE HA RAMMENTATO CHE GLI ATTACCHI DI RENZI SUL RECOVERY PLAN “HANNO ATTIRATO L'ATTENZIONE DEI MEDIA INTERNAZIONALI E DELLE CANCELLERIE STRANIERE” SUL MODO CON CUI IL GOVERNO STA ORGANIZZANDO I PROGETTI ITALIANI PER SPESE E INVESTIMENTI. SI PREFERIVA FORSE CHE L'ITER FOSSE AVVOLTO NELLA NEBBIA? STA DI FATTO CHE LE CANCELLERIE NON AVEVANO BISOGNO DI RENZI PER ESSERE INQUIETE…’’

Stefano Folli per "la Repubblica"

 

giuseppe conte 1

Giunto al passaggio cruciale del suo intervento alla Camera, il presidente del Consiglio non si è trattenuto e ha denunciato come irresponsabile chi ha aperto la crisi. Renzi non è mai nominato, ma nessuno ha avuto dubbi su chi fosse il bersaglio dell' attacco né a chi si riferisse Conte parlando della necessità di «voltare pagina» dopo le dimissioni della piccola delegazione di Italia Viva al governo. S' intende che in politica, soprattutto in questa politica, certe affermazioni sono sempre relative.

 

giuseppe conte

Tuttavia il premier, nell' intento di rendere più intransigente il suo j' accuse , ha toccato un tasto delicato e in fondo controproducente per la sua tesi. Ha infatti rammentato che gli scossoni a Roma non solo hanno fatto salire lo spread , ma soprattutto «hanno attirato l' attenzione dei media internazionali e delle cancellerie straniere».

GIUSEPPE CONTE PAOLO GENTILONI ROBERTO GUALTIERI

 

Come dire tra le righe che Renzi, ponendo al centro del chiarimento a Roma i temi del Recovery plan, ha volontariamente o magari solo incautamente acceso i riflettori delle cancellerie, cioè delle capitali dell' Unione, sul modo con cui il governo Pd-5S-LeU sta organizzando i progetti italiani per spese e investimenti. Si preferiva forse che l' iter fosse avvolto nella nebbia? Sarebbe strano, eppure è ciò che suggerisce l' uso dei termini «attirare l' attenzione».

 

angela merkel e giuseppe conte by osho

Sta di fatto che le cancellerie non avevano bisogno di Renzi per essere inquiete.

Semmai è stato Renzi ad aver captato l' atmosfera in Europa, tentando di ricavarne un vantaggio politico. Il premier Conte non può non saperlo. Avrà letto qualche settimana fa l' intervista del commissario Gentiloni a Repubblica e prima ancora avrà senza dubbio saputo della visita romana del ministro del Tesoro francese, Le Maire. Né l' uno né l' altro hanno avuto bisogno di Renzi per esprimere la loro preoccupazione che è la stessa del governo di Angela Merkel, basta saper leggere i segnali.

giuseppe conte e i ministri durante l intervento di renzi in senato

 

Naturalmente si può discutere sull' opportunità di aprire una crisi di governo per migliorare la versione italiana del Recovery, ma il tema del rapporto con l' Unione e dell' impiego dei fondi esiste e continuerà a esistere nei prossimi mesi. Anche perché il corretto utilizzo di quelle risorse (investimenti, modernizzazione, niente sprechi o spese clientelari) esigerebbe un complesso di riforme di cui al momento non si vede traccia, nonostante le consuete promesse del presidente del Consiglio.

 

giuseppe conte e i ministri durante l intervento di renzi in senato

Qui è lo snodo della crisi, al di là della retorica parlamentare. L' attenzione della Commissione e delle capitali che contano sarà più che mai rivolta a Roma, e non certo per le manovre renziane. Da domani, superato in qualche modo l' ostacolo del Senato, il sentiero su cui si muoverà Conte sarà per forza di cose più stretto e precario.

 

Il che pone qualche problema al Pd, come si è capito dall' intervento in aula, non privo di dubbi, del rappresentante di Zingaretti, Michele Bordo. Può darsi che più avanti riesca l' operazione impossibile oggi, ossia creare un gruppo vero e proprio, strutturato come un partito, di "responsabili per Conte". Ma è più facile a dirsi che a farsi. Al momento il premier deve accontentarsi di qualche voto sparso.

ursula von der leyen incontra giuseppe conte a palazzo chigi 1

 

Troppo poco per governare con sicurezza. E anche troppo poco per immaginare tra qualche tempo una trattativa sul prossimo presidente della Repubblica alla quale il centrosinistra possa presentarsi con solide carte in mano. Eppure tutti sono consapevoli che sullo sfondo della strana crisi c' è anche l' avvio di una strategia per il Quirinale.

sandra lonardoLA STORIA CONTRO RENZI PUBBLICATA NEL PROFILO UFFICIALE DI GIUSEPPE CONTErenzi conte MICHELE BORDOsandra lonardogiuseppe conte e angela merkel a meseberg by oshomatteo renziGENTILONI CONTE maurizio gasparri gian marco centinaio con il playmobil al senato GENTILONI CONTE matteo salvinigian marco centinaio matteo salvini emma bonino senato luigi di maio alfonso bonafedepierferdinando casini francesco bonifazi

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?