IL SOLITO CLAN CLAN - L'EX SENATORE BARBATO (UDEUR) AVREBBE FAVORITO I CAMORRISTI DELLA FAMIGLIA ZAGARIA, MENTRE IL SENATORE CARLO SARRO (FORZA ITALIA) SI SAREBBE 'VENDUTO' LE GARE ALLE AZIENDE CARE AI CLAN

Fulvio Bufi per il “Corriere della Sera

 

CARLO SARRO CARLO SARRO

Nel suo libro Lo Stato non ha vinto , Antonello Ardituro, uno dei magistrati titolari dell’inchiesta che coinvolge il parlamentare di Forza Italia Carlo Sarro e l’ex senatore udeur Tommaso Barbato, definisce la rete della criminalità organizzata nel Casertano, «un’organizzazione camorristica di cui è possibile datare con precisione l’inizio e la fine. Prima fu Bardellino, poi i casalesi, dopo... chissà. Sempre camorra, ma altro».

 

CARLO SARROCARLO SARRO

La risposta a quel «chissà» forse il magistrato, oggi al Csm, se la dà da solo, in quanto è tra gli artefici (con il procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli, i pm Cesare Sirignano, Catello Maresca, Maurizio Giordano e Alessandro D’Alessio, e con i carabinieri del Ros) del lavoro investigativo che ha portato alle 285 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Pilla. Emerge dagli atti una radiografia profonda delle strategie camorristiche e imprenditoriali di quello che non a caso è stato l’ultimo boss casalese a finire in galera: Michele Zagaria.

 

lirio abbate antonello arditurolirio abbate antonello ardituro

 Non più i grandi appalti, il movimento terra, gli investimenti nell’edilizia. Massacrata dalle condanne del processo Spartacus e monitorata al pari della mafia corleonese dopo Capaci e via D’Amelio, la camorra casalese ripiega su commesse dove i guadagni sono più bassi, i lavori per la rete idrica nel Casertano, ma più bassi sono anche i controlli sulle interdittive antimafia. E non riduce i guadagni perché si impossessa completamente del settore, grazie alle infiltrazioni all’interno di quegli uffici regionali dove le commesse vengono distribuite.

 

TOMMASO BARBATO SPUTA TOMMASO BARBATO SPUTA

Centrale è il ruolo di Tommaso Barbato, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, che in qualità dapprima di responsabile del settore regionale collegato al Ciclo Integrato delle Acque e poi di consigliere regionale e di senatore, avrebbe fatto ottenere alle imprese collegate a Zagaria continui incarichi di manutenzione e gestione degli acquedotti regionali con il criterio della «somma urgenza», che prevede l’assegnazione diretta senza bandi di gara.

 

Di lui il gip scrive che con Franco Zagaria (cognato di Michele e assiduo frequentatore degli uffici regionali dove accedeva grazie a un pass personale, oggi deceduto) «rappresenta l’anello di congiunzione degli imprenditori collegati al clan di Michele Zagaria» e che negli anni ha «fatto in modo di veicolare decine di milioni (...) alimentando le casse personali della famiglia Zagaria, nonché le casse collettive del clan».

I SENATORI BARBATO E CUSUMANOI SENATORI BARBATO E CUSUMANO

 

E su Barbato, Massimiliano Caterino (collaboratore di giustizia) mette a verbale: «Era persona di estrema fiducia di Zagaria Franco (...) si parlava di lui come persona referente del clan nella Regione Campania».

 

Diverso il ruolo contestato a Sarro, che non ha l’accusa formale di aver favorito la camorra. Ma imprenditori ad essa vicini sì: alterando lo svolgimento di una importante gara d’appalto (31 milioni e 710 mila euro) affinché se l’aggiudicassero gli amici di Zagaria. Famiglia alla quale lui stesso, secondo la deposizione Luciano Licenza, uno degli arrestati, era comunque legato: «Il riferimento politico di Francuccio Zagaria era Carlo Sarro, e infatti venne al suo funerale».

ZAGARIA E PISANI ZAGARIA E PISANI

 

Ma dalle intercettazioni raccolte dai carabinieri, emerge che i rapporti tra Sarro e persone collegate a Zagaria non si fermano al cognato del boss. Giuseppe Fontana, l’imprenditore più attivo nella raccolta degli appalti, compreso quello dell’Ato 3 (uno dei tredici arrestati ieri) ce l’ha con lui perché in qualità di avvocato amministrativista ritiene non lo abbia assistito bene in una vertenza.

IL COVO DEL BOSS ZAGARIA jpegIL COVO DEL BOSS ZAGARIA jpeg

 

Se ne lamenta con Giovanni Cosentino, fratello di Nicola, al quale Sarro è politicamente legato. E ne parla anche con un brigadiere dei carabinieri, Alessandro Cervizzi, arrestato ieri perché accusato di passare al clan Zagaria notizie sulle inchieste in corso: «Carlo Sarro si è venduto tutte le gare, no? Teneva quaranta milioni di gare... quaranta milioni.. agli altri... a Salerno».

 

michele zagaria michele zagaria

Fontana è l’imprenditore ritenuto più vicino a Zagaria. E a conferma di questo, le carte dell'inchiesta citano il suo coinvolgimento (insieme con il fratello Orlando, anche lui arrestato ieri) in un episodio risalente al giorno dell’arresto del boss, quando grazie alla presunta complicità di un poliziotto, retribuito con 50.000 euro, avrebbe fatto sparire una pen drive dal covo in cui Michele Zagaria fu sorpreso.

 

 

 

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