1. CHE FINE HA FATTO L’AMBASCIATORE AMERICANO A ROMA? OBAMA HA NOMINATO JOHN PHILLIPS A LUGLIO, IL 1 AGOSTO È STATO CONFERMATO DAL SENATO, MA ANCORA NON SI VEDE 2. DALLA PARTENZA DI DAVID THORNE, GIÀ DUE INCARICATI D’AFFARI HANNO PRESO “AD INTERIM” IL POSTO DELL’AMBASCIATORE. PHILLIPS INTANTO ERA IN PENNSYLVANIA CHE SALUTAVA I PARENTI PRIMA DI INIZIARE IL SUO NUOVO LAVORO “TRA QUALCHE SETTIMANA” 3. POSSIBILE CHE NEL MEZZO DELLA CRISI SIRIANA, QUANDO L’ITALIA DEVE DECIDERE SE SCHIERARSI CONTRO ASSAD, MENTRE LE BASI IN FRIULI, SICILIA, LAZIO, STANNO PREPARANDO L’ATTACCO A DAMASCO, L’AMERICA LASCI VACANTE LA SUA SEDE DIPLOMATICA? 4. POSSIBILE. NONOSTANTE I SOLDATI MANDATI A MORIRE IN IRAQ E AFGHANISTAN, L’IMPEGNO IN LIBANO E IL SUICIDIO POLITICO-ECONOMICO IN LIBIA, L’ITALIA È ORMAI UN RESORT DOVE MANDARE IN VACANZA-PREMIO I RICCHI FINANZIATORI DELLA CAMPAGNA OBAMA

1. CHE FINE HA FATTO L'AMBASCIATORE PHILLIPS? È IN PENNSYLVANIA CHE SALUTA LA ZIA. DURANTE LA PIÙ GRAVE CRISI DIPLOMATICO-MILITARE DEGLI ULTIMI ANNI
DAGOREPORT

Leggiamo sulla pagina Facebook ufficiale dell'ambasciata americana a Roma che il 30 luglio scorso David Thorne ha lasciato l'Italia per tornare negli USA, ed è stato sostituito dal Vice Capo Missione Douglas Hengel, che ne ha preso il posto come "incaricato d'affari ad interim".

Poi leggiamo anche della partenza di Hengel, che il 27 agosto ha detto "bye bye" a Villa Taverna. Il giorno dopo, Kathleen Doherty ha preso il suo posto, anche lei con un incarico "ad interim".

La domanda è: ma dov'è John R. Phillips? Sin da marzo si sapeva che l'avvocato sarebbe stato il nuovo ambasciatore americano a Roma. Obama lo ha nominato il 9 luglio, e il 1 agosto è stato confermato dal Senato degli Stati Uniti. Dovrebbe aver già giurato negli Stati Uniti, quindi manca solo l'accreditamento presso il Presidente della Repubblica Napolitano.

Eppure, al 9 settembre, ancora non è arrivato in Italia. Anzi, le uniche notizie che si hanno di lui vengono dal sito della "Pittsburgh Tribune", dove un articolo racconta della serata organizzata da Phillips per salutare i parenti e amici della sua città, Leechburg, piccolo centro della Pennsylvania. Birre, abbracci, l'orgoglio delle vecchie zie e degli amici d'infanzia nell'avere un concittadino così illustre. "Sappiamo che è molto impegnato, ma volevamo averlo qui perché non lo vedremo per molto tempo".

Nel testo, si racconta che starà qualche tempo a Leechburg "prima che cominci il suo nuovo lavoro tra qualche settimana" (l'articolo è del 2 settembre ). Senza fretta, dunque. Gli Stati Uniti stanno conducendo una campagna durissima per convincere i loro alleati storici a bombardare la Siria, il mondo si è confrontato sulle armi chimiche in un teso G20 a San Pietroburgo, si decidono le sorti del Medioriente e del Mediterraneo, ma l'ambasciatore designato è in Pennsylvania che prepara i festeggiamenti per il 70° compleanno del cugino Luis.

Tranquilli: oggi apriamo il "Messaggero" e troviamo notizie di Phillips. Sicuramente sul ruolo che l'Italia dovrà avere nella campagna siriana, sull'impegno delle basi americane in Sicilia, Lazio e Friuli, sul chiarimento delle posizioni contrastanti di Letta e Bonino.

Non esattamente. Il pezzo è in Cronaca di Roma, e parla del progetto del nuovo ambasciatore di recarsi in provincia di Pordenone a fine ottobre a ritrovare i suoi antenati italiani (gli avi si chiamavano Filippi e cambiarono il nome in Phillips una volta arrivati in America).

Tiriamo le somme. Sappiamo che i meriti politici di John Phillips consistono nell'essere un ricco avvocato che ha versato un sacco di soldi alla campagna Obama 2012, sposato con una giornalista che ha collaborato alla campagna Obama 2008.

Sul versante della conoscenza dell'Italia, un articolo di "Repubblica" di qualche mese fa raccontava della sua "esperienza nelle questioni burocratiche italiane" per aver comprato, restaurato, e trasformato in resort un gruppo di casali in Toscana (Borgo Finocchieto) per il quale ha speso 10 milioni di euro. Oggi possiamo aggiungere l'avere parenti in Friuli, e anche molta voglia di conoscerli.

Il messaggio è chiaro. L'Italia ha inviato i suoi uomini a morire in Iraq e Afghanistan, è al comando della missione Ifil in Libano, ha pure partecipato all'assassinio di Gheddafi contro i suoi stessi interessi politici e commerciali, tutto per far contenti i padroncini americani. Ma ormai non è più neanche una provincia dell'impero, è solo un grande resort pieno di vino da trincare e i ruderi da fotografare, dove mandare in vacanza-premio i finanziatori del Presidente.

Un parco divertimenti arrugginito che si può lasciare per due mesi senza ambasciatore (in mano alla vice del vice) nel mezzo della più importante crisi diplomatico-militare degli ultimi anni.


L'ARTICOLO "SALUTI E BACI" DI JOHN PHILLIPS IN PENNSYLVANIA: http://triblive.com/neighborhoods/yourallekiskivalley/yourallekiskivalleymore/4621905-74/phillips-leechburg-ambassador#axzz2e0HHYQq6


2. LE RADICI ITALIANE DELL'AMBASCIATORE USA
Paola Pisa per "Il Messaggero"

Una storia tra Italia e Usa. Entro la fine di ottobre l'ambasciatore americano in Italia, John Phillips, e i suoi parenti visiteranno il comune di Frisaco in provincia di Pordenone. E' da lì che i suoi parenti partirono alla fine dell'800. A darne notizia è Ernie Phillips, fratello del diplomatico che è stato contattato nei giorni scorsi dal presidente dell'ente dei pordenonesi nel mondo (Efasce) di Philadelphia, Robert Roman, che si era messo sulle tracce dei discendenti della famiglia Phillips.

La notizia dei possibili legami con la città di Frisaco era subito stata accolta con interesse dalle parti di Pordenone e erano iniziate le ricerche che hanno portato a individuare due cittadine come possibili origini della famiglia. Infatti gli avi della famiglia fanno capo da parte del padre e della madre a Frisaco e a Poffabro, una frazione di Frisaco. Il presidente dell'Efasce di Pordenone, Michele Belardon, spiega così gli eventi. «Tutto ebbe inizio nel 1888. Allora Luigi Colussi, bisnonno dell'attuale ambasciatore, insieme ai fratelli Pietro, Michele e Blase, partì da Poffabro.

Aveva 17 anni e andò a Bridgville, una cittadina mineraria a sud di Pittsburgh, in Pennsylvania dove iniziò a lavorare come carpentiere. L'impresa costruiva carrelli per i vagoni di carbone. Intanto Luigi si era sposato con Rose Rosa e nel corso degli anni la coppia mise al mondo otto figli. Tra questi Lucy, che si sposerà poi con Angelo Filippi, nonno di John, originario di Frisaco. Dal matrimonio nacquero quattro figli, tra cui William, padre dell'ambasciatore americano».

«Noi tutti della famiglia siamo molto orgogliosi per questa nomina - ha dichiarato Ernie Phillips - e non vediamo l'ora di trovarci tutti insieme a Roma per festeggiare John. Poi ancora insieme partiremo per il nord dell'Italia per arrivare in Val Colvera alla riscoperta delle nostre radici».

 

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